Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire la sua squadra per difendere l'universo e proteggere uno di loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.
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L'avere al timone un bravo regista è sempre garanzia di risultato: il terzo atto de "I guardiani della galassia" si gioca le sue ultime carte senza riserve; e il film ha ragione di tutto e tutti. A partire da un villain funzionale e incisivo (a metà tra il dottor Moreau e il dottor Frankenstein, con il chiaro conflitto tra scienziato-padre e creature-figlie), passando per scorci visivi di inusitata bellezza (tutta l'Orgocorp), nonché un'esplosione emotiva che raggiunge il suo apice nella drammatica discesa negli inferi di Rocket Racoon, il terzo atto non è, probabilmente, uno dei migliori film della Marvel; è probabilmente uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni. Grande ritmo, dialoghi al fulmicotone e una regia che definirla vertiginosa è esser riduttivii (in talune sequenze d'azione, come per esempio quella nel corridoio, capisci la differenza tra un Gunn e gli onesti mestieranti della Marvel). Cinema commerciale di alto livello.