il ferroviere regia di Pietro Germi Italia 1955
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il ferroviere (1955)

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locandina del film IL FERROVIERE

Titolo Originale: IL FERROVIERE

RegiaPietro Germi

InterpretiAmedeo Trilli, Carlo Giuffrè, Saro Urzì, Sylva Koscina, Pietro Germi

Durata: h 2.00
NazionalitàItalia 1955
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1955

•  Altri film di Pietro Germi

Trama del film Il ferroviere

L'amara esistenza del macchinista Andrea Marcocci che vede in un colpo disgregarsi la famiglia e andare a rotoli il lavoro: investito con il treno un suicida, rischia l'incidente con un altro convoglio, quindi viene isolato dai compagni per avere accettato di lavorare durante uno sciopero...

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Voto Visitatori:   7,76 / 10 (23 voti)7,76Grafico
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Voti e commenti su Il ferroviere, 23 opinioni inserite

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Gigetto01  @  25/04/2020 23:41:57
   7½ / 10
Non tra i migliori di Germi, a tratti è anche abbastanza lento ma bisogna guardarlo con gli occhi di 70 anni fa. La storia è struggente intensa, Germi però è meglio come regista che come attore. Un bel film comunque.

Wilding  @  04/09/2017 21:50:45
   7½ / 10
Non una grande interpretazione, Giuffrè e Koscina a parte, e neppure una grande regia di Germi, ma un gran bel film ricco di emozioni contrastanti.

pak7  @  20/11/2016 11:46:23
   7½ / 10
Non un capolavoro, ma un bell'affresco dell'Italia che fu. Germi ha fatto di meglio, qui il suo personaggio è ben caratterizzato, forse fin troppo. Un uomo distrutto dall'alcool e dalla sfortuna di trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Il suo declino come uomo, papà e marito è lento ed inesorabile, perso nei bicchieri dalla notte alla mattina. Il vero protagonista è però il piccolo Sandrino, il dolce e sognatore figlio, che riesce a vedere nel suo papà, sempre il lato buono.

Goldust  @  19/11/2015 15:47:14
   8 / 10
Racconto partecipe della condizione operaia del primo dopoguerra fatta di incomprensioni e difficoltà, in cui gli avvenimenti sono spesso spinti fino al pericoloso baratro del patetismo. Germi però si ferma un attimo prima, conosce le dinamiche dell'emozione e le cavalca senza sconti e senza appunto scivoloni, sa dare una statura tragica e morale al suo personaggio (interpretandolo in prima persona con una meravigliosa performance, forse la migliore della sua carriera ), sa costruirci intorno figure romantiche ed irresistibili, una su tutte il piccolo Sandrino ( l'affettuoso rapporto padre/figlio sarà simile nel successivo "L'uomo di paglia"). Non è poi secondaria la rappresentazione della difficile realtà del tempo, dove la durezza della dimensione lavorativa ( si parla anche di sindacati, in netto anticipo sui tempi ) trovava sfogo in quella famigliare.
Per qualche perdonabile ridondanza formale non è da considerare il miglior lavoro dell'autore, tuttavia è un documento prezioso da vedere e confrontare con il già citato "L'uomo di paglia", al quale si avvicina per certi versi nei contenuti.

uito  @  24/02/2014 17:24:27
   7½ / 10
Film intriso di sudore e disperazione... commovente ed agghiacciante per la realistica rappresentazione della vita nell'immediato dopoguerra.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/07/2013 13:00:01
   7½ / 10
Spaccato di vita di una famiglia nel dopo-guerra. Un incidente sul lavoro portera' il capo-famiglia a porsi delle domande esistenziali e nel frattempo a disintegrare la sua famiglia.
Una figlia incinta del fidanzato, un figlio nullafacente e un piccolo ragazzino che non riesce a studiare come si deve.
La vicenda è appunto vista con gli occhi, e con la voce, del piccolo Sandrino.
Un dramma di classe diretto da Germi.

JOKER1926  @  04/06/2013 14:51:36
   7 / 10
"Il ferroviere" è uno dei tanti affreschi dei decenni addietro che riprendono tematiche quanto mai serie, si parla quindi di Neorealismo, l'Italia diventa la fotografia ideale per rappresentare più di uno spaccato, più di una opinione, coinvolgendo più persone…
Pietro Germi porta a termine un film interessantissimo e pieno di spunti importanti; il personaggio, ovvero un ferroviere (interpretato "sanguignamente" dallo stesso Germi) brusco e all'antica vede in poco tempo crollare le certezze che aveva, quelle riguardanti la famiglia e il lavoro.
La caduta di Andrea Marcocci si addensa di dramma e umanità, è impossibile non carpire la sofferenza di un uomo in fase decadente, l'alcool è la falsa speranza.

