dead or alive 2 regia di Takashi Miike Giappone 2000
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dead or alive 2 (2000)

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locandina del film DEAD OR ALIVE 2

Titolo Originale: DEAD OR ALIVE 2 - TÔBÔSHA

RegiaTakashi Miike

InterpretiRichi Takeuchi, Aikawa Shô, Endo Kenichi, Tsukamoto Shinya, Teah, Chen Edison, Aota Noriko, Ôsugi Ren, Tezuka Tôru, Taguchi Tomorowo, Far-Long Oh, Yamaguchi Yoshiyuki

Durata: h 1.37
NazionalitàGiappone 2000
Generethriller
Al cinema nel Febbraio 2000

•  Altri film di Takashi Miike

•  SPECIALE DEAD OR ALIVE 2

Trama del film Dead or alive 2

Mizuki incontra un suo amico d’infanzia. Decidono di tornar insieme al loro villaggio per incontrare altri vecchi amici.

Film collegati a DEAD OR ALIVE 2

 •  DEAD OR ALIVE, 1999
 •  DEAD OR ALIVE 3, 2002
 •  SPECIALE DEAD OR ALIVE 2

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (31 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su Dead or alive 2, 31 opinioni inserite

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_Hollow_  @  09/03/2015 03:12:59
   10 / 10
Aahhhh ........ Dead or Alive 2 ...

Come commentarlo? Forse IL capolavoro di Miike (rischiando così di sminuire altri suoi film?).
Facendo un'equazione, tipo DoA2:Miike=Sonatine:Kitano? No, non sono la stessa cosa ... (forse Sonatine+Kids Return? Ma no, nemmeno ...)
Con due parole, "Vacanze estive"? (Kitano così salta alla mente subito, eh? Anche se già Miike aveva sfiorato quella poetica, con Rainy Dog.)

Il punto che personalmente mi aveva vinto è stata la recita. Aria di capolavoro la si respirava già prima (uccisione e colomba nei vestiti), ma quella mi ha conquistato.

Beh, comunque merita, per un'infinità di motivi, non si può stare a citarli tutti.
Ma si posson citare anche solo dei dialoghi:

"Non è una buona idea? Ammazzi uno ******* ... e aiuti ... 100.000 bambini ... che ne dici?"

"- Io finirò certamente all'inferno.
- Beh, anch'io ... non ho alcun dubbio.
- Allora, se è così ... andiamoci insieme.
-Si."

alex94  @  30/07/2014 17:29:09
   7½ / 10
Buon seguito diretto da Miike nel 2000.
La trama è ancora molto interessante, io l'ho trovato molto nostalgica,meno violenta e perversa di quella del primo,più "poetica"e profonda,molto bello anche il finale.
Sempre ottima la regia e la recitazione.
Consigliato a quelli che hanno apprezzato il primo capitolo.

TheLegend  @  11/06/2013 16:32:17
   7 / 10
Mi è piaciuto meno del primo.
Tira fuori meno idee rispetto al predecessore e risulta abbastanza difficile da seguire in alcune parti.
Resta un film geniale.

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  07/01/2013 16:48:52
   7½ / 10
Dirompente, un action movie imprevedibile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/05/2012 22:26:25
   8 / 10
Più riuscito rispetto al capostipite, a cui non appare avere nulla in comune come sequel. E' sorprendente per come Miike riesce a miscelare le diverse tonalità del film senza alcuna forzatura, dal passare da un tipico yakuza movie sanguinario ai paesaggi dolci dell'infanzia dei due protagonisti, entrambi cresciuti nello stesso orfanotrofio dove avviene una sorta di processo di purificazione nei personaggi, per poi rituffarsi nello yakuza movie. Rimangono sempre killer, ma per una giusta causa. Un finale più ottimista in controtendenza rispetto al primo capitolo.

