Ispirato al romanzo di Gaston Leroux, in questa versione di Dario Argento, il "fantasma" non č sfigurato, ma č un orfano abbandonato nei sotterranei dell'Opera di Parigi e varrŕ salvato e allevato dai ratti. Una volta cresciuto, ucciderŕ tutti coloro che cercano di fare del male ai suoi amati ratti.
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Anche se di Dario Argento ho visto solo Profondo Rosso, questo Fantasma dell'Opera é un prodotto appena decente, che trae la sua sceneggiatura dal famosissimo romanzo di Leroux con qualche variazione. Il risultato é fiacco e poco coinvolgente. La cosa peggiore, però, é la figura del fantasma (Julian Sands) un biondone platinato senza alcuno sfregio in faccia, muscoloso, romantico e politically correct (ama gli animali, é antipedofilo, rispetta i bambini, anche se é sospettato di zoofilia). Il suo rapporto con Christine sfocia nel soft-core e nel pessimo gusto, e il fantasma si fa la cantante in tutte le posizioni. Fortuna qualche scena cruenta e gli omicidi, con effetti speciali a cura di Sergio Stivaletti.