Preda dell'alcol per consolarsi degli scarsi successi letterari, scrittore in crisi allontana da sé il fratello e la donna che lo ama. Tenta il suicidio, ma la donna non si rassegna...
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Ray Milland é eccezionale: riesce a dare un incredibile spessore a un alcolizzato e alla sua spirale verso l'autodistruzione. Ma il merito maggiore va a Wilder, che costruisce un intero film attorno alla sofferenza personale di un uomo, e lo fa con un'efficacia disarmante che porta lo spettatore a prendere seriamente in considerazione il problema. Non puoi relegare ciò che vedi alla pellicola, in quanto troppo vero (nel senso di realistico) per non avere effetti sui tuoi pensieri (almeno a me ha fatto questo effetto). Memorabili alcune scene, davvero crude. Il finale, purtroppo, me lo aspettavo diverso; ma dopotutto, essendo Wilder lo sceneggiatore, se ha visto così la sua storia allora va bene. :)