ferro3 - la casa vuota regia di Kim Ki-duk Corea del Sud 2004
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ferro3 - la casa vuota (2004)

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locandina del film FERRO3 - LA CASA VUOTA

Titolo Originale: BINJIP

RegiaKim Ki-duk

InterpretiSeoung-yeon Lee, Hee Jae

Durata: h 1.35
NazionalitàCorea del Sud 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2004

•  Altri film di Kim Ki-duk

Trama del film Ferro3 - la casa vuota

Tae-suk è un ragazzo che passa il tempo alla ricerca di case altrui da abitare in assenza dei proprietari. Visitandone una si imbatte nella ricca Sun-hwa, maltrattata dal marito. I due sceglieranno di vivere ai margini, spostandosi di casa in casa, finchè la scoperta di un cadavere negherà loro la promessa di libertà.

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Voto Visitatori:   8,22 / 10 (220 voti)8,22Grafico
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Voti e commenti su Ferro3 - la casa vuota, 220 opinioni inserite

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  Pagina di 3   Commenti Successivi »»

selvatiçax  @  11/01/2024 18:03:14
   10 / 10
Nella sua semplicità, è di una bellezza spiazzante. Il finale è memorabile e unico, poesia allo stato puro!

BigHatLogan91  @  02/09/2022 13:44:45
   8 / 10
Film abbastanza unico e, nella sua semplicità, incredibilmente potente.

krystian  @  17/09/2020 07:53:12
   10 / 10
Semplicemente sublime, c'è ben poco da dire. Il finale poi credo sia uno dei più belli e intensi e originali di sempre.
Memorabile.

zerimor  @  11/05/2020 12:41:11
   8 / 10
Una pellicola preziosa... un prezioso silenzio... un silenzio che vale più di mille parole. "Words are very unnecessary... Enjoy the silence".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  13/10/2019 12:41:29
   8½ / 10
Grande film dove a farla da padrone è una valanga di emozioni mai dette ma fatte di sguardi, di attimi condivisi e di sentimenti semplici e reali .
Giustamente considerato tra i migliori di inizio millennio eprobabilmente la vetta che Kim Ki duk non raggiungerà più

kafka62  @  26/04/2018 11:57:31
   8 / 10
Il giovane protagonista di "Ferro 3" gira per la città lasciando volantini pubblicitari alle porte delle case. Al termine della giornata, tornando sui suoi passi, penetra indisturbato nelle abitazioni lasciate incustodite dai proprietari, in quanto serbano ancora il foglio da lui attaccato la mattina. Egli non è però un ladro, al contrario, oltre a non portare via nulla, mette in ordine la casa, ripara gli oggetti guasti, ecc. E' chiaro fin dalle prime immagini che il ragazzo è migliore delle persone che legittimamente abitano gli appartamenti da lui violati, tutte violente, astiose, incattivite dalla vita. Egli, in un certo senso, occupando le loro case, riempie un vuoto, che non è tanto un vuoto di esseri umani, bensì di umanità. E' chiaro da queste considerazioni che "Ferro 3" è un film eminentemente metaforico (in quanto parla del nostro mondo contemporaneo, in cui l'intimità è custodita gelosamente, a scapito dei rapporti umani) e che il suo protagonista è una figura simbolica. Questo rende plausibile la progressiva deriva della storia verso il côtè onirico-parapsicologico, con il protagonista che,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERtorna – percepito ma non visto - nei luoghi domestici dove era stato in precedenza. In uno di essi lo attende la donna, vessata dal marito ottuso e maschilista, con cui all'inizio del film aveva intrecciato una tenera e silenziosa storia d'amore e che lo aveva seguito fedelmente nelle sue peregrinazioni, prima di essere ricondotta recalcitrante al domicilio coniugale. E' in un commovente, invisibile abbraccio (che surclassa per bellezza poetica le analoghe scene di "Ghost") che si chiude la pellicola, stravagante (l'ossessione dei personaggi per le mazze da golf), surreale (è lo stesso regista che autorizza, nonostante il realismo figurativo di fondo, a pensare la vicenda come un sogno), essenziale (i silenzi prevalgono su tutto il resto), che si colloca a mezza via tra un Kar-Wai meno barocco e un Ming-liang meno antonioniano.

Strix  @  20/02/2018 00:04:51
   6½ / 10
Film interessante, che ha ottime cose, in primis la scena finale che ho trovato geniale, quando


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e una bella fotografia. Purtroppo, come ogni film orientale, non riesce ad essere esente da alcune trashate nonsense, come ad esempio:


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

La totalità di silenzio da parte dei 2 protagonisti, è un'arma a doppio taglio, poiché è vero che dimostra quanto l'amore poco abbia bisogno delle parole e ne valorizza poi il significato di quelle che vengono enunciate, ma è anche vero che in alcuni momenti del fim parlare era NECESSARIO, se non FONDAMENTALE. Il silenzio era una cosa forzatissima, nessuno sarebbe rimasto zitto in alcuni determinati momenti.

Nota particolare per la recitazione: molti osannano gli attori orientali, in uno dei commenti precedenti ho addirittura letto "essendo un film coreano, la recitazione è ad altissimi livelli"...come se fosse scontato...e invece io tutta sta bravura non ce la vedo...e anche in altri film, gli attori mi sembrano un po' gente presa dalla strada e messa lì...inespressiva.

In sintesi: un film di spessore, certo, ma che io personalmente (complice anche la mia non predilezione per il cinema orientale) non ritengo il capolavoro che la media-voti in questo sito dice essere. Ok la poesia, i simbolismi, ma il vero genio è altrove.

Overfilm  @  07/02/2017 23:48:55
   6 / 10
Film difficile.
A me non ha convinto. Pero' e' uno di quei film che vanno visti.
Se oltre 200 persone prima di me l'hanno "portato" ad una media superiore all'8 significa che probabilmente io sono tra i pochi che non era sulla stesa lunghezza d'onda del regista...
Come sempre ho anche letto parecchi commenti senza pero' trovare, anche a posteriori, delle ragioni specifiche per alzare il voto fino a portarlo a livello dei tanti che mi hanno preceduto nei commenti...