"Il ferroviere" diventa ben presto un film inattaccabile, regala una trama di spessore e personaggi all'altezza della situazione, Germi riesce poi a creare un grande tavolato di introspezione psicologica degli stessi protagonisti, in ballo non solo i sentimenti del povero Andre bensì anche quelli di una famiglia distrutta e impoverita. Il film lo si vede da più di una specifica angolazione; nel complesso, Germi stecca pochissimo. Le uniche cose ,appena criticabili, sono il ritmo che alle volte decade e poco altro, se non nulla.
Convince e stravince Pietro Germi nella parte di Andrea, prova da manuale, il regista/attore sembra essere quasi un personaggio da poliziesco all'italiana degli anni settanta!
Grandi apprezzamenti anche per un finale che racchiude simbolicamente il tutto, le folate drammaturgiche non mancano, difficile non rimanere colpiti.

freddy71  @  03/01/2013 07:25:47
   8 / 10
bel film.....racconta uno spaccato di vita dell'italia negli anni 50 attraverso le disavventure di questo ferroviere e la sua famiglia....

Oskarsson88  @  05/11/2012 16:05:00
   8 / 10
molto bello e malinconico questo film all'insegna del neorealismo.. grande Germi come attore e regista, bella la storia vista spesso anche dagli occhi del bambino. Le difficoltà sociali del dopoguerra sono qua ben rappresentate... questi eran dei signori film

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  28/11/2011 20:29:48
   10 / 10
Capolavoro di Germi bravo sia come regista che come attore

Leonardo76  @  05/07/2011 22:58:22
   8 / 10
film commovente, ricorda I Malavoglia con il protagonista che suo malgrado vede sgretolarsi la famiglia. bello il finale

dobel  @  01/02/2011 21:30:04
   9 / 10
L'ultimo anno della vita di un uomo: un uomo qualsiasi, un lavoratore. Le sue miserie, le sue debolezze, le sue qualità, i suoi difetti, le sue ricchezze. Andrea Marcocci e' un uomo come tanti, come se ne vedeva in giro ancora qualcuno quando ero bambino io nei paesini (in città sono scomparsi prima). Quegli uomini cresciuti nella miseria, che hanno fatto la guerra, che hanno sgobbato come bestie una vita per non guadagnare mai nulla; quegli uomini che hanno tirato su i figli senza accorgersene, che hanno tenuto in qualche modo insieme la famiglia anche quando tutto sembrava sfaldarsi. Erano nel bene e nel male punti di riferimento. Quest'uomo viene visto attraverso gli occhi del suo bambino; e posso dire, essendo cresciuto nell'osteria di un piccolo paese quasi quarant'anni fa, che quegli uomini erano veramente così. Ne ricordo ancora qualcuno accanto alla bottiglia senza i soldi per pagarla; li ricordo la sera della vigilia di Natale bussare al portone per venire, loro senza nessuno, a bere un bicchiere in compagnia. E' un film che mi riempie di dolcezza e di nostalgia: non e' un capolavoro... così come non e' un capolavoro la vita.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  01/04/2010 16:42:39
   8 / 10
Bello. Ottimo ritratto di un'Italia anni '50. Un'Italia dove la gente era più povera ma più unita.
Ben diretto e anche ben interpretato da Germi. Un buon esempio di ciò che era il cinema italiano.

topsecret  @  31/03/2010 19:00:04
   7½ / 10
Ennesimo esempio di neorealismo, stavolta con Pietro Germi regista ed interprete di questo dramma in ambito familiare.
Una storia di incomunicabilità, di famiglia patriarcale ma desiderosa di emancipazione, ottimamente ricreata e portata sul grande schermo da un cast abile nel trasmettere emozioni credibili.
Una storia che se rapportata ai giorni nostri riesce ancora ad essere attuale e decisamente esemplare nel raccontare i drammi, le incompresioni, le liti e le riappacificazioni così come accade in tantissime famiglie moderne.
Un film che risulta intenso e struggente, lontano dall'essere retorico e che riesce ad toccare tutti i tasti giusti per entrare nel cuore dello spettatore.

paride_86  @  07/02/2010 21:55:30
   7 / 10
Perla del neorealismo, "Il Ferroviere" racconta l'annus horribilis della famiglia Marcocci che, in breve tempo, si troverà ad affrontare un guaio dopo l'altro.
Intenso e genuino, anche se un po' troppo forzato in alcune parti.

