il prigioniero di amsterdam regia di Alfred Hitchcock USA 1940
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il prigioniero di amsterdam (1940)

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locandina del film IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM

Titolo Originale: FOREIGN CORRESPONDENT

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiJoel McCrea, Laraine Day, Herbert Marshall

Durata: h 1.59
NazionalitàUSA 1940
Generespionaggio
Al cinema nell'Aprile 1940

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Trama del film Il prigioniero di amsterdam

Poco prima dello scoppio della seconda Guerra Mondiale, un giovane reporter americano scopre un complotto: un anziano leader del movimento pacifista internazionale viene rapito dai nazisti. A capo del complotto c'è un finto pacifista inglese, in realtà gerarca nazista. Quando il primo viene liberato, la guerra è ormai scoppiata; l'inglese muore durante un attacco aereo mentre sua figlia e il reporter si salvano.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (15 voti)7,50Grafico
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Voti e commenti su Il prigioniero di amsterdam, 15 opinioni inserite

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Godbluff2  @  06/06/2022 14:01:12
   7½ / 10
Un vero peccato quel misero minuto finale di propaganda dichiarata che il britannico trapiantato a Hollywood Hitchcock rivolge agli americani incitandoli all'interventismo nella Seconda Guerra Mondiale, è un minuto che a me da molto fastidio. Naturalmente visto il contesto storico la scelta di Hitch o della produzione o di entrambi, è perfettamente comprensibile anche vista la (tristemente) nota efficacia del mezzo cinematografico come strumento di comunicazione e propaganda, massicciamente utilizzato anche e soprattutto dall'altro fronte, in quegli anni; Hitchcock ha spesso infarcito i suoi film di propaganda e soprattutto critica anti-nazista sacrosanta anche prima dello scoppio della guerra. Qui però la cosa diventa appunto troppo urlata e palese, si esce completamente dalla finzione cinematografica ed è un minuto davvero fastidioso, invadente; anche perché non tutti i colleghi di Hitchcock nella Hollywood di quegli anni, nemmeno gli europei trapiantati/esiliati/emigrati, hanno infilato nei loro film appelli così netti e forti di propaganda come quello che vediamo nel finale di questo film.
Nonostante la potenza del cinema come mezzo propagandistico, io l'uso della propaganda palese in un film non posso sopportarlo e questo appello alla gloriosa potenza e giustizia americana messo lì nel finale mi ha rovinato non poco il gusto di un film che è molto bello e, senza l'ultimo minuto, lo sarebbe stato anche di più.
Lo capisco, ma non lo apprezzo.
Al di là dell'ultimo minuto "Foreign Correspondent" ha anche e soprattutto tante belle cose da mettere sul piatto e conferma un periodo di grande ispirazione di Hitchcock, che dopo "Rebecca", nel medesimo anno, sforna un altro film ottimo e ispirato soprattutto nelle soluzioni estetiche, dove l'occhio del maestro inglese tira fuori meraviglie. Anche a livello narrativo è una delle sue spy-story più riuscite e divertenti nello svolgimento e nel ritmo, è una di quelle che ho apprezzato di più pur non essendo nel complesso troppo entusiasta quando affronto l'Hitchcock spionistico.
Anche in un film dove lo spettro della guerra (già in atto nella realtà) è opprimente e onnipresente e diventerà poi materiale proprio nel corso del film, Hitch non rinuncia mai a guizzi di umorismo, infilato nei caratteri e nei comportamenti sempre spavaldi di alcuni personaggi (l'impagabile ffolliot di Sanders) oppure ben calibrati anche quando inseriti in sequenze che dovrebbero essere palesemente drammatiche (l'inseguimento con sparatoria in macchina, con l'ironia dei dialoghi nelle scene in automobile che si conferma un marchio autoriale assoluto di Hitchcock), così come naturalmente gestisce in maniera sublime l'altro suo marchio di fabbrica, la suspense, in un paio di sequenze memorabilissime (il campanile di Westminster, il finto rapimento e il dialogo tra ffolliott e Fisher).
Tante altre splendide idee estetiche sparse qua e la (l'assassino che fugge, inseguito, in una foresta di ombrelli neri, sotto la pioggia; il trucco delle pale del mulino che girano controvento per mandare messaggi in codice) ma sono due le sequenze capolavoro dove Hitchcock esalta la sua maestria insieme tecnica e narrativa: la prima è quella dell'abbattimento e dell'affondamento dell'aereo, concitata, drammatica e imponente nella sua forza visiva, con un ottimo senso di realismo per un film di Hollywood del 1940, sequenza realizzata con grande sforzo logistico e grande ingegno tecnico da Hitch e la troupe (l'eccellente uso del trasparente, l'uso di effetti speciali e meccanici, la ricostruzione certosina in studio della scena con l'uso di una grossa vasca d'acqua); la seconda è naturalmente quella all'interno del mulino. Già le inquadrature in esterni subito precedenti erano state costruite in maniera sublime, quasi di bellezza pittorica, ma all'interno del mulino Hitchcock si sbizzarrisce: con l'occhio ormai totalmente padrone di uno stile proprio ma che automaticamente ricorda certi insegnamenti dell'Espressionismo tedesco, Hitchcock mostra una spaventosa padronanza nell'uso dello spazio, inquadra e fa muovere i personaggi in diversi piani d'inquadratura, diverse angolazioni, giocando con la profondità dello spazio, con la composizione dello spazio, l'uso della luce straordinario, creando un effetto complessivo che è pura estasi visiva, fusa con l'altrettanto perfetta gestione dei tempi narrativi di quella sequenza, nella quale ogni splendida inquadratura (più profonda, più lineare, dal basso, dall'alto, da diverse e particolari angolazioni per giocare col movimento del protagonista attraverso il mulino, che diventa labirinto colmo di tensione) diventa un potenziamento irrinunciabile della narrazione di quel momento; i tempi narrativi impeccabili e la forma straordinaria con la quale sono create queste inquadrature (con la bellissima fotografia di Rudolph Maté e il montaggio fondamentale di Dorothy Spencer) rendono la sequenza del mulino un capolavoro a se stante all'interno del film, un momento da consegnare commossi alla storia del cinema.
Anche qui, persino negli esterni, si trattò di un preciso lavoro di ricostruzione nei set di Hollywood e caspita che lavoro eccellente (lo scenografo, Alexander Golitzen, è stato da applausi).
Per il resto storia spy godibile, attori protagonisti senza troppo mordente ma attori secondari capaci di ottime prove (oltre a Sanders anche Albert Basserman, storico attore del teatro espressionista tedesco tra fine '800 e primo '900 e del cinema tedesco degli anni '20, offre un'interpretazione rimarchevole), mentre Hitchcock mette in scena il solito sequenziario di topoi personali (oltre all'immancabile cameo) alcuni dei quali verranno sviluppati ulteriormente nella fase della massima maturità, come l'elemento dell'altezza e delle vertigini, che abbondano tra fughe sui cornicioni e scene thrilling sui campanili pur restando solo espresse implicitamente, senza che le intuizioni di Hitchcock dietro la mdp le renda poi esplicite e quasi "tattili" come avverrà poi in "Vertigo".
"Foreign Correspondent" è un altro gran film di Hitchcock, personalmente inficiato, parzialmente, soltanto da quella scelta propagandistica nel minuto finale. Un piccolo classico del miglior Hitchcock spionistico.