Jolly Roger  @  25/05/2016 14:44:10
   7 / 10
--------------SPOILER PRESENTI------------
Due amanti, due persone senza arte né parte che annaspano in una società imbrigliata in regole di classe che, vista con i loro occhi, appare tanto artificiale da sembrare precostituita. Una società in cui loro non hanno, né avranno mai, un ruolo. Lei, bellissima donna, ma – come si intuisce – poverissima, trattata dal ricco marito come una schiava e anche picchiata. Lui, ragazzo audace ma disadattato.
Due anime che, nel mondo reale, sono goffe e pesanti – come l'albatro sulla terraferma – ma che diventano libere e leggere nel mondo "invisibile": quello delle case vuote, le case degli altri. Ogni notte, popolano una casa diversa, approfittando dell'assenza dei proprietari. Qui, riescono a trovare quel ruolo che non sono riusciti o non hanno voluto trovare agli occhi del mondo: lavano i panni, aggiustano gli oggetti, mettono in ordine. Si rendono utili, curando le case meglio di quel che farebbero gli stessi proprietari. Lo fanno senza un preciso motivo – è come se venisse da dentro. Il loro è puro e semplice desiderio di vivere ma soprattutto è un desiderio di amarsi. Chi non lo capisce (come ad esempio il pugile che li sorprende in casa e che picchia il ragazzo) è perché "non vede", non ha la capacità di capire la natura innocua ed innocente dei due amanti. Chi non lo capisce, non merita nemmeno una risposta, anzi, nemmeno una parola. Nel film, infatti, i due protagonisti non parlano, mai, non proferiscono proprio parola…ma non dicono nulla perché in fondo non c'è nulla da dire. L'amore non si comunica a parole. Si comunica con i fatti, con i gesti, ma soprattutto attraverso gli sguardi – e loro riescono a tramettersi tutto il loro amore senza parlarsi.
Anche la loro innocenza, non la si può comunicare a parole. L'innocenza pura non si discolpa, non si giustifica, non ha bisogno di essere argomentata a parole – è talmente candida da non poter nemmeno accettare di dover smentire il sospetto di colpevolezza, perché sarebbe come ammettere la possibilità che tale colpevolezza potrebbe sussistere, anche solo a livello teorico. Ma l'innocenza pura non può accettare di essere messa in discussione. In questo senso, il silenzio dei due amanti in alcune scene – ad esempio, di fronte alla polizia – ha un significato estremamente alto e spirituale: suona come un "Non abbiamo nulla da dirvi e se anche vi dicessimo qualcosa non lo capireste comunque".
Perché tra il mondo "invisibile" delle case vuote ed il mondo reale non c'è comunicazione. Troppo puro il primo e troppo rigido e materiale il secondo – la voce del primo non può arrivare quaggiù. L'occhio umano vede a 180 gradi e loro hanno scelto di vivere negli altri 180, nascosti. Un mondo invisibile che, man mano che il film avanza, diventa, forse, addirittura immaginario - ma non per questo meno reale.
E' l'immaginazione libera, senza peso, dentro la quale i sogni più puri ed innocenti sopravvivono, in cui possiamo rifugiarci per ripararci dall'altro mondo, quello visibile, freddo ed arido che sta fuori dal nostro corpo.

CavaliereOscuro  @  05/02/2015 19:20:16
   2 / 10
No, davvero, qui siamo ai confini della realtà! 8,3 di media voto. Poesia? Arte? No, diciamo più che altro m3rda d'autore servita su di un piatto di plastica laminato d'argento. Allucinante.

Ape1  @  17/01/2015 18:12:54
   5½ / 10
Un racconto manicheo, l'arte può permetterselo, per carità.
Ci sono il bene e c'è il male, e sono assoluti, e ci sono i buoni ed i cattivi.
C'è tanta vendetta e tanta voglia di rivalsa, violenza agita o in potenza.
A volte il film diventa di un surrealismo estremo ed è difficile distinguere le cose, ma i temi restano.
Ora è vero che sono bene e male raccontati in modo assai più intelligente di come farebbero i film sparatutto americani, ma sempre si parla quasi solo di vittime e carnefici, anche la base dell'amore è questa.
Immagino sia facile identificarsi con le vittime un po' anarcoidi ed ecco che fioccano i 10. A molti immagino piacerà l'idea del film.
Non mi pare però una ragione sufficiente per fare di questo film quello che ho visto commentato con il maggior numero di 10...
Mi dispiace, per me non raggiunge la sufficienza... aspetto i commenti di chi mi vorrebbe "aspettare fuori" e menare.
Di Kim Ki-duk Ho amato molto di più Seom e Primavera...

halb  @  05/09/2014 10:07:43
   7 / 10
Originalissimo nell'idea, nello svolgimento e nelle scelte registiche però, non so voi, ma io ho trovato antipatico e inespressivo il protagonista. Ragion per cui non ho apprezzato a pieno questa pellicola.

Il Fauno  @  21/08/2014 20:40:13
   9½ / 10
Una pellicola magnifica quasi magica, semplice ma allo stesso molto complessa, difficile da comprendere sino in fondo.
Interpretabile in molti modi, è come un caleidoscopio di significati ed il finale n'è l'apice.
Un film realizzato con estrema grazia e maniera attraverso suoni, silenzi, immagini e voci al posto giusto, senza sprechi e con grande profondità d'animo.
Forse il miglior film di Kim Ki-Duk.
Da vedere.

GianniArshavin  @  06/07/2014 20:51:18
   8½ / 10
Al momento "Ferro 3" è in assoluto il miglior Kim Ki Duk che vedo , un film dall'abbagliante bellezza senza dubbio fra i prodotti meglio riusciti degli ultimi anni.
Il regista coreano ci racconta una storia d'amore che dire surreale ed atipica è poco , un rapporto originale e molto particolare nato fra due protagonisti silenziosi , un sentimento lontanissimo dai canoni occidentali e dalla fortissima carica poetica.
L'opera malgrado un ritmo compassato e parecchie scene di non facile comprensione ad una prima visione è un concentrato di emozioni e poesia , una delle migliori rappresentazioni dell'amore viste al cinema , una toccante ed intima vicenda gestita magistralmente dalla regia delicata del cineasta asiatico.
Molteplici sono le scene sublimi che mi ritornano in mente a distanza di giorni , spesso accompagnate dall'ascolto della colonna sonora della pellicola , una melodia quasi celestiale inserita perfettamente all'interno della vicenda.
Da Oscar i due attori principali , davvero sorprendenti nel comunicare praticamente solo con i silenzi e mai con le parole.
Inutile quindi dire che considero "Ferro 3" un titolo da vedere a qualunque costo , una delle massime espressioni del cinema orientale e romantico di sempre.

JOKER1926  @  10/03/2014 23:14:26
   7 / 10
Ogni arte ha avuto una matrice, o perlomeno un netto stile che si differenzia da zona a zona. Il calcio italiano, ad esempio, non avrà mai i muscoli di quello inglese, ma è lo stesso calcio italiano ad essere più tattico. Da territorio a territorio scema persino il concetto di palla libera. Questa premessa "calcistica" per deporre ogni tipo di concettualità ai piedi di un'altra arte, quella dei film.

In pratica ogni nazione/continente ha una cultura e una formazione diversa di professare l'arte cinematografica; i film europei "mediamente" sono conosciuti per una grossa e precisa impostazione di storia e di sceneggiatura; i film orientali invece si sviluppano su un qualcosa di irrimediabilmente diverso, quasi opposto.

