good night, and good luck regia di George Clooney USA 2005
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good night, and good luck (2005)

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locandina del film GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK

Titolo Originale: GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK

RegiaGeorge Clooney

InterpretiDavid Strathairn, Alex Borstein, Robert John Burke, David Christian, Patricia Clarkson, George Clooney, Jeff Daniels

Durata: h 1.30
NazionalitàUSA 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2005

•  Altri film di George Clooney

Trama del film Good night, and good luck

Edward R. Murrow, è un famoso anchor man della CBS. Venuto a conoscenza di una lista di proscrizione redatta dal senatore Joseph McCarthy in cui vengono inseriti i nominativi di tutti coloro che sono sospettati di avere simpatie filo-comuniste, decide di divulgare la notizia e di dedicare parecchie puntate del suo show, "See it now", alla controversa figura del politico...

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Voto Visitatori:   6,89 / 10 (94 voti)6,89Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su Good night, and good luck, 94 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

edmond90  @  24/10/2009 08:45:26
   9 / 10
Eccezionale,George Clooney dimostra davvero di avere della stoffa come regista confezionando una pellicola asciutta,senza fronzoli e molto significativa per il messaggio in essa contenuto.Consigliatissimo

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/10/2013 12.00.54
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topsecret  @  24/04/2009 18:29:44
   5½ / 10
Un film scritto, diretto ed interpretato da George Clooney che non mi ha lasciato nulla. Una pellicola in bianco e nero, con alcuni interpreti di rilievo impegnati in dialoghi troppo verbosi, una storia mediamente interessante ma con un ritmo troppo lento e con una caratterizzazione dei personaggi abbastanza superficiale.
Se state maturando l'idea di vederlo, allora non mi resta che augurarvi buona notte e buona fortuna.

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Ultima risposta 04/06/2010 00.49.46
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Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  23/03/2006 14:24:36
   8½ / 10
un film asciutto, ma non asettico.
il volto di David Strathairn mi si è scolpito in mente: nello sguardo, pur distaccato, un fuoco palpabile appena mascherato dalla coltre di fumo che sale dalla irrinunciabile sigaretta.
ciò che più mi colpisce, mi spaventa e mi disturba è la strana familiarità che ritrovo verso la cultura del sospetto, l'ombra del dubbio sull'integrità di un uomo.
Perchè la drammaticità del maccartismo è tutta qui: o la pensi come noi o sei un traditore, chi non è d'accordo è un comunista. La paura negli occhi dei collaboratori, il coraggio velato di incertezza che si alza a combattere un'armata di illazioni, l'infamia, le parole sussurrate che ti restano addosso.
Bellissimo, lento ed intenso come si conviene ad un messaggio da metabolizzare, in un gioco di luci ed ombra che sottolineano la grande umanità dei volti.

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Ultima risposta 23/03/2006 20.39.36
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regista  @  09/02/2006 16:03:02
   1 / 10
orribile ed è candidato come miglior film

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/02/2006 16.42.49
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desmo  @  31/10/2005 17:56:38
   7 / 10
Del film di Clooney ma non solo e non proprio

Al di là delle intenzioni di chi scrive e realizza un film l’impatto sullo spettatore mette in moto variabili di riflessione apparentemente lontane dalle tematiche trattate;si tratti di associazioni”libere” o di rielaborazioni dovute a pensieri ancora inespressi a livello cosciente, le considerazioni che seguono appartengono a questa categoria:se un tema può racchiuderle è quello della libertà di scelta e pensiero rispetto all’informazione .

