Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
ci ho pensato su parecchio... e questo film per me va guardato da diverse angolature, forse il fatto che le mie siano tutte angolature occidentali mi aiuta poco, ma voglio provarci lo stesso (anche perchè ho promesso di scrivere un commento intelligente benchè i miei autori in questo periodo battano la fiacca).
in primo luogo bisogna cercare di inquadrare lo "scopo" del film, di certo non è quello di spaventare perchè nulla viene fatto dal punto di vista del coinvolgimento emotivo, non conosciamo la vittima nè il carnefice, non c'è alcun uso di immedesimazione soggettiva. Questo non è un horror, non gioca con la paura atavica del mostro che ci ha acchiappato e non ci lascia gingillare neanche per un momento con la possibilità di sfuggirgli. L'unica concessione che viene fatta al terrore suscitato dalla prospettiva di sofferenze future è la scena del pollo, ma tutto viene immediatamente stemperato ad opera di un sonnifero ottenebrante.
nessun intento estetizzante se non l'enunciazione della dimostrazione della bellezza perfetta e l'utilizzo di diverse luci durante il procedimento, ma il risultato "artistico" non è certo quello delle suggestioni cromatiche o compositive dei registi da horror manierati.
benchè le sequenze siano realizzate in maniera devvero credibile, non vi è però alcuna possibilità che qualcuno con un q.i. superiore a quello di un divo di hollywood possa scambiarlo per un vero snuff (se si recide un'arteria si muore nel giro di pochi minuti... qui i tagliuzzamenti vanno avanti abbastanza a lungo e lei continua a dormirsela appena infastidita dal fatto di venire alleggerita da ogni genere di appendice).
la violenza non è improvvisa, non è frutto di pulsione, ma di ragionamento... non è neanche dolorosa per via dell'anestetico... in un momento iniziale vedevo in questo la principale "pecca" perchè è ciò che toglie ogni impatto emotivo alla scena e che la rende semplicemente una gita dal macellaio. Ma a conti fatti, per me la chiave del film, sta proprio nel suo titolo, in quanto è un vero e proprio esperimento di laboratorio, dove i topi prima di essere vivisezionati vengono regolarmente addormentati: una donna sconosciuta diviene cavia la cui morte non genera alcun pathos, un pezzo da collezione ricamato dai vermi...