calvaire regia di Fabrice Du Welz Belgio 2004
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calvaire (2004)

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locandina del film CALVAIRE

Titolo Originale: CALVAIRE

RegiaFabrice Du Welz

InterpretiLaurent Lucas, Jackie Berroyer, Joe Prestia, Philippe Nahon, Brigitte Lahaie, Jean-Luc Couchard, Philippe Grand Henry

Durata: h 1.28
NazionalitàBelgio 2004
Generehorror
Al cinema nell'Ottobre 2004

•  Altri film di Fabrice Du Welz

Trama del film Calvaire

Il giovane cantante Marc Stevens, artista squattrinato che si guadagna da vivere esibendosi negli ospizi, si trova in un bosco quando la sua vettura si blocca sotto la pioggia e dovrà trovare rifugio in una locanda...

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Voto Visitatori:   6,34 / 10 (151 voti)6,34Grafico
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Voti e commenti su Calvaire, 151 opinioni inserite

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horror83  @  15/01/2016 16:07:45
   5½ / 10
mi è stato consigliato questo film horror dicendo che era scioccante, così me lo sono guardato!!! Allora..... quello che posso dire è che la storia l'ho trovata angosciante e agghiacciante, ma la messa in pratica è noiosa. Certe volte mi capita di vedere film che magari hanno una prima parte bella e la seconda parte meno bella e viceversa, in questo caso mi è piaciuto l'inizio e la fine, quello
che ci sta nel mezzo l'ho trovato noioso!!! Secondo me ci sono storie che vanno bene se raccontate in un lungometraggio, altre in un mediometraggio e altre in un corto. Questo Calvaire, secondo me, andava benissimo in un mediometraggio, così da evitare tutte le lungaggini che ci sono in questo film, e che spezzano l'attenzione e fanno annoiare lo spettatore. in un ora e mezza mi sono molto annoiata, però ci sono i soliti 20 minuti finali dove il film fa vedere quello che uno si aspetta da un film horror. Anche il fatto che magari qualcuno possa pensare "e ma quella noia, e il fatto che non succeda niente di che, è per creare suspance e tensione nello spettatore" NO, non in questo caso! io mi sono annoiata! ero sempre lì a dirmi "adesso succederà qualcosa" e invece ho dovuto aspettare gli ultimi 20 minuti!!!! i film che ti fanno aspettare per 1 ora e 10 minuti senza che succeda nulla mi stanno sulle scatoline!!!
Come sempre, c'era una buona idea ma sfruttata male!!! Cmq gli ultimi 20 minuti, e anche qualche altra scena nel corso del film, rimangono impressi e disgustano, quindi non voglio bocciarlo pesantemente. diciamo che un cinque e mezzo è quello che gli si addice di più. Belle le ambientazioni in questo bosco, con la nebbia, e questo villaggio sperduto nella natura.....Questo è un film belga, "The human centipede" è un film olandese....diciamo che in Europa le idee ci stanno ma non vengono sfruttate bene....anche se la storia che c'è in Calvaire è già stata raccontata in altre salse....come horror europeo preferisco quello francese e spagnolo.....chissà se anche altre nazioni sforneranno qualcosa di decente....lo spero....

ps: il protagonista avrà anche subito un calvario ma anche lo spettatore, con la noia, ne ha subito uno!!!! che palle di film!!!

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Ultima risposta 15/01/2016 19.20.20
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alex94  @  20/06/2015 13:53:02
   6½ / 10
Buon horror grottesco diretto da Fabrice Du Welz nel 2004.
Il film riesce sicuramente a colpire attraverso alcune sequenze piuttosto malate ed anche un po disturbanti (nulla d'eccessivo naturalmente),si sviluppa in maniera lenta ma mai noiosa e riesce a trasportare lo spettatore in un mondo alternativo,sadico violento e perverso.
Dal punto di vista tecnico il film è molto buono,la regia è ottima e riesce a costruire delle scene semplicemente indimenticabili (sopra a tutte l'allucinante scena di ballo nel bar),perfetta anche la fotografia.
Convincente la recitazione.
Un film che riesce a colpire positivamente,non mi ha fatto impazzire,ma devo ammettere che è realizzato molto bene e che è di gran lunga più interessante di tante altre porcate che infestano il cinema horror.

