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Discreto giallozzo dei primi anni '70 che, forse, non sfrutta al massimo le location Veneziane (vedi il successivo "don't look now" di Roeg), comunque suggestive, e che soffre di un finale un po' tirato via. Se dal punto di vista del cast non si segnala niente di particolare (protagonista è un legnoso Lazenby simil Dennis Weaver), punto di forza è la colonna sonora di Morricone, che sicuramente è stata tenuta ben presente nella composizione di quella di "profondo rosso", a base com'è di inquietanti nenie e cantilene infantili. Il pezzo che accompagna ogni apparizione dell'assassino ("canto della campana stonata") è affascinate e sinistro. Non malaccio la regia di Lado, seppur con qualche approssimazione