gemellino86  @  02/05/2012 13:02:49
   8½ / 10
Migliore del primo perchè ci sono più dialoghi e meno azione. L'ho trovato anche più entusiasmante e ironico. Miike ha fatto centro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  04/09/2011 23:52:31
   7 / 10
Il finale del primo episodio non lasciava certo delle speranze di vedere un seguito ma Miike decide di raccontarci un'altra storia che poco ha a che fare con l'originale dell'anno prima!
Una storia fuori dal tempo con uno dei protagonisti del primo film...
Un amicizia in cui viene ripercorsa la propria infanzia,ma con la Yakuza sempre dietro l'angolo a movimentare un film molto nostalgico...
Sara' meno "scioccante" del primo ma io preferisco questa malinconica calma apparente...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  23/09/2010 15:50:53
   8 / 10
Con una fotografia dai toni caldi,ambientazioni solari e tanta liricità,ancora una volta Miike cambia registro e questo sequel di DOA è,se possibile,ancora più bello del primo. Che poi di confronti non se ne possono neanche fare a prescindere dato che i punti di contatto sono solo i due attori principali e il regista,tutto il resto è un sequel secondo Miike,ovvero qualcosa di completamente diverso.
Se la violenza è ancora una volta presente non è lei la vera protagonista della pellicola,bensì l'infanzia e la nostalgia. Takashi riesce a creare immagini di una potenza devastante uscendo dai cliché degli yakuza-movie senza mai risultare retorico o scontato.
Il ritorno all'infanzia che ci viene raccontato riesce a commuovere e ad immedesimare anche perché per una volta i due sicari non sono i soliti giapponesi taciturni e pronti a scannarsi tra di loro,ma ci vengono rivelati come amici di infanzia che escono lentamente dal loro guscio (o ruolo) e tornano letteralmente bambini. Merito di flashback e di montaggi alternati freneticamente con una sapienza che deriva evidentemente da un'esperienza infinita. Perfino le scene che dovrebbero essere più patetiche,grazie al richiamo a volte quasi fastidioso del sangue in un contesto che rimane di gran lunga e per buona parte del film solare,risultano invece simpatiche e sempre convincenti.

Il concetto alla base del primo capitolo di Dead or alive cambia,quindi,anche se i punti di contatto non si fermano solo all'utilizzo degli stessi attori o del regista: i due protagonisti sono questa volta amici e non nemici,d'accordo,ma ancora una volta messi sotto una luce che li rende diversi completamente l'uno dall'altro,uno angelo nero e l'altro bianco. Ma entrambi angeli,di conseguenza puri. Il sentimento di purezza dell'infanzia,come dei bambini si troveranno a voler fare del bene con i metodi imparati da adulti.
Eppure si ha la sensazione che Miike questa volta non cerchi per nulla di essere politicamente scorretto e non solo per quanto riguarda gli argomenti trattati,riuscendo a trovare con semplicità sequenze emotivamente forti e struggenti senza artifici tecnici di chissà quale ingegno: bastano un'onestà di fondo e 2 accordi musicali. Il resto sembra quasi uscire fuori da solo.

Tommy Vercetti  @  01/08/2010 17:28:52
   10 / 10
La dimostrazione lampante che Takashi Miike è un genio assoluto!
Un seguito che attori a parte non c'entra nulla con il primo capitolo, una storia notevole, un finale che altro non è che un nuovo inizio.

Violento ma emotivo, commovente ma assurdo, eccessivo ma profondissimo, un capolavoro assoluto senza se e senza ma!

mr orange  @  19/02/2010 23:01:49
   9½ / 10
film in cui c'è un pò di tutto, dalla violenza più estrema alla commedia più irriverente. dei film che ho visto di miike ne risulta quello con più introspezione per i due personaggi che a differenza del primo capitolo, qui sono dei grandi amiconi d'infanzia.
vabbè, poi è il classico film del regista, quindi un sacco di scene fantastiche

The Cane Family  @  30/12/2009 00:57:30
   10 / 10
anche migliore del primo
bellissimo un film commovente, poetico e riflessivo con l'aggiunta delle classiche esplosioni di violenza stile miikiano
bellissime tutte le scene ambientate sull'isola

TAKASHI MIIKE: LA LIRICA DELLA CRUDELTA'

