colour from the dark regia di Ivan Zuccon Italia 2008
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colour from the dark (2008)

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locandina del film COLOUR FROM THE DARK

Titolo Originale: COLOUR FROM THE DARK

RegiaIvan Zuccon

InterpretiDebbie Rochon, Michael Segal, Marysia Kay, Gerry Shanahan, Eleanor James, Matteo Tosi, Alessandra Guerzoni, Emmet Scanlan

Durata: h 1.32
NazionalitàItalia 2008
Generehorror
Al cinema nel Marzo 2012

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Trama del film Colour from the dark

L'azione si svolge nel 1940 nel corso della seconda guerra mondiale. Due giovani, Pietro e Lucia, abitano in una fattoria con la sorella di lei che è affetta da una patologia psichiatrica. Lucia è posseduta da un demone e la vita nella casa è costellata da un susseguirsi di scene truculente.

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Voto Visitatori:   6,69 / 10 (21 voti)6,69Grafico
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Voti e commenti su Colour from the dark, 21 opinioni inserite

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TimBart  @  29/03/2012 19:27:35
   6½ / 10
Un buon low budget, che non riesce però a scrollarsi alcuni tocchi amatoriali dovuto al massiccio utilizzo del digitale. Avrei preferito effetti più alla "Stivaletti" ma quelli sono gusti. Non sono sicuro che il film su grande schermo abbia davvero una buona resa.
Colour from the Dark parte bene, buon ritmo, movimenti di macchina compiaciuti ma sopportabili, forse però la seconda parte cade un pò nel ripetitivo, anche a causa della difficile prova di affrontare Lovecraft. Ho preferito "La Casa Sfuggita" ma un' insufficienza non la merita.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/04/2012 18.33.06
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  15/06/2011 13:36:02
   7 / 10
In questo film Zuccon è migliorato tantissimo! Ho visto molti miglioramenti dai primi che aveva fatto, soprattutto nell’atmosfera che rende questo horror molto fino. Anche la musica è decisamente buona, idem la regia, la fotografia e le recitazioni, quest’ultime fatte in inglese. Discreto il digitale.
Però è doveroso dire che non raggiunge il livello del capolavoro letterario di Lovecraft.
Adesso voglio vedere il capolavoro di Zuccon.

3 risposte al commento
Ultima risposta 16/06/2011 22.15.27
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misha71  @  02/02/2010 11:25:38
   9 / 10
Ma come si fa a descrivere questo bellissimo film con attributi come "sembra tutto digitale, nauseante, sembra pure un videogioco"... Sono affermazioni prive di senso fatte da persone che secondo me neppure l'hanno visto questo film. Come voto io gli darei un 8, ma visto che è pure un film italiano gli assegno un voto in più. Bravo Zuccon!!

19 risposte al commento
Ultima risposta 22/06/2010 18.39.29
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phemt  @  16/05/2009 09:53:24
   9 / 10
Sesto film per Zuccon che a forza di miglioramenti costanti sforna un vero e proprio capolavoro di horror moderno, tra i migliori film del genere (non solo italiani) usciti negli ultimi vent’anni…

E proprio con il sesto film Zuccon torna all’antico rimettendo mano ad H.P. Lovercraft dopo una pausa durata due film… Sceneggiato insieme al solito Ivo Gazzarini a partire da uno dei racconti più interessanti dello scrittore di Providence (Color out of Space) CFTD è un horror esorcistico basato sulla disgregazione famigliare (per quanto sia una famiglia sui generis) dal superlativo impatto visivo… Pur prendendo a volte le distanze dallo scritto di H.P. Lovercraft l’atmosfera che si respira è molto simile e vanno quindi fatti i complimenti a Zuccon in quanto Lovercraft è sempre stato uno degli scrittori più difficili da filmare…