"Ferro 3, La casa vuota" appare, a questo punto, essere un nutriente esempio. Annullata con Kim Ki-duk (l'autore del film) ogni prassi e convenzionalità ci accorgiamo subito che la produzione del 2004 poggia su parametri troppo lontani da quelli standard, nel bene o nel male.
"Ferro3" inizia in un silenzio autentico e prosegue attraverso sequenze di romanticismo acuto ma timido, almeno nella forma, la musica (eccezionale) va a dettare i tempi di ogni piccola e grande cosa. La colonna sonora qui è spina dorsale. Dopo una prima parte di silenzi e sofferenze implose e spirituali il film sembra perdere qualche cartuccia portando alcuni personaggi in più in scena e a andando a parare troppo sulla violenza e sull'abuso di potere (poliziotti e guardie di carcere). Ma la parte più importante, inesorabile apparato di critica negativa o apprezzamenti, dipende, è quella finale ove si entra appieno nella metafisica ma la stessa metafisica non riesce a diventare grande; c'è l'idea ma l'interpretazione intorno ad essa si tinge troppo spesso di un ermetismo e di una vaghezza intrigante ma non scardinabile. Ora chi si accontenta della suggestione, ovvero dell'immagine, e dell'attimo rimarrà impressionato, quasi solennemente. Chi invece cerca di mettere le cose al proprio posto (un po' come il personaggio) noterà che qualche pezzo manca per completare un quadro che prometteva benissimo e alla fine lascia solo uno strascico di grandezza, senso di incompiutezza corrisposto ad un grande potenziale, fra arte, simbolo e atmosfere.

InvictuSteele  @  27/01/2014 13:39:43
   7½ / 10
Un film poetico e delicato dove i due protagonisti sono muti e si lasciano investire dai rumori della città e dalle voci degli attori secondari. La loro solitudine è scandita da gesti minuziosi, lenti e studiati e resi eleganti da una regia e una scenografia minimaliste. Due anime simili nella loro condizione esistenziale che cercano un equilibrio perfetto in una seconda parte del film quasi surreale.

Oh Dae-su  @  04/11/2013 13:24:46
   6½ / 10
Lungometraggio asiatico minimalista e poetico.
Stupenda la storia, bellissimi gli ambienti e raffinato il modo di raccontare gli eventi..
Irrita un pò la totale assenza di dialogo tra i protagonisti che non brillano certo per simpatia o carisma, e quindi il film a tratti risulta parecchio lento e macchinoso.
La seconda parte poi, osa troppo e diventa quasi surreale..
E' innegabile però il fascino di una storia d'amore splendida.

TonyStark  @  27/10/2013 23:00:25
   6½ / 10
carino dolce poetico ma non un capolavoro, è vero che l'amore non ha bisogno di parole ma qui forse si esagera!

horror83  @  24/08/2013 13:07:41
   6½ / 10
questo film è difficile da commentare. da una parte amando il cinema asiatico mi è piaciuto perchè hanno un loro modo diverso di fare cinema, ma dall'altra parte è abbastanza noiosetto

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è un film strano che però ne consiglio la visione almeno una volta! io sicuramente una seconda volta non lo riguardo!

pinhead88  @  22/07/2013 23:07:06
   9 / 10
lukef  @  11/06/2013 14:14:44
   5½ / 10
Sarà poesia, sarà il ritorno ad una forma primordiale di comunicazione, a me è parso di una noia infinita.
Ammetto che ci sono alcuni concetti interessanti alla base: la metafora, la confusione tra sogno e realtà.. ma questo non basta a sostenere un film in cui non si fa altro che pulire i panni e giocare a golf (neanche sapevo esistesse in Sud Corea).
Inoltre, se per la prima parte si può parlare di noia, dalla seconda diventa proprio una cretinata; anche portando un po' di pazienza per cercare il significato allegorico di alcune sequenze, è difficile passar sopra...

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Come se non bastasse, il protagonista ha una faccia da c**o impressionante, cosa che sicuramente non contribuisce in senso positivo alla mia valutazione.
Concludendo, a meno che non siate appassionati di un certo cinema minimalista o dei disturbi di questi popoli, lo sconsiglio.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  29/01/2013 16:23:58
   7 / 10
Raccontando l'amore silenzioso ed impossibili di due figure limite (un vagabondo e una moglie vittima di violenze) Kim Ki Duk è magistrale nel creare un'atmosfera sospesa, quasi sinistra eppur struggente. Tra metafore visive e concettuali eleganti, ma a volte pretestuose, il suo è un cinema personalissimo. Una boccata d'ossigeno, anche se alcuni assunti mi sono apparsi forzati.

Nel film non si parla praticamente mai, eppure il ritmo e la fluidità narrativa è sorprendente; la casa vuota probabilmente l'impossibilità di vivere la via che si vorrebbe, e non si può far altro che imitare quella degli altri (vedi il finale).

O forse è solo l'impossibilità di distinguere realtà dal sogno?

Badu D. Lynch  @  28/01/2013 16:22:08
   9 / 10
Poesia allo stato puro.
Forse, il film più poetico che abbia mai visto.

Sweet as Candy  @  15/01/2013 12:16:17
   9½ / 10
Riuscire a mostrare l'amore nella sua più pura forma, senza mai banalizzarla non credo sia facile.
In questa meravigliosa pellicola viene mostrato il sentimento più "famoso" e ricercato del mondo in quella che è sicuramente la sua vera essenza. Viene cancellata la parte troppo umana di quelle che sono le relazioni, mostrandoci quanto le parole siano superflue: ne usufriamo ogni giorno come se avessimo paura che, lasciando degli spazi vuoti, tutto quello che possediamo potesse semplicemente svanire. Ovviamente non è così; giochi di sguardi, sorrisi accennati, complicità spontanea fanno sì che i due amanti, pur conoscendosi appena, siano travolti da una semplice, ma non per questo superficiale, felicità.
In questo mondo in cui possediamo tutto, diventiamo sempre più aridi e sempre più soli, e vedere una storia d'amore così eterea, se vogliamo, può solo farci capire, o meglio ricordare, tutti ciò per cui vale la pena di esistere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  11/01/2013 18:04:29
   10 / 10
Il capolavoro di Kim Ki-duk ovvero quando l'amore non ha bisogno di parole.

suspirio  @  10/01/2013 20:32:06
   8½ / 10
Un film in cui non si parla quasi mai ma coinvolge fino alla fine. Trama originale e ottima regia.

Neurotico  @  02/01/2013 21:27:51
   1 / 10
Irritante e presuntuoso. Stucchevole e noioso. A volte sembra una vera presa per il ****. Il protagonista antipatico a livelli metafisici.

Invia una mail all'autore del commento diderot  @  03/12/2012 12:03:26
   7½ / 10
Questo film racconta una storia particolare che incuriosisce fin dall'inizio. Pur non avendo un ritmo intenso ed essendo povero di dialoghi, non annoia mai ma al contrario tiene incollati allo schermo. La storia, che si evolve con una certa linearità, convince quasi sino alla fine dove conduce ad un finale un poco dubbio... ma comunque gradevole.

M.R.  @  17/11/2012 15:25:50
   10 / 10
Questo è un film MERAVIGLIOSO. E merita un dieci e lode!!
E per me è il migliore di Kim Ki-duk. Vale assolutamente la pena vederlo!

