il diario di una cameriera regia di Luis Buñuel Italia, Francia 1964
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il diario di una cameriera (1964)

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locandina del film IL DIARIO DI UNA CAMERIERA

Titolo Originale: LE JOURNAL D'UNE FEMME DE CHAMBRE

RegiaLuis Buñuel

InterpretiGeorges Géret, Michel Piccoli, Gilberte Géniat, Jeanne Moreau, Jean-Claude Carrière, Daniel Ivernel, Francoise Lugagne, Jean Ozenne

Durata: h 1.37
NazionalitàItalia, Francia 1964
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1964

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Trama del film Il diario di una cameriera

Nel 1929 Célestine, cameriera parigina, è assunta in casa di un ricco borghese di provincia: il padrone è feticista, la padrona frigida e avara e i servi non valgono più di loro.

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Voto Visitatori:   7,55 / 10 (11 voti)7,55Grafico
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Voti e commenti su Il diario di una cameriera, 11 opinioni inserite

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Filman  @  05/06/2021 15:02:14
   7 / 10
LE JOURNAL D'UNE FEMME DE CHAMBRE è un buon prodotto d'autore che però si muove in maniera mimetica e in punta di piedi, puntando tutto sui personaggi e sulla storia, ma senza visione. La volontà di proporre un tipo di cinema romanzesco si unisce alla solita descrizione critico-analitica della borghesia, con la conseguenza neutra di non proporre nulla di nuovo o sbalorditivo ma partorendo un buon film. Luis Buñuel impone ancora una volta una narrazione classica ma non artificiale, discendente dalla letteratura e non dal teatro, in una storia in cui la donna è costantemente oggettificata e posseduta psicologicamente.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  08/10/2011 18:25:46
   7½ / 10
Un Buñuel "minore" ma comunque un buon film.
Spietatamente antiborghese, un film che dipinge un universo di personaggi più o meno squallidi della Francia del primo dopoguerra. Per ambientazione e fattezza dei personaggi, sembra accostarsi alla letteratura di Céline.

paride_86  @  19/11/2009 21:51:43
   7 / 10
Da Parigi Celestina arriva come cameriera in una casa di campagna. Qui troverà una seria di personaggi che Bunuel si diverte a spogliare completamente, fino a farli rimanere ignobilmente e mediocremente nudi. Nessuno si salva, né padroni né servi. E neanche Celestina, donna ambigua e astuta che riesce a cavalcare gli eventi e a rimanere a galla. Forse è proprio questo il difetto principale di "Diario di una cameriera": non c'è un termine di confronto, un vero protagonista positivo. Si sconfina, così, nel pessimismo più assoluto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/08/2009 23:34:34
   6½ / 10
Da Bunuel forse mi aspettavo di più e devo dire che questo film un pò mi ha deluso. di certo però è un film più che guardabile in cui bunuel riesce nel suo intento di descrivere un umanità piena di vizi e arrivista in cui quelli che si salvano sono anche quelli che vengono uccisi. Per la prima volta in un film di Bunuel,TUTTI i personaggi sono privi di moralità,poi è splendidamente grottesco il modo in cui il regista tratteggia i caratteri di ogni personaggio,su tutti il vecchio feticista.Purtroppo non mi è piaciuto come il resto dei suoi film,forse anche perché dopo L'angelo sterminatore mi aspettavo troppo. Ma di Bunuel ho ancora molto da vedere,e fino ad ora non mi ha mai deluso completamente.Menzione d'onore per Michel Piccoli,veramente bravissimo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/03/2009 22:44:47
   8 / 10
Difficile scegliere un personaggio moralmente salvabile in questo film di Bunuel. Ognuno nel suo piccolo mondo pieno di piccole e grandi manie contribuisce, senza distinzioni di classe, al finale cupo della pellicola. In un certo senso Celestine nel egoismo opportunista e arrivista, si dimostra una creatura quasi passabile rispetto al contesto ambientale della vicenda.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  18/01/2009 15:31:02
   8½ / 10
"Il Diario di Una Cameriera" è finalmente un "minore" di Luis Bunuel, altrimenti non ci credevo neppure io. L' ho trovato comunque sia un film bellissimo, girato in Francia ed il suo più francese anche nella forma, distinguibile ancora di più dalla fotografia. Forse il suo limite sta nell' avere una drammaturgia di fondo abbastanza macchinosa soprattutto nella seconda parte, atipico per un film di Bunuel. E tuttavia si tratta sempre di un film in cui il regista critica l' alta borghesia, il fascismo, il corso della giustizia, la Chiesa con una carrellata di personaggi che spaziano dalla serva -intepretata da una sempre splendida Jeanne Moreau- arrivata da Parigi, dannatamente arrivista e che non avrà remore ad inquinare delle prove di colpevolezza; una padrona laida dentro e frigida probabilmente per "cause" religiose; il marito erotomane un po' goffo interpretato da Michel Piccoli; un vecchio capo famiglia inquietantemente feticista e in apparenza di un' agghiacciante incapacità nel provare emozioni; un vicino invadente; un servo fascista pedofilo e un' innocente bambina (Cappuccetto Rosso) con la funzione di frutto del peccato del Lupo Cattivo. L' indugio di Bunuel sui piani americani escludendo del tutto i primissimi piani salvo qualche primo piano (e solo per la bambina mentre di sfuggita per la Moreau e l' altro servo), più che per la tendenza classica della forma (intendiamoci la regia non è per niente del tutto classica), la sensazione che si prova è per la totale mancanza di compassione verso i personaggi, e quindi di un distacco emotivo nei loro confronti a partire proprio dal regista stesso. In via personalissima, ho sentito un leggero riflesso de "Il Servo" di Losey, ma forse proprio personale.

