Antoine Doinel è un ragazzo solo, indesiderato e incompreso. Per ribellarsi, marina la scuola e commette dei piccoli furti. Quando, con l'amico René sottrae una macchina da scrivere per pagarsi una gita al mare viene arrestato e mandato in un riformatorio.
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Manifesto simbolo della ribellione giovanile costretta a soccombere davanti all'ottusità del mondo adulto che non vede ragioni; film vero ed umano, ma anche semplicissimo e lineare, mezzo punto in più per dei movimenti di macchina piuttosto ispirati (nelle ultime sequenze in particolare) e per la bravura del giovane protagonista (verso il quale si provano sentimenti molto contrastanti).
Ho letto tante belle parole, ma non sono convinto: perché capolavoro?
"I 400 colpi" di Francois Truffaut è forse uno dei film più delicati del regista francese; con il personaggio di Antoine Doinel il nostro Truffaut creò un'immagine speculare di se stesso; non tanto nelle esperienze di vita(dove probabilmente qualche sfumatura c'era),ma nel descrivere determinate emozioni che probabilemte il regista ha provato nel corso della sua esistenza. Questo film del 1959 fu il primo di una lunga serie di pellicole che narravano le diverse vicende della vita di Antoine; ogni opera descriveva gli eventi e le esperienze avute da questo personaggio; a partire dall'adolescenza fino ad arrivare alla matura età. I film sono complessivamente cinque(compreso questo) e furono prodotti fino alla fine degli anni 70. La chiave di lettura di questo film è semplice ma profonda; tutto si concentra sulle difficoltà adolescenziali della Francia fine anni 50,prendendo come punto di riferimento un giovane dodicenne scapestrato e scavezzacollo,appartenente ad una famiglia borghese di medio/basso livello,dove all'ordine del giorno erano presenti i litigi dei suoi genitori e l'incomprensione di quest'ultimi nei suoi confronti. "i 400 colpi" è la storia di un ragazzino che si sente di dover affrontare la vita da solo perchè incompreso. Guardarlo risveglia molte considerazioni che ognuno di noi avrà fatto almeno una volta nella vita,pensando a quante delle cose fatte da noi e ritenute "ufficialmente" sbagliate,lo fossero davvero.. La storia di "Antoine" nasce da una sensibilità incompresa,presente anche nelle ragazzate o nelle stupidaggini commesse dal protagonista,dove un sistema duro come quello del periodo,poteva non essere sempre efficace per determinati ragazzi; probabilmente bisognosi di un modo diverso di esser amati e guidati. La pellicola fu tradotta erroneamente con il titolo "I 400 colpi",da "Les quatre cents coups",ma in realtà,come molti di voi sapranno,la traduzione corretta del titolo sarebbe qualcosa come "Combinarle di cotte e di crude" (titolo difficile da tradurre in italiano,dato che si tratta di un modo di dire francese simile al mio esempio). Non si tratta del Truffaut che prediligo; ho sempre apprezzato maggiormente film come "Effetto notte" o "La sposa in nero",però è una delle pellicole del regista vicinissima alle emozioni e imperfezioni umane,raccontate tramite i percorsi di vita(un pò come fu per altri lavori quali "Jules e Jim")... Comunque sempre di Truffaut parliamo e vedere certe inquadrature e ricchezza nei dialoghi rimane impressionante; si tratta di uno dei più grandi registi che il cinema abbia mai avuto....e lo si vede palesemente.
Semplicemente storia del cinema. Le cose che più adoro sono i titoli di testa, la giostra, la sequenza quasi hitchcockiana della macchina da scrivere e il finale, col piano sequenza e quello sguardo in macchina che è forse il più famoso in assoluto (forse con quello di Viale del Tramonto?).
Ma estrapolare qualche inquadratura o qualche scena è quasi insultare l'opera nel suo complesso, con l'arresto, il trasporto in camionetta, il dialogo con la psicologa ... è il classico film dove non c'è una virgola fuori posto.