“Good night and good luck”, mi dice che si può o si potrebbe ancora sperare?O mi dice che allora si poteva e ora siamo- come- siamo e abbiamo perso tempo e occasioni?
Voglio credere al messaggio positivo? Bene, sono convinta che il ruolo del giornalista sia determinante in questo processo ma sono , anche,certa che l’eventuale intervento su lati oscuri delle nostre società,la sensibilizzazione dell’opinione pubblica da parte di qualche audacia giornalistica non rientra nei programmi né tantomeno nelle intenzioni degli addetti ai lavori:è fin troppo evidente che i processi in atto vadano in direzioni completamente opposte.
Siamo ben lontani dalla generosa e appassionata volontà di risvegliare coscienze se non,ben s’intende, per scopi puramente di “schieramento”:qualsiasi scheggia impazzita sarebbe ricondotta all’ordine.Ma già ipotizzare l’esistenza di una scheggia impazzita è un pensiero di un’ingenuità inaccettabile:essa, semplicemente non è perché nel Sistema non ci sono i dati genetici per generarla Ma… il film di Clooney si riferisce ad un fatto reale:Signori,il fatto è accaduto veramente: il Cattivo è stato annientato dalla forza della Verità giornalistica!. Ecco quindi che le mie tesi cadono di fronte alla REALTA’e Clooney,forse, dice “si può,si potrebbe….”Però- e la possibilità dell”abbiamo perso tempo e occasioni si rende allora più plausibile-il fatto “ accadde”- e il passato sembra ancora più remoto- non ora ma allora.Tempi diversi, società diversa? Bah! Quegli uomini fumanti inconsapevoli degli spettri cancerogeni in agguato erano più liberi di noi? Vivevano in una società che non aveva ancora a fondo scoperto la sicura morte nel tabacco e non si era ancora resa conto di dovere, per la sopravvivenza comune ,vietare fumo e imbavagliare le bocche della comunicazione…Quegli uomini,divenuti personaggi nel film, fumavano e parlavano liberamente:quante cose doveva ancora scoprire l’America nel bene e nel male!
Pensando alla rielezione di Bush bisogna ammettere che ha imparato bene ed in fretta..
Ora siamo-come-siamo forse perché dagli anni ottanta in poi abbiamo abbassato la guardia noi che avevamo-se non altro – vissuto la nostra gioventù negli anni sessanta-settanta abbiamo creduto in una sorta di di vaccinazione universale che non poteva comunque immunizzare le generazioni future.E perché non accadessero più “le brutte cose” del sessantotto mentre noi vivevamo, lavoravamo, facevamo figli o morivamo , intorno a noi ci si organizzava.per la grande operazione dell’Esclusione del Pensiero”:realizzabile nell’esercizio della manipolazione del cervello-utente che viene attuata attraverso la lobotomizzazione costante e ripetuta operata attraverso il pattume dei programmi di prima serata , l’esclusione sistematica,,in quelle ore, dai palinsesti telivisivi di tutto ciò che non sia squisitamente d’evasione, come se poi la cosiddetta evasione debba necessariamente essere di tale bassa qualità.
Nasce, la manipolazione, nell’irrispettosa convinzione che chi assiste alle programmazioni proposteci non sia(o non debba?)essere in grado di volere e apprezzare altro e l’intenzione sottostante e, a ben vedere, malcelata, è quella di mandarci a letto cullati da e nel pensiero- assente , pronti a riprendere le nostre giornate lavorative senza che alcuna sospetta e non omologata riflessione si sia attivata più di tanto nelle ore serali,ore che possono sfuggire al controllo, spazi di tempo che potrebbero rappresentare attimi di risveglio di coscienze necessariamente inattive durante le giornate di lavoro, di figli, di problemi della ordinaria quotidianeita’ ......è nelle ore serali che si è consumata la perdita del pensiero libero.
Lontana la via delle mie riflessioni dalle tematiche di “Good night and good luck”?Non lo so. Ma, a proposito del messaggio implicito ,ma non tanto,nel film “Troviamo il coraggio perchè nessuno è cosi potente come si pensa...la paura è ciò su cui si conta ...”penso, pessimisticamente, che le vie di illibertà abbiano oggi sperimentato e trovato mezzi più sofisticati e radicali che –semplicemente- nessuno combatte perché non crede che ci sia nulla contro cui indignarsi.
Siamo in una scatola nera” e nessun( pensiero) ci troverà….( in prestito da Francesco De Gregori,se ben interpretato)


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Ultima risposta 10/11/2005 15.40.55
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  22/10/2005 15:20:58
   10 / 10
Un film superbo, magnifico, eccellente, insomma un capolavoro come se ne vedono pochi oggi. Ottima prova di clooney che dimostra di non essere un attore commerciale ma un uomo e regista che pensa con la propria testa e conosce sia la strada del giornalismo che la storia americana. bravissimo davvero, dopo il suo grande e originale esordio di qualche anno fa.
guardando il film sembra di trovarsi negli anni 50, la cura dei particolari, la fotografia, i costumi e gli attori scelti sono qualcosa da grande cinema e oltre. in particolare l'attore protagonista è da applausi per l'intensità con cui si è calato nella parte. capolavoro davvero, finalmente un film degno di essere visto e rivisto. per fortuna in america c'è ancora qualcuno che conosce la parola cinema e che ci sa fare (eccome!) con la cinepresa.