Oskarsson88  @  14/11/2012 17:00:14
   6½ / 10
Film dai silenzi lunghi e dai tanti significati. Per carità, può essere un capolavoro, ma io col cinema asiatico cozzo sempre contro e non riesco a farmeli piacere davvero...e quindi non posso dare più di un sei e mezzo.

7219415  @  14/11/2012 09:29:11
   6½ / 10
Tenero dolce, colmo di significati e tutto quello che volete. Però è TROPPO lento...infatti consiglierei, data la praticamente insesistenza di dialoghi soprattutto nella prima ora, di guardarlo con VLC media player. Infatti in basso a destra è possibile scegliere la velocità 1,5x o 2x ed ecco che se prima ad alzare una tazza per portarla alla bocca ci volevano 2 ore almeno ora ce ne vuole solo una!!!!

Supercecco  @  05/11/2012 20:40:37
   7 / 10
Uno dei film meno parlati della storia. Di Kim Ki-Duk ho visto Primavera, Estate, Autunno etcetcetc , Pièta e questo. Devo dire con sincerità che Ferro3 mi è piaciuto un pò meno degli altri due, ma il mio è un giudizio soggettivo. Siamo sempre su livelli molto alti.. Alcune scene un pò troppo assurde tipo l'incidente in strada con la palla da golf. Il marito della protagonista a mio avviso volutamente stereotipato ma in ogni caso esageratamente stupido..... Il protagonista è un bel tipo.

SelFxTreem  @  03/11/2012 11:42:08
   7 / 10
Film cervellotico con un finale assurdo. Per capire il mio voto bisogna premettere che non ho capito il messaggio del film. Fatto bene, idea carina, fotografia bella ma boh. Non mi è arrivato nulla di più. Il personaggio del poliziotto interpretato male dall'attore.

franky83  @  25/10/2012 13:38:52
   5½ / 10
Gli do quasi la sufficienza,solo perchè si lascia guardare senza annoiare.

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mauro84  @  16/10/2012 15:19:40
   9 / 10
mi son visto sto film all'insaputa di quello che ne poteva comportare.. di quello che mi poteva trasmettere.. sapevo della sua esistenza.. anche perchè sto regista ha vinto il leone d'oro a venezia proprio quest'anno.. e prima di vedermi pietà .. mi son detto.. facciam una base.. e che base mamma mia..

poesia.. arte.. un film poco parlato.. molto silenzioso.. ottima fotografia.. ottimi attori che fanno pesar con poco la situazione creatasi in famiglia e il dramma che ne deriva

un piccolo capolavoro dall'oriente! non perdetevelo

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  05/10/2012 13:44:01
   8½ / 10
L'apoteosi del cinema muto per ribellione. In Ki Duk è lo sdegno nei confronti della comunicazione convenzionale, la volontà di ritornare al linguaggio primordiale in cui il gesto e lo sguardo sono investiti di un valore quasi imperativo. La parola non viene svilita dal silenzio, ma resa più palpitante, più eufonica nell' attimo in cui viene proferita per urgenza. In "Ferro 3" quelle due parole, rilasciate da Lei dopo una lunghissima inspirazione, non sono un'espressione canonica, sono segni. Nulla hanno in comune con le due-più-tre lettere incise sugli alberi nei parchi, schizzate sui muri di scuola, ripetute tutte le mattine dagli sposi metodici, dette per scherzo dai più scanzonati. Il lessico sentimentale è meccanica abitudine, va defibrillato per emozionare ancora.
"Ferro 3" è la guerra dei muti contro i ciechi. Scriveva Montale con altissimo dolore degli "scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede". Difficile dire se il mondo in cui viviamo è sogno o realtà, difficile quanto inutile. Persone che inseguono una comune destinazione ( in Ki Duk è predestinazione), come divinità, la realtà la creano da sé.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/10/2012 19.25.43
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opeth74  @  14/09/2012 15:56:07
   10 / 10
..il Cinema inteso come Arte!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/09/2012 19:44:06
   10 / 10
Invia una mail all'autore del commento scrib0  @  27/07/2012 12:15:40
   10 / 10
Un grandissimi capolavoro del regista sud coreano Kim Ki-Duk...una storia d'amore meravigliosa...quando il silenzio si veste di parole..

DarkRareMirko  @  18/07/2012 23:40:21
   9 / 10
Eccezionale film coreano che vidi tempo addietro in università; in bilico tra realtà ed immaginazione, è un concentrato di weird ed originalità, che regnano sovrani sino ad un finale aperto ed irreale.

Di non facile comprensione, con pochissimi dialoghi (se non addirittura senza dialoghi, mi pare), non è propriamente cinema mainstream, e quindi, cinema per tutti.

L'idea della multipla semihome invasion (senza gente dentro però), è tanto nuova da sembrare spiazzante, ed attorno ad essa è stata sapientemente creata tutta uan confezione in grado di far pensare, riflettere, interessare.

Da vedere.

2 risposte al commento
Ultima risposta 19/07/2012 10.36.09
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Invia una mail all'autore del commento luca986  @  27/04/2012 23:51:56
   9 / 10
Questo è cinema di altissimo livello. Lo reputo geniale.

James_Ford89  @  13/03/2012 19:35:37
   10 / 10
Quando l'amore non ha bisogno di parole.


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Regista di una sensibilità incredibile, ci regala un finale che riempie il cuore quasi fossimo noi i protagonisti. Da non perdere.

gemellino86  @  11/03/2012 16:44:55
   9 / 10
Davvero un ottimo film coreano con sequenze di pura poesia. Il merito è tutto di una regia eccellente. Romantico e mai mieloso. Da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  10/03/2012 00:30:09
   9 / 10
Una storia d'amore.

speXia  @  26/02/2012 01:17:00
   10 / 10
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Con questa splendida, poetica frase si conclude La Casa Vuota, il primo film KimKidukkiano che vedo, e che sicuramente mi resterà dentro.

Ferro 3 è una storia decisamente originale, triste e malinconica, ma allo stesso tempo molto ottimista. E' un racconto di due vite che si incontrano in un modo inusuale, ma che saranno destinate a rimanere insieme, nonostante le numerose avversità che incontreranno; di due persone i cui sentimenti sono forti e sinceri, così tanto che i due riescono a trasmetterseli solo con uno sguardo, un cenno, ma senza l'uso di inutili parole. E così, entreranno uno nella "casa vuota" dell'altro.

Ferro 3 è anche una poesia, in cui la realtà, così crudele, triste e piena di straziante solitudine, si fonde con il sogno d'amore dei protagonisti, dando vita ad un meraviglioso tutt'uno.
Molti sono i simbolismi: le case vuote, l'introdursi dentro di esse, la mazza da golf, la bilancia, l'arte di nascondersi di Tae-Suk. Alcuni sono chiari simboli di solitudine, altri invece molto più romantici (quell'abbraccio sulla bilancia, che scena geniale).