Goldust  @  04/12/2019 16:45:20
   7½ / 10
Dopo il debutto americano ed il successo di "Rebecca" Hitchcock torna un pò a sorpresa nei territori di ambito spionistico già esplorati in patria, confezionando una pellicola di elevata fattura formale ma priva di quel guizzo speciale che la poteva forse elevare al rango dei classici imperdibili del Maestro inglese. Non che manchi qualcosa, ci sono tutti gli elementi soliti già visti ed apprezzati nei lavori precedenti ( il giovane che si impegna alla ricerca della verità, l'ormai celebre Mac Guffin, la suspense dell'ultima parte ) ma un cast con due star di grido nei ruoli principali ed un finale meno smaccatamente pro-interventista avrebbero aiutato ( il film, girato nel '40, ha inevitabili intenti di propaganda ma la sparata finale di McCrea alla radio dove glorifica le qualità del popolo americano non è francamente da Hichcock). Mezzo voto in più per alcune sequenze magistrali come

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topsecret  @  28/09/2018 19:33:35
   7 / 10
Pur ottimo per la sua realizzazione, per lo spiegamento di uomini e mezzi, per la sua capacità di coinvolgere lo spettatore e per aver ricevuto 6 nominations agli oscar, IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM non è tra i migliori lavori di Hitchcock. Alcuni momenti lasciano trasparire piccole ingenuità, la recitazione non sembra sempre impeccabile e alcune scene non appaiono poi così avvincenti. Ma a parte tutto, questo giallo spionistico possiede molte buone qualità da esibire, in primis la regia oculata di Hitchcock e una storia che si lascia seguire senza affanni, regalando anche qualche momento simpatico, capace di intrattenere in maniera discreta e scandita da un ritmo disinvolto che ne facilità la visione.
Senza dubbio, merita un buon voto.