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Ultima risposta 21/08/2006 18.12.53
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Mensanina  @  06/10/2005 18:02:17
   8 / 10
Film molto bello. Mi è piaciuta soprattutto l'atmosfera che rende veramente bene l'idea dell'America di quegli anni...compreso il duro lavoro che i mass media si trovavano ad affrontare.
Il protagonista è davvero bravo, ed un plauso anche al doppiatore italiano.
Da vedere sicuramente! Personalmente, l'unico elemento che mi ha un po' delusa è la componenete storica che pensavo, in un film del genere, venisse rimanrcata più a fondo!
Il voto è 7,5, ma non volevo penalizzarlo con mezzo voto meno!
Bravo Clooney.

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Ultima risposta 11/10/2005 14.00.46
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Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  06/10/2005 13:35:35
   7 / 10
superlativo tutto..dalla bravura degli attori(anche secondari)alla regia,alla fotografia e alla stampa di un bianco e nero che sposa perfettamente la storia,i movimenti macchina e le trasfocature di un talento e di un professionista che non si può non amare!!in bocca al lupo george per la tua prossima sfida privata;sono sicuro che vincerai anche questa volta!!!!
w il cInema

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Ultima risposta 15/10/2005 22.12.11
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Sanachan  @  05/10/2005 11:28:54
   7 / 10
Un film interessante e ben fatto,con un protagonista da applausi.
Uscita dalla sala mi sentivo il puzzo di sigaretta addosso.

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Ultima risposta 22/01/2006 17.03.53
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JANE  @  03/10/2005 00:34:02
   2 / 10
Sono capitata lì per caso fortuito, entrata al cine a caso... Beh, se non fosse stato per le poltroncine scomode avrei fatto un bel sonnellino.

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Ultima risposta 20/10/2005 17.09.20
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  27/09/2005 10:48:09
   7 / 10
Non credo proprio che Clooney abbia avuto intenzione di fare un film sulla storia del maccartismo, il suo intento è quello di denunciare il pericolo di censura e di controllo anche all’interno di una grande democrazia. Per fare questo racconta un episodio realmente accaduto durante il periodo maccartista, che ha segnato una controversa pagina della storia americana. Nel parlarcene, sceglie un percorso narrativo difficile, ambientando tutta la storia all’interno di uno studio televisivo e affidandola completamente alla forza della parola; sono i dialoghi, fitti e onnipresenti, che sostengono l’intero impianto narrativo. Ciò ne costituisce il pregio ma anche il difetto: se lo scopo di Clooney era quello di difendere la libertà d’informzione, con continue allusioni al presente, avrebbe forse dovuto scegliere una narrazione più facilmente fruibile.

Detto ciò, il film è bello, lo si assapora lentamente e riesce anche ad emozionare, nonostante il taglio giornalistico, rigoroso e distaccato, dato dal regista. Benché Clooney si sforzi di restare obiettivo, non sempre ci riesce e talvolta trapela l’affetto e l’ammirazione per il protagonista, evidente nei primi piani del suo volto, alla ricerca di emozioni nascoste da uno sguardo solo apparentemente imperturbabile. Lo sguardo di Murrow è ciò che più mi ha toccato del film , più delle sue belle parole, perché è lo sguardo di un uomo fiero, che nasconde la paura e il dolore del momento drammatico, dissimulando con occhi freddi e severi la passionalità e la dignità dell’uomo che lotta con determinazione per ciò in cui crede con forza.

Esteticamente il film rivela il gusto raffinato di Clooney : eccellente la fotografia ,un bianco e nero azzeccato che si amalgama perfettamente con i filamati d’archivio; l’ambiente degli anni Cinquanta ricostruito con stile, dagli abiti agli arredi, dai gesti alle voci, persino le incessanti e continue fumate; musica blues sofisticata a delineare i passaggi importanti della storia.
Clooney mi ha convinta per la seconda volta, ha diretto bene un film coraggioso e difficile raggiungendo,a mio avviso, un risultato più che dignitoso.



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Ultima risposta 01/10/2005 20.03.43
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pigio00  @  26/09/2005 20:30:09
   7 / 10
Good night, and good luck. Buona notte, e buona fortuna.
Il film potrebbe riassumersi davvero in queste poche parole.
Non si assiste ad un'agiografia di Edward R. Murrow - come a prima vista si potrebbe immaginare - perchè George Clooney (a seguito di un lunghissimo studio sulla sceneggiatura e di una meticolosa documentazione dei fatti) cerca di confezionare un film lucido e pulito, scrupoloso e senza digressioni.
E' per questo che, a tratti, sembra più la lettura di un articolo di cronaca del New York Times che un film.
Non si può parlare di ritmo, la trama non ha colpi di scena, il peso delle parole supera di gran lunga quello di ogni singolo fotogramma, volutamente lasciato in bianco e nero per rendere ancora più evidente il netto distacco tra ciò che si vede e ciò che si ascolta.
E' un insegnamento. Un insegnamento sulla libertà e sulla società, una lezione che varrebbe la pena imparare, assimilare per metterla a confronto con la nostra realtà.
Non c'è dubbio: la pellicola richiede un'attenzione notevole, perchè Clooney non indugia su spiegazioni iniziali e non fornisce delucidazioni che esulerebbero dalla scarna vicenda storica, lasciando nello spettatore la sola alternativa tra il documentarsi prima o l'attenzione massima anche ai dettagli.
Resta, in ogni caso, una lezione che - se non si vuole imparare - vale almeno la pena di ascoltare.
Perciò non è film "da ultimo spettacolo".... altrimenti risulta più potente di un valium.

