Un a donna rimane intrappolata nella casa di un avvocato e della sua famiglia a causa di un'improvvisa e inspiegabile rivolta di migliaia di uccelli, che attaccano gli abitanti del paese.
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Pellicola ermetica e di difficile interpretazione, che inaugura
un nuovo sottogenere dell'horror psicologico. "Gli uccelli"
NON è un film datato, in quanto ancora oggi valido nell'offrire allo
spettatore nuove ed interessanti chiavi interpretative. Il maestro,
unico nella sua abilità di "trastullarsi" con le ansie e le
paure tipiche della razza umana, possiede quella singolare capacità
di trasfigurare persino un drappello di salamandre impaurite in
abominevoli mostri succhiasangue. Capolavoro
immortale!
Decontestualizzando e conformando l'opera di Hitchcock
ad un contesto più moderno, offro qui la mia breve e personalissima
"parafrasi".
Il mondo degli animali non è altro che
una proiezione dell' universo umano. I due "Inseparabili" in
gabbia rappresentano i due protagonisti e, più in generale, gli
abitanti del paese, vittime inconsapevoli di un disegno più grande.
All'esterno gli "altri" uccelli, quelli "cattivi",
assediano gli uomini. Ma chi sono costoro? E perchè agiscono in tal
maniera? Se è vera l'ipotesi del parallelismo, esistono le loro
controparti umane? La natura si "ribella" (se di ribellione
si può parlare...) all'uomo perchè "stanca" del suo
agire sconsiderato e della sua irrilevante attenzione nei confronti del
grave ed attuale problema ambientale. La figura degli "uccelli
impazziti" ha, metaforicamente parlando, una valenza assai rilevante.
Essa, infatti, già espressione del citato "disagio",
rappresenta, inoltre, quella delirante umanità avviata verso un
progresso che la porterà al disastro. Le conseguenze di tale
catastrofe ricadranno sull'intero pianeta e di conseguenza anche sugli
incolpevoli (gli "inseparabili"). La natura è quindi
vittima dell'uomo e simultaneamente carnefice della stessa umanità
(effetto boomerang). Un chiaro riferimento, questo, alla questione
ambientale e, più in generale, all'indole "devastatrice"
di noi "animali".