Filman  @  03/06/2017 17:30:37
   8 / 10
Con la certezza di non poter escludere sequenze memorabili e da manuale del cinema anche nelle sue pellicole meno significative, Alfred Hitchcock inizia a percorrere il proprio sentiero americano trasportando le sue idee fondamentali, formalizzate nel periodo britannico, per la costruzione di materiale nuovo: con l'aggiunta di ulteriore umorismo ad una trama spionistica ideale e con l'utilizzo di un contesto belligerante, in risonanza col mondo reale, viene indirizzato FOREIGN CORRESPONDENT, dove british humor e romanticismo prendono il sopravvento in un vario assortimento di intrighi internazionali legati a piccoli uomini, in equilibrio tra la divertente evoluzione dell'eroe e la tensione emotiva. Concio di chiave di questo spazio voltato, ampio nella scenografia introdotta dall'investigazione ad ampio raggio, è ancora una volta il fattore mistero, individuato su diverse scale e prospettive ed organizzato in modo puntuale nel solito smascheramento di imbrogli e coperture.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/12/2016 22:40:21
   7 / 10
Tra i primi film americani di Hitchcock, dove il regista inglese si adegua alle regole di un genere con una storia incalzante e ben strutturata, ma donandogli una forte impronta personale specialmente nella prima parte del film (la sequenza dei mulini e l'attentato sotto la pioggia). Non è tra i miei preferiti, perchè tutto sommato il regista viaggia alla sua velocità di crociera, comunque molto alta rispetto agli standard normali. Una storia di spionaggio con un buon intreccio che tiene botta per tutta la sua durata.

ferzbox  @  16/10/2015 17:41:43
   7½ / 10
Questa volta non sono rimasto estasiato come in altre occasioni; "Il prigioniero di Amsterdam" di Alfred Hitchcock è un buon film di spionaggio, pieno di personaggi, intrighi e sotterfugi, però dimostra solo di tanto in tanto i picchi di originalità e genialità a cui si è abituati solitamente nella regia del grande Hitch.
La storia comunque si fa seguire bene, non si tratta certo di un filmaccio, alcune situazioni riescono a catturare, in fondo il mio è un discorso legato semplicemente al confronto con altre opere molto più sperimentali(a livello registico) in grado di spiccare per movimenti di macchina o semplicissime inquadrature......
Non concordo con chi dice che si tratta di un film ingiustamente sottovalutato considerandolo un opera minore e affremando il contrario...io non arrivo al punto di ritenerla una pellicola minore, questo no...ma certo, se già penso a "Giovane e innocente" o "Il ladro"(senza nominare i più famosi in assoluto) non c'è paragone secondo me.....
Comunque è sempre un film di Alfred Hitchcock.....voglio dire....

ZanoDenis  @  30/04/2013 12:47:32
   7½ / 10
Ottima spy story, in confronto agli altri film di hitchcock ci sono più scene da "Effetti speciali" per così dire, la trama è spesso usata anche negli altri film del regista e ti mette comunque suspence.

