il gusto degli altri regia di Agnès Jaoui Francia 2000
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il gusto degli altri (2000)

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locandina del film IL GUSTO DEGLI ALTRI

Titolo Originale: LE GOÛT DES AUTRES

RegiaAgnès Jaoui

InterpretiAnne Alvaro, Jean-Pierre Bacri, Brigitte Catillon, Alain Chabat

Durata: h 1.52
NazionalitàFrancia 2000
Generecommedia
Al cinema nel Gennaio 2001

•  Altri film di Agnès Jaoui

Trama del film Il gusto degli altri

La storia del proprietario di una fabbrica che incontra una attrice che è amica di una cameriera la quale incontra una guardia del corpo che conosce un autista che lavora per una decoratrice di interni che è la moglie del proprietario della fabbrica che vorrebbe conoscere alcuni artisti...

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Voto Visitatori:   7,23 / 10 (13 voti)7,23Grafico
Miglior Film Straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior Film Straniero
Miglior filmMiglior attore non protagonista (Gérard Lanvin)Miglior attrice non protagonista (Anne Alvaro)Migliore sceneggiatura
VINCITORE DI 4 PREMI CÉSAR:
Miglior film, Miglior attore non protagonista (Gérard Lanvin), Miglior attrice non protagonista (Anne Alvaro), Migliore sceneggiatura
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Voti e commenti su Il gusto degli altri, 13 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

kafka62  @  28/02/2018 09:48:37
   7 / 10
Come è difficile mettersi nei panni degli altri, diversi come si è per classe sociale, educazione e cultura, e come se non bastasse resi sovente misantropi dalle durezze della vita. E' quello che sperimentano i tanti personaggi de "Il gusto degli altri" (un imprenditore ricco ma incolto e sua moglie, le sue due guardie del corpo, un'attrice depressa, una barista dalla vita sessuale disinvolta, ed altri ancora), i quali formano un microcosmo narrativamente autosufficiente, in cui tutti gli spettatori, se vogliono, possono rispecchiarsi. Il merito della Jaoui (la sceneggiatrice più che la regista) è quello di aver percorso le stesse strade di "Grand Canyon" senza però cadere nei suoi errori, dando un valore simbolico a determinate sequenze con apprezzabile understatement, quasi senza volerlo (si consideri la notizia ascoltata distrattamente alla radio dell'arresto del ministro da parte del commissario Tartaruga) e conferendo spessore anche ai personaggi secondari (è l'amica costumista che pronuncia la battuta più esemplare del film, quella che se ci sforzassimo di vedere gli altri al di là della loro apparenza superficiale, scopriremmo che le persone sono molto più accessibili e migliori di come possa sembrare a prima vista).
La Jaoui organizza una complessa ronde senza dar nulla per scontato (nessun rapporto umano è mai scontato), e fino all'ultimo, quando si tirano i fili della storia, i vari personaggi hanno la possibilità di scegliere una alternativa esistenziale piuttosto che un'altra. E alla fine il personaggio più umano e positivo è proprio il ricco Castella (da quando non si vedeva al cinema, Hollywood esclusa, un appartenente alle classi agiate ritratto con tale simpatia!), il quale ha il coraggio di superare steccati sociali ed ostacoli culturali apparentemente insormontabili, sfidando persino il ridicolo e l'umiliazione, per seguire testardamente il proposito assurdo di entrare in contatto con la schiva e altera Clara, che il caso ha messo sulla sua strada. Coraggio che invece non trovano, ritirandosi all'ultimo momento, la guardia del corpo più anziana e la barista di cui si è innamorato, incapaci entrambi di rinunciare alla propria orgogliosa indipendenza per affrontare il difficile cammino della vita insieme.
Gioie e dolori si mescolano così in un finale agrodolce, aperto come può esserlo la vita, che si sforza però di dare un messaggio morale molto chiaro ed univoco, riassunto visivamente nell'allegra immagine dell'orchestrina che suona una canzone di Edith Piaf: ognuno di noi è uno strumento diverso, magari stonato come il flauto della guardia del corpo più giovane, ma, fuso in quella grande orchestra che è l'umanità che ci circonda, può dare il suo piccolo contributo, che è unico e insostituibile. Basta imparare a rispettare e ad apprezzare, come ci invita a fare la Jaoui, il gusto degli altri.

Xavier666  @  26/02/2015 21:56:43
   7½ / 10
Commedia sentimentale deliziosissima. Si fa guardare dall'inizio alla fine. Ve la consiglio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  25/01/2011 16:35:11
   7½ / 10
Questo film ha molti pregi, primo dei quali una sceneggiatura di grande fluidità, e un'intelligenza davvero notevole nell'approfondimento dei caratteri e del dosaggio delle vicende.
Il limite dell'opera non è la sua apparente incapacità di incidere nel profondo (mancano vicende davvero memorabili e paradigmatiche, e questo rischia persino di annoiare). Ma incidere nel profondo, comunicare una potente visione del mondo non è quanto la Jaoui si propone (facile fare un parallelo con un "America oggi": la superiorità del film di Altman non si può far discendere dalla maggiore spietatezza del suo film rispetto alla maggiore conciliante "delicatezza" di questa "commedia").

