ferro3 - la casa vuota regia di Kim Ki-duk Corea del Sud 2004
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

ferro3 - la casa vuota (2004)

Commenti e Risposte sul film Recensione sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film FERRO3 - LA CASA VUOTA

Titolo Originale: BINJIP

RegiaKim Ki-duk

InterpretiSeoung-yeon Lee, Hee Jae

Durata: h 1.35
NazionalitàCorea del Sud 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2004

•  Altri film di Kim Ki-duk

Trama del film Ferro3 - la casa vuota

Tae-suk è un ragazzo che passa il tempo alla ricerca di case altrui da abitare in assenza dei proprietari. Visitandone una si imbatte nella ricca Sun-hwa, maltrattata dal marito. I due sceglieranno di vivere ai margini, spostandosi di casa in casa, finchè la scoperta di un cadavere negherà loro la promessa di libertà.

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   8,22 / 10 (220 voti)8,22Grafico
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su Ferro3 - la casa vuota, 220 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  05/10/2012 13:44:01
   8½ / 10
L'apoteosi del cinema muto per ribellione. In Ki Duk è lo sdegno nei confronti della comunicazione convenzionale, la volontà di ritornare al linguaggio primordiale in cui il gesto e lo sguardo sono investiti di un valore quasi imperativo. La parola non viene svilita dal silenzio, ma resa più palpitante, più eufonica nell' attimo in cui viene proferita per urgenza. In "Ferro 3" quelle due parole, rilasciate da Lei dopo una lunghissima inspirazione, non sono un'espressione canonica, sono segni. Nulla hanno in comune con le due-più-tre lettere incise sugli alberi nei parchi, schizzate sui muri di scuola, ripetute tutte le mattine dagli sposi metodici, dette per scherzo dai più scanzonati. Il lessico sentimentale è meccanica abitudine, va defibrillato per emozionare ancora.
"Ferro 3" è la guerra dei muti contro i ciechi. Scriveva Montale con altissimo dolore degli "scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede". Difficile dire se il mondo in cui viviamo è sogno o realtà, difficile quanto inutile. Persone che inseguono una comune destinazione ( in Ki Duk è predestinazione), come divinità, la realtà la creano da sé.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/10/2012 19.25.43
Visualizza / Rispondi al commento
DarkRareMirko  @  18/07/2012 23:40:21
   9 / 10
Eccezionale film coreano che vidi tempo addietro in università; in bilico tra realtà ed immaginazione, è un concentrato di weird ed originalità, che regnano sovrani sino ad un finale aperto ed irreale.

Di non facile comprensione, con pochissimi dialoghi (se non addirittura senza dialoghi, mi pare), non è propriamente cinema mainstream, e quindi, cinema per tutti.

L'idea della multipla semihome invasion (senza gente dentro però), è tanto nuova da sembrare spiazzante, ed attorno ad essa è stata sapientemente creata tutta uan confezione in grado di far pensare, riflettere, interessare.

Da vedere.

2 risposte al commento
Ultima risposta 19/07/2012 10.36.09
Visualizza / Rispondi al commento
david briar  @  27/07/2011 12:03:35
   8 / 10
Il mio primo approccio al cinema orientale è forse il film più difficile da commentare che mi sia mai capitato.
"Ferro 3" è un' esperienza, più che un film, e scorre placido come un film muto, i due protagonisti non parlano mai, se non

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.

Riesce a non annoiare nonostante tutto, ma appassiona ed interessa, coinvolgendo lo spettatore col nomadismo dei due personaggi.

Magistrali regia e fotografia, che in modo intelligente danno realismo alle scene in esterni mentre le scene in interni hanno un certo misticismo.
Bravi i due attori, che riescono a comunicare senza parlare.
Bello e poetico il finale, aperto a più interpretazioni.

C'è solo un ma: il tutto ha volte ha l'aria vagamente costruita, ho avuto questa sensazione.
Tuttavia, non si può negare che nella sua semplicità sia molto emozionante, e senza dubbio memorabile. Una volta visto viene voglia di rivedersi almeno l'ultima parte.

Utima menzione va data alla canzone di Natacha Atlas, Gafsa: davvero splendida e particolare, in linea con il tono dato alla pellicola, si sente ogni volta che i due sono da soli in casa.

"Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno".

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/07/2011 12.05.59
Visualizza / Rispondi al commento
h.chinaski  @  29/04/2011 17:44:31
   9½ / 10
Un classico.
Commovente, profondo e poetico.

Tae-suk gira con la sua motocicletta in cerca di case vuote d'abitare. Verificata l'assenza dei proprietari, s'intrufola ogni giorno in una diversa: mangia, si lava, dorme, pulisce i panni sporchi e ripara gli elettrodomestici rotti , poi va via. Qui sta l'assurdità, qui nasce la favola. La grandezza e la bontà di questo personaggio si concretizzano in una violazione, in un reato. Ma si sa che una favola ha regole diverse dalla realtà e ciò che è invadere, qui diventa riempire. Tae-suk dà contenuti a uno spazio solo, e lo fa in silenzio. Riempie il vuoto con il silenzio. Un giorno entra in una casa lussuosa che credeva vuota, qui incontra Sun-hwa, un'ex fotomodella picchiata dal marito, una donna bellissima, più dolce di un'abbronzatura a dicembre. I due s'innamorano e si uniscono, ma non fuggono dalla realtà, decidono di viverla in modo diverso, muti come due piccoli Buster Keaton, leggeri, invisibili.

3 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2012 20.35.33
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/04/2011 22:17:38
   8½ / 10
Una presenza/assenza, il corpo che diviene sempre più intangibile come un fantasma. E' un processo di maturazione non dissimile da quella operata In Primavera, estate...., l'esigenza di liberarsi di quella corporalità da cui può liberarsi l'istinto di violenza nell'uomo (la mazza da golf come strumento), per raggiungere uno stato di libertà assoluta.
Un film sotto certi aspetti originale, dove la forza dell'immagine e il silenzio dei protagonisti (straordinari entrambi) di fronte alla fisicità pura e la parola, inutili e dannosi.