BlackNight90  @  12/08/2009 03:38:07
   8 / 10
E' vero che all'apparenza può riportare alla mente le atmosfere di un Kitano, ma non lasciamoci ingannare. E' comunque un Miike abbastanza atipico, molto più introspettivo, profondo e quieto del primo, e già per questo è molto di mio gradimento perché dimostra una volta di più come il regista nipponico sia sempre capace di reinventarsi, fermo restando che ci sono molte sequenze gustosamente fuori di melone; una storia umana, molto umana ed esistenziale, con quel "Dove stiamo andando?" ripetuto varie volte, con quel senso di dubbio e di smarrimento che ti trasmettono i due protagonisti e il ripercorrere i luoghi della loro infanzia: come ci sentiremmo noi se provassimo a ritornare nella casa in cui abbiamo vissuto da piccoli, nei campi o nelle spiagge in cui abbiamo corso e giocato? Miike rende ben questo senso di nostalgia e di mancanza, dimostrando comprensione e affetto per i suoi personaggi.
Ma a mio parere proprio proprio lo spaziare tra vari generi senza restarne bloccato in uno solo, punto di forza di Miike, in questo caso non è perfetto, dandomi l'idea di un po' di confusione da parte sua, quasi come se non sapesse dove andare a parare. Forse è solo una mia impressione, comunque, e il film resta più che ottimo, per di più girato benissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  08/07/2009 23:25:45
   9 / 10
Come poteva fare Takashi Miike un seguito? Ma semplice: fa un film che non centra una mazza col primo ma con gli stessi attori in ruoli diversi. Cioè fa un film diverso.
Miike è totalmente un genio, e quando vola a briglie sciolte realizzando le sue opere diviene a tratti sublime.
Dead or Alive 2 è forse più bello del primo. Più meditativo, più dolce ed emotivo ma ugualmente feroce, violento e a tratti completamente folle. Guardandolo vengono in mente quanto c'è di molti film futuri e passati in Dead or Alive 2 ma è proprio questa la potenza del cinema di Miike: tutti i suoi film hanno tracce di altri ma sono completamente nuovi ed originali.
Alcune scene sono bellissime e girate con una genialità pazzesca, da lasciare di stucco. Ottime le prove dei due attori.
Un grande film, l'ennesimo di un grande regista,

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  11/02/2009 14:26:24
   8 / 10
Non vi è continuità narrativa tra questo “Dead or Alive” ed il primo capitolo,solo i due attori principali sono gli stessi,però in questo caso utilizzati in ruoli che nulla hanno che vedere con la precedente pellicola.Miike spiazza immediatamente,cancellando tutto quanto fatto in precedenza e calando i due protagonisti in una sorta di dimensione parallela in cui le loro vite,seppur sempre a stretto contatto con la criminalità,hanno intrapreso strade diverse.
Mizuki e Shuichi sono due killer prezzolati che per diverse ragioni fanno il loro ritorno all’isola che li vide crescere ed in cui passarono presumibilmente i momenti più felici della loro vita.Qui comprenderanno di poter mettere al servizio dei meno fortunati le loro notevoli qualità,andando così incontro ad un destino che li vorrà uniti sino alla fine.
Il regista si concentra su una storia d’amicizia utilizzando come collante ed espediente il mondo della yakuza,ma basando per lo più la sua opera su una storia poetica,a tratti delicata e non priva di un certo sense of humor.
Miike appare meno sperimentale rispetto al primo D.O.A.,anche se riesce comunque ad incantare mediante straordinarie inquadrature e grazie ad un montaggio eccezionale,che trova il suo apice durante la recita all’interno dell’orfanotrofio alternata con un brutale massacro tra gang rivali.
Le idee bizzarre non mancano,messe in mostra come fossero la normalità e senza mai eccedere,perfettamente inserite nel contesto e capaci di rinforzare ancor di più il messaggio di fondo.La realtà proposta esula da quella ordinaria,essa è interpretata attraverso la poetica a tratti struggente,a tratti iperviolenta del regista,mirata in questo caso a rappresentare un’infanzia perduta che diventa legame indissolubile.

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Ultima risposta 12/02/2009 10.57.52
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Max78  @  18/07/2008 00:16:30
   8 / 10
Quì a differenza del primo non è solo il finale ad essere ca220ne, seppur sia vero che il film ha intenti anche sentimentali.

Se riuscite a resistere all'impatto iniziale che può avere una pellicola anomala del genere e avete un gran sense of humor , converrete anche voi
che Takashi Miike è un fottuto genio skizzato.

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Ultima risposta 18/07/2008 07.34.44
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benzo24  @  22/06/2008 12:32:58
   7½ / 10
ottima come sempre la regia di miike.

Cliff72  @  22/04/2008 16:56:28
   6 / 10
Film che non mi è piaciuto molto (confrontandolo al primo capitolo) ma che non mi sento di condannare per le tematiche impegnative che Miike ha voluto affrontare.
Il mio gusto personale mi fa discostare molto da questo secondo capitolo che non ha nulla a che vedere col primo! Forse Miike ha sbagliato in una cosa sola: nell'aver intitolato sto film Dead or Alive 2! E' normale che chiunque si sarebbe aspettato un seguito del primo DOA, o comunque un film che avesse ripercorso a grandi linee il filo conduttore del primo episodio; invece no! Si tratta di un film molto più impegnato e ke non ha nulla a che vedere col primo DOA. E questa è secondo me la vera nota dolente che mi ha deluso! Ciò nonostante rispetto l'impegno di Miike nell'affrontare tematiche molto importanti come quelle dell'infanzia o dell'assistenza ai bambini malati ed è per questo motivio che nom mi sento di dare un'insufficenza ad un film che mi ha lasciato purtroppo l'amaro in bocca.

