canoa (1976)

Canoa racconta la storia di cinque persone che da Puebla vanno al villaggio di Canoa per fare un'escursione in montagna. Lavorano per l'Università ma non sono studenti, solo semplici impiegati. A fine giornata saranno linciati da una folla inferocita.
Inspirato ad un fatto vero di cronaca, la vicenda è ambientata in un villaggio rurale in cui il vero dominus è il parroco del paese che, fatte le dovute proporzioni, è un vero e proprio Richelieu locale. Cazals dirige questo film con un taglio vicino al documentario. Mostra come la tensione già aizzata in precedenza dal parroco abbia già montato la popolazione locale, caratterizzata da una forte arretratezza culturale. Evidenzia come il potere possa manipolare facilmente menti già di per sè manipolate dal fanatismo religioso, carattere primario della maggiorparte della popolazione. Il potere è nella mani di un uomo e basta il cenno di una mano o un sermone ben recitato a scatenare il villaggio contro cinque persone, le quali sono completamente ignare che il bersaglio di tale ostilità siano proprio loro.
L'ultima mezzora è allucinante, quasi un horror, con una fiumana di individui che linciano queste persone, uccidendo chiunque blocchi il suo cammino di morte. Solo l'intervento dell'autorità porrà fine al massacro, ma troppo tardi. Un film che è un vero pugno allo stomaco, ancor più amaro leggendo le didascalie finali. In queste si dimostra che il potere rimane sempre immacolato e che esercitarlo in casi estremi e criminali come questo, lo lascia impunito. Solo pochissimi e inedintificati colpevoli in mezzo alla folla pagheranno tale crimine e nemmeno con condanne pesanti. Canoa è un film da riscoprire perchè essendo ambientato in un contesto lontano, le tematiche sono universali e senza tempo. Durissimo e bellissimo.