Ma Ki-Duk non è solo un poeta, ma anche un grandissimo artista, un pittore i cui quadri sono inquadrature: inquadrature studiate benissimo, alcune raggiungono la genialità (il già citato abbraccio). Insomma, la fotografia è eccelsa. Suggestiva e atmosferica la colonna sonora, mi riferisco specialmente a Gafsa, quel capolavoro di canzone prediletta dal protagonista, la cui melodia pervade la pellicola dandogli un atmosfera ancor più sognante.
Essendo un film coreano, mi sembra inutile dirlo, ma gli attori sono tutti bravissimi.

E così, il sogno si conclude, in modo meraviglioso e toccante, con una scena di indimenticabile bellezza. Anzi, per essere precisi, è la realtà che si conclude. Quell'orribile realtà in cui Tae-Suk e Sun-Hwa sono stati costretti a vivere fin troppo a lungo. E finalmente, le loro "casa vuote" si sono riempite.

Capolavoro di rara delicatezza, difficile da trovare di questi tempi.
Una poesia piena di sentimenti. Puri, sinceri.
Silenziosa, come una casa vuota.
Tenera come un abbraccio.
Ma che colpisce come una mazza da golf.
E questo colpo di Ferro 3 in testa è difficile da dimenticare.

guidox  @  25/02/2012 16:27:14
   8½ / 10
film che ti rimane dentro, poetico ma dinamico, tipicamente orientale ma al tempo stesso universale.
splendido.

Romi  @  11/02/2012 16:48:12
   7½ / 10
Siamo tutti case vuote
E aspettiamo qualcuno
Che apra la porta e ci renda liberi.
Un giorno il mio desiderio si avvera.
Un uomo arriva come un fantasma
E mi libera dalla mia prigione.
E io lo seguo, senza dubbi, senza riserve…
Finchè incontro il mio nuovo destino.

Ferro 3 – la casa vuota, può essere definito come un inno alla delicatezza dei sentimenti: la storia è quasi priva di dialoghi, del tutto assenti tra i due protagonisti. Loro comunicano tramite cenni, sguardi, sorrisi appena accennati e questo basta per capirsi.
Tae-suk si introduce nelle case vuote, ma non è ben chiaro il motivo: forse la sua vita è troppo triste e solitaria? O forse vuole portare un po' del suo amore nelle case di coloro che potrebbero essere tristi, litigiosi o con problemi coniugali?
Case, che Tae-suk, ritiene momentaneamente abbandonate grazie a dei volantini pubblicitari che lascia dietro le porte delle stesse. Ripasserà, in un secondo momento, per verificare quale porta ha ancora il volantino dietro, ciò gli segnalerà che la casa è vuota.
Inoltre il ragazzo gioca sempre con una mazza da golf n.3, da cui prende nome il film, infatti secondo il regista la mazza da golf n.3 è anch'essa una metafora (come le case vuote) perché è la meno usata e quindi si può paragonare anche ad una persona sola, abbandonata.
Al tempo stesso la mazza da golf è l'arma con la quale Tae-suk salva Sun-hwa, rappresentando così anche il simbolo della speranza in un cambiamento.
La spiegazione sembra ovvia, ma non è ben chiaro perché il ragazzo giochi sempre con quella mazza. Le metafore spiegate dal regista non si spiegano chiaramente all'interno della storia.
Forse il ragazzo si identifica anch'egli con la mazza n. 3? A sottolineare la sua condizione di solitudine o è una specie di angelo che salva gli altri dalla solitudine?
Ed è proprio attraverso queste sue peregrinazioni nelle case vuote che incontra Sun-hwa, una donna maltrattata dal marito.
L'atteggiamento dei protagonisti potrebbe essere inteso come anarchico, in quanto possono apparire vittime di una società malata e incapace di comunicare. Loro si oppongono ad essa attraverso il loro mutismo. L'amore tra i due infatti è capace di sconfiggere qualsiasi situazione avversa sempre attraverso il loro mutismo che li innalza oltre lo squallore e la volgarità del mondo.
Tae-suk appone il mutismo perfino quando è arrestato e ciò non lo aiuterà ad evitare la galera. In questo contesto il film presenta aspetti surreali perché Tae-suk, nella sua cella, si perfeziona nell'arte del celarsi.
Grazie a questa eccezionale capacità solo Sun-hwa riesce a vedere Tae-suk, egli infatti ha imparato a rendersi visibile solo per lei, e invisibile per il resto del mondo così violento e caotico.
E solo verso la fine, infatti, che Sun-hwa riesce a dire "ti amo", proprio quando egli è invisibile, come se solo allora il loro amore protetto dall'invisibilità di Tae-suk avesse permesso a Sue-hwa di pronunciare le parole più importanti. Il loro amore viene così sublimato in un abbraccio come pura sostanza senza peso e gravità (scena del finale in cui i due si abbracciano sopra la bilancia il cui ago segna lo 0).
Ferro 3, in definitiva, non è un film per tutti, ci sono degli spunti affascinanti: le idee profonde e originali legate alle case vuote, le scene delicate e piene di poesia dei due protagonisti, ma non è di facilissima comprensione e può lasciare anche perplessi sull'aspetto, forse troppo incisivo, che riguarda il bene e il male chiaramente distinti.
Il film si conclude con la frase "è difficile dire se il mondo in cui viviamo è sogno o realtà", forse perché i due protagonisti si rifugiano in un mondo che sembra svanire dietro una cortina di fumo che li rende invisibili attraverso il loro amore sublimato in cui rifugiarsi sicuri da quel mondo ostile e squallido che li circonda.
C'è chi lo definisce un film che prende spunti dalla cultura orientale per trasmutarlo appositamente per il mercato occidentale. Ciò non toglie, secondo me, che il film sia estremamente poetico, evidenziando la delicatezza dei sentimenti, dei buoni sentimenti, di certi valori che, benché se ne dica, sembrano tanto mancare nella società contemporanea.

marimito  @  26/01/2012 22:50:33
   8½ / 10
un film - poesia,, ed ovviamente una poesia d'amore.. in cui la leggerezza e purezza dei sentimenti si legge nel sentire e nei silenzi dei protagonisti che non hanno bisogno di parole.. e chi è dall'altra parte dello schermo non può che vivere quelle emozioni quasi in apnea, seguendo la ritualità dei gesti che ne manifestano l'intensità.. tutto ciò che ruota intorno ai protagonisti appare dunque contaminato,, ed incapace di poter comprendere qst amore puro.. una meravigliosa storia capace di far sognare..

ezequiel  @  03/01/2012 00:52:16
   7 / 10
troppo volutamente diverso. alcune scene valgono molto.
altre - soprattutto quelle in mezzo, quando lui è in carcere - forzate all'eccesso.
k.k.d. ci sa fare. ma lo si capisce solo quando si è tentati di pensare il contrario.