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Ultima risposta 26/09/2005 20.37.42
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Invia una mail all'autore del commento LVisconti85  @  26/09/2005 19:51:01
   7 / 10
Un'ottima prova per Clooney, sia attore che regista. Dopo l'esordio dietro la macchina da presa di "Confessioni di una mente pericolosa", l'osannato attore hollywoodiano supera sè stesso con questo "Good night, and good luck". L'impiantistica del film è tutta particolare - inanzitutto la decisione di girare il film in bianco e nero, poi la presenza di movimenti di macchina da presa decisamente particolari, oppure la claustrofobia che il film suscita nello spettatore essendo girato quasi interamente all'interno della redazione della CBS - ne fa un prodotto originale anche dal punto di vista estetico, se non bastasse la novità del tema trattato. Senza star qui a ripetere la trama, visto che qualunque telegiornale nei giorni del Festival di Venezia l'ha sbandierata ai quattro venti, preferisco sottolineare la SCELTA della trama: il macchartismo infatti è uno degli argomenti obliati dal cinema hollywoodiano da sempre. George Clooney ha quindi osato molto, ma ha anche regalato al pubblico attento un prodotto eccezionale. I movimenti di macchina e le scelte registiche non sono assolutamente dilettantesche, come qualcuno ha sottolineato, ma sono anzi molto argute e sensate: basti pensare all'utilizzo serrato di primissimi piani sul protagonista (ottimamente interpretato). Anche la scelta del bianco e nero, oltre ad essere molto affascinante, è perfettamente filologica e contribuisce a lenire le differenze tra pellicola girata e filmati d'epoca, stupendamente intersecatifino quasi a rendere "vivo" MacCarthy.

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Ultima risposta 27/09/2005 23.17.41
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viagem  @  26/09/2005 09:10:14
   6 / 10
Forse ero stanco e l'ho visto in seconda serata, ma personalmente l'ho trovato un po' pesantino, anche se interessante. Ottima la fotografia e la recitazione di Strathairn, poteve essere reso sicuramente più coinvolgente.

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Ultima risposta 26/09/2005 09.44.27
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Tuko  @  22/09/2005 18:21:52
   3 / 10
L'inquisizione mediatica a scopo politico e non, è un tema sempre spaventosamente in voga. Clooney racconta noiosamente un fenomeno tutt'altro che estinto e lo fa attraverso un interessantissimo episodio realmente accaduto. Ma se il suo scopo era quello di risvegliare le coscienze sul tema, dando un'occhiata alle persone che dormivano durante la proiezione il suo fallimento è totale.
completa incapacità di mantenere viva l'attenzione su una storia di non immediata comprensione. considerati i mezzi utilizzati difficilmente si sarebbe riusciti a confezionare un prodotto peggiore.

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Ultima risposta 20/10/2005 17.03.52
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  20/09/2005 12:46:48
   8 / 10
Clooney racconta con molta efficacia l’oppressione della libertà espressiva nel periodo del maccartismo, filtrata attraverso la storia di un gruppo di giornalisti televisivi della CBS. Il film ha un taglio documentaristico e alterna momenti di “fiction” a intermezzi presi direttamente dagli archivi di quegli anni, ricordando a tratti il bellissimo “JFK” di Oliver Stone.
Tecnicamente la pellicola è bellissima: colpiscono la fotografia in un bianco e nero sgranato, l’assenza di temi musicali portanti (la colonna sonora si compone solo di alcuni classici brani jazz, incisi “in diretta” negli studi della CBS), la bravura del cast, l’ottima resa dell’atmosfera degli anni ’50.
Nel complesso un’opera davvero molto interessante ancorché, come rilevano alcuni, vagamente (ma forse volutamente) fredda e “distaccata”.


