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Con il "Figlio di Kocis" Sirk ha confezionato un western classico di ottima qualità. Oggi lo si guarda soprattutto per la splendida ambientazione (è stato girato in un parco nazionale) e per le belle scene di lotta e battaglia. Per il resto segue quelli che erano i canoni ideologici a cui si uniformavano tutti i western americani degli anni '50. Veniva dato per scontato che gli Americani avessero tutti i diritti di imposessarsi delle terre e dei pascoli degli indiani, in quanto portavano la "civilizzazione". Il destino degli indiani era perciò quello di adeguarsi a una vita materialmente "dignitosa", spostandosi nelle regioni a loro assegnate e adottando il sistema economico e legale degli Americani. Quest'ultimi li avrebbero "aiutati" e avrebbero lasciato che all'interno delle loro riserve potessero seguire i loro usi e costumi. Se veniva coinvolto un Americano allora la loro legge doveva passare in secondo ordine. Un po' come avviene oggi per i paesi "amichevolmente" aiutati dagli USA (Iraq e Afghanistan). La linea nettissima e chiara del bene e del male divide perciò in due parti il campo indiano: da una parte Tzara il protagonista (bello, forte, integerrimo, fortunato) collaborazionista, che china il capo di fronte alla superiorità americana e ne riconosce i meriti; dall'altra Geronimo, il fratello di Tzara e Aquila Grigia (brutti, torvi, astiosi, infidi, corrotti) che invece non accettano l'americanizzazione e vogliono fino in fondo lottare per mantenere la vecchia libertà. Ovviamente il film parteggia per i primi e prepara la sconfitta per i secondi. A parte questo, la mano di Sirk la si vede soprattutto nel personaggio di Tzara, nella sua battaglia tutta interiore fra i principi incrollabili e le difficoltà materiali e sentimentali che gli si parano davanti. Sirk come al solito parteggia per i principi, i suoi film sono dei piccoli panegirici della fermezza e della perseveranza nel credere in certi valori etici fondamentali. Alla fine dei dolori e dei sacrifici, oltre alla ricompensa di una coscienza pulita in pace con se stessa, c'è anche il premio della felicità sentimentale. Per Sirk l'onestà e l'amore esistono e alla fine riescono quasi sempre a trionfare.