Altro capolavoro da non perdere. Indimenticabile il personaggio di Antoine Doinel, emblema di una generazione incompresa ed emarginata dagli adulti. Un film di ribellione eccellente perché è la ribellione silenziosa degli adolescenti, dei ragazzini che evadono dal mondo chiuso e grigio degli adulti. Personalmente sarebbe da 7,5-8, ma visto il suo valore non posso astenermi dal dare 8,5.
Esordio triste quanto bello, imperdibile. La famiglia inadeguata e una socetà insensibile trasformeranno un ragazzo normale in un "criminale" da riformatorio.
Capolavoro della Nouvelle Vague !! Un film semplice e triste, malinconico e ribelle. Con attori sconosciuti e girato senza apparecchiature straordinari, senza effetti speciali, senza scenografie, senza luci speciali, un cult della semplicità !! Bianco e nero, perfetto ! Il finale non mi è piaciuto per niente, mezzo punto in - . Per gli amanti del cinema, da non perdere assolutamente !
Un ragazzino in un sistema dove vige legge morale di andare avanti, anche negando il proprio benessere. Una vita da sottomettere imparando il rispetto verso il prossimo. Senza ma, senza se, ciò che viene imposto lo si fa! Una bella storia drammatica che mi ricordano i "nostri" genitori nati e cresciuti in quegli anni. Una nuova generazione sta nascendo, e noi ne siamo la prova vivente oltre che il frutto dei loro cambiamento educativo ed istruttivo. Son curioso di vedere che succederà con i genitori futuri fra 30 anni, quelli nati nello spudorato consumismo, e registrati su facciadibuk. Come cresceranno i figli? Cos'era meglio? Chissà... bella sorpresa...
Dal lato umanistico "i 400 colpi" è un bel film, no anzi stupendo. Il suo lato negativo, se così può definirsi, è che nella sua enorme somiglianza con la realtà, offre allo spettatore una semplicità estrema, praticamente uno spezzone di realtà. A tratti sarà piacevole vedere questi ragazzini ingenui e spontanei, ma nel loro piccolo già tanto cresciuti e maturi, ma in molti altri risulterà molto piatto. In sistesi è sicuramente da vedere. Se poi lo vedessimo insieme al padre o al nonno, beh... forse dopo i lfilm assoperemo gradevolmente una storiella in più.
Eh sì, questa è arte allo stato puro! Vorrei sapere se c'è qualcuno che non si è immedesimato nella triste vicenda di quel bambino? Finale assolutamente poetico e geniale
Il miglior manifesto generazionale di sempre, in cui la figura dell'adolescente appare distante anni luce da quella dei suoi genitori e - soprattutto - dei suoi pusillanimi insegnanti. Antoine Doinel è l'emblema della voglia di emergere dal grigio sottobosco di mediocrità, voglia strozzata da una società che non ammette l'emancipazione dalla propria condizione (eccezionale a questo proposito la scena del tema su Balzac), ma che Doinel guarderà dritto negli occhi nel meraviglioso finale.
film piatto e ''indirizzato'' dove previsto.di 1 tristezza disarmante. fa pena, sia il protagonista che il film. x la serie ''solo per gli appassionati''. per 1 cm me che predilige gli action movie, è 1 film melenso e nulla piu.
Lo sguardo di Antoine nell'ultimo fotogramma racchiude l'essenza emotiva dell'"età ingrata", uno sguardo che ti penetra nell'anima e rinnova sensazioni assopite.
Film di una sincerità unica, con un protagonista che non si può fare a meno di non amare. Truffault ci racconta la sua infanzia grazie agli occhi di Léaud, e descriverà il mondo degli adulti dal suo punto di vista.
Bellissimo e piacevole, forse il film che riesce a descrivere meglio l'adolescenza, e con un finale decisamente liberatorio.