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Ultima risposta 20/06/2015 15.04.48
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kingofdarkness  @  25/05/2015 12:38:41
   4½ / 10
Ultimamente ho sempre elogiato le produzioni horror francesi e spagnole, che, pur mancando di originalità, negli ultimi anni stanno portando sugli schermi dei buoni prodotti a livello visivo e di contenuto (a differenza degli americani, che giocano ancora sulle commercialate da teen-ager)
Questo Calvaire, però, devo ammettere che mi ha deluso.
L'ennesima rilettura, in chiave ormai sempre più sadica e malata, di "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper, stavolta non colpisce minimante come dovrebbe.
Troppe dilungazioni, troppa piattezza, troppe stupidità. Per quasi tutta la prima ora non succede praticamente nulla, tant'è che più volte mi sono chiesto dove voglia andare a parare il film.
La risposta la si ottiene nella mezz'ora finale, ovvero….da nessuna parte.
Tutto il travaglio finale, infatti, non è altro che un'accozzaglia di immagini stupide e violente, di gran impatto visivo ma spesso gratuite e di scarsa coerenza rispetto agli sviluppi del film.
Personalmente salvo solamente la scena del bar, in quanto trasmette una certa inquietudine e permette di capire la malsanità generale che incombe nell'intero villaggio, ma di certo non bastano 5 minuti per fare un buon film.
Mi dispiace, ma preferisco riguardarmi "Non aprite quella porta" in eterno piuttosto che questo aborto.

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Ultima risposta 07/07/2015 17.24.08
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Filmaster95  @  13/11/2014 10:20:46
   7½ / 10
Come da molti utenti ribadito piu grottesco che horror,rimane un film visionario,malato,disturbante,ti rimane proprio un senso di "sporco" appena terminata la visione di questa pellicola.
L'attore principale(che mi ha colpito in particolare) rappresenta al meglio la sua situazione,che con il passare dei minuti cade sempre piu in un profondo oblio da cui difficilmente riuscirà ad uscire.
Non è un film per tutti anzi,alcuni diranno solo che è spazzatura,ma è riuscito a darmi un senso di disgusto che pochi altri film sono riusciti a farmi provare e senza versare litri e litri di sangue.

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Ultima risposta 11/02/2015 03.38.34
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Spera  @  16/08/2014 13:32:44
   8 / 10
'Most disturbing film ever...' è una nuova tendenza,se vogliamo un nuovo genere.
Trova le sue radici nella storia del cinema da film come 'Arancia Meccanica' o 'Saló' del nostro Pasolini che erano già molto avanti.
Oggi il cinema si sta evolvendo sempre più velocemente come tutto ció che ci riguarda e questo genere/tendenza sta prendendo sempre più piede: cambia il modo di pensare della gente e cambia il modo di comunicare spostando il centro su un registro molto più esplicito, violento, disturbato.
'Most disturbing film ever...' quindi non è un solo un modo di etichettare qualche film fuori dai classici canoni comunicativi ma è l'emblema di una società che cambia, che diventa sempre più deviata e disturbata e lo vuole urlare a squarciagola.
Perchè non tirare fuori tutta la violenza e il disturbo insito nella razza umana?
Concludendo direi che tutto questo disagio non è inutile e diseducativo anzi...il suo scopo finale potrebbe essere far riflettere e ricordarci sempre chi siamo e da dove veniamo per non giungere ad un punto di non ritorno.
Inoltre è un linguaggio più duro e crudo ma più diretto...e forse anche più chiaro nel comunicare il proprio messaggio.
Sicuramente tra le ragioni vi è anche la soddisfazione del nostro 'guilty pleasure' altro elemento che denota quanto sia diventato strano il nostro modo di approcciare ció che ci circonda : in una società così ultraviolenta come possiamo biasimarci?
Tutto questo è solo mio un pensiero, condivisibile o meno che peró puó far riflettere, sui cambiamenti che sempre più velocemente condizionano la settima arte, ovviamente senza nessuna pretesa.
Esempi di film disturbanti che ho adorato a parte ovviamente i due sopracitati sono:
Seul contre tous, Snowtown, Ex drummer, Taxidermia, Martyrs, Tetsuo the ironman, 964 Pinocchio, Begotten e molti altri.