Fin dall’intro ci rendiamo conto di quanto sia effettivamente notevole il girato di Zuccon tanto che il prologo da solo farebbe meritare la visione dell’intera opera…
La tranquilla vita rurale dello strano nucleo famigliare (uomo zoppo, moglie e sorella con disturbi psichici) sullo sfondo della seconda guerra mondiale avrà uno scossone improvviso quando qualcosa sembra succedere nelle profondità del pozzo e il Male a poco poco comincerà ad insinuarsi tra i protagonisti prima facendo miracoli (la guarigione del ginocchio di Pietro e il dono della parola per Alice) poi prendendone possesso fino ad un escalation di violenza e pazzia mentre la casa va pian piano in malora e il cielo comincia a farsi più scuro e minaccioso…

Girato praticamente in unica location (un casolare, lo stesso di Miranda di Brass) e con una manciata di attori CFTD fa paura per via del sapiente utilizzo di mdp e di spazi da parte di Zuccon e per l’atmosfera come sempre attanagliante e colma di tensione…
Meno onirico, visionario e splatter dei precedenti, più lineare e più calibrato, direi addirittura più canonico e più horror nel senso stretto del termine CFTD è un capolavoro senza mezzi termini esaltato dallo stile di Zuccon che si riconosce al volo con gli immancabili passaggi reale/sogno gestiti come sempre benissimo… Diverse le sequenze che rimangano impresse nelle memoria con citazione obbligatoria per l’occhio che compare sotto la pelle di Lucia già ormai sulla via della possessione demoniaca e per l’ultima apparizione di Alice…

Visivamente suntuoso grazie ad una regia e una fotografia a livelli di eccellenza, finalmente si può ammirare un film di Zuccon con un cast che convince in tutto e per tutto dove brillano specialmente Debbie Rochon che ha al suo attivo niente popò di meno che diversi Troma movie, Marysia Kay in un ruolo difficile e Segal vecchia conoscenza per noi Zucconiani… Convince un po’ meno la colonna sonora mentre il make up è ottimo e gli effetti visivi di Storari sono come sempre notevoli…

La strana storia di un regista idolatrato all’estero e snobbato in patria… Forse aveva ragione Mario Bava quando diceva che loro sono fessi ma, mi perdoni l’immenso Mario, qui mi pare che i fessi siamo noi!

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Ultima risposta 16/05/2009 12.50.17
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Crane  @  22/12/2008 16:12:55
   9 / 10
Sesto film di Ivan Zuccon ed ulteriore passo avanti che porta il regista ferrarese ad una maturità ormai definitiva ed innegabile che, si spera, sia in grado di aprirgli le porte al successo anche a casa nostra, visto che all’estero è seguito ed apprezzato già da parecchio tempo.
“Nessuno è profeta in Patria” dice il proverbio, però sarebbe anche ora di aprire gli occhi e “Dare a Cesare quel che è di Cesare”, perché “Colour From the Dark” non è solo la migliore opera del bravo Zuccon, ma uno dei migliori film horror italiani degli ultimi tempi.
Tornato al suo amore principale (gli scritti di Lovecraft) e coadiuvato per la terza volta ad Ivo Gazzarini alla sceneggiatura, il cineasta di Ferrara costruisce una pellicola tesa ed angosciante che trasporta lo spettatore in un vortice d’orrore sia fisico che psicologico che avrebbe sicuramente fatto la felicità del Solitario di Providence.

