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Non sono d'accordo con gli ultimi commenti. Mi sembrano troppo severi e ingenerosi nei confronti di un film che cerca di uscire dai soliti schemi del cinema italiano ormai fatto solo di commediole agrodolci, filmetti generazionali o opere autoriali troppo autoreferenziali e presuntuose. Con "Come Dio comanda" Salvatores ha realizzato un'opera forse non perfetta e a volte respingente, ma sicuramente originale, forte, toccante e coraggiosa. E' un pugno nello stomaco che ci fa male ma anche ci intenerisce e risveglia da un torpore culturale che da qualche anno ( a parte esempi recenti come Gomorra, Il divo, Aria salata e Il resto della notte) soffoca il cinema italiano. Finalmente un film che esce dai soliti clichè, con personaggi diversi e uno sguardo originale sulla realtà, e la capacità di raccontare una storia con la solo forza delle immagini senza affidarsi a parole o dialoghi scontati.
Cupo, teso e con un'ottima storia a sorreggerlo! Il film di Salvatores è sicuramente un buon prodotto del cinema italiano, ben interpretato e accompagnato da una bella colonna sonora! Ottima la fotografia!
Altro film di Gabriele Salvatores basato su un romanzo di Ammaniti. Film che secondo me non tradisce le attese anzi... Conferma tutto ciò di buono detto finora.Ogni scena è caratterizzata da una dose di suspance che impalpabile condiziona lo scorrimento della storia. Interessante la colonna sonora,con fonti in e off che si alternano continuamente in relazione agli eventi. Ottime le interpretazioni degli attori tranne quella di De Luigi che in un ruolo abbastanza delicato sembra sempre quello di Love Bugs. Curatissimi gli aspetti emozionali e quello del filo invisibile che lega padre e figlio,quel filo che sembra indistruttibile anche se fragile,quel filo che alla fine ti fa quasi commuovere,quel filo che fa di questo film un'opera eccellente... Complimenti Salvatores...
Salvatores ritorna con un dramma famigliare ambientato nel nord est friulano, in un malinconico paese dove la modernità si sforza di inserirsi in un contesto rurale poco aperto ai cambiamenti. Lo sfondo è lo stesso che ha ispirato Molaioli nel suo "la ragazza del lago" (ci sono anche alcune analogie nella trama ad essere sinceri).
In realtà il contesto socio-culturale al regista partenopeo interessa relativamente, in quanto questioni come le problematiche giovanili e l'immigrazione accettata/sopportata dalle comunità locali vengono solo accennate rispetto all'intenso rapporto tra padre e figlio che rappresenta il tema principale della pellicola. Un rapporto atipico, cosi come quello con il terzo protagonista della vicenda, un soggetto con dei problemi mentali chiamato "Quattro formaggi", a cui il padre del ragazzo fa da balia, a dispetto del suo carattere violento.
Il "triangolo" dei protagonisti è le cosa più riuscita del film, in quanto Salvatores riesce a farci amare tre personaggi nonostante la loro discutibile morale e le azioni che compiono. Merito anche del cast: Germano mostruoso come sempre, Timi perfettamente nella parte e il giovane Caleca con un buon avvenire davanti. Altro punto forte è la fotografia: veramente splendida, a dimostrare come alcuni luoghi se visti sotto una certa ottica possano affascinare, anche se la gente in cui ci abita fa di tutto per andarsene (valutazione assolutamente di parte..).
In conclusione, "Come dio comanda" è sicuramente un buon lavoro; forse un maggior approfondimento delle tematiche accennate in apertura di commento avrebbe dato quel valore aggiunto all'aspetto emozionale che è stato ben sviluppato.
lavoro che alterna bellissime sequenze ed altre che sembrano buttate la' per far passare il tempo. I protagonisti non sembrano sempre all altezza,pero' rimane sempre un film dignitoso.
Mi rincuora il fatto che il cinema italiano non sia ancora morto ... siamo ancora in grado di produrre dei film di valido spessore... "comediocomanda" risulta essere infatti,amio parere, un film molto bello e toccante, con delle trovate veramente geniali da parte del regista! Merita assolutamente di essere visto.Il padre "Rino", il figlio "Cristiano" che merita un plauso particolare(GIOVANE E BRAVO)e "Quattro formaggi" hanno recitato splendidamente dando al proprio ruolo un vero e proprio significato.Ci sono delle pecche , ma già quello che ho visto è bastato per far si che lamia valutazione sia più che positiva.
La prima volta di Salvatores con un testo di Ammaniti ("Io non ho paura") è stata anche la sua prova migliore, il capolavoro (quasi) di un regista forse troppo compiaciuto o (al contrario) superficiale per entrare completamente nelle mie corde. Con "Come D.io comanda" si pongono altri problemi: forse Ammaniti è riuscito a descrivere meglio quel senso di ambiguità affettiva, di deriva psicologica della storia e dei suoi personaggi, forse quest'epilogo voluto da Salvatores mantiene innata (fin troppo) la sua proverbiale ambiguità. Si possono amare i "cattivi maestri"? Certo che sì, magari attraverso la sorniona cattiveria dell'ottimo Filippo Timi, incarnazione di un "male" rassicurante e proprio per questo ancora più temibile. Salvatores dirige con piglio sicuro: attratto più o meno consapevolmente da Mendes e Shyamalan, Van Sant (cfr. Elephant) e Twin Peaks vs. Lynch, mostra una buona dose di coraggio nel trascrivere formalmente una sequenza (quella dell'aggressione nel bosco con le sue drammatiche conseguenze) dalla durata spropositata e inusuale. Il problema è che spesso questa perfezione formale (e mettiamoci dentro anche l'ossessione voyeuristica del cinema come immaginario collettivo, anche dei sensi) rischia di raffreddare le emozioni, nonostante la buona prova degli attori. Timi eccellente, Germano notevole (anche se cominciano a stancare i suoi ruoli da psicolabile perenne), un pò meno il giovanissimo Careca (mi pare si chiami così) non ancora pronto secondo me a "bucare lo schermo". Ottima fotografia, nell'insieme un pò lugubre della vicenda, e - come sempre - azzeccato il rapporto tra immagini e musica (Antony, R. Williams, Treallegriragazzimorti, Elisa etc.). Resta il fatto che, alla fine, non ho provato le emozioni che avrei voluto, forse perchè non riesco a reggere fino in fondo il paternalismo ammiccante e pseudoclericale che vorrebbe incoraggiare una rivalutazione del personaggio che - umanamente - non trovi mai
Bellissimo. Sono 3 anni che non versavo una lacrima....invece sul finale mi sono commossa tantissimo! E' un film profondo, difficile, mai scontato, che tiene viva l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine. E' crudo, drammatico, ma reale. Alla fine tu sei dentro il film, e non è roba da poco. Attori bravissimi, da pelle d'oca. Un 10 ad un film italiano tutto meritato