guidox  @  01/07/2011 23:50:26
   8 / 10
quando si parla di Hitchcock, difficilmente si può parlare di "minore" e infatti anche in questo caso siamo di fronte ad un film di 70 (settanta) anni fa che non perde un colpo: sceneggiatura perfetta, tensione sempre viva, scene indimenticabili (i mulini, gli ombrelli, l'aereo che cade...).
due ore spese alla grande per l'ennesimo lavoro degno di nota del grande regista.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  07/12/2008 15:09:10
   7 / 10
Buon film di spionaggio di Alfred Hitchcock anche se sì, è un' opera minore di un regista che qui, rispetto a qualunque altro suo film, ne sottolinea l' amore per il pubblico e ne dichiara lo scopo commerciale: la sequenza della pioggia con gli ombrelli ripresa dall' alto, è funzionale più all' occlusione visiva dello spettatore, piuttosto di un reale ostacolo per chi si ritrova a rincorrere, ed una salvezza per chi si ritrova a scappare. La produzione è del 1940, ancora i tempi d' oro del cinema, dove tutto veniva suggerito e girato senza maiuscole, dove bastava l' inquadratura di un posto vuoto a tavola -probabilmente anche grazie all' attitudine espressionista di Hitchcock- per evocare quel senso di pericolo imminente di chi quel posto lo doveva occupare, in questo caso l' anziano Van Meer. Interessante è che la pellicola esprima fedelmente l' atmosfera e lo spirito di quel periodo, a poco tempo dallo scoppio della guerra, il film coincide con quei momenti. Sceneggiatura abbastanza convenzionale dove non mancano però soluzioni eccezionali, sia di narrativa, come la già citata sequenza degli ombrelli, sia di creazione della suspense come Hitchcock ci ha sempre abituati. Come seconda pellicola americana, questa risente ancora del periodo inglese, con una costante verve ironica che rende davvero piacevole tutta la visione(curioso, l' unica sequenza simpatica di Argento vista l' altro giorno, i due vecchietti che rinunciano di attraversare la strada dopo due tentativi, è presente proprio qui, anche se di anziano ce n'è uno solo). Analogie con "Intrigo nazionale" e le strutture care al regista come lo scambio di persona, le inevitabili conseguenze romantiche, l' utilizzo di un nome fasullo o il tentativo di eliminare il protagonista, e più specificamente, con il film del '58, ad esempio l' evasione del protagonista stesso dalla finestra di un hotel con l' entrata ambigua in un' altra camera, come successe a Cary Grant. E con questo sono 42 del Maestro, mica sto qui a girarmi i pollici tutto il giorno.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/10/2008 21:55:53
   7 / 10
Questo è il secondo film di Hichcock approdato a Hollywood e il primo dopo lo scoppio della II Guerra Mondiale. Si vede lo sforzo del grande regista di adattarsi ai canoni del cinema americano, preservando comunque alcune caratteristiche degli anni britannici, come pure l’esigenza di portare un aiuto alla patria in difficoltà militari. Hitchcock non è riuscito fino in fondo a fondere tutto, ma la sua grande arte non è venuta meno e ha tirato fuori un film di tutto rispetto.
Un bello e bravo reporter americano viene mandato in Europa a caccia di “fatti”, per informare l’opinione pubblica americana di quello che succede veramente in Europa. Lo deve chiedere a Van Meer, un anziano politico olandese, figura di spicco del Partito Pacifista Universale. Il reporter si trova suo malgrado invischiato in un torbido giro di spionaggio da parte di una potenza potente e senza scrupoli (si intuisce che è la Germania) che cerca di carpire con le cattive (torture) un segreto militare a Van Meer. Il reporter mostra una salda base etica (al di là del suo mero dovere di giornalista) e fa di tutto per mandare all’aria il piano, aiutato da un altro giornalista inglese politicamente impegnato. Non mancano avventure, suspence, colpi di scena, inseguimenti, scene drammatiche, come pure l’immancabile amore, addirittura con la figlia del personaggio cattivo. Alla fine tutto si sistema in maniera onorevole, con i buoni vincitori e i cattivi sconfitti con l’onore delle armi.
L’impronta stilistica americana si vede soprattutto nella velocità e nell’essenzialità con cui si svolge la storia. Dialoghi sparati, susseguirsi incalzante di eventi, spettacolarità delle scene. I caratteri poi sono netti e definiti, ben calati nella storia. Hitchcock cerca comunque di reintrodurre ogni tanto qualche scena un po’ comica (la festa con il rappresentate lettone) o di usare l’ironia con i personaggi (Van Meer viene a volte preso in giro per il suo idealismo), ma sono tentativi non riusciti, che mal si inseriscono nel film. Qui, quello che conta è l’emozione e la partecipazione e in questo caso Hitchcock non fallisce di certo. La sua è una sapiente mistura di conosciuto (si sa già chi sono i personaggi buoni e quelli cattivi e le loro mire) e nascosto (certi sviluppi chiave non vengono mostrati per provocare sorpresa nello spettatore). In questo film viene accentuato l’aspetto spettacolare delle riprese fino a sfiorare il virtuosismo. Molto bella e ben fatta è la scena dell’attentato e dell’inseguimento in mezzo a una foresta di ombrelli (ripresi dall’alto). La scena della torre riesce a far provare anche allo spettatore il senso del vuoto, mentre la scena dell’abbattimento dell’areo sembra quasi anticipare i film americani degli anni ’70 sui disastri (la rappresentazione dell’impatto, l’acqua che sale fino al soffitto con la gente che urla). Con questo film diventa quasi canonica l’abitudine di Hitchcock di iniziare certe scene con degli zoom vertiginosi che partono dall’esterno di un edificio (o dell’aereo) e finiscono sul primo piano di una persona.
Nei film precedenti lo scoppio della guerra, Hitchcock sembrava un po’ mettere alla berlina i pacifisti o chi si illudeva che con le buone tutto si sarebbe risolto. Anche in questo film in apparenza i pacifisti non ci fanno bella figura. Van Meer sembra un tipo svampito, un idealista fuori del mondo. Nel campo pacifista si nasconde poi un traditore, uno che la guerra la vuole davvero. Questo ancora per affermare l’assioma base del cinema di Hitchcock, che le apparenze ingannano. Con lo sviluppo del film però i pacifisti assumono ben altra dignità. Si afferma che in caso di guerra loro saranno i primi a sacrificarsi per la causa della libertà. Van Meer poi si dimostra una persona coraggiosissima e forte, riscattandosi in pieno. A lui viene riservato un primo piano con una dolorosa e rassegnata constatazione della propria sconfitta, con la speranza però che il futuro faccia prevalere di nuovo chi vuole usare la ragione e non la violenza.
Anche ai “cattivi” Hitchcock riserva un trattamento tutto sommato equilibrato. Non viene nascosto il loro cinismo, la loro violenza, però non vengono demonizzati. Il “traditore” è cosciente del proprio tradimento e ne sente tutto il peso, ha cercato però di agire in buona coscienza per l’interesse della propria “patria” e per questo gli viene riservata una fine tutto sommato onorevole.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  14/10/2006 20:00:07
   7½ / 10
non sono daccordo sul fatto che sia un minore...tecnicamente perfetto(come al solito) la storia non fa una grinza e neanche il finale...
mi sono divertito e mai annoiato se non per i primi 15 minuti...
ottima anche la sceneggiatura