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/04/2011 16.30.42
Visualizza / Rispondi al commento
trickortreat  @  16/04/2011 16:15:56
   10 / 10
E' la prima volta che non so davvero come commentare un film. Continuo a scrive, cancellare, scrivere, cancellare. Una sensazione strana, strana come questa poesia. Una sensazione incredibile, incredibile come questa poesia. Una sensazione mai provata prima, una poesia mai vista prima.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/04/2011 02.19.22
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  @  06/04/2011 20:11:49
   7 / 10
La scienza ritiene che tutto ciò che avviene in questo mondo sia il frutto ......

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

2 risposte al commento
Ultima risposta 07/04/2011 12.16.03
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI atticus  @  28/11/2010 01:57:53
   9 / 10
Stupendo, il silenzio diventa più eloquente di fiumi di parole in una realtà sopraffatta dalla violenza.
Un film fatto di sguardi e di gesti impalpabili, un'elegia amorosa di sconfinata poesia in un insieme di sublime levità.
Esperienza dei sensi e dell'anima tra le più belle che il cinema ci abbia mai regalato. Gioiello.

4 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2010 10.23.13
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  18/10/2010 14:49:26
   10 / 10
Altissima favola che si nutre di una regia ispiratissima, saldata in modo clamoroso al motiva dominante dell'opera: la leggerezza.

La messa in scena è all'insegna della perdita di peso e della levità.

Kim Ki Duk sa di cosa sta parlando: infatti nella parte centrale del film sa, come in un'antitesi necessaria, mettere in scena la crudezza e la pesantezza. Ma è solo per farne scaturire una definitiva maturazione verso una levità prossima all'incorporeità e all'evanescenza dello spirito.

Ma cos'è più reale? Quello che percepiamo in superficie, l'apparenza delle cose, i rapporti codificati, la logica del possesso - o non piuttosto quello che si nasconde ai nostri occhi, ciò che non possiede forma che lo inquadri, ciò che sfugge continuamente ad ogni incasellamento, ciò che rifiuta le logiche borghesi del possesso (l'avere) per accedere a una dimensione più sostanziale dell'essere, invisibile?

Mirabile leggerezza baciata dalla grazia per raccontare l'essenziale.

----

Note a margine:
- il protagonista non viene mai mostrato come un fantasma, come puro spirito, ma ne mantiene tutte le caratteristiche. E anche la bilancia del finale potrebbe segnare "zero" solamente perché precedentemente manomessa da Lei.

- A un certo punto del film Lui copre su di una foto gli occhi del propietario di una delle case (quello con i guantoni da boxe). Come dire: "tu non ci vedi veramente". E quindi: "non mi vedi, in te non ha spazio la dimensione in cui mi muovo io: la percepisci soltanto".

- L'inquadratura sulla tuta di Lui prigioniero, quando il secondino non lo trova, e vede inizialmente solo la sua tuta afflosciata a terra, non posso fare a meno di paragonarla a quel passo del Vangelo in cui, penetrati nel sepolcro, trovano il sudario di Cristo afflosciato su se stesso. C'è un rimando al tema di Resurrezione del Corpo, in questo film del cristiano Kim Ki Duk. E lo dico con la convinzione che se il rimando fosse a Sofocle o Omero, sarebbe dello stesso genere: infatti non intendo ragionare su di un piano diverso da quello dei significati e dei significanti - insomma da un piano estetico. (Anche se temo che la mia notazione mi alienerà la simpatia di molti atei o agnostici. Pazienza).

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/10/2010 18.36.31
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  27/09/2010 11:28:23
   7½ / 10
Di Chaplin c'è la poesia semplice e sognante, il mutismo, un vagabondo gentile, la prigione, soprattutto quella scena di ‘Luci della città', in cui due innamorati giocavano ad abitare per una notte nei grandi magazzini.

In aggiunta un po' di durezza, qualche moderna ossessione, una rabbia che ridiviene tenerezza se davanti si rimette lei.

E' la favola di due fantasmi differentemente soli, lei per forza, lui per ostinazione, che un bel giorno si scoprono di carne, e che s'accorgono che due silenzi sommati, forse, non fanno un grande silenzio.
E così cominciano una vita coniugale, fatta di umili cose felici, insieme, cose che poi chi le fa tutti i giorni, magari, non si sente neppure felice.
Lei lava i panni come una moglie, lui opera piccole riparazioni come un marito. Prendono il tè, guardano la tv, scattano foto, seppelliscono un vecchio padre, come moglie e marito. Occupano le stanze nelle ore in cui sono disabitate, nelle ore d'assenza, in cui tutti gli oggetti contenuti se ne stanno inutilizzati. Le lasciano leggere, quasi purificate.

Poi si ridivideranno, torneranno a perdere di consistenza le carni; lei dovrà pensare a tutte le faccende di casa, come lui all'inizio si lavava i panni… Ma amare nella propria dimora, anche solo un fantasma, aiuta la vita di tutti i giorni… Nel finale tornano alla mente i ‘Racconti' di Mizoguchi.

17 risposte al commento
Ultima risposta 27/09/2012 15.48.06
Visualizza / Rispondi al commento
bulldog  @  16/07/2009 00:39:09
   10 / 10
Il film migliore di Kim Ki Duk

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/08/2009 18.42.05
Visualizza / Rispondi al commento
VikCrow  @  03/03/2009 21:28:00
   10 / 10
Poesia allo stato puro. Il miglior film mai realizzato!

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/01/2015 17.35.32
Visualizza / Rispondi al commento
ide84  @  14/01/2009 23:28:24
   3 / 10
Un'ora e mezza della mia vita buttata nel water..non spreco neanche qualche minuto in più nel commentarlo. Non sarà il mio gnere..io lo ritengo lento, noioso e assolutamente alieno rispetto A qualsiasi realtà. C A G A T A PAZZESCAAA !!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

4 risposte al commento
Ultima risposta 06/03/2010 03.22.28
Visualizza / Rispondi al commento
Ciaby  @  23/12/2008 17:49:45
   10 / 10
il film più bello della storia del cinema!

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/03/2009 17.25.18
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI Hal Dullea  @  07/07/2008 10:48:33
   1 / 10
1 sulla sfiducia più totale e senz'appello. Non vi tedio con puntigliosissima spiegazione.

Mauro Lanari

42 risposte al commento
Ultima risposta 11/04/2009 02.36.01
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  15/03/2008 18:48:43
   10 / 10
Uno dei film della mia vita.