Calvaire è tra questi. Non esageratamente disturbante(anche se alcune scene mi hanno lasciato di stucco tipo quella nella prima parte nella stalla) l'ho guardato in campagna di sera in solitaria: l'effetto è stato tremendo.
Non originale, anzi mi ha ricordato parecchi altri titoli la trama ma chi ha detto che un film per essere bello deve essere originale o innovativo?
Fotografia spettacolare che conferisce quell' atmosfera irrespirabile e malsana.
La prima parte mi ha quasi fatto soffocare tanto è pesante, cupa e claustrofobica.
Un set up davvero da suicidio.
Poi la follia prende il sopravvento mostrando come anche non intenzionalmente le persone possano fare del male.
È un pensiero tetro e terribile quello che ti assale a film terminato quando scorrono i titoli di coda senza musica di accompagnamento sul sibilo di un forte vento gelido.
I francesi mi convincono sempre più, magnifiche le canzoni cantate dal protagonista.
Prendete un folle, un sadico e una vittima consegnateli a un regista capace e vi tirerà fuori un gran film disturbante.
Non tra i più ma...sicuramente 'most disturbing film ever...'

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Ultima risposta 19/01/2016 17.56.25
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  29/07/2014 12:39:06
   6 / 10
Offrire una valutazione netta e univoca per questo film è quasi impossibile.
è un film che non mi è piaciuto nella prima parte, mentre nella seconda mi ha proprio inquietato, mi ha dato fastidio a pelle.
Purtroppo non riesco assolutamente a inquadrarlo come capolavoro, ci sono troppe scene che non hanno un senso chiaro.

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Inoltre il film soffre di 40 minuti iniziali che sono molto noiosi, abbastanza ripetitivi e senza una logica di fondo che aiuti lo spettatore a lasciarlo attento.
Successivamente il dramma esplode in tutta la crudezza, e sono onesto nel dire che un paio di scene mi hanno fortemente disturbato.
Una è sicuramente il taglio dei capelli, che finalmente fa luce sulla deviazione mentale dell'albergatore, mentre l'altra è la cena con "la famiglia riunita", nella quale si cita in maniera chiarissima " non aprite quella porta" ( anche l'occhio che chiede aiuto richiama quello della protagonista urlante del film del 74').
Mi ha disturbato fortemente un elemento: la ricerca ossessiva e disperata di questi matti nel ritrovare un equilibrio fisico-mentale; equilibrio che ovviamente non può essere compreso e\o capito da persone sane di mente.
Equilibrio che va a minare la mente di chi non è folle, e l'aiuto che il protagonista chiede non viene neanche minimamente percepito dai suoi aguzzini, proprio perchè la loro costruzione mentale gli impedisce di provare empatia per la vittima.
é un concetto che mi fa paura, a dirla tutta, dimostra una incomunicabilità con persone che hanno perso il lume della ragione.
Tale concetto è fortemente ribadito nella scena delle sabbie mobili, dove l'anziano signore chieda che venga formulata una certa frase ed il protagonista torturato quasi prova pietà mentre la pronuncia.
Quindi si ritorna all'idea di prima: "loro" non sono cattivi, purtroppo sono vittime che con la loro devianza fanno altre vittime, ma inconsapevolmente.
Partendo da queste basi, il film meriterebbe un voto molto alto.
E inoltre sfoggia una fotografia che riesce a valorizzare le ambientazioni nevose e immerse nella nebbie, che saranno decisive proprio nelle sequenze finali.
Purtroppo molti di questi concetti non vengono affrontati, ma soltanto lasciati intuire allo spettatore, riducendo il film ad un'atipica storia grottesca, con qualche scena riuscitissima e altre che invece risultano essere troppo surreali e inutili nell'economia del film.