Bobby Peru  @  29/12/2011 20:56:25
   8½ / 10
Ohhhhh. Era ora. Visto martedi. che dire.. poesia. Un gioiellino, due protagonisti che dialogano a sguardi, gesti, emozioni... non una parola, mai una. E qui scatta la magia di un grandissimo regista che riesce a far volare come una piuma (leggera...ondulante..non prevedibile) un intera pellicola senza dotare ai personaggi principali il dono della parola.

Giudizio: una magica poesia d' amore, film raro di questi tempi.

L1nch07  @  27/10/2011 16:00:56
   9 / 10
Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  17/10/2011 16:39:56
   9 / 10
Qui siamo dalle parti del capolavoro: un film coinvolgente, poetico, che colpisce per la delicatezza con cui narra una storia sopra le righe e per una fotografia eccezionale.

david briar  @  27/07/2011 12:03:35
   8 / 10
Il mio primo approccio al cinema orientale è forse il film più difficile da commentare che mi sia mai capitato.
"Ferro 3" è un' esperienza, più che un film, e scorre placido come un film muto, i due protagonisti non parlano mai, se non

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.

Riesce a non annoiare nonostante tutto, ma appassiona ed interessa, coinvolgendo lo spettatore col nomadismo dei due personaggi.

Magistrali regia e fotografia, che in modo intelligente danno realismo alle scene in esterni mentre le scene in interni hanno un certo misticismo.
Bravi i due attori, che riescono a comunicare senza parlare.
Bello e poetico il finale, aperto a più interpretazioni.

C'è solo un ma: il tutto ha volte ha l'aria vagamente costruita, ho avuto questa sensazione.
Tuttavia, non si può negare che nella sua semplicità sia molto emozionante, e senza dubbio memorabile. Una volta visto viene voglia di rivedersi almeno l'ultima parte.

Utima menzione va data alla canzone di Natacha Atlas, Gafsa: davvero splendida e particolare, in linea con il tono dato alla pellicola, si sente ogni volta che i due sono da soli in casa.

"Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno".

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/07/2011 12.05.59
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Febrisio  @  24/07/2011 19:58:28
   7 / 10
Riesce a ricreare qualcosa che è difficile trovare in un film. Il platonico finale, come un po tutta quest'ultima parte dona delle intense sensazioni, decisamente piacevoli. Il grande silenzio, a volte forzato, tende ad una surrealità a volte sprovvista di un vero senso, se non quello, forse, di voler apparire troppo poetico e carico di qualcosa che non c'è. La prima parte abbastanza straabusata in questo senso, da vita al particolare nomadismo del protagonista che solo nel raccontarlo nei particolari potrebbe già rientrare in una fiaba moderna.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  26/06/2011 21:20:55
   8 / 10
Il primo film di Kim Ki-Duk che guardo, e posso dire che partiamo proprio bene. Una carrellata di scene un pò surreali ma comunque molto belle e realizzate benissimo. Forse dando una prima, grossolana lettura alla trama (come ho fatto io) può sembrare poco originale, ma non è assolutamente così.
Parzialmente vanno ringraziati gli attori principali (soprattutto quello che interpretava Tae-Suk) per riuscire a comunicare senza il bisogno di dialoghi.
Difficile collocare un film così in un genere...

h.chinaski  @  29/04/2011 17:44:31
   9½ / 10
Un classico.
Commovente, profondo e poetico.

Tae-suk gira con la sua motocicletta in cerca di case vuote d'abitare. Verificata l'assenza dei proprietari, s'intrufola ogni giorno in una diversa: mangia, si lava, dorme, pulisce i panni sporchi e ripara gli elettrodomestici rotti , poi va via. Qui sta l'assurdità, qui nasce la favola. La grandezza e la bontà di questo personaggio si concretizzano in una violazione, in un reato. Ma si sa che una favola ha regole diverse dalla realtà e ciò che è invadere, qui diventa riempire. Tae-suk dà contenuti a uno spazio solo, e lo fa in silenzio. Riempie il vuoto con il silenzio. Un giorno entra in una casa lussuosa che credeva vuota, qui incontra Sun-hwa, un'ex fotomodella picchiata dal marito, una donna bellissima, più dolce di un'abbronzatura a dicembre. I due s'innamorano e si uniscono, ma non fuggono dalla realtà, decidono di viverla in modo diverso, muti come due piccoli Buster Keaton, leggeri, invisibili.

3 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2012 20.35.33
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/04/2011 22:17:38
   8½ / 10
Una presenza/assenza, il corpo che diviene sempre più intangibile come un fantasma. E' un processo di maturazione non dissimile da quella operata In Primavera, estate...., l'esigenza di liberarsi di quella corporalità da cui può liberarsi l'istinto di violenza nell'uomo (la mazza da golf come strumento), per raggiungere uno stato di libertà assoluta.
Un film sotto certi aspetti originale, dove la forza dell'immagine e il silenzio dei protagonisti (straordinari entrambi) di fronte alla fisicità pura e la parola, inutili e dannosi.

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Ultima risposta 28/04/2011 16.30.42
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trickortreat  @  16/04/2011 16:15:56
   10 / 10
E' la prima volta che non so davvero come commentare un film. Continuo a scrive, cancellare, scrivere, cancellare. Una sensazione strana, strana come questa poesia. Una sensazione incredibile, incredibile come questa poesia. Una sensazione mai provata prima, una poesia mai vista prima.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/04/2011 02.19.22
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Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  @  06/04/2011 20:11:49
   7 / 10
La scienza ritiene che tutto ciò che avviene in questo mondo sia il frutto ......

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

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Ultima risposta 07/04/2011 12.16.03
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_Hollow_  @  12/02/2011 23:59:02
   10 / 10
Probabilmente, il prossimo passo della coppia sarà un castello sulle nuvole. Qualcosa che nemmeno tutto il denaro del marito avrebbe potuto comprare.

"Come non c'è denaro nella poesia non c'è neanche poesia nel denaro."

Grazie Kim, grazie Tae-Suk e Sun-Hwa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  10/02/2011 14:17:58
   8 / 10
Tenero, avvolgente, particolare, silenzioso. Le cose che mi sono piaciute di più di questo film sono la fotografia e la scenografia, talmente impeccabili che posso dire di averne visti pochi di film così. E poi c'è quella cosa che rende "Ferro 3" speciale… ovvero il finale. Stupefacente. Anche la musica è bellissima.
Premio della Giuria a Venezia.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  28/11/2010 01:57:53
   9 / 10
Stupendo, il silenzio diventa più eloquente di fiumi di parole in una realtà sopraffatta dalla violenza.
Un film fatto di sguardi e di gesti impalpabili, un'elegia amorosa di sconfinata poesia in un insieme di sublime levità.
Esperienza dei sensi e dell'anima tra le più belle che il cinema ci abbia mai regalato. Gioiello.

4 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2010 10.23.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  18/10/2010 14:49:26
   10 / 10
Altissima favola che si nutre di una regia ispiratissima, saldata in modo clamoroso al motiva dominante dell'opera: la leggerezza.