Straordinario osservare come un film privo del supporto verbale riesca a non annoiare, anzi a coinvolgere così passionalmente lo spettatore.
Il silenzio majeutico di quella stupenda e visionaria dichiarazione di poetica e sentimento finale "Ti amo" con delicato e ossimorico abbraccio fra i tre protagonisti, è un embrionale ritorno alla semplicità dell'emozione contro all'opacità e alla corruzione di ridicoli personaggi (caratterizzazione magistrale) che si muovono sgraziatamente e sguaiatamente nell'universo muto e luminoso dei due innamorati. Puri come angeli, umani come figli (l'episodio del padre è stupendo) e insicuri come bambini (l'episodio della palla da golf).
Ancor più coinvolgente peraltro quando un regista è abbastanza intelligente e sapiente da accostare alla sentimentalità esplosiva dei personaggi una finzione gustosa nella trama che non permette a chi guarda di distogliere lo sguardo dalle incredibili quiete avventure urbane di Tae-suk e Sun-Hwa per vedere come andrà a finire.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/03/2008 20.06.46
Visualizza / Rispondi al commento
taras bulba  @  29/12/2007 18:22:56
   6½ / 10
Un film che mi ha lasciato un pò perplesso, non ho capito qual'è il messaggio che kim ki duk volesse dare allo spettatore.
In qualche modo, però, il film è affascinante perchè la storia è molto originale, anche se i protagonisti sembrano due depressi cronici e non capisco come, in quello stato d'animo riescano ad amarsi.

3 risposte al commento
Ultima risposta 17/03/2008 02.51.24
Visualizza / Rispondi al commento
Sestri Potente  @  27/11/2007 18:14:56
   5 / 10
Un film sensibile e poetico, che tocca il tema dell'amore e del sentimento in maniera molto delicata e sopraffina. Memorabili le scene all'interno della prigione, dove il protagonista diventa "invisibile" e la guardia non lo trova imprecando, ma questo non è altro che un anticipo dello splendido finale che si vedrà tra poco. Nonostante queste cose positive, Ferro3 non mi ha convinto: innanzitutto l'assenza di dialoghi è pesante, in quanto necessita di uno spettatore sempre attento e vigile ad ogni minino particolare, soprattutto sugli sguardi dei protagonisti, e poi c'è una lentezza davvero esasperante. Può darsi che a una seconda visione mi ricreda e debba fare il "mea culpa", ma al momento attuale questo film non lo consiglierei a tutti.

4 risposte al commento
Ultima risposta 14/02/2008 12.19.32
Visualizza / Rispondi al commento
andreapau  @  26/06/2007 15:45:29
   7½ / 10
sebbene preparato alla visione di un film non occidentalmente convenzionale,la mia pazienza è stata sottoposta ad una vera e propria prova di forza.sinceramente,al mio secondo film di kim ki duk,mi chiedo se è mai possibile che la comunicazione debba necessariamente passare per canali così angusti.cio' che mi rimane infine è sempre la stessa cosa,una sensazione di nostalgia per qualcosa di sconosciuto,per l'immensa pace e tranquillità che l'oriente di kim ki duk mi trasmette,un desiderio di viaggio suscitato dalla curiosità perquei posti quasi ultraterreni.e poi mi chiedo:ma davvero,si arrabbiano così?davvero amano così?davvero umiliano e mortificano così?credo di no.è semplicemente un regista "difficile",non è il giappone,non è la corea non è il vietnam,non è la cina.tutto,ogni particolare è un simbolo,ogni colpo d'accetta che intaglia i personaggi deve essere scrupolosamente metabolizzato,pena il rischio della banalizzazione.perchè l'accetta intaglia grossolanamente all'apparenza,ma se ci stai attento,la maestria nel taglio grossolano è immensa,da miniatore.ecco che grossolanamente viene intagliata una storia d'amore,ma non è soltanto una storia d'amore..è il caso,il fato,il destino che ognuno di noi intaglia per i propri bisogni,l'isola di approdo del naufrago.chi affoga nel mare d'amore,chi in quello dell'onnipotenza,chi nel fallimento professionale.è anche il destino indipendente,con una vita propria che un po' ci coccola e un po' ci sfotte.rimette a posto i nostri utensili in cucina ma ci osserva quando facciamo l'amore in camera da letto.è tutto cio' che va oltre la visione a centottanta gradi e negli altri centottanta si nasconde.è cio' che ci lasciamo alle spalle,che ci bussa nella schiena quando ci dimentichiamo di chi abbiamo alle spalle.è la bellezza del destino che cambia quando incontra l'amore,è il ferro tre che puo' decidere se fare il bene o il male.è la vita che continua oltre la morte ad osservarci e ci accompagna nei nostri gesti quotidiani e si prende cura di noi,delle nostre case,delle nostre stoviglie e della nostra biancheria.lasciamogli un po' di spazio,almeno quando la casa è vuota

6 risposte al commento
Ultima risposta 27/06/2007 10.16.04
Visualizza / Rispondi al commento
phemt  @  02/06/2007 14:23:19
   8 / 10
Originalissima opera sull’amore di Kim Ki-Duk profonda, poetica, simbolica, affascinante, elegante e ricca di spunti… Diretta con stile rigoroso la pellicola è impreziosita da un cast perfettamente in parte e da un finale (meraviglioso) di un intensità rara…
La dimostrazione lampante che si possono comunicare tante cose senza per questo dover sprecare tante parole inutili…