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Ultima risposta 11/02/2015 13.34.39
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ferzbox  @  21/07/2013 14:51:44
   7½ / 10
Mi trovo decisamente in difficoltà nel poter giudicare questo film con obiettività.
Il regista Fabrice Du Welz mette in scena una situazione orrida ed agghiacciante,a tratti anche disturbante,sulla violenza che solitamente siamo abituati a vedere nei confronti del gentil sesso,senza trascurare alcuni elementi psicologici che a loro modo riescono a far riflettere sulla psiche contorta di alcuni individui nei confronti di chiunque.
Il protagonista è questo Marc Stevens,il classico uomo che si sente l'animo dell'artista ma senza riuscire a progredire in qualità e popolarità..."condannato" a vivere la sua vita di cantante accontentando un pubblico misero e poco pretenzioso,ma tuttavia affascinato ed ipnotizzato dalla sua figura.
Entra in gioco il principio dei due estremismi.
Da una parte vediamo gente per così dire "ignorante",tra cui anziani,che per spezzare la monotonia della loro esistenza ricorrono a qualcosa di grande...qualcosa come Marc Stevens,che con la sua voce riesce a dare un eruzione di vita a persone che ne hanno dimenticato il sapore,fino a diventare un vero e proprio idolo.
Dall'altra parte vediamo la frustrazione di Marc,completamente asuefatto dalla sensazione di non essere nessuno,dalla frustrazione di sentirsi amato da persone che non vorrebbe facessero parte della sua vita;con unica eccezione,la bella donna in mezzo al paese di "vecchi",bisognosa del suo amore perchè priva di qualunque altro stimolo per poter trasgredire;una donna che allo stesso tempo gli ricorda se stesso.
Quello che ho raccontato sono solo i primi minuti del film,l'analisi dell'uomo che dovrà affrontare il "calvario" che si vedrà successivamente,ma estremamente necessari per percepire al meglio l'angoscia del protagonista una volta entrato nel vivo della vicenda.
C'è un limite di sopportazione abbastanza oggettivo per chiunque,un limite dove qualunque essere umano sarebbe concorde nell'affermare che non si può andare oltre per non impazzire,non cadere in uno stato di depressione acuto o vivere un incubo.
Ho visto che il film viene catalogato nel genere "horror".
Bhè,in un primo momento non ero molto concorde,perchè per genere horror si intendono i classici stereotipi a cui siamo di solito abituati:assassini spietati,mostri abominevoli provenienti da chissà dove,possessioni demoniache o eventi paranormali ed occulti;"Calvarie" non è nulla di tutto questo,piuttosto è il confronto con una realtà che non vogliamo pensare possa esistere,una realtà che non può essere definita tale,una realtà agghiacciante e perversa che spaventerebbe chiunque perchè la si potrebbe toccare con mano.
Marc Stevens avrà un ruolo classico della storia del cinema;il ruolo del povero uomo sperduto che avendo problemi con la sua vettura dovrà chiedere aiuto ed ospitalità in una locanda nei pressi di un bosco...
...come su tutti i film horror che si rispettino,anche Marc troverà qualcosa da cui era meglio stare alla larga,qualcosa che colpisce maggiormente di qualunque mostro orrorifico,qualcosa che è in grado di prendere la tua dignità e schiacciarla come un chicco d'uva.
Si tratta di un film horror?...bhè,se siete bravi ad immedesimarvi nel protagonista lo è senza alcun dubbio....
Sono rimasto sorpreso da questa pellicola;il modo che ha utilizzato per orripilarmi e trasmettermi uno stato di tensione era diverso dal solito.
Ci sono diversi modi per "stuprare" la mente di un uomo e questa storia lo dimostra palesemente.
L'unica nota dolente sono alcuni cali di ritmo che si percepiscono di tanto in tanto,ma anche se non si tratta di un film per tutti i palati,conserva un analisi della psiche umana decisamente malata e contorta.

