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Il secondo dei due film-testamento di Takeshi Kitano, KANTOKU · BANZAI! (Glory to the Filmmaker!) sembra esplorare le possibilità del regista, forse inespresse nel corso della sua carriera, di svariare tra i vari generi cinematografici nell'unica maniera che egli stesso conosce: divertendosi e giocando. Il risultato volutamente assurdo, demenziale e grottesco sarà anche divertente ma si mangia un po' quell'idea con cui questo divertissement stava partendo, ovvero quella di un perfetto collage di storie completamente diverse tra loro nello spazio e nel tempo ma accomunate dalla maestria dell'autore, dalla sua retorica, dal suo estetismo e dalla sua maniera. Se da una parte quest'opera soddisfa la frenesia bambinesca e l'ironia del regista giapponese, dall'altra riassume la formula segreta del suo cinema, esaltando sé stesso e le sue infinite capacità con una serie di cortometraggi capolavoro. Le due, insieme, non si sposano troppo bene. Ma parliamo pur sempre di uno dei due film-testamento di Takeshi Kitano.