equus regia di Sidney Lumet USA 1977
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equus (1977)

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locandina del film EQUUS

Titolo Originale: EQUUS

RegiaSidney Lumet

InterpretiRichard Burton, Peter Firth, Joan Plowright, Harry Andrews, Colin Blakely, Eileen Atkins, Jenny Agutter, Kate Reid, John Wyman, Elva Mai Hoover, Elva Mai Hoover, Patrick Brymer

Durata: h 2.18
NazionalitàUSA 1977
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1977

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Trama del film Equus

Dall'omonimo dramma (1972) di Peter Shaffer, anche sceneggiatore. Perché, pur amante dei cavalli, il giovane Alan ne ha accecati sei? Uno psichiatra l'aiuta a scoprire dentro sé stesso le origini del malessere, sebbene anch'egli abbia le sue angosce.

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (6 voti)7,25Grafico
Miglior attore in un film drammatico (Richard Burton)Miglior attore non protagonista (Peter Firth)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film drammatico (Richard Burton), Miglior attore non protagonista (Peter Firth)
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Voti e commenti su Equus, 6 opinioni inserite

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Filman  @  24/10/2021 11:20:07
   7 / 10
EQUUS va persino contro alla libertà di cui il nuovo cinema americano godeva, artisticamente parlando, per inabissarsi in una sorta di surrealismo europeo. Forse era impossibile rendere questo mix di esoterismo e subconscio un film funzionante a tutti gli effetti, proprio per la sua natura disfunzionale, o probabilmente l'unica soluzione sarebbe stata quella di osare, scrivendo e dirigendo questa folle pellicola con un pizzico di follia in più. Per Sidney Lumet rimane comunque una delle cose più insolite che abbia mai girato.

DarkRareMirko  @  21/05/2018 22:48:58
   9½ / 10
Imho il miglior Lumet di sempre, forte di un soggetto coraggiosissimo, un ritmo avvincente (130 minuti che volano), attori notevoli (perfetto anche Burton) ed un senso della regia inimitabile.

Nonostante tutto, non si scende mai nello scabroso, restando sempre in biblico tra sogno ed atmosfera morbosa.

Meriterebbe moooolta più risonanza; è una perfetta trasposizione filmica.

Lumet, maestro indiscusso in un film sottovalutato e non troppo famoso.

Woodman  @  27/07/2014 15:00:26
   7 / 10
Non ho mai considerato la famosa opera teatrale di Shaffer (che qui ha scritto la sceneggiatura), e il film di Lumet è il mio unico incontro con questo dramma angosciante.
I già confidenziali Burton e Firth duettano grandiosamente assecondando una messa in scena atipica per Lumet, di fiammeggiante e intensa tinta visionaria.
Purtroppo pare che sia proprio l'adattamento il danno più grave, a quanto pare Lumet ha tradito diversi punti, magari razionalizzandoli o snaturandoli volendo dire troppo o non dicendo affatto, appiattito la vicenda in qualche modo, chissà. Domande lecite ma a cui non so darmi risposta, essendo completamente ignorante nei confronti dell'opera di Shaffer, di cui conosco soltanto meri dati storiografici legati alle rappresentazioni teatrali, alle trasposizioni in film e musica e gli attori che hanno dato corpo ai due protagonisti.

Provando -per forza, poi, c'è poco da fare- a tralasciare i confronti e valutando il film in sè e per sè, si può certamente dire che è sostenuto da una regia ammaliante, che ben asseconda la vicenda, fotografato benissimo (colori ora sbiaditi ora plumbei, sempre sui toni del grigio e del celeste, un effetto perfetto per rendere il lato terrorizzante della tristezza) e ricco di dialoghi che danno un po' la strana e fastidiosa impressione di essere dei copia-incolla affettati dal copione originale.
Inoltre sembra essere abbastanza diseguale, in alcuni punti è sublimamente inquietante, in altri banalmente annacquato e insapore.

Nonostante Lumet non sia un regista adatto a queste cose e troppo spesso scada nel didascalismo, il mestiere solido è l'amore per i primi piani, gli sprazzi di incanto, l'orchestrazione complessiva riescono a rendere fascinoso l'esperimento, seppur visibilmente non pienamente riuscito.

Doveroso infine confessare che mi ha portato a conoscenza dell'opera il brano "Equus" dei Blonde Redhead. Vergogne segrete.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/08/2013 19:39:05
   7½ / 10
Molto complesso questo film di Lumet, ricco di simbologie in cui è facile perdersi. Lumet comunque riesce a risaltare nella giusta luce quella che probabilmente la tematica centrale del film e che si collega in qualche elemento e con un'estrema diversità di stile, molto teatrale, nel Family life di Loach. Rispetto al film del cineasta inglese che punta molto sul contesto sociale, Lumet si concentra maggiormente sugli effetti sulla psiche di un ragazzo schiacciato da genitori iperprotettivi, dall'autotitarismo paterno e l'ossessione religiosa della madre. Un ragazzo solo che costruisce un mondo parallelo al reale dove riesce a raggiungere vere estasi dionisiache, dove riesce ad avere quello sprazzo di libertà negato. In questo contesto si capisce la frustrazione di un medico curante costretto suo malgrado a ricondurlo verso quella normalità piccolo borghese del mondo reale, castrandolo a sua volta e consapevole di guarirlo più per il bene della società civile, rispetto ai bisogni del ragazzo stesso. Una coppia di attori formidabili (Burton e Firth), per un film complesso ma affascinante, che a tratti riesce a liberarsi della sua struttura molto teatrale per offrire squarci onirici di suggestiva bellezza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  11/09/2012 00:34:14
   7½ / 10
Splendido sconosciuto film sulla psicanalisi del maestro Lumet!
Uno psichiatra prende in cura un ragazzo che ha unificato il suo amore per i cavalli con il bigottismo religioso della Madre!
Nel momento in cui l'icona del cavallo viene sostituita da un Cristo sanguinante sulla via del Golgota ecco che scatta la follia,una confusione piena di misticismo che il dottor Burton cerca di diramare senza rendersi conto che anche lui sta per entrare nella trappola di Equus...
Emozionante!

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