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Ultima risposta 29/07/2014 14.48.55
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Looklike  @  20/08/2012 13:43:06
   6 / 10
Marc è un artista. A pagamento, sia ben chiaro. Ma è comunque un artista.
Cantante in itinere, lo troviamo a inizio film, deliziare una platea di anziani morenti, con stucchevoli canti sull'amore e sulla gioia di vivere. Sin da subito si respira un atmosfera malinconica e nostalgica. Siamo in periodo natalizio, con le sue squallide decorazioni e i suoi patetici festini. Marc è pagato per movimentare tali festini. Volente o nolente. E non importa se una vecchia ti fa le avanche o una ex pornostar ha un debole per te. L'importante è riscuotere la somma di pagamento dovuta. Essenzialmente consinste in questo il prologo di Calvaire, del quale, francamente non riesco a coglierne l'utilità. Presentare il personaggio forse? Mah, un fine raggiunto piuttosto sommariamente. Certo, scopriamo che si tratta di un cantante, ancora alla ricerca d'un successo palpabile. Scopriamo che è un uomo fascinoso, gentile. E che s'imbarazza se un ottantenne gli fa delle avanche. Scusate se mi ripeto ma tengo a ribadire questa cosa. Dopo la sua esibizione, Marc viene raggiunto in camerino da una delle anziane spettatrici, che, con fare ambiguo, tenta di sedurlo con risultati nulli. Il senso di questa scena? Chi lo sa... Io provo a trovarne l'incastro giusto nel contesto, ma con molta fatica. Come se non bastasse, prima che Marc parta per la sua prossima tappa del tour, quella che sembra essere una badante porge un saluto un po' troppo amorevole nei suoi confronti. Cosa vuole dimostrare il regista? Che forse Marc è un uomo piacente. Sì, ok, ma con questo? Va bè. Questo è il prologo di Clavaire. Cosciente della sua dimensione tragica, non ho potuto fare a meno di sorridere dinanzi a tale ambiguità. Un incognita. Dopo la quale ha inizio il vero film. Un viaggio interrotto, una deviazione. Guasto al furgone, e tac, nella trappola. Espediente banalissimo e molto inflazionato dal genere. È una giornata buia e piovosa, Marc tenta, con scarsi risultati, di far ripartire il suo furgoncino/dimora. Nulla da fare. Guidato da un mentecatto incontrato per caso, Marc si dirige verso un Hotel nelle vicinanze, molto rustico con la totale assenza di clienti. Il propietario Bartèn, si dimostra sin da subito, un personaggio caloroso, buffo e un po' malinconico. Poi, a poco a poco, svela un comportamento sempre più ambiguo, sino al culmine che dà inizio al calvario del povero Marc.
Location a dir poco straordinarie per questo piccolo prodotto belga, presentanto a Cannes e uscito sottovoce nel lontano 2004. È un gelido inverno quello dipinto da Du Welz, col essenziale supporto di una fotografia sublime firmata Benoît Debie (Enter the Void!) nome da tener d'occhio. Tinte freddissime, ambienti aridi e spenti macchiati da qualche chiazza bianca di neve. Regia con diversi spunti interessanti, virtuosismi, come la ripresa dall'alto dello stupro, o la rotazione a 360°, veri affreschi di follia di una mondo distante anni luce dalla civiltà, ornato da una galleria di personaggi grotteschi e ripugnanti, che fanno le cose più assurde ed impensabili. Epilogo insoddisfacente.