Con “Colour From the Dark” Zuccon consegna agli amanti dell’horror il suo lavoro più lineare ed avvincente, senza però rinunciare a quello che ormai è diventato il suo stile registico personale e a passaggi onirici tipici delle sue opere.
La fonte principale del film, “Il Colore Venuto Dallo Spazio”, rappresenta sicuramente uno dei racconti più affascinanti e terrificanti del grande H.P.Lovecraft e già nel passato è stato trasposto su celluloide, prima con “La Morte dall’Occhio di Cristallo” di Daniel Haller con Boris Karloff, poi con “La Fattoria Maledetta” di David Keith ma il sottoscritto, senza timore di essere smentito, è lieto di annunciare che “Colour From the Dark” è il film che più rende giustizia alla controparte cartacea.
Eliminata l’origine extra-terrestre del Male che affligge la fattoria, Zuccon pone sulla scena un’entità della quale non conosciamo l’origine, ma che potrebbe essere vecchia quanto lo stesso universo: niente mostri giganti e tentacolari, nessun essere che dimora in ciclopiche città sottomarine, ma un semplice colore, un riflesso che rappresenta ciò che l’occhio e la mente umana non potrebbero mai concepire. Orrore puro, oltre la materia fisica, il tempo e lo spazio.
Cosa non facile da portare sullo schermo, soprattutto nel creare la giusta atmosfera, ma gli anni passati a leggere gli scritti del Solitario di Providence a Zuccon hanno fruttato la giusta esperienza: proprio per questo “Colour From the Dark” rappresenta l’incursione più genuinamente inquietante e malsana del cineasta nostrano nell’Orrore Cosmico.
Zuccon, assieme al fido Gazzarini, è stato bravo nel manipolare il materiale di partenza rimanendogli comunque fedele: sul tema non nuovo, ma sempre affascinante, della disgregazione del nucleo familiare (qui presentato in maniera atipica con due sorelle più zio) viene edificato un architrave narrativo lento ed incalzante allo stesso tempo, con una crescente costruzione della tensione che letteralmente esplode nell’ultima mezz’ora della pellicola.
In questo senso Zuccon dimostra enormi passi da gigante sia come narratore che come film-maker in generale: un intreccio maggiormente lineare, ma non per questo più banale o meno affascinante del solito, viene quindi sorretto dalla regia eclettica e visionaria del cineasta nostrano, mai così ispirato ed equilibrato.
Non è solo la regia a brillare di luce propria, ma proprio il comparto tecnico in generale a stupire, tenendo peraltro conto di trovarsi di fronte, ancora una volta, ad una pellicola indipendente. Un grande lavoro è stato compiuto sulla fotografia, che durante il film compie un’evoluzione che ha dello straordinario: dalla calda e colorata luce d’inizio film, man mano che l’entità acquista forza e corrompe le menti dei protagonisti, lascia spazio a cromatismi sempre più spenti e grigiastri, fino a trasformarsi in un elegante (quasi) bianco e nero sul finale.
Va da sé che in tal modo Zuccon è riuscito in maniera encomiabile a portare sullo schermo un Orrore difficile da decifrare ed impalpabile, un Male Puro contro il quale né la Ragione, né la Religione (si noti l’impotenza del prete, nonché l’inutilità dei crocifissi) possono fare qualcosa.
Possessioni, visioni disturbanti, sogni premonitori e criptici, manifestazioni più o meno inquietanti si susseguono senza sosta per tutta la durata della pellicola e il regista emiliano mette in luce quanto sia cresciuto nella gestione della tensione e delle attese (ora calibrate davvero bene), oltre che nei momenti più incalzanti e “d’azione”.

Buoni gli effetti digitali e ottimo l’utilizzo del make-up, con un uso intelligente e mai forzato, ma incisivo al punto giusto, dei dettagli gore e sanguinolenti, che fanno sempre la loro bella figura.
La recitazione può ancora migliorare, ma contributi importanti provengono dalla star dei b-movie Debbie Rochon (più di 100 pellicole all’attivo) e da un’ottima ed ispirata Marysia Kay nei panni della sorella minore autistica di Lucia.
Per concludere “Colour From the Dark” è l’ennesimo passo in avanti di Ivan Zuccon, regista/autore ormai sempre più basilare nell’esportare dai confini del nostro Paese l’horror italiano: peccato che proprio in Italia non tutti se ne siano accorti, ma il sottoscritto è certo che con il suo sesto lungometraggio le cose cambieranno una volta per tutte.
I tempi de “L’Altrove” sembrano ormai lontani e Zuccon, anno dopo anno, pellicola dopo pellicola, sta costruendo una filmografia che assumerà sempre più peso per quanto riguarda il cinema di genere di casa nostra.
Siamo giunti ad un punto nel quale il regista ferrarese non è più tenuto a dimostrare niente a nessuno: talento, visionarietà, originalità nella messa in scena e nella scelta dei temi rendono Zuccon un cineasta forse ostico per qualcuno, ma ormai di indubbio valore.
Ora non resta che attendere il prossimo lavoro, per la conferma definitiva.

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Ultima risposta 29/01/2009 11.31.44
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