dura lex regia di Lev V. Kulešov URSS 1926
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dura lex (1926)

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Titolo Originale: PO ZAKONU

RegiaLev V. Kulešov

InterpretiAleksandra Choclova, Sergej Komarov, Vladimir Fogel, Pëtr Galadžev

Durata: h 1.21
NazionalitàURSS 1926
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1926

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Trama del film Dura lex

Nel Klondyke, cercatore d'oro uccide in una rissa due dei quattro compagni. I superstiti, aiutati da una donna, lo riducono all'impotenza, lo processano e lo condannano all'impiccagione.

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Voto Visitatori:   8,75 / 10 (2 voti)8,75Grafico
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Voti e commenti su Dura lex, 2 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Weltanschauung  @  20/08/2012 10:58:10
   8 / 10
Lev Kulesov è stato un autore e regista le cui teorie sulla funzione del montaggio influenzarono tutti i cineasti futuri. Fu il primo in assoluto a elaborare una teoria del montaggio vera e propria.

«Il montaggio permette la costruzione di una superficie terrestre immaginaria, indipendentemente dalla qualità delle singole parti del tutto, riprese separatamente dalla macchina da presa: le singole parti sono collegate fra loro da un unico tempo d'azione. Se noi, riprendendo una scena la smembriamo nei suoi momenti costitutivi fondamentali e in corrispondenza cambiamo la posizione della macchina da presa, otterremo una geografia terrestre inventata, creata a piacere. Elementi di natura diversa, sullo schermo sembreranno trovarsi in uno stesso luogo d'azione».

Dimenticato tra le opere giganti dei suoi connazionali Vertov e Ejzenstejn, in realtà la grandezza di Kulesov non può ridursi "solamente" al suo famoso esperimento Effetto Kulesov (la sua straordinaria dimostrazione sul fatto che associando due immagini si può produrre senso montando lo stesso primo piano di un attore accanto a oggetti e situazioni differenti).
Kulesov difatti, oltre ad essere riconosciuto come il reale pioniere della scuola sovietica del montaggio, fu il primo cineasta che tentò di scandagliare l'alfabeto cinematografico, i suoi scritti teorici anticiparono di gran lunga Ejzenstejn e tutti gli altri, e grazie ad opere come Dura Lex lasciò un' impronta importante anche nella regia e nella recitazione (merito soprattutto della sua compagna Aleksandra Chochlova).
La sua idea di montaggio si centrò sia sulla funzionalità narrativa che su un' idea costruttivista secondo principi tecnico-scientifici.

A differenza di D.Vertov e il suo famoso capolavoro "L'uomo con la macchina da presa", Kulesov non rifiutò il soggetto e girò i suoi film principali basandosi sugli scritti di autori letterari americani.

Il suo film più riuscito Dura Lex del 1926 fu difatti tratto dal racconto "The Unexpected" di Jack London.
Trattasi di una pellicola violenta e macabra considerando l'epoca in cui fu girata, una sorta di western atipico incentrato su una palese ed irrisoria critica alla stupidità della morale borghese.

Kulesov approfittò delle campagne sovietiche basate sul risparmio per portare acqua al suo mulino.
Ridusse i costi di produzione condensando l'azione ad un unico set, il tutto per ottenere quel senso di sobrietà ed essenzialità che desiderava trasmettere attraverso la settima arte.
Il risultato fu un film minimalista dal budget irrisorio (probabilmente il più basso della storia del cinema russo) a servizio di un racconto stilizzato ai minimi termini con pochi attori e dialoghi ridotti.
Ma proprio grazie a questo metodo Kulesov riuscì ad ottennere dei risultati strepitosi:
- tratti psicologici dei personaggi incredibilmente nitidi
- narrazione claustrofobica
- ingegno nella costruzione ridotta del racconto di London
- stile registico magistrale.

Dura Lex fu in sostanza una reinterpretazione sovietica de "la corsa all'oro", storico episodio del West, tuttavia non può considerarsi un western classico (non vi sono buoni né cattivi), bensì uno psicodramma minimale che in un'oretta abbondante riuscì a costruire un episodio efficace incentrato sull'avida corsa all'oro nel Klondyke.

La trama vedeva cinque cercatori d'oro dello Yukon che si ritrovarono coinvolti in un vortice di follia dopo che uno di loro uccise due dei suoi compagni. I sopravvissuti alla furia omicida, marito e moglie, riuscirono a bloccare l'uomo, ma a causa delle condizioni atmosferiche furono costretti a rimanere isolati in attesa che le autorità competenti giudicassero il reato. Alla fine però, esausti, decisero di sottoporre loro stessi il compagno a processo impiccandolo ad un albero...

Le caratteristiche psicologiche nitide di cui accennavo prima furono palpabili attraverso i frequenti primi piani dei protagonisti( straordinaria la Choclova) e l'ambientazione divenne altamente claustrofobica quando nella storia gli attori rimasero chiusi tra le mura della casetta allagata dove si consumò poi il dramma finale.
L'ermetica sceneggiatura di Victor Sklovskij riuscì a tratteggiare un tagliente microcosmo in cui personaggi confusi ed incoerenti si dimenavano blaterando anarchicamente di legge e giustizia.
Lo sperimentalismo anticipatore di Kulesov potenziò il dramma attraverso una geniale costruzione delle situazioni, un linguaggio creativo, uno stile unico ed un finale inaspettato e maledetto.

Dura Lex fu un' opera tecnicamente completa e sbalorditiva, la macchina da presa del cineasta russo risultò eccezionale nel suo sguardo cinico ed indagatore, riuscì a mettere a nudo con una facilità disarmante la crudeltà, l'ipocrisia e il disorientamento del borghese contemporaneo.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  25/03/2012 01:53:31
   9½ / 10
DURALEX, film di Kulesov del 1926, dopo decenni è stato finalmente ristrutturato e presentato in anteprima mondiale il 21 marzo 2012.

Il regista, famoso per aver inventato al tecnica del montaggio che porta il suo nome ne fa uso in questo film giustamente, ispirandosi liberamente al filone dei Goldrush e a un racconto di Jack London, creando quell'atmosfera che si è già ritrovata nel capolavoro GREED.

Il film è completamente muto, non c'è presenza di alcuna orchestra registrata sopra nè di suoni. Solo immagini. Immagini che arrivano dirette plasmando un nuovo stato d'animo nello spettatore, che si trasforma nel ripudio verso questa atmosfera di morte, di macabro, di nullità, uno sconvolgimento emotivo assicurato.
Per tutto il film ci viene presentata l'acqua in diversi modi, in diverse inquadrature, essa non è mai uguale. Tutta quest'acqua è in contrapposizione con la siccità dell'anima dei protagonisti, con la povertà dei protagonisti, centro di crudeltà e di ambigua moralità, che inevitabilmente finiscono con l'assumere atteggiamenti che escono dal normale, impazziscono per colpa della solitudine, della vita quotidiana, della routine, santificando la figura della regina d'Inghilterra al posto di quella di cristo, credendosi una sottospecie di membri parlamentari con il diritto di condannare qualcuno. Per niente le parole latine dura lex significano dura legge, cioè legge che va rispettata.

La scena finale è a dir poco fenomenale, lascia libera interpretazione dimenandosi tra il soprannaturale e la realtà terrena, ci si chiede ma è lui o non è lui?..sinceramente una delle più "divertenti" che abbia mai visto, uno di quei finali che arriva come un colpo di scena, non te l'aspetti che finisca così e nella tragicità più assoluta esci dalla sala con un sorriso beffardo stampato in faccia.

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