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Ultima risposta 24/08/2012 17.14.23
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testadilatta  @  25/01/2012 23:12:12
   9 / 10
Ad un tipo un pochino sfortunato (proprio poco) si ferma il suo furgoncino in una tranquilla stradina di un boschetto belga.
Si troverà un rifugio in una locandina carina lì vicino.
Inizia per lui il Calvaire...
Il film è un gioiello belga, di un'opprimente pazzesco, dai paesaggi (fotografati bene), ai personaggi (tutti animali selvatici maschi).
E' facile diventare matti senza donne e da qui mi vengono in mente 2 morali:
-senza una donna prima o poi si diventa matti;
-se non c'è la donna bisogna "inventarsela".

Quasi capolavoro.

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Ultima risposta 11/02/2015 03.47.07
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76eric  @  13/12/2010 19:44:43
   7½ / 10
Una sorta di viaggio "nelle fauci della follia" che potrebbe essere benissimo uno dei racconti di Sutter Cane letti da John Trent.......
A parte la considerazione condivisibile o meno, l' ho sempre ritenuto un buon film ed anche questo si riallaccia specificatamente a "Non aprite..." e "Deliverance" e derivati, e ricorderebbe vagamente soprattutto nella parte finale "Southern Comfort".
Anche per me Du Welz è talentuoso per inquadrature e per questo modo di raccontare l' astuzia/pazzia (soprattutto) campagnola, e sembra veramente, col viaggio di Marc, che ci introduca in un mondo che dal reale passa al fittizio quasi come la Hobb's end carpenteriana, dove la parola civiltà sia appunto un optional.
Non tutti siamo uguali, ed ognuno ha il suo modo di comportarsi, ma francamente da un mio personale punto di vista, il protagonista Marc è altamente detestabile per il suo modo di subire gli eventi, per la sua passività ed il suo non reagire alla disperata situazione..., per poi riscattarsi comunque alla grande nell' ultimo dialogo visto anche l' enorme vantaggio nei confronti di uno dei suoi seviziatori.
Ottima la prova di Berroyer (Bartel), dapprima calcolatore astuto nell' ammaliare e nel riverire lo sfortunato protagonista, per poi dare adito alla sua vera natura.
Strepitosa poi è la scena del bar (?) con tanto di balletto della svitata comunità, la quale un pò m' ha ricordato quella cajun, o meglio la sua "immondizia", i rinnegati, del film di Hill.
La scena della cena è OK ed è chiaramente un omaggio ma non si avvicina nemmeno minimamente al "miracolo" che compì Hooper nel '74. ( Per me la miglior sequenza mai fatta in termini di pathos mista a follia).
Non potevo poi evitare di menzionare il magnifico paesaggio cupo della simil tundra belga, dove in verità il protagonista, intrappolato e conciato a quel modo non avrebbe mai potuto sopravvivere alla glaciale ed iper-umida nottata.
I finali che dicono poco o nulla e che lasciano molto in sospeso non so perchè, ma a me attirano per cui lo promuovo però..........., ho come il sentore che il tutto poteva riuscire meglio. Vabbè....... Bravo Du Welz 7/8.