Tom24  @  23/07/2007 23:13:35
   9 / 10
Un film straodinario. Solo Miike poteva essere l'unico regista in grado di partorire un film del genere, la sua genialità e la sua classe sono qua riassunte in modo eccellente.

phemt  @  06/07/2007 11:29:26
   9 / 10
Spesso e volentieri, purtroppo, i seguiti sono fatti solo per motivi commerciali… Non è questo il caso di Dead or Alive 2 e la cosa la si può intuire facilmente se si pensa che dietro la mdp c’è quel genio che risponde al nome di Takashi Miike… Tra l’altro il primo capitolo di Dead Or Alive è, visto il finale, probabilmente il film che meno si presta ad un seguito e infatti Miike annulla tutto, resetta tutto e parte da capo, con gli stessi attori del primo ma in ruoli differenti e con un impostazione molto diversa… Con Miike parlare di generi ha poco senso, Takashi normalmente li attraversa come se fosse in sella ad una moto e quindi non ci si sorprende nel veder mischiate nella stessa opera violenza, sangue, scene d’azione, dramma e tenerezza… Infatti in questo caso Miike utilizza un (di base) yakuza movie solo con il pretesto di raccontare e fare una profonda, toccante e commovente riflessione sull’amicizia e sull’infanzia…
E quindi non ci si può sorprendere se Miike monta in parallelo alla scena della recita per bambini un regolamento di conti e non ci sorprende se una cometa rimane bloccata nel cielo sopra i protagonisti… E non sorprende vedere tre uomini tornare a fare la loro “vacanza estiva” come tanti anni prima quando erano fanciulli, e se si conosce Miike non è difficile credere che questa sia una scena di tale bellezza estrema… E non ci sorprendiamo nel notare una gustosa citazione al primo episodio (la scena del mattone), nel vedere una scena come quella della morte del padre adottivo di Mizuki, nel vedere le ali di angelo che escono dalla schiena dei protagonisti o di notare il fatto che anche i “cattivi” dentro di loro hanno ancora il “bambino”, quel bambino che sono stati in un passato che in realtà forse non è neanche troppo lontano… E a questo punto non può più sorprendere che due tizi pieni di sangue se ne vadano in giro tranquillamente per salire su una barca (destinazione l’isola della loro infanzia) dove potranno esaudire il loro ultimo desiderio… O del fatto che la morte di alcune persone fa da perfetto controaltare e punto di partenza per la vita di altre persone, di altri bambini e tutto ricomincia da capo, e Miike annulla di nuovo tutto, resetta di nuovo tutto e la vita va avanti come sempre irrazionale, violenta ed assurda… E non può sorprenderci renderci conto che il film è anche in grado di commuovere con un paio di ricordi, un paio di istantanee del passato fanciullesco dei protagonisti, ma anche di esaltare con la genialata assoluta della scene delle tre pallottole nel cranio…
Dove siamo? Dove stiamo andando? Ce lo chiede Takashi Miike alla fine, ma ci ha già risposto… In qualunque posto, anche all’inferno non importa, l’importante è che ci andiamo insieme… Insieme all’amico di infanzia con cui hai condiviso la giovinezza, insieme all’amico che come te se ne è andato dall’isola ma che in fondo è lo stesso ragazzino di allora che mangia tofu solo alla fine del pasto… L’amico che in fondo ha avuto più o meno la tua stessa vita, l’amico che in fondo ha avuto più o meno la tua stessa morte… Ma il mondo va avanti e non ci sono esplosioni che tengano, e per chi è rimasto là sull’isola c’è da continuare a vivere, a tirare avanti tra momenti belli e momenti brutti, tra emozioni e sofferenze, c’è un nuovo bambino che nasce e c’è una nuova storia che comincia…