LoSpaccone  @  07/02/2010 11:06:23
   8 / 10
Come tutti i film di Germi di questo periodo non ha una definizione precisa, tuttavia non sembra soffrirne più di tanto: da una parte mantiene i toni e i temi del neorealismo, del quale può essere visto come il canto del cigno, dall’altra si concede leggermente all’”artificiosità” del melodramma, soprattutto nella costruzione dei caratteri. Nel complesso è un lavoro riuscito, con qualche slancio patetico di troppo, ma che ha anche il merito di anticipare la crisi e i cambiamenti dell’Italia a cavallo del boom economico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  02/12/2009 12:02:00
   7½ / 10
Un classico: quando tutto ti crolla addosso cominci a vendicarti della vita dandoti all'alcol e a frequentare brutti giri. Una storia drammatica interpretata da Pietro Germi che descrive questo particolare momento della vita di un uomo in quegli anni. Un film sentito e recitato veramente bene. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  02/04/2008 17:58:44
   7½ / 10
Bellissimo, come la maggior parte dei film di questo grande regista.
L’escalation paradigmatica, ma fortemente realistica delle sventure del bravo protagonista/autore sono perfette per uno scanner totale di una società che pericolosamente andava accostando boom economico a flop famigliare.
Stupende le ultime immagini finali le quali, passi un po’ di retorica tipica del cinema di Germi che lo distingue peraltro da quello di De Sica, raggiungono veramente momenti di cinema nostrano indimenticabili. Immancabile al suo fianco Saro Urzì, grande attore nella consueta parte dell’amico.
Immancabile anche la figura del figlio vivace, presenza nevralgica per l’equilibrio fragile dell’interno famigliare. Uno simile lo si rivedrà nello splendido “L’uomo di paglia”.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/01/2008 14:22:50
   8 / 10
Il mondo sta cambiando, siamo alla vigilia del Boom economico ed il ferroviere interpretato dallo stesso Pietro Germi fatica ad integrarsi ed accettare tali cambiamenti le cui conseguenze si ripercuoteranno sulla sua famiglia. Un ottimo ritratto di uno spaccato familiare ben orchestrato da Germi, un regista a volte dimenticato.

Dick  @  25/09/2007 19:04:42
   7½ / 10
Melodramma familiare magari come ha scritto thohà nno sempre dal ritmo sostenuto, ma che comunque riesce a descrivere un certo spaccato con i diversi personaggi ben caratterizzati.

ds1hm  @  11/08/2006 23:21:29
   8 / 10
risulta un film ben fatto, con un ottima scelta degli attori.
forse un pò forzato, manca di una sua autonomia rispetto alla volontà di colpire ad ogni costo lo spettatore.
bellissimo però lo sguardo del bambino sul mondo degli adulti, con la sua naturale comprensione delle irragionevoli incomprensioni della vita vissuta degli adulti.
forse non sono attendibile nel giudizio ma adoro Germi

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  08/08/2006 17:35:52
   7 / 10
Dolce, piccolo Sandro innamorato del suo papà.
Film dei tempi che furono, dove i bambini ancora nascevano in casa, le donne erano casalinghe e la povertà era cosa normale.
Andrea, uomo chiuso, dedito al bere, con pochi amici, incapace di accettare una realtà che sta cambiando, rende dura la vita a chi lo circonda. In lotta col lavoro, gli amici e con la famiglia sarà, invece, proprio da questi aiutato.
Sandrino è commovente, nella sua innocenza e nella sua dedizione.

Il film è bello, ma risulta, in alcune parti, un po' noioso.

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marlamarlad  @  25/04/2006 04:01:42
   7 / 10
Un film italiano del 1956 che parla di mancata comunicazione nella famiglia, di disagi, rancori accumulati, alcoolismo, veramente un film insolito per quegli anni.
Il ferroviere Andrea Marcocci affronta una crisi sul lavoro ed in famiglia e ne uscirà rinnovato, il suo ultimo Natale per riconciliarsi finalmente con la vita prima di lasciarla. Notevole la descrizione della moglie di Andrea, per gli anni in cui il film è girato, donna rassegnata vittima del marito che conosce e consiglia anche alla figlia la via della sopportazione.

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