2 risposte al commento
Ultima risposta 02/06/2007 15.33.39
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  29/01/2007 00:40:19
   8 / 10
Non so quanti registi al giorno d'oggi siano in grado di fare un film senza un dialogo tra i due protagonisti, senza raccontare chi sono ne da dove vengano, e riuscire a non annoiare lo spettatore.
Kim Ki-Duk ci è riuscito, creando una storia d'amore dove a parlare sono solo le immagini, la loro poesia e la loro delicatezza.
Sublime, etereo, armonioso. Assolutamente da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/01/2007 00.48.33
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  23/01/2007 17:46:22
   6 / 10
E' un film difficile perchè molto originale. Da non vedere se cercate un film d'azione o con una trama sofisticata. Ad essere sinceri qlc sonno me lo sono fatto.
Io gli ho dato questo significato: meno siamo ingombranti e percettibili più siamo cercati o cmq suscitiamo il desiderio della scoperta negli altri. Se lasciamo spazio (nel film letteralmente) agli altri allora saremo notati ed amati di più.
Ma a mio parere in una società ipercompetitiva come questa non ci possiamo permettere di essere invisibili.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/04/2007 13.35.59
Visualizza / Rispondi al commento
giumig  @  30/11/2006 15:46:25
   7½ / 10
Come me lo aspettavo: non un film ma una poesia, non un film ma un quadro, dipindo con maestria da uno dei piu grandi artisti contemporanei. Rendere scorrevole un film senza dialoghi per 90 minuti non è impresa da poco, ma centrare anche l'obbiettivo di far trapelare tutte le emozioni dei protagonisti e tutta l'essenza dell'amore da semplici sguardi e semplici particolari visivi, è qualcosa di magnifico. Un film da vedere, soprattutto con la persona amata la nostro fianco.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/12/2006 10.43.56
Visualizza / Rispondi al commento
The Jack  @  31/07/2006 18:04:51
   5 / 10
Vorrei aver la forza e la pazienza di rivedere questo film e tirar fuori tutto ciò che ha di buono ... perchè qualcosa di buono c'è.

Il film ha un suo registro .. un suo approccio.
Originale? Oddio, non convenzionale direi, ma alla fine tutta la pellicola mi risulta fiacca e retorica. Che volesse essere un affresco poetico dei alti sentimenti lo si capisce dopo venti minuti, che ci sia dell'esoterico, del metafisico, ok, sono elementi che arricchiscono il film ... ma il tutto mi risulta, come ha già detto qualcuno (pochi a dir la verità), molto stucchevole e a tratti ridicolo.

In altri film ho criticato la verosomiglianza, qui non lo farò perchè in diversi contesti (specialmente verso la fine) non è l'intenzione del regista.
Anche se nella prima parte c'è attenzione al dettaglio per essere credibili che poi viene trascurata. Ma tralasciamo questo aspetto non rilevante, che può rientrare nel tema "sogno" o "realtà".

SPOILER. Il silenzio dei protagonisti, dopo mezz'ora mi ha portato a dire "Si diranno solo ti amo". Più o meno l'epilogo è quello ... la sostanza del loro sentimento è un gioco di sguardi, un comunicare con le azioni da lei ripetute, un rispetto silezioso che li porta altrove, distanti dalle violenze del marito, dalle forze dell'ordine, dal mondo esterno ... sono quelle le loro identità .. in quel modo si sono rivelate e quindi trascendono il reale e il materiale per amarsi ... sembrava esserci traccia di un'amore universale, al di là di ciò che si è .. solo per il fatto che si esiste. Ma poi il gioco non si chiude, perchè il marito viene raggirato con un sentimento che appare per lui, ma non è per lui ... e quando cerco uno spunto, un vero impeto verso alti sentimenti o verso un qualche approccio veramente poetico o illuminato, ecco che il protagonista lancia tante palline da golf addosso al suo rivale... ho visto il marito fare la parte del fin troppo tipico insensibile e violento, da anteporre al bel giovane senza macchia, capace di vedere lontano, oltre ... forse non così lontano in verità.

Che tutto questo possa anche essere poetico, affascinante, stimolante, diverso dalla gran parte del cinema, d'accordo... ma che sia trattato bene, recitato bene, musicato bene NO .. almeno per me.
Gli attori poi, non hanno sufficienti espressioni per comunicarmi la loro forza interiore e non riescono a tenere in piedi il film.

Ne rimane un film pretenzioso, con non poche contraddizioni nei messaggi, capace di non emoziarmi, forse perchè proprio su questo e solo su questo ha puntato ... l'emozione muta... credo che per puntare così in alto, serva un tessuto narrativo dietro che stia in piedi o quantomeno un'abilità fuori dal comune.

Peccato ... c'erano le basi e le idee per fare un buon film.

5 risposte al commento
Ultima risposta 07/11/2011 22.57.44
Visualizza / Rispondi al commento
forzalube  @  03/06/2006 01:45:46
   9 / 10
Veramente un bel film di un grande regista

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/09/2007 15.37.01
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  08/04/2006 16:21:00
   10 / 10
non ho ancora conosciuto una persona a cui questo film non sia piaciuto,nonostante sia indubbiamente particolare per il mercato occidentale.e questo già mi spinge a dargli 10.sensibile,toccante,poetico...una sinfonia suonata molto piano,così da essere sentita solo da chi vuole coglierla.

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/07/2006 11.06.51
Visualizza / Rispondi al commento
Feedback  @  29/12/2005 19:03:41
   5½ / 10
Do il mio voto senza leggere troppi commenti precedenti, a distanza di qualche giorno dalla visione del film.
SPOILER - Mi pare di aver capito che il protagonista vorrebbe essere una sorta di eroe positivo di qualche strano tipo. Ma un eroe positivo spacca la testa a una donna che gli passa accanto in macchina con una palla da golf ? Boh!!?
Va be' che lava con cura i vestiti alla gente che subisce la sua intrusione, ma a voi farebbe piacere avere in casa il tipetto che vi lava le scarpe da ginna ?
Si scopre verso la fine del film che il nostro eroe è dotato di una agilità e prontezza ai limiti non dell'umano, ma del divino: perché pur avendo quelle doti da uomo ragno si fa gonfiare la faccia dal pugile impaurito e tremante ?

Il film è moderatamente piacevole, anche se lento, ma è davvero difficile capire ciò che di profondo (?) ci voleva trasmettere il regista....