Il "gusto degli altri" è quanto ci condiziona e ci impedisce il più delle volte di essere contenti di essere noi stessi. Tuttavia non è nemmeno questo l'assunto di base del film (anche se il titolo guida ad esso): piuttosto, sembra esserlo di più lo smascheramento dell'atteggiamento, un po' radical-chic, di un ceto intellettuale che si fregia di una presunta superiorità rispetto a chi è incolto, e impone una sottile ma spietata dittatura del gusto.

Tuttavia "Il gusto degli altri" è tutto fuorché un film a tesi: non si riesce (e meno male...) a trovare un vero denominatore comune alle diverse vicende raccontate.
Il valore del film risiede appunto nella sua scrittura, nelle tante sfumature: talmente tante che è impossibile sottolinearne alcune senza minimizzare qualcosa.

La pellicola soffre però di un certo squilibrio tra la vicenda principale (quella dell'industriale e dell'insegnante di inglese) e le varie altre. Alcune, accennate solamente, restano ai limiti del bozzetto.
Manca il respiro di un affresco corale che pure avrebbe potuto esserci. E il film accusa una certa incapacità di osare, di andare oltre una invidiabile capacità di disegnare ritratti umanissimi di tipi tanto diversi tra loro ma che resta possibile suddividere in due categorie: chi è sicuro di sé ma non ascolta gli altri, e chi è insicuro ma ascolta troppo i primi, che se ne approfittano.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  07/03/2009 13:49:41
   6½ / 10
Ironico e graffiante, dipinge con gusto una borghesia supponente e mediocre.
Alcune trovate sono molto divertenti e in generale il film mantiene un ritmo abbastanza alto e non annoia.
A tratti forse si perde in alcune sottotrame vuote che hanno il solo scopo di allungare il brodo.
Comunque è una commedia divertente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/10/2007 22:16:15
   6 / 10
Dovremmo necessariamente dividere a metà: 10 per il sarcasmo con cui ironizza su una certa borghesia e sul suo irreparabile snobismo, 2 per la stilosità del film, che (con gusto, lo ammetto) costringe lo spettatore a (sor)ridere tenendo la mano sulla bocca, nell'attesa quasi che alla fine del primo tempo servano thè e pasticcini (l'effetto è questo).
Insomma, il film è adorabile e alcuni momenti realmente esilaranti (la battuta "sua moglie ha in mano un'uccello" o l'equivoco della coppia "di froci"), ma alla fine la Jaoui sembra appartenere proprio a quella categoria detestabile che dice di voler dissacrare e maltrattare: perfido sì, ma di uno snobismo così irritante da risultare men che sfizioso

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/01/2011 16.40.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  30/01/2007 13:24:48
   7 / 10
Interessante già dal titolo questa commedia francese. La regista usa un tocco leggero ed elegante nel ritrarre ciò che non sono i personaggi e ciò che allontanano ancor prima di conoscere. Molto bravo Bacri nell'interpretare un imprenditore annoiato e piuttosto pratico, ma sicuramente non stupido. Vincente e rassicurante la chiave di lettura finale del film: non importa ottenere, bensì tentare. Film consigliabile.

quaker  @  06/06/2006 21:21:41
   8 / 10
Più che carino, ma solo in alcuni momenti; altre volte si perde un po'. Soprattutto ha dei toni moralistici che c'entrano come i cavoli a merenda, e vuol mettere troppa carne sociologica al fuoco; il meglio lo dà nel tratteggiare i personaggi "psicologicamente": è così francese ... . Bel finale.

polbot  @  26/12/2005 20:50:23
   6½ / 10
TIGER FRANK  @  10/05/2005 17:41:28
   8 / 10
Carino davvero!
Chi continua a dire che i film francesi sono orrendi si andasse a vedere questo,tra le altre cose...

E poi il protagonista e' uguale a mio Zio Gigino,che spasso...

Gruppo REDAZIONE maremare  @  28/04/2004 02:15:14
   9 / 10
Ecco veramente un bel film.
Ironico e graffiante come solo un film francese riesce ad esserlo.

JulieBohem  @  04/01/2004 15:47:02
   7 / 10
carino e grazioso come solo i francesi riescono a fare..

Stefano  @  08/08/2003 13:52:53
   4 / 10
Il Dottore  @  05/08/2003 01:17:56
   10 / 10
E` una vergogna che oggi, 5 Agosto 2003, tre anni dopo la sua uscita, nessuno abbia ancora votato questo capolavoro!

3 risposte al commento
Ultima risposta 06/06/2006 21.27.17
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