Eccellente la regia di Miike, stupenda la fotografia, divertente il cameo di Tsukamoto, perfetti i due protagonisti… Dead or Alive 2 potrà anche non avere l’immenso intro del primo capitolo e quel finale assolutamente unico e geniale, ma può contare sulla poesia di un regista che ha ampiamente dimostrato di saper fare di tutto cinematograficamente parlando…
Film profondo e letteralmente imperdibile, che consiglio praticamente a chiunque…

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  12/06/2007 17:30:57
   8½ / 10
Forse il massimo punto toccato da Miike per quanto riguarda la tematica dell'infanzia come contraltare alla violenza, come spazio idilliaco e dimensione nostalgica per gli adulti. Il film non si ferma qui, perchè è presente anche la violenza sul corpo e soprattutto il sesso senza identità, ma è lì che quest'opera dà il meglio di sè.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  08/02/2007 20:28:30
   8 / 10
Quando Miike decide di fare un sequel ovviamente non può farlo come tutti gli altri. Infatti questo non ha niente a che fare con il primo, almeno per quanto riguarda la storia e il tema principale del film.
Questo episodio è molto più introspettivo, la violenza e l'esagerazione sono presenti solo marginalmente e a scopo (quasi sempre) puramente narrativo.
I due protagonisti vengono interpretati dagli stessi attori del primo (Takeuchi e Aikawa) ma con ruoli differenti: non più poliziotto e delinquente ma due hitman professionisti.
Il tema principale del film è l'infanzia perduta e il drammatico passagio al mondo degli adulti, quando si va in contro ad una realtà che non era quella immaginata e desiderata da bambini.
Attraverso questa continua contrapposizione e sovrapposizione dei due mondi, Miike rappresenta il viaggio dei due protagonisti che rievocano la loro infanzia ritornando al luogo dove sono cresciuti.
Girato magistralmente, il film dimostra ancora una volta la capacità del regista nipponico di poter trattare con assoluta cognizione di causa qualsiasi tematica con uno stile personalissimo.
In alcune scene si vede comunque la sua pazzia di fondo..
Film assolutamente da vedere anche per chi non ha visto il primo episodio.
Quale sia meglio?Francamente non saprei e non ha neanche tanto senso il paragone (qualcuno lanciò un sondaggio tempo fà..): sono due film totalmente diversi, con obiettivi diversi ed emozionalmente diversi.

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  20/07/2006 15:59:01
   10 / 10
questa volta miike mi convice senza riserve, in maniera immediata e diretta senza lasciarmi troppo disagio, senza lasciarmi sullo stomaco una pietra dura di emozioni irrisolte.
Uno yakuza movie solo in apparenza, nei suoi colori da diapositive stampate su carta fotografica, ecco che viene fuori un ritratto umano a tinte forti.
la ricerca dell'appagamento passa attreverso la riscoperta dell'infanzia, anche quando la tua casa non è che un orfanatrofio e la tua memoria porta ancora i segni di bagni di sangue. Si arriva ad una vera e propria astrazione dal mondo, ci si svincola dalla realtà in modo poetico e innocente, assumendo la levità di chi sa volare.
La giustapposizione delle immagini, il montaggio incrociato fra quanto avvenne in passato, e avviene in contemporanea nel regno ovattato dei bambini e in quello spietato degli adulti rendono questo contrasto a dir poco sublime.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/07/2006 14.13.31
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merlino976  @  12/05/2006 21:22:08
   9 / 10
il film più spiazzante di Miike perchè sembra girato da Kitano ma anche perchè non c'entra niente con il primo capitolo. Per niente violento ma assolutamente commovente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  25/03/2006 19:01:59
   6 / 10
Miike cambia completamente registro rispetto al primo episodio.
A dire il vero è tutta un'altra cosa. La violenza e la totale pazzia di "D.O.A." vengono sostituite da una vena malinconica .
Miike fa un film insolitamente spensierato che narra la storia di questi tipi che si ritrovano sull'isola dove sono cresciuti e rivivono la loro infanzia.

Registicamente molto valido, il film ha una fantastica fotografia e si avvale di bravissimi attori. Miike si riconosce in alcune esplosioni di violenza, e in alcune fantastiche parentesi ironiche.
Però non mi ha convinto. La drammaticità della storia lo fanno assomigliare + a un Kitano (di Sonatine e L'estate di Kikujiro, che sono comunque su un'altro pianeta) piuttosto che al regista di "Ichi the Killer" "Audition" e "Gozu".