La messa in scena è all'insegna della perdita di peso e della levità.

Kim Ki Duk sa di cosa sta parlando: infatti nella parte centrale del film sa, come in un'antitesi necessaria, mettere in scena la crudezza e la pesantezza. Ma è solo per farne scaturire una definitiva maturazione verso una levità prossima all'incorporeità e all'evanescenza dello spirito.

Ma cos'è più reale? Quello che percepiamo in superficie, l'apparenza delle cose, i rapporti codificati, la logica del possesso - o non piuttosto quello che si nasconde ai nostri occhi, ciò che non possiede forma che lo inquadri, ciò che sfugge continuamente ad ogni incasellamento, ciò che rifiuta le logiche borghesi del possesso (l'avere) per accedere a una dimensione più sostanziale dell'essere, invisibile?

Mirabile leggerezza baciata dalla grazia per raccontare l'essenziale.

----

Note a margine:
- il protagonista non viene mai mostrato come un fantasma, come puro spirito, ma ne mantiene tutte le caratteristiche. E anche la bilancia del finale potrebbe segnare "zero" solamente perché precedentemente manomessa da Lei.

- A un certo punto del film Lui copre su di una foto gli occhi del propietario di una delle case (quello con i guantoni da boxe). Come dire: "tu non ci vedi veramente". E quindi: "non mi vedi, in te non ha spazio la dimensione in cui mi muovo io: la percepisci soltanto".

- L'inquadratura sulla tuta di Lui prigioniero, quando il secondino non lo trova, e vede inizialmente solo la sua tuta afflosciata a terra, non posso fare a meno di paragonarla a quel passo del Vangelo in cui, penetrati nel sepolcro, trovano il sudario di Cristo afflosciato su se stesso. C'è un rimando al tema di Resurrezione del Corpo, in questo film del cristiano Kim Ki Duk. E lo dico con la convinzione che se il rimando fosse a Sofocle o Omero, sarebbe dello stesso genere: infatti non intendo ragionare su di un piano diverso da quello dei significati e dei significanti - insomma da un piano estetico. (Anche se temo che la mia notazione mi alienerà la simpatia di molti atei o agnostici. Pazienza).

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/10/2010 18.36.31
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Runo  @  18/10/2010 00:34:24
   10 / 10
Un film che è pura poesia, spesso un semplice sguardo, la forza delle immagini sono in grado di trasmettere più di mille parole.. Kim Ki-Duk è uno dei pochi registi che può permettersi di raccontare l' amore con pochi dialoghi. Ogni casa lascia ai due giovani innamorati un prezioso ricordo vissuto insieme, il simbolismo/la metafora è una componente fondamentale nell' opera del regista coreano nonché il linguaggio del film stesso, rappresentato dal significato che ogni oggetto o gesto ha per i protagonisti e dal loro modo di trasmettere amore e sensazioni attraverso dei piccoli gesti.. Ferro 3 - la casa vuota è perfetto connubio tra cinema ed arte ma è un film che non va visto con superficialità e che non consiglio ai minori di 18 anni, in quanto le esperienze e la maturità dello spettatore influiscono notevolmente sul giudizio finale...

nevermind  @  14/10/2010 23:22:52
   8 / 10
Unico, mai visto niente del genere. Un film abbastanza lento ma allo stesso tempo pieno di situazioni al limite dell'assurdo, l'idea poi è da premiare. Veramente una chicca! Meno male che esiste la sezione "Ultimi 20 film commentati" altrimenti me lo sarei perso ;-)

Yosseph  @  10/10/2010 20:00:18
   9 / 10
Kim Ki-duk ha detto di questo insolito film:

Siamo tutti case vuote
e aspettiamo qualcuno
che apra la porta e ci renda liberi.

Un giorno il mio desiderio si avvera.
Un uomo arriva come un fantasma
e mi libera dalla mia prigionia.
E io lo seguo, senza dubbi, senza riserve,
Finché incontro il mio nuovo destino.

Deliziosamente audace, Ferro 3 è una favola romantica, inquietante, disarmantemente gentile, che mette a nudo la brutalità casuale che si trova appena sotto la superficie della società coreana e, per estensione, di quasi ogni altro Paese.
Presentato a sorpresa in concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e premiato con il leone d'argento per la miglior regia, questo film è un esempio perfetto del cinema poetico che arriva dall'Oriente. Kim Ki-duk conferma un talento che produce a ritmo battente opere straordinarie, sempre coerenti col suo universo artistico, fatto di lucida disperazione e sereno distacco dalla realtà.
Il suo è un cinema asciutto, espressamente visivo e povero di dialoghi, e anche Ferro 3 è caratterizzato dall'assoluto mutismo dei due protagonisti-amanti, ma è un silenzio pregnante di emozioni vere.
"Bastano le immagini, nitide e sensuali, ad illuminare questo canto dell'amore perfetto, in cui i silenzi non sono vie di fuga, in cui l'agire prevale sul parlare vano, e in cui l'uno abbraccia completamente la vita dell'altro senza nulla chiedere." (Caterina D'Amico)

zakfett  @  07/10/2010 09:26:41
   8 / 10
Gran film, con una parte finale che è pura poesia allo stato solido.
Forte componente estraniante per un genere di cinema da noi poco frequentato.

Fotografia di grande impatto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  27/09/2010 11:28:23
   7½ / 10
Di Chaplin c'è la poesia semplice e sognante, il mutismo, un vagabondo gentile, la prigione, soprattutto quella scena di ‘Luci della città', in cui due innamorati giocavano ad abitare per una notte nei grandi magazzini.

In aggiunta un po' di durezza, qualche moderna ossessione, una rabbia che ridiviene tenerezza se davanti si rimette lei.

E' la favola di due fantasmi differentemente soli, lei per forza, lui per ostinazione, che un bel giorno si scoprono di carne, e che s'accorgono che due silenzi sommati, forse, non fanno un grande silenzio.
E così cominciano una vita coniugale, fatta di umili cose felici, insieme, cose che poi chi le fa tutti i giorni, magari, non si sente neppure felice.
Lei lava i panni come una moglie, lui opera piccole riparazioni come un marito. Prendono il tè, guardano la tv, scattano foto, seppelliscono un vecchio padre, come moglie e marito. Occupano le stanze nelle ore in cui sono disabitate, nelle ore d'assenza, in cui tutti gli oggetti contenuti se ne stanno inutilizzati. Le lasciano leggere, quasi purificate.

Poi si ridivideranno, torneranno a perdere di consistenza le carni; lei dovrà pensare a tutte le faccende di casa, come lui all'inizio si lavava i panni… Ma amare nella propria dimora, anche solo un fantasma, aiuta la vita di tutti i giorni… Nel finale tornano alla mente i ‘Racconti' di Mizoguchi.