Crimson  @  23/09/2008 19:22:07
   7½ / 10
Ne 'il diario di una cameriera' il contesto è quello di una famiglia borghese di un paesino di campagna in cui prende servizio una domestica proveniente da Parigi (Jeanne Moreau). Dalla premessa è lecito pensare ad un film caratterizzato dal 'solito' monito d'accusa del regista nei confronti del vuoto borghese, ma c'è molto altro. E' un film che allarga lo spazio di riflessione alla natura umana in generale. Non lo definirei un 'giudizio universale', perchè è un'espressione che mi dà da pensare alla religione, certo è che l'atto di accusa coinvolge tutti, nessuno escluso.
Personaggi e dinamiche di grande fascino al centro dell'attenzione: raramente nonostante le vicende di pedofilia e abuso (le solite grandi contraddizioni della religione e del potere messe in luce da Bunuel) si ha l'impressione di partecipare emotivamente ad un dramma. I toni grotteschi sono presenti costantemente. C'è il padrone di casa feticista ossessionato dagli stivaletti; la figlia frigida sessualmente e il marito di lei (un grande Michel Piccoli, veramente in gran forma) represso al punto tale da arrivare a violentare la vecchia serva. I vicini di casa sibillini e un giardiniere-cacciatore fascista, depravato, schiavo del potere e al tempo stesso devoto religioso.
Impossibile parteggiare per qualcuno, nemmeno per Celestina che si dimostra un'abile arrivista: potrebbe rifiutarsi di lasciarsi assoggettare dalle proposte che gli vengono fatte, ma al contrario non appare mai a disagio difronte a situazioni che lo richiederebbero. E pur consapevole della verità sulla morte della bambina opera un tentativo maldestro di indirizzare le indagini.
Così non c'è risoluzione per le malefatte, i vizi borghesi e il crimine del giardiniere rimangono insoluti nei fatti, smascherati solo da un non consolante gioco psicologico del regista che regala una verità inascoltata e inutile ai fini della realtà oggettiva (sublimata dalla cattivissima scena finale, che lascia davvero con un senso d'impotenza e indignazione), ma sicuramente preziosa per arricchire una visione che non tutto è come appare.
Accosto moltissimo personaggi e tematiche a 'Lola' (1981) di Fassbinder.

benzo24  @  06/10/2007 19:22:14
   10 / 10
un bellissimo film di bunel. anzi un capolavoro.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  01/04/2007 18:14:20
   6½ / 10
Un Bunuel un po’ sottotono che in questa pellicola, nell’esprimere il suo pessimismo, non punta il dito in una direzione ben precisa, non critica in relazione alla posizione nella società, ma si rivolge alla natura umana in generale non facendo distinzioni di sorta.
Non è un caso, infatti, che nessuno dei personaggi, tanti, riesca ad indirizzare la propria esistenza verso una condizione di serenità; tranne, se vogliamo, proprio colui che non l’avrebbe meritata.

Someone  @  24/08/2006 13:05:37
   7 / 10
Splendida la fotografia, molto belle l'ambientazione e l'atmosfera.
Nel complesso un buon film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  20/07/2006 22:11:19
   7½ / 10
"le journal d'une femme de chambre" ha stranamente molti punti in contatto con "il diario di un curato di campagna" di Bresson, a cominciare dal titolo.
Ci sono tutti i temi prediletti da bunuel, questa sorta di Giudizio Universale dove ogni classe sociale è esposto al "male" della propria condizione, sia essa di prestigio o meno.
Non è forse il miglior Bunuel, ma è certamente piu' irriverente e coraggioso della precedente versione del romanzo, per la regia di Renoir.
La Moreau dipinge un personaggio splendidamente amorale spregiudicato e opportunista, la campagna francese espone le sue lotte ideologiche (anche le piu' temute come il nazionalismo radicale di Giuseppe) e i segreti inquietanti e mostruosi che covano nella silente provincia.
Con uno sguardo moderno e lucido, Bunuel tratteggia le anomalie dei personaggi, imponendo allo spettatore l'insolito feticismo di un'anziano ma anche lo spettro oggi purtroppo radicato della pedofilia.
Effettivamente la sua abilità è di tradire le aspettative degli spettatori: in un normale film del genere, sapremmo per chi parteggiare, mentre a poco a poco la servitu' si dimostra razzista, antisemita, fascista e capace delle peggiori efferatezze.
La scelta di addattare in questo modo il romanzo si direbbe la vendetta dell'ateo Bunuel verso "il bisogno di comprensione umana" nella spiritualità dolorosa e tormentata del personaggio nel meraviglioso film di Besson

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