Forse semplicemente perchè mi aspettavo di vedere un'altra cosa. Il primo mi è piaciuto molto di più. Non c'è nemmeno il finale folle.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/07/2007 23.09.05
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  15/01/2006 11:40:24
   8½ / 10
Come al solito Miike non delude, con un film come al suo solito eccentrico e pieno di poesia!!!

dirtycla  @  14/11/2005 16:14:13
   9 / 10
Cos'è D.O.A.2?
Uno yakuza-movie? Elementi per poterlo affermare non mancano.
Un film comico e grottesco? Beh si, basti pensare all'esilarante teatrino delle sigarette di Tsukamoto.
E' un horror? In alcuni punti si(morte del padre di Mizuki).
E' un film violento? Oh, è Miike...
E' un film estremo? Qualche concessione in questa direzione se la prende (vedi killer necrofili).
Un fumettone? Si sa, Miike è un bambinone...
Un videogioco? "DEATH"...
Un thriller tragico? La tragedia è sempre dietro l'angolo.
Un film commovente? Non è un'eresia affermare che può provocare lucciconi.
Un film di denuncia? Sembra strano, ma è anche questo.
Un film sulla nostalgia dell'infanzia perduta? Molta nostalgia.
Un film sul tentativo di redenzione da parte di due killer? Tema classico affrontato in maniera spiazzante.
Un film sulla ricerca della propria identità? "Where are you?".
Un film poetico? Fanciullescamente poetico.
Un film eccessivo? Che domanda!
Un film di genere? Di genere "miikiano", ovvero di tutti e nessun genere.
D.O.A. 2 può essere considerato un pò la summa di un certo cinema di Miike.
La summa della sua capacità di masticare cinema più velocemente e sapientemente di qualunque altro regista "normale", di lasciare a bocca aperta lo spettatore, di adottare un'anarchia filmica personalissima e di cavarsela sempre con grande classe.
Già col primo capitolo della trilogia eravamo stati avvertiti, infatti doveva semplicemente essere il remake orientale di Heat-La sfida di Michael Mann...per i produttori, forse, non certo per Takashi.
Un regista per il quale nulla è scontato e tutto è ammissibile che ha trovato la formula adatta per rendere ordinato il caos.
Due menzioni, per me, obbligatorie:
la prima all'incipit che ho trovato splendido, certo, quello del D.O.A. precedente è ineguagliabile, ma in questo film ci troviamo di fronte ad un degno successore; la seconda menzione va all'attore Riki Takeuchi( Shu nel film) cui attribuisco un carisma sconfinato, faccia da super-duro, sorriso da bambino e vocione rauco che incute timore, sembra un uomo uscito direttamente dalla fantasia di un autore di manga.
Concludo con questa citazione che, lo ammetto, rubo spudoratemente dal commento a D.O.A. 2 che si trova su Nocturno, citazione che esplicita bene il Miike-pensiero:
"Fare un sequel è un insulto per il film originale. I produttori pensano che si possa fare qualcosa di meglio del primo, con meno soldi, ma è una cosa comune nell'industria video. Un sequel è un progetto nato sempre per scopi sbagliati, così quando mi diedero con D.O.A. l'opportunità per un primo sequel, la vidi come una possibilità di ribellione". Miike Dixit.
Where are you going Takashi?



JoJo  @  22/10/2005 23:44:01
   10 / 10
Film da lasciare senza fiato: Miike si giostra benissimo e riesce a infilare tutta la gamma di sentimenti in 90 minuti di pellicola. Film che sintetizza alla perfezione l'espressione "breve ma intenso", perché lo spettatore in questo lavoro si trova quasi a viaggiare ad una velocità a dir poco variabile, a trovarsi in contemporanea (sì, in contemporanea) dinnanzi a comico, grottesco, e commovente a più riprese. Non ci sono parole per descrivere quest'ennesima scheggia di lucida follia d'un regista che va sempre oltre ogni tipo d'illusione, d'un artista capace di mescolare le sue carte alla perfezione giocando con lo spettatore come il gatto col topo.
Tagliando corto, forse Dead Or Alive 2 è il miglior film del regista giapponese... sicuramente è un capolavoro.

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  27/03/2005 20:04:24
   9 / 10
Addirittura più bello del primo. Un film intelligente. Nostalgico. Divertente. Violento. Miike gioca davvero con un'immensità di rimandi che coprono tutta la gamma dei sentimenti. tarantino se lo sognerebbe, vedi la scena delle tre pallottole in cranio...

8 risposte al commento
Ultima risposta 25/07/2006 14.48.37
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