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  14/06/2006 17:24:37
   6 / 10
D'accordo con chi lo ritiene un'opera minore di Hitchcock: a differenza della maggior parte dei suoi film, gli attori non sono molto all'altezza e la tensione è creata solo a sprazzi. Tra i suoi meno riusciti.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/06/2006 10.56.02
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Crimson  @  13/03/2006 15:45:52
   7 / 10
Incredibile la coicidenza che accomuna il soggetto del film alla realtà: la seconda guerra mondiale scoppiò davvero in quei momenti. Il film è il riflesso probabilmente delle tensioni e preoccupazioni che in quel momento si stavano vivendo. E' un buon film di spionaggio, anche se la parte finale dal viaggio in aereo in poi è stata un pò al di sotto delle mie aspettative.
Comunque le scene più belle per me sono quella dell'inseguimento fino ai mulini a vento e quella in cui il protagonista viene accompagnato dal sicario alla torre: lo spettatore sà che vuole quest'ultimo vuole ucciderlo e freme a causa dell'inconsapevolezza del protagonista.
E poi come dimenticare il povero signor Van Meer, totalmente rimbambito dalle droghe e dalle luci, ci fà tenerezza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  27/09/2005 17:53:43
   9 / 10
Grandissimo film di Hitchcock; sono perfettamente daccordo con requiem nel dire che il film è considerato ingiustamente minore rispetto agli altri di Hitch . A parte la sequenza dei mulini devo dire che la scena dell' affondamento dell' aereo è perfetta e che trovo che l' intrigo sia congeniato in modo fantastico in modo da formare una trama ancora attuale e avvincente nel vero senso della parola benchè il film sia di 65 anni fa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  12/05/2005 15:17:36
   9 / 10
Non ne ho un ricordo preciso, a parte la sequenza nel mulino, perchè l'ho visto molto tempo fa.
Ma mi era piaciuto tantissimo e ricordo perfettamente l'impressione che ne ebbi.
A torto considerato un minore.


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