In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.
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Un film di genere atipico ma ad ogni modo riconoscibile, questo di Matteo Garrone, che osa sempre in qualcosa all'interno dei suoi film e lo fa qui descrivendo un ambiente malsano e socialmente vergognoso con la sicurezza di chi ci crede fino in fondo al fatto che quello ripreso sia il mondo reale. I rimandi del regista alla sua filmografia sono plurimi e soprattutto DOGMAN può vantare di aver raccontato la criminalità e l'esistenza proletaria attraverso il filtro di un personaggio debole, una prospettiva che apre a tutta una serie di possibilità. Un'altra interessante tappa di un percorso personale per l'autore che si spera possa fare di questo e di altri futuri film un marchio di fabbrica.