cielo sulla palude regia di Augusto Genina Italia 1949
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cielo sulla palude (1949)

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locandina del film CIELO SULLA PALUDE

Titolo Originale: CIELO SULLA PALUDE

RegiaAugusto Genina

InterpretiAssunta Radico, Giovanni Martella, Mauro Matteucci, Ines Orsini

Durata: h 1.20
NazionalitàItalia 1949
Generebiografico
Al cinema nel Marzo 1949

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Trama del film Cielo sulla palude

Maria Goretti (Orsini) vive con i genitori e cinque fratelli in un casolare della paludosa e malsana zona di Nettuno, dove abitano anche i Serenelli, padre e figlio. Morto di malaria il padre, la famiglia Goretti è esposta alle prepotenze dei Serenelli, di cui il giovane Alessandro (Matteucci) nutre una morbosa passione per Maria, ancora quasi una bambina, finchè, esasperato dalla intransigenza con cui la ragazzina difende la propria virtù, Alessandro la uccide.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (4 voti)7,50Grafico
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Voti e commenti su Cielo sulla palude, 4 opinioni inserite

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DankoCardi  @  20/07/2022 23:09:38
   8 / 10
Probabilmente nella vita delle figure legale alla fede i martìri, le sofferenze e gli estremi sacrifici devono essere affrontati per poter assurgere ad uno stato di esempio per gli altri, come è successo con Gesù che, tradito da Giuda, dovette subire la sua passione per poter diventare il simbolo che tutti conosciamo. E' questo anche il caso di Maria Goretti, bambina la cui sorte mostruosa l'ha portata a divenire un archetipo di misericordia e di perdono. Prima ancora che la Goretti venisse canonizzata viene realizzata questa pellicola che sbatte letteralmente in faccia allo spettatore la miseria e la povertà di intere famiglie costrette a spezzarsi la schiena ed a rischiare la vita nell'agro pontino malsano e foriero, come minimo, di malaria. Le genti sono ignorante, miserabili, cattive e soprattutto prive di speranza. In questa ottica anche lo stesso Alessandro, aguzzino della piccola, può essere visto come una "vittima" degli eventi. L'unico sprazzo di luce viene appunto dalla fede in Dio, dalla preghiera che porta Maria ad essere ben disposta verso gli altri, fino allo stremo: quello di perdonare chi le ha fatto del male, di pregare per lui e per la salvezza della sua anima come appunto insegnano i Vangeli. Precedendo Rossellini e Pasolini il regista Augusto Genina sceglie attori non professionisti per immergere la storia triste e cupa (ma con un enorme messaggio di redenzione) in un ancora più angosciante realismo. Santa Maria Goretti è divenuta il simbolo del perdonare.

topsecret  @  20/03/2019 17:24:40
   7½ / 10
Un buonissimo film dall'ambentazione rurale che si ispira alla vita di Maria Goretti, ragazzina assassinata in seguito a un tentato stupro e canonizzata da Pio XII nel 1950.
Colpisce molto il realismo della pellicola: Genina si avvale di gente del posto, contadini e braccianti, non certo attori professionisti, che riescono a fornire delle prove molto sentite e convincenti, su tutte quella della giovane Orsini è davvero intensa, tanto che la parte emozionale dell'epilogo riesce, senza fatica, a prendere il sopravvento.
Tutto il film è girato ottimamente, il contesto sociale mette la sottolineatura sulla miseria, la fatica e la disperazione di una vita dura, ma anche l'ignoranza, la superstizione e la ferocia di gente che deve sbattersi per mettere insieme il pranzo con la cena.
Film interessante, coinvolge e non ammorba nè calca la mano con la retorica, facendosi apprezzare per impegno, realizzazione e intenti.

Niko.g  @  06/06/2012 12:32:55
   8 / 10
Fin da subito, la cinepresa ci proietta nelle desolanti paludi pontine di inizio '900, luoghi in cui si svolsero i fatti, servendosi di un efficace stile neorealista e del lirismo fotografico di Aldo Graziati (La terra trema, Umberto D.).
Il film ha diversi punti di forza, tra cui il candore sincero della protagonista e i momenti che precedono il tentato stupro, fatti di silenzi premonitori rotti solo dal canto delle cicale.
Ines Orsini e Mauro Matteucci sono il valore aggiunto della pellicola. Qualche debolezza nel finale, sul quale, a mio avviso, la regia avrebbe potuto soffermarsi di più, perché l'agonia di questa giovane santa non fu affatto breve e forse si poteva dare un risalto maggiore al suo valoroso sacrificio.
Resta comunque un'opera incisiva, fedele e lucida.

"Maria Goretti, ora santa, fu l'angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore." (Dal testamento di Alessandro Serenelli, 1961).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/03/2007 23:17:56
   6½ / 10
Vincitore, credo, del Festival del Cinema di Venezia, il film di Genina esprime, nella vicenda di Maria Goretti, una sorta di "estasi universale", non meno effimera e retorica delle tante fenomenologie sulla fede imposte dai media di ieri e di oggi (v. statue che piangono sangue et affini). Oggi risulta nel complesso delirante, ma non privo di una certa rozza poesia: tratteggia l'assassino come un'uomo ignorante incapace di trovare la forza del sentimento "puro" e di reagire solo con la violenza, e la vittima come una sorta di aureola immacolata fin dall'inizio, con tutti i clichè misogini del caso.
Ma la vera forza del film è l'ambientazione, una sorta di "fabbrica rurale" dove il valore dei sentimenti è affidato allo sguardo, e non purtroppo ai gesti, anche i piu' efferati come in questo caso.
Sorprendente il candore nel volto della Orsini, che dopo un'altro film si ritiro' davvero in un convento: quel che si dice la divina provvidenza...

3 risposte al commento
Ultima risposta 07/06/2012 11.53.44
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