21 risposte al commento
Ultima risposta 01/10/2005 00.26.56
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andreapau  @  19/09/2005 11:16:33
   5 / 10
gerge clooney,da uomo indubbiamente intelligente,cerca di emanciparsi dalla sua immagine di belloccio,avventurandosi per la seconda volta in un opera originale e non facile.il risultato è pero' un film di maniera,molto politicamente corretto(nella presunta scorrettezza),che riporta in maniera poco approfondita ma indirizzata,un oscuro periodo della storia americana recente.il bianco e nero anni 50' è irritante nella sua inutilità,i movimenti di camera sono sporchi ma dilettanteschi,la ricostruzione del clima di fervore redazionale è molto alla "mi immagino che sia così".nel complesso,il tutto è estremamente artificioso e ridondante di luoghi comuni dell'american way of life del tempo:il bianco e nero,il jazz,lo schotch,lo scandalo tollerato.c'è tutto insomma,come in un quadro di hopper..manca il perchè!troppo claustrofobico,non si esce dagli studi televisivi e si presuppone una conoscenza del fenomeno maccartismo.cio' che fu una piaga per la libertà espressiva,è ridotto a una guerra tra marrow e il senatore mc carthy...e george il bello,gioca a fare il regista.a mio avviso,un film nel complesso mediocre,tollerato soltanto per le indubbie simpatie progressiste di clooney..argomento trattato molto attuale e interessante,ma mal sviluppato infine.non basta la simpatia per essere un regista bravo

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Ultima risposta 23/09/2005 19.04.51
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2005 14:19:27
   7 / 10
Finalmente, ne possiamo parlare, liberi dal climax opprimente della mostra del cinema e dalla critica unanime nell'esaltarlo. La seconda prova registica di Clooney è un'opera essenziale, senza fronzoli, vigorosa e callibrata come un orologio svizzero: un film al cui disordine creativo del pur intrigante "confessions of a dangerous mind" si oppone un'idea di cinema coerente, precisa e tuttavia mai accademica. Girato in un b/n prodigioso, che rievoca il primo Lumet, il noir classico e forse Howard Hawks, "Good night and. good luck" anche per il tema prescelto rivela l'interesse per Clooney verso i personaggi "minori", che alla luce della fama e del maelstrom sociale si rivelano impietuose forme dell'aberrazione del potere che tenta di schiacciarle definitivamente. Il gigionismo di Stockwell lasciamolo ai posteri: l'Ed Murrow di David Strathairn è sobrio, implacabile, forse un po' cinico, per nulla simpatico ma abbastanza consapevole del suo ruolo per trovare solidarietà negli spettatori. Il tema già consolidato con diversi film di buona qualità ("come eravamo", "il prestanome", "reds", "indiziato di reato" etc.) non si limita a una cronistica dimensione della realtà del maccartismo, non è propriamente un biopic da almanacco, ma una denuncia sulla libertà di stampa con uno sguardo rivolto anche e soprattutto alla realtà contemporanea. Nelle immagini di repertorio noi respiriamo il climax di quegli anni, che costituivano il binomio assoluto tra i venti conservatori del senatore McCarthy e le aperture progressiste di Kinsey e del cinema "voyeur" (probabilmente la degenerazione della caccia alle streghe ha influito molto nel processo di rinnovamento dell'idealismo Usa). Il cinema Usa da una parte cerca di riportare in auge, come in questo caso, la figura del cittadino comune (giornalista non comune? Murrow) dall'altra segue l'effetto opposto, agiografando i miti per una rievocazione enfatica dell'American Dream (come ha fatto Scorsese nel suo "aviator"). Sono affidate a shorts di repertorio le figure di McCarthy o del consiglio dei 10, inframmezzate da spiritose interviste con personaggi illustri come il pianista gay Liberace, "colto" (fateci caso) in una domesticità che esprime l'influenza ancora molto forte della comunicazione radiofonica rispetto al "moderno" sistema televisivo. Ma piu' che Strathairn, Downey Jr fornisce un'interpretazione eccellente. Personalmente mi resta l'impatto con un'opera impeccabile benchè vagamente raggelata. Il registro scelto da Clooney impone un clima opprimente e vagamente Beckettiano agli studi della cbs e all'emblema della libertà di stampa che mette in gioco un traguardo indissolubile: la scelta - un po' troppo utopica e idealista - di un'integralismo professionale senza una vera vita privata. E' appunto per questo che non mi sento di promuovere a pieni voti un'opera comunque interessante, capace di operare una vera e propria radiografia fisiognomica nei volti degli interpreti. Una denuncia vicina per questo al cinema bellico, dove gli uomini possono convivere e condividere una dimensione di Resistenza che "altrove" (gli esterni così duramente negati) ha coordinate ed espressioni ben diverse

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Ultima risposta 23/09/2005 14.58.31
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