end of justice: nessuno è innocente (2017)

Roman J. Israel è un concentrato di idealismo delle lotte civili di decenni addietro. Pettinatura afro magari fuori moda, però inquadra benissimo un personaggio inadeguato rispetto ai tempi che sono cambiati. Il suo status è di un individuo ancorato alla teoria di una legge che fornisca giustizia, ma con pochi riscontri pratici, considerando il suo approccio disastroso nei confronti di clienti, colleghi o giudici. Tempi che cambiano e dove lui stesso si corrompe per conformarsi. Gilroy prosegue in maniera coerente il suo discorso sull'etica già iniziato con Nightcrawler. Se il precedente lavoro poneva al centro il giornalismo, in questo caso è la legge e la professione dell'avvocato gli argomenti affrontati. Bravo Washinghton in un ruolo non certo facile perchè il suo personaggio è a forte rischio macchietta, tuttavia nel complesso è un lavoro meno riuscito del precedente film perchè l'uso di molti gerghi tecnici della professioni non aiutano di certo la narrazione ad essere fluida ed in un film dalla durata considerevole è un peso non da poco.