.. storia vista dagli occhi di un adolescente, di denuncia contro le istituzioni e di incomprensione, alla disperata ricerca di una via di fuga... .. non vedo cosa ci sia di così tanto poetico in questo film! non è riuscito ad emozionarmi nemmeno un pò nè tantomeno a coinvolgermi. ma è così bello il finale? mah...
film poetico ed elegante,simbolo della nouvelle vauge per anni. la sua pecca (e il motivo per cui non mi ha entusiasmato troppo) sta nell'interpretazione del ragazzo,nella freddezza o apparente indifferenza di antoine verso quello che gli capita intorno. potrebbe essere stata una scelta del regista ma non riesco ad emozionarmi o immedesimarmi nelle sventure del ragazzo a causa di questa sensazione che ho avuto per tutto il film. un'altra mia perplessità è l'eccessiva lentezza e mancanza di dialoghi nell'ultima mezz'ora,mentre la prima parte è molto ben strutturata. rimane una bellissima storia aldilà di queste mie personali percezioni negative.
Un ragazzo che cerca la libertà e che farà di tutto per uscire dagli schemi. Un film poetico e coinvolgente come pochi. Magistrale la sequenza finale, una delle più belle e geniali della storia del cinema.
Mi sento un pò combattuto che la delicatezza rara per il tema trattato da questa pellicola non mi abbia coivolto come mi sarei aspettato, è sicuramente un mio limite, ma mi è successo la stessa cosa con "Sciuscià", solo che in più qui non ho percepito una particolare sofferenza da parte di Antoine, ripeto un mio limite senza ombra di dubbio. Mi ha emozionato invece la serie di piani sequenza finali, con la corsa del protagonista in uno spazio via via sempre più aperto, trasmettendo perfettamente un senso di liberazione e libertà che ha avuto Antoine stesso, un momento magico che come tutti, destinati ad una fine prematura, quasi immediata, come sottolinea ancora simbolicamente in maniera sublime, il raggiungimento di un ostacolo invalicabile come può esserlo il mare, ed il fermo immagine stesso, forse Truffaut, il reale protagonista della storia decenni prima, ha voluto fermare e imprimere per sempre quel momento di serenità, anche se a quanto pare poi ci saranno dei sequel. Voglio arrotondare per eccesso, sono sicuro che le future nuove visioni porteranno un cambiamento di giudizio.
Perla della Nouvelle Vague di rara eleganza;una pellicola immortale che proprio per il tema di carattere universale trattato, non invecchierà mai. Un groviglio di emozioni ,incorniciate in una Parigi fotografata come non mai. Il finale mi ha ricordato quella poesia...
Elle est retrouvée. Quoi?L'Eternité. C'est la mer allée Avec le soleil.
primo lungometraggio del regista francese francois truffaut, e primo capitolo del ciclo di antoine doinel, infatti seguiranno altri film , sempre del regista francese, che vedranno protagonista antoine. il film è costruito su alcuni spunti autobiografici ed è interpretato da un attore che diventera l alter ego del regista. i 400 colpi è una delle opere piu importanti della nouvelle vague e ancora oggi riesce a colpire lo spettatore per la sua autenticita : un poema sulla solitudine di un adolescente come tanti altrie attraverso ad una perfetta regia semi-documentaristica , che prevede l adolescente presente in ogni inquadratura, truffaut interroga, descrive, emoziona e suggerisce. molte le sequenze che restano indimenticabili, una su tutte la scena finale che è tra le piu belle ed emozionanti della storia del cinema. il titolo significa fare il diavolo a 4. CAPOLAVORO
Mi ha convinto a vederlo un amico, e ha fatto bene... la storia ha qualcosa dei romanzi di Dickens, ma è molto più amara e distaccata, e rappresenta una forte critica verso le istituzioni, delle quali è messa in luce tutta l'inadeguatezza; molto, molto bello, e tecnicamente impeccabile.
mentre si vede il film sembra di leggere un romanzo, tanto è ben descritto questo scorcio di vita del piccolo Doinel.
