Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire la sua squadra per difendere l'universo e proteggere uno di loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.
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E' la malinconica conclusione della trilogia dei Guardiani che, partita con bella verve quasi dieci anni fa è diventata oggi una stanca riproduzione di se stessa. La storia alla base - grondante di sentimenti a buon mercato e con al centro l'infanzia di Rocket, da sempre il miglior personaggio in campo e qui arbitrariamente lasciato in panchina per almeno 3/4 di film - è sicuramente più strutturata delle precedenti, tuttavia si perde in diverse lungaggini ( mantenere un ritmo di racconto decente per due ore e mezza non è uno scherzo ), non riesce a consegnare agli spettatori un villain credibile ed utilizza non sempre a dovere il solito repertorio di musiche furbette ( i primi 10 minuti con Creep in sottofondo, che pure è bellissima, sono da suicidio ). La simpatia di alcuni personaggi e dei dialoghi rimane comunque intatta e fa piacere rivedere in buona forma Nathan Fillion, il mitico protagonista di "Castle". Nel complesso però è il peggior film della trilogia.