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Ultima risposta 15/12/2010 01.00.43
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/07/2010 11:02:54
   8 / 10
Questo lavoro d'esordio di Du Welz è davvero un gioiello ma di quelli neri,uno di quelli che dopo i titoli di coda ti fa sentire sporco e angosciato senza (apparente) motivo.
Plot banalissimo e che può invece dare tante emozioni e riflessioni,regia superba,interpretazioni ottime e fotografia splendida,non si può chiedere di più. La cosa migliore è la morbosità e lo squallore psicologico di ogni singolo personaggio,il loro baratro di follia: non si vedono speranze e non c'è mai lucidità.
Il calvario del cantante è pesantissimo e ci sono momenti insostenibili ma il sangue è poco,nonostante questo Calvaire regala brividi veri lungo la spina dorsale più di qualunque altro horror con sangue a litri.
Lasciando stare il dopo-finale sui titoli di coda,forse l'unica cosa veramente prevedibile e banale,il resto è sempre perfetto e l'atmosfera rende il film indigesto e pesantissimo.
Du Welz attinge a piene mani dall'Hooper di Non aprite quella porta, dal Cane di paglia di Peckinpah, dall'umorismo e senso del grottesco Hitchcockiano e dall'Inquilino di Polanski (e Kafka,naturalmente).
Ma il grottesco che accompagna tutta la durata della pellicola rende delle scene anche esilaranti,oltre che malate. Per questo le deviazioni mentali dell'intero villaggio,sempre alla ricerca di una donna scappata via (chissà poi perché) rendono Calvaire anche comico. O le famigerate congiunzioni carnali con animali,o l'uomo sempre alla ricerca della sua cagna (e con il senno di poi,visto ciò che succede alle povere bestie,il sorriso può scappare).
Questo ha forse diviso tanto gli spettatori che l'hanno visto,non si riesce bene ad inquadrare cosa sia Calvaire ma qualunque cosa sia colpisce con forza.

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Ultima risposta 02/01/2011 00.27.06
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maurimiao68  @  07/05/2010 20:56:17
   2 / 10
La visione di questo film è consigliata a persone con seri problemi psikiatrici!!
Squallido davvero...film pessimo!

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Ultima risposta 11/05/2010 21.44.06
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wooden  @  17/04/2010 11:18:50
   8½ / 10
Un film nero e morboso, molte le scene degne di nota, il ballo nel bar, le scene del furgone, le chiamate e le scampagnate folli sul trattore del vecchiardo, davvero una serie di ottime trovate claustrofobiche e surreali (citare kafka è scontato ma doveroso), fino al bellissimo finale, inspiegabile e assurdo, unico guizzo di umanità nella tetra boscaglia. Quasi assente la colonna sonora. Azzeccato, basta con i trucchetti fonici scassamenghia.

Ogni volta che mi imbatto in questi film con voti bassissimi e voti altissimi trovo sempre film molto interessanti. Stupida media matematica.
Ottimo, consigliato. Non si spiega il voto così basso.

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Ultima risposta 17/04/2010 16.45.39
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KOMMANDOARDITI  @  26/03/2010 18:13:50
   5½ / 10
Ultimamente, forse un pochino in ritardo, sono venuto a conoscenza di una certa frenesia creativa divampata tempo fa nella cinematografia horror francofona. Alquanto incuriosito e galvanizzato ,anche grazie ad entusiastiche recensioni lette un po' in giro, ho deciso di regalarmi una full-immersion nello splatter d'oltralpe recente. I titoli in questione : ALTA TENSIONE,A L'INTERIEUR,FRONTIERS-AI CONFINI DELL'INFERNO,MARTYRS e appunto CALVAIRE. Pur essendo totalmente diversi l'uno dall'altro, i primi quattro film posseggono ,come minimo comune denominatore, l'estrema crudezza delle immagini, impregnate di un debordante esibizionismo gore. Per CALVAIRE invece il regista belga Fabrice Du Welz opta per una rappresentazione della violenza meno "en plein air",preferendo la strada del vedo e non vedo tanto cara all'horror esangue degli anni '90. L'intenzione naturalmente era quella di amplificare il sadismo e la crudeltà della "via crucis" a cui il personaggio principale viene ,suo malgrado, costretto. Laurent Lucas ,cantante bohemienne alquanto stucchevole, dopo un'amena serata canora presso un ospizio di campagna, l'indomani