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/01/2006 14.21.30
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  23/12/2005 09:10:13
   9 / 10
Sono ancora commossa:non è solo un film, è una poesia,è un affresco,è una melodia, è tutte queste cose insieme.
Meraviglioso

9 risposte al commento
Ultima risposta 02/01/2006 14.22.19
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  16/12/2005 15:13:31
   9 / 10
kim ki duk riesce a superarsi (vedi primavera estate...) e partorisce un gioiello di sensibilità, tipici dei film orientali i silenzi, il dialogo rosicato, e sguardi che puntano diritto al cuore, in questo ricorda il silenzio sul mare di kitano

l'ultima frase (secondo me) sminuisce un po troppo l'opera-

4 risposte al commento
Ultima risposta 19/12/2005 16.19.43
Visualizza / Rispondi al commento
la mia opinione  @  15/08/2005 18:16:21
   7 / 10
Sicuramente originale e abbastanza godibile. In alcuni momenti pero' diventa un po troppo scontato. Cmq vale la pena vederlo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2005 21.20.32
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI martina74  @  03/08/2005 12:47:30
   9 / 10
Un sogno, una carezza lievissima, un gesto appena accennato, un alito di vento profumato: sensazioni che treboccano nel cuore immergendosi in questo miracolo di silenzi e immagini. Seguire le piccole avventure di Tae-suk, folletto senza storia che vive nel presente altrui, fa inizialmente quasi sorridere. Un ragazzo che si insinua senza malizia nel vuoto delle case di una città anonima, lasciando come traccia di sè minuscoli e affettuosi particolari, è fuori dal tempo e dagli schemi della nostra razionalità.
Un piccolo aiuto che, dopo l'incontro con Sun-hwa diventa salvazione, felicità reciproca e poi composto dolore, fino a un finale onirico e liberatorio, che regala sensazioni difficili da descrivere.

Ed è straordinario "sentire" come i due innamorati riescano a stabilire, nel più totale silenzio, una comunicazione tanto più profonda di quanto non sia quella tra gli altri personaggi, chiusi e distanti nel vuoto delle loro parole e delle loro case.
Meraviglioso.

11 risposte al commento
Ultima risposta 05/09/2005 11.26.22
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  18/06/2005 14:31:36
   3 / 10
Per palati finissimi? Ma per favore il film è davvero brutto, senza senso e assolutamente inguardabile! E poi la storia assolutamente inverosimile.....bhlea!

10 risposte al commento
Ultima risposta 30/11/2005 01.03.23
Visualizza / Rispondi al commento
Raistlin  @  17/06/2005 13:54:18
   8 / 10
Per palati finissimi, per chi le sensazioni le coglie in un attimo e per chi si sa godere la magia delle emozioni impalpabili, quelle che si trasmettono con la semplicità dei gesti o con l'intensità degli sguardi...

Se io fossi uno così. gli avrei dato 10.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/06/2005 09.35.38
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  09/06/2005 09:58:55
   9 / 10
Ode al silenzio.

Quando si riesce a comunicare così tanto senza che i protagonisti debbano necessariamente esprimersi a parole, (tranne una singola perfetta eccezione) allora significa che si sta rasentando la perfezione.

Come un gioco all'inizio, un solitario; di casa in casa, ricamare sulla propria solitudine brandelli di vite altrui, mischiandosi al quotidiano di gesti apparentemente insignificanti quali il bucato e la televisione, infine andare via ringraziando con una riparazione e portandosi via uno scatto, una immagine.
Poi arriva lei, e il film trabocca.
Così diverso il suo silenzio, fatto di sottomissione e di timore, un occhio nero a testimoniarlo; in uno sguardo percepisce in lui come questo silenzio potrebbe trasmutare in qualcosa di unico, trascinandola via in un gioco finalmente completo.
E così forse è lei ora a condurre le danze, ad imparare le regole e ad andare oltre; è lei ad affidarsi completamente a lui mettendosi davanti alla sua pallina, è lei a voler occuparsi dell'anziano.
Incuranti del resto, quasi fossero l'unica componente reale del quadro, proseguono questo ballo fatto di tanti piccoli commoventi momenti, una tazza di tè, una mano sopra un'altra, le labbra si avvicinano... dissolvenza.
Poi il dramma della separazione, sofferta quanto lieve e silente, ci porta ad un piano ancora più alto, all'ultimo grado della metamorfosi; al silenzio delle voci si aggiunge quello dei corpi, che trasfigurano, tramite percorsi differenti, fino a ritrovarsi negli stessi luoghi, annunciati solo da un soffio di vento e da un cuscino che si sposta.
Pura poesia gli ultimi 10 minuti, non saprei neanche cosa dire.

Ascolto note
del mio e tuo silenzio
forse è musica

17 risposte al commento
Ultima risposta 26/06/2007 18.12.19
Visualizza / Rispondi al commento
max67  @  03/05/2005 13:13:34
   8 / 10
COMMENTARE UN FILM COME FERRO3 E' DIFFICILISSIMO PERCHE QUALSIASI COMPLIMENTO O CRITICA MAI COME IN QUESTO CASO RISULTANO PERSONALI,
IL FILM A MIO AVVISO E' UNA DESCRIZIONE DI UN PERCORSO DI PSICANALISI
COMPLETO ,LE CASE VUOTE COME METAFORA DEL CORPO CHE CONTIENE LA COSCIENZA DELL'UOMO, IL RAGAZZO NEI PANNI DELLO PSICANALISTA ,
LA RAGAZZA NELLA PARTE DELLE FERITE CHE CI PORTIAMO DENTRO ,LE PALLINA DA GOLF SONO LE FRASI DELLO PSICANALISTA,E IL FINALE BELLISSIMO L'EQUILIBRIO L'AMORE LA LEGGEREZZA CHE TUTTI NOI DOVREMMO RAGGIUNGERE
ALLA FINE DI UNA TERAPIA DI PSICANALISI.
FILM BELLISSIMODA VEDERE SOLO SE INTERESSATI ALL'ANIMA E LE SUE EVOLUZIONI .

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/05/2005 18.55.57
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo REDAZIONE maremare  @  01/05/2005 09:29:36
   8 / 10
K come Chaplin si rende conto dell’impatto traumatico della voce, come intruso, sulla nostra percezione del cinema.
K ci offre il privilegio di occupare lo stesso posto che sceglie il protagonista di Ferro3: quello di ‘mediatore evanescente’.
L’atteggiamento chapliniano del film ci trasporta in quell’area, narrativa e culturale, di mediazione evanescente. Tale area appare situata tra l’epoca del modernismo meccanicista e l’epoca postmoderna caratterizzata dalla dispersione, cioè nel bel mezzo del passaggio tra la soggettività mono-logica e il gioco delle apparenze non più riferito ad una qualche Verità ultima.
Un film perfetto e sublime fino a quando la storia non prende il sopravvento: il tempo narrativo può essere reso evanescente, ma il tempo produttivo e distributivo rimane ancora un monolite.