Da piccolo incompreso ha la sfortuna di non essere accettato e capito ne dalla famiglia (che si comporta in maniera infame) ne dalla scuola, e proprio le istituzioni pubbliche lo segneranno notevolmente una volta dentro il riformatorio.
metto un voto in più perchè ho trovato magnifica la fuga, e dove va a concludersi
Ha fatto la storia del cinema, ma personalmente non mi entusiasma; oltretutto altri episodi della saga mi hanno coinvolto maggiormente rispetto a questo esordio. 'I 400 colpi' è un bel film che descrive l'incapacità delle istituzioni di comprendere e di gestire un ragazzo, e di esasperarne pensieri, comportamenti e emozioni. E' la fotografia di una società vittima del conformismo, in cui se non ci si adegua a regole e a schemi prestabiliti si viene tagliati fuori. Antoine Doinel è il riflesso del Truffaut uomo, fin da questo primo capitolo della saga. La figura più inquietante per me è quella della madre, che addirittura nell'ultimo capitolo della saga viene parzialmente riabilitata dal figlio. Al pari della scuola e del riformatorio è rea di mostrare un'inettitudine esorbitante nei confronti di Antoine, ma per me è ancor più raccapricciante per il fatto che a livello affettivo si comporta come un'estranea.
un truffaut d'esordio già straordinariamente completo, forse per la storia particolarmente sentita (in quanto potremmo dire autobiografica) forse per quel suo sguardo acuto e trasparente che accarezza i paesaggi e ne fa scenari interiori. la famiglia, la scuola, la prigione, il riformatorio... e per contro parigi, il cinema, i libri (bellissimo il cero votivo a balzac!), ed infine il mare e lo sguardo di antoine che non potendo valicarlo, si volta verso la macchina e sembra poggiarsi direttamente su di noi. bellissima ed amara rappresentazione della fuga che non rappresenta il raggiungimento della libertà.
Questo film ha fatto sicuramente storia... nulla da dire... di valor... ma non riesco a dargli di più visto nel 2005...sorry. N.b. terribili le musiche...
Un elogio alla pazzia legata all'ordine istituzionale... In questa opera prima, Truffaut, analizza alcuni dei temi salienti rappresentanti i punti chiave in quella che potremmo definire "un'analisi del quotidiano secondo il regista". Un film ricco di spunti su cui riflettere, fotografie in cui perdersi, misteri non rivelati... L'immagine della società opprimente, ai danni di una libertà emotiva, viene mostrata attraverso lo sguardo di un'adolescente "ribelle" (la scelta, non casuale, di questo momento "passeggero" nella crescita di ogni uomo, simboleggia il punto di svolta nel "conflitto istituzionale"). E qual'è l'arma "concettuale" societaria più potente se non la paura del concetto stesso (contestualizzato in una visione quasi "Marxista" del vivere odierno)? Antoine, bloccato dal terrore per il professore e la famiglia, non può fare a meno di cercare una via di fuga, trovata involontariamente e inconsciamente nella paura della madre: in questo paradiso fittizio si scorgono i primi momenti di gioia innaturale mostratici da Truffaut, subito smentiti dallo scorrere degli eventi (è interessante notare come, già in questa prima Pellicola, egli descrive la figura femminile come qualcosa di "divino troppo umano", legando il suo ruolo al destino dell'uomo e al suo dolore...). Solo nella figura del compagno di scuola (personaggio che, in modo analogo, subisce le ingistizie imposte dal "caso"), Antoine riesce realmente a confrontarsi con le ambizioni; ma nel momento chiave della proiezione la sua realtà viene isolata dal mondo circostante, ed egli è costretto ad affrontare "da solo" (altro concetto chiave dell'opera del regista), la realtà dei fatti...Da brividi il finale, pessimista e rivelatore... I 400 colpi è un film grandioso, delicato e crudele...Forse la massima espressione di tutta la "Nouvelle Vague". Capolavoro!
Il film d'esordio di Truffaut, uno dei primi della Novel Vogue, insieme con "Fino all'ultimo respiro" di Godard. Strepitoso esordio col botto, inizia la saga di Antoine Doinel!