17 risposte al commento
Ultima risposta 27/09/2012 15.48.06
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carriebess  @  08/09/2010 17:39:29
   10 / 10
Uno dei film più belli ed emozionanti che abbia mai visto.
Probabilmente la più alta e lirica espressione d'amore su schermo.

vehuel  @  01/09/2010 10:38:23
   10 / 10
Film assolutamente poetico ed affascinante per le sensazioni di calma e benessere che riesce a trasmettere. Bellissma la musica e bravissimi gli attori con una regia suiperlativa, i movimenti della macchina da presa sono ineccepibili. Poi il finale ti lascia senza parole, quello zero sulla bilancia vale la vissione di tutto il film.
Capolavoro!!

connor  @  16/08/2010 18:03:49
   9½ / 10
Straordinaria storia d'amore tra due persone che non hanno bisogno di parole per comunicare fra loro.
Il finale surreale vale il mezzo voto in più.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  30/07/2010 00:46:52
   10 / 10
non ho parole ho quasi pianto e ho avuto la pelle d'oca x gli ultimi 20 minuti buoni. Penso sia il film + poetico della storia del cinema, di una sensibilita' inconcepibile e inarrivabile, superiore perfino al mio adorato bullet ballet di tsukamoto. QUANDO SI RIESCE A DIRE TUTTO senza dire quasi manco 1 parola...non è 1 film è 1 sentimento su pellicola.

Cosa darei x vivere una storia del genere....

Silver  @  14/07/2010 22:56:45
   10 / 10
Un ASSOLUTO capolavoro.
Una STORIA fantastica.
Una REGIA semplice e curata.
Un FINALE meraviglioso.

topsecret  @  06/07/2010 09:23:21
   6½ / 10
E' un film pacato, carico di sentimenti e sognante, a volte anche troppo, che sfiora il surreale e traccia una linea di demarcazione tra sogno e realtà.
E' l'incontro tra due anime sole, desiderose di trovare pace e calore, fuggendo dal mondo esterno rifugiandosi nelle case vuote, lasciate momentaneamente a loro uso e consumo e dove cercare e conservare un attimo di fugace libertà.
Un film impegnato, non semplice da recepire, ma desideroso di trasmettere emozioni avvolgenti, ricorrendo alla metafora della casa vuota in cui si identifica la solitudine che ogni uomo nasconde in un angolo del proprio essere, alcuni in maniera più marcate di altri.
Devo essere sincero ed ammettere che in alcuni punti il film mi è sembrato troppo carico di situazioni limite, che non sempre ho saputo recepire ed apprezzare, perciò non mi sono entusiasmato eccessivamente. Ammetto anche che forse non è il genere di film che mi riesce di assimilare bene e per questo che il mio voto si distacca molto dagli altri.
Era comunque una visione che sentivo di voler fare e che nonostante non mi abbia preso totalmente, la consiglio a chi ha un animo ed un bagaglio culturale molto ampio.

LEMING  @  14/04/2010 08:15:01
   8 / 10
Innanzitutto bisogna dire che non è un film per tutti, e specialmente per chi non ama i film orientali, in quanto solo ad un regista orientale potrebbe venire in mente di girare una storia di amore (e non solo) in cui i due protagonisti assoluti non si scambiano una sola parola per tutto il film, e già quì molti si spaventeranno! Detto questo anch'io ero un po timoroso avendo letto i vostri commenti, ed invece il film mi è scorso via come acqua limpida e fresca, in quanto contrariamente a quanto detto in prefazione, non è un film pesante, ma invece molto scorrevole, belle le musiche la fotografia ed anche le sensazioni i tocchi e gli sguardi dei due protagonisti, però definirlo uno dei migliori film in assoluto, mi sembra un pò esagerato, comunque consigliato agli amanti del vero cinema, quelli che danno più importanza alle immagini che alla storia in se, che comunque c'è ma non è fondamentale, quanto il rapporto struggente fra i due "amanti".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  13/04/2010 08:57:47
   10 / 10
Secondo mio modestissimo parere, semplicemente il miglior film realizzato nei primi dieci anni del nuovo millennio (sinceramente non me ne viene in mente nessuno da poter mettere sopra a questo capolavoro). Quindi se non l'avete mai visto fatelo (ma sappiate che andate incontro a un film con zero azione e pochissimi dialoghi), e non leggete il mio commento spoileroso.

Trattandosi di Kim Ki-Duk, che è anche pittore, la fotografia è splendida. Così come perfetta è la sceneggiatura, che lascia spazio a varie interpretazioni riguardo i due protagonisti, e al significato generale della storia. Ho trovato inoltre molto interessante il rapporto tra silenzio e parola: la vera comunicazione si basa su dei semplici ma significativi gesti, una carezza, uno sguardo, su delle sincere premure verso l'altro. La parola invece è portatrice di bugie, minacce, false scuse e inganni. Non a caso il personaggio più negativo del film, il marito di lei, è il personaggio più loquace; mentre i due protagonisti non proferiscono verbo per tutta la pellicola, tranne lei alla fine, ma anche qui con lo scopo dell'inganno ai danni del marito. L'ultima inquadratura, dove la bilancia con sopra i due protagonisti è ferma sullo zero, supera i canoni della normale bellezza ed entra di diritto nel campo del sublime. Con una semplice immagine vengono sottintesi un'infinità di significati possibili, e raramente mi è capitato di trovarmi di fronte a qualcosa di altrettanto evocativo. L'ultima frase forse è un pochino didascalica, ma comunque aiuta a comprendere il nucleo centrale del film; ovvero l'impossibilità di definire se i due protagonisti siano reali, se lui sia una specie di allucinazione di lei, che aspettava qualcuno che la potesse salvare da una quotidianità di violenza, o se invece sia lei un'allucinazione di lui, il quale probabilmente sperava di poter trovare qualcuno da amare in una delle case che lui visitava. Ma addirittura si potrebbe pensare che entrambi siano due allucinazioni l'una dell'altro, costituendo così un racconto che va al di là delle regole logiche. L'interpretazione dei tre personaggi principali nobilita ulteriormente la grandezza di questo film.

shish  @  09/03/2010 19:45:13
   8½ / 10
Capolavoro di Kim Ki-duk, ciò che si vede è poesia pura; poco d'aggiungere ad una pellicola che "parla" da sola.
Apice di una straordinaria carriera.

Gioyest  @  06/03/2010 03:17:11
   10 / 10
Il silenzio esprime e sostituisce pagine di inutili dialoghi. Solo i "cattivi" usano la parola... infatti. Grazie per questa perla del Cinema senza frontiere e senza tempo.

maurimiao68  @  04/03/2010 13:13:52
   9 / 10
Questi sono i veri film d'amore...stupendo!

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  25/01/2010 14:51:10
   7½ / 10
L'amore.... il vero amore... quello travolgente, passionale, irrazionale non ha bisogno di misere parole... ma di semplici gesti...di semplici sguardi... di semplici movimenti in un film dove tutto viene capovolto appunto dall'inutilità della parola, dalla violenza sì presente ma mai sbattuta in faccia, da un lieto fine che, se interpretato per alcuni versi, forse e dico forse non lo è.

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