2 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2005 12.32.06
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  22/04/2005 14:53:13
   10 / 10
raro esempio di cinema che si riappropria dei propri codici comunicativi, e rinuncia al narrato discorsivo per narrare visivamente. Ho letto varie interpretazioni sociologiche, ma non penso che ferro3 voglia dire questo; credo sia molto più corretto puntare l'accento sulla favola dell'uomo che per amore astrae se'stesso e rinuncia alla propria convenzionale vita per tramutarsi in una presenza che aleggia in casa dell'amata. Gli altri non contano. Le presenze impalpabili sono vive e pulsanti, le presenze materiali sono trasparenti e incorporee.

14 risposte al commento
Ultima risposta 26/04/2005 12.35.28
Visualizza / Rispondi al commento
norah  @  22/04/2005 12:15:07
   8 / 10
Una lacrima che si adagia sulla neve d’inverno

E’ il pensiero che affiora nella mia mente dopo aver visto questo gioiellino di Kim Ki-duk ogni singola immagine sprigiona un candore accecante,un film mite,tiepido,che non fa pensare,ma volare…

La casa vuota

la casa qui appare una sorta di metafora della società,un mondo al quale questi due esseri estranei ,che si muovono con una leggiadria inaudita ,sentono di non appartenere ,così come non appartengono agli spazi che violano, giorno dopo giorno.
Un mondo vuoto,una società vuota proprio come le case di Ferro3.
Attraverso la sola forza delle immagini,il cineasta coreano riesce in maniera sublime a raccontarci la storia di due anime che vogliono cambiare pelle.Il fascino degli sguardi dei due attori riesce magistralmente a colmare il vuoto dei silenzi.
Ferro3 è prima di tutto un’esperienza sensoriale,un viaggio onirico.Il regista si diverte a dare una connotazione fantastica al suo intreccio melodrammatico,sviluppando la personalità ambigua di Tae-Suk in maniera sovrannaturale:Chi è questo ragazzo,che si prende così soavemente cura della fanciulla ?Un angelo?Un fantasma?Chi può dirlo, del resto:

“Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia la realtà o un sogno”


3 risposte al commento
Ultima risposta 04/05/2005 02.20.14
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento angel__  @  10/04/2005 00:41:03
   4 / 10
enorme delusione.scadenti i due interpreti,noia allo stato supremo.un film dimenticabile ed evitabile.una storia ridicola con un finale che vorrebbe essere poetico ma a me risulta molto banale e stucchevole.ah senza contare quattro dialoghi messi in croce e scritti pure male.se questo è un bel film!

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/04/2005 12.20.59
Visualizza / Rispondi al commento
xxxx  @  24/02/2005 21:51:20
   5 / 10
parliamone...
ho immaginato potesse essere un film mediocre dalla prima inquadratura fissa su una moto bmw. poi esce un'auto da un garage ed è una bmw. markette? a parte il dettaglio, il film regge mezz'ora, poi scade nello stucchevole, rasentando il ridicolo. elogio del silenzio? è decisamente più complesso scrivere una sceneggiatura da lasciare senza fiato. gli attori non reggono la prova, ma è tutto il film a non reggere, nato su una storia fiacca e provato a salvare da un escamotage che al massimo suscita all'inizio curiosità. da un gran film si chiede di più.
chiosa finale sui colpi inferti al cattivo grazie ad un sapiente gioco di sponda. neanche lotty ci sarebbe riuscito...

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/04/2005 22.58.14
Visualizza / Rispondi al commento
Davidx  @  17/02/2005 01:59:29
   3 / 10
Non mi è piaciuto assolutamente...si notano le pecche di un regista che secondo me non vale granchè...attori indecenti...film pesante...e questo sarebbe grande cinema...?

4 risposte al commento
Ultima risposta 10/03/2009 08.14.20
Visualizza / Rispondi al commento
Noemi  @  13/02/2005 16:05:15
   10 / 10
Come si fa a commentare il silenzio?

13 risposte al commento
Ultima risposta 14/02/2005 11.22.04
Visualizza / Rispondi al commento
GIOSH  @  11/02/2005 15:22:43
   10 / 10
OTTIMO FILM L HO VISTO STAMATTINA E STUPENDO

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/02/2005 22.57.18
Visualizza / Rispondi al commento
Sanachan  @  07/02/2005 13:20:05
   8 / 10
Spinta ancora una volta dalle vostre dritte sono riuscita a vedere questo film che inizialmente credevo avessero tolto troppo presto dalle sale,fortunatamente mi sbagliavo.
Bellissimo elogio della delicatezza e del silenzio.Non si sente affatto la mancanza delle parole.I protagonisti ci dicono già tutto con i loro gesti,i loro occhi e il loro vivere al di sopra del rumoroso mondo che li circonda,lambendolo appena loro malgrado.
Un film sussurrato ma che arriva dritto al cuore.

70 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2005 09.02.52
Visualizza / Rispondi al commento
looka  @  04/02/2005 09:57:10
   8 / 10

una poesia del vuoto,
un bacio d'aria sulla pelle.

10 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2005 08.53.55
Visualizza / Rispondi al commento
Pasagarde  @  02/02/2005 02:43:17
   9 / 10
Un film bellissimo che mi ha lasciato senza parole. Di Kim Ki Duk avevo già apprezzato tantissimo il suo precedente "Primavera, Estate, Autunno..." e con questo "Ferro 3..." il regista non ha fatto altro che confermare il suo incredibile talento.
Magico. Un film quasi alieno...Imperdibile.

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/02/2005 00.32.12
Visualizza / Rispondi al commento
5percentnation  @  28/01/2005 10:19:54
   10 / 10
Sono rimasto in sala a vederlo una seconda volta. Penso che sia uno dei film più belli degli ultimi 20 anni. Messaggi assolutamente rivoluzionari, lanciati attraverso una poesia magica e dolcissima. Mi è venuto in mente snake of june: messaggi opposti ottenuti con tecniche opposte.

29 risposte al commento
Ultima risposta 10/02/2005 09.16.13
Visualizza / Rispondi al commento
JoJo 3.62  @  27/01/2005 13:19:16
   8 / 10
Questa storia d'un atipico topo d'appartamento che cavalcando la sua rombante BMW gira per la città (una città che potrebbe essere qualunque: l'anonima universalità dei luoghi e delle situazioni è una costante in questo film) in cerca di case vuote da poter abitare per una notte è narrata in maniera più che particolare ed estranea al cinema cui è abistuato lo spettatore occidentale medio. Il protagonista, un'ombra silente che irrompe nelle case e sparisce poi senza lasciar traccia non prima di aver aggiustato qualcosa di rotto in segno di ringraziamento, più che espressivo nel suo TOTALE silenzio (non una parola, non un gemito in tutto il film), trova infine una sua degna compagna altrettanto silenziosa. Tra di loro, come da prammatica, sboccia l'amore; un'amore descritto esattamente come i suoi protagonisti: dolce, etereo, e silenzioso. Così prosegue per vie spesso enigmatiche questo racconto di Ki-duk, enigmatiche ma sempre descritte esclusivamente con le immagini: il dono della favella vien dato solo ai malvagi ed a coloro che non possono comprendere veramente l'amore ed il sentimento, accecati da quel terribile strumento che è la parola.
Una contrapposizione netta dunque tra i due amanti ed il resto del mondo, in questa poesia dell'espressività, che si trasforma agli occhi dello spettatore anche in una storia d'amore assolutamente antihollywoodiana, agli antipodi con quello che dall'altra parte dell'atlantico giunge in Europa. Si parla spesso di povertà di dialoghi nei film che vengono da quelle parti: qua la loro latitanza è totale.
L'amore tra il vagabondo golfista (il Ferro 3 del titolo, voluto così in tutte le lingue da Ki-duk, è riferito proprio al golf) è tutto improntato su gesti e sguardi: i due non si parlano mai, ma si dicono tutto.
E lo dicono anche a noi.

35 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2005 12.24.38
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento francescoardore  @  26/01/2005 10:06:02
   9 / 10
Splendido e ancora meraviglioso ritorno al genere muto, se mi permettete questa estremizzazione: i protagonisti, in totale, recitano due battute.
Questo,è uno di quei film in cui il godimento estetico legato alla perfezione di immagini e narrazione, raggiunge livelli altissimi.
Malgrado il ritmo lento, il tono e le musiche non proprio preponderanti, non si avverte la mancanza di elementi e nulla turba l'equilibrio di questo che non posso che definire un capolavoro.
L'agio con cui questo ragazzo si muove all'iterno delle case che (vive?) (visita?) la tenerezza quando addirittura lava i panni, aggiusta oggetti non funzionanti, fanno pensare ad un personaggio che trascende l'odierno genere umano, dotato di sensibilità oggi smarrita.
Da oscar la scena in cui lei comprende che l'unico modo per amare il ragazzo è accettare igannando il marito; scena in cui abbraccia il marito dietro le cui spalle si nasconde, in modo quasi surreale, il ragazzo e lo bacia.
Superba la fotografia e assolutamente meravigliosa la regia.
Capolavoro

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/01/2005 11.11.06
Visualizza / Rispondi al commento
nabucco  @  24/01/2005 09:42:18
   9 / 10
Un capolavoro del silenzio si commenta con due parole sole, come le sole pronunciate dalla protagonista ("ti amo" all'amato che si cela astutamente dietro il meschino marito): un capolavoro

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/01/2005 11.55.29
Visualizza / Rispondi al commento
semosole  @  21/01/2005 06:18:40
   8 / 10
Bello, lo trovo originalissimo, di film così intensi mi piacerebbe vederni molti di più. Se avete qualche dritta consigliatemene altri !!

5 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2005 09.10.12
Visualizza / Rispondi al commento
patt  @  20/01/2005 10:05:50
   9 / 10
..si, veramente uno splendido film
.. una poesia di significati espressi in modo emozionante..
così bello nel suo "silenzio", che trovare le parole commentarlo diventa difficile e superfluo..

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/01/2005 10.10.26
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  18/01/2005 10:36:35
   10 / 10
Un film splendido.
Kim ki Duk gira un'opera intensa, commovente, ma anche fortemente simbolica e complessa. Un film sulla solitudine del protagonista che vaga di casa in casa alla ricerca di un po' di conforto, senza compiere nessu atto illecito, ma anzi avendo cura degli oggetti che trova e aggiustando tutti gli elettrodomestici. E'la storia della solitudine di una donna che al contrario la casa ce l'ha, ma la vive come una prigione.
I due si incontrano e il loro è un viaggio verso la libertà, in una società che non può ovviamente comprendere il loro rapporto, possibile solo nell'irrealtà.

Un film poetico, migliore del precedente (Primavera autunno estate e ancora primavera) veramente bellissimo e girato superbamente da questo, ancora giovane, regista, alla sua undicesima prova, in grado di fare un film sull'amore (che come nel maestro Wong kar wai, non ha visogno di parole superflue) , sulla solitudine, sulla libertà, fondendo dramma, ma anche accenti da commedia, da horror e thriller (quasi lynchano) nel finale.
Una splendida fotografia per un film girato da un vero artista, aiutato da due attori bravissimi, in grado di trasmettere davvero tante emozioni, senza nemmeno usare la parola, ma con la sola forza delle loro espressioni.

Vedendo questa pellicola mi sono accorto di trovarmi di fronte, dopo Wong kar wai (e Tsai ming Liang, forse più vicino a Ki Duk, ma anche molti altri), ad un altro maestro del cinema odierno, questa pellicola è un piccolo capolavoro. Forse non ci arriverebbe a 10, ma do il massimo dei voti, perchè pellicole con una sensibilità così forte al giorno d'oggi sono molto rare. Il cinema orientale certe volte è veramente molto più avanti di quello occidentale.

Ps: Non capisco certe volte come si fanno ad affermare stupidaggini come quella di essere un'opera studiata a tavolino per l'esportazione. Oltretutto Kim Ki duk utilizza molti simboli e il suo linguaggio è spesso molto complesso, molto di più rispetto a certi altri suoi colleghi orientali, per i quali, comunque molto raramente si può muovere un'accusa simile. Spesso si vogliono fare film universali (adatti a tutti), come nel caso di "In the mood for love", ma ciò non toglie il fatto che il film di Kar Wai sia un'autentico capolavoro. Forse, prima di inserire nuove recensioni, i gestori del sito dovrebbero leggerle.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/01/2005 13.02.54
Visualizza / Rispondi al commento
marie  @  06/01/2005 01:08:38
   9 / 10
Sono sorpresa da un regista di film di una violenza distruttiva e veramente senza filtri! Qui invece sembra di essere trasportati attraverso immagini caldeiscopiche in un sogno delicato, una storia fatta di gesti, armonie e poetici silenzi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/01/2005 00.54.02
Visualizza / Rispondi al commento
antua  @  04/01/2005 16:50:35
   8 / 10
Una poesia fatta di immagini.
Non può lasciare indifferenti, una regia superba e mai monotona.
I dialoghi ristretti all'osso (anche di meno) amplificano la comunicazione visiva.
Da vedere, peccato sia distribuito in pochissimi cinema.

2 risposte al commento
Ultima risposta 10/01/2005 16.38.33
Visualizza / Rispondi al commento
Henry Madgett  @  14/12/2004 01:46:19
   8 / 10
"Ferro 3" inizia con un'immagine tanto silenziosa quanto eloquente,tanto sommessa quanto brutale:la bellezza percossa a colpi di solitudine.
Una statua classica che fa da bersaglio a un golfista.
Una splendida dichiarazione di intenti,che già racchiude in sè tutti i richiami più o meno simbolici del film:il ferro3,"quello che non usa mai nessuno"come ebbe a dire Kim Ki-duk,e più generalmente il golf come costante richiamo alla solitudine(alla violeza della solitudine),la bellezza(femminile?),il rumore(la parola)e il silenzio.
Come nodo narrativo(e in quanto tale pretestuoso)Kim Ki-duk mette in scena l'incontro dell'eroe con la sua bella i quali,sono eroe e bella in virtù del contesto favolistico in cui la loro assurdità(in senso positivo,sia ben inteso)li pone.Tae-suk(l'eroe)per vivere occupa case altrui momentaneamente disabitate,e in queste case fa tutto ciò che farebbe il più attento e "affettuoso" dei padroni:pulisce,aggiusta,ri-ordina.Qui sta l'assurdità,qui nasce la favola:la grandezza e la bontà di questo personaggio si concreatano in una violazione,in un reato,nell'invasione di una proprietà altrui.Ma si sa una favola ha regole diverse dalla realtà e ciò che in realtà è un'invadere,qui diventa un riempire.Tae-suk dà contenuti a uno spazio "solo",e paradosso nel paradosso lo fa in silenzio.Riempie il vuoto con il silenzio.
E' questo silenzio che fa da canale comunicativo tra l'eroe e la bella,che li rende incomprensibili al mondo,un mondo verboso,che parla e distrugge(il marito,il poliziotto)mentre Tae-suk nel suo silenzio aggiusta(letteralmente).La loro prima "conversazione"avviene attraverso una pallina da golf:uno splendido parlare di solitudine in silenzio.
Quella pallina che nella realtà è lo strumento di violenza,probabile causa del volto tumefatto di Sun-hwa(la bella)diventa,nella dimensione favololistica dei due,il mezzo unico di una rinascita:la propria solitudine diventa il solo modo per sfuggire a quella degli altri.
E' in una casa vuota che Tae-suk incontra Sun-hwa,una persona svuotata.A questo punto l'eroe fa con la bella esattamente ciò che fa con le case:gli da un contenuto.
Questo processo che investirà tutto il film è sintetizzabile in due immagini di un simbolismo lirico accecante:Tae-suk che lava(anche qui letteralmente)le foto di Sun-hwa,iniziando a purificarne il soggetto e Sun-hwa che esterna la sua confusione interna scomponendo e dis-ordinando una foto che la ritrae.Le leggi indipendenti della favola invertono le consuetudini della realtà:l'eroe fa alle persone ciò che si fa alle cose(o alla case)e le tristi leggi della realtà(la solitudine)diventano un gioco(il golf),tanto che il pestaggio subito dal protagonista diventa una sequenza quasi comica.Ma tutto ciò è vero anche al contrario e un bambino che spara alla madre per gioco la ferisce veramente o il finto golf di Tae-suk miete vittime in carne ed ossa (entrambe immagini che richiamano la bellezza percossa).
Il gioco interno alla coppia ha dunque un contesto esterno reale e per questo è condannato a soccombere alle sue leggi.
In prigione Tae-suk spinge la favola e la sua (e)marginazione all'eccesso:il silenzio non è più sufficiente,l'eroe diventa invisibile.
Non visto da nessuno può vedere tutti,si spinge talmente fuori dalla realtà da assumere connotati divini(non è forse Dio colui che nessuno vede ma che tutto può vedere?);cinematograficamente questo si chiama soggettiva, e da qui in poi il film sarà in soggettiva,fino alla scena finale.L'eroe si renderà visibile solo alla bella,nascondendosi dietro ogni movimento,passo o gesto del marito,divenendone quasi la proiezione,la possibilità di guardare oltre(dietro)la patina cupa del reale.
Un sogno?Difficile dirlo.



1 risposta al commento
Ultima risposta 09/01/2005 22.29.53
Visualizza / Rispondi al commento
acol  @  10/12/2004 19:25:56
   10 / 10
sensibilità fuori dal normale: forse il maggior regista vivente

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2005 09.31.52
Visualizza / Rispondi al commento
  Pagina di 1  

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico


1049862 commenti su 50709 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

7 BOXESBLIND WARCACCIA GROSSACHAINED FOR LIFECHIEF OF STATION - VERITA' A TUTTI I COSTICONFESSIONI DI UN ASSASSINOCONTRO 4 BANDIERECUGINE MIEDAREDEVIL - IL CORRIERE DELLA MORTEDAUGHTER OF DARKNESSDISAPPEAR COMPLETELYDOUBLE BLINDGIRL FLU - MI CHIAMANO BIRDGUIDA ALL'OMICIDIO PERFETTOI 27 GIORNI DEL PIANETA SIGMAINTIMITA' PROIBITA DI UNA GIOVANE SPOSALE DIECI LUNE DI MIELE DI BARBABLU'MERCY (2023)NOTTI ROSSEORION E IL BUIOOSCENITA'RAPE IN PUBLIC SEASANGUE CHIAMA SANGUESPECIAL DELIVERYSUSSURRI - IL RESPIRO DEL TERRORETHE BELGIAN WAVETHE DEVIL'S DOORWAYTHE EXECUTIONTHE GLENARMA TAPESTHE PAINTERTHE WAITUNA SECONDA OCCASIONEUNA TORTA DA FAVOLAUN'ESTATE DA RICORDARE (2023)VENDETTA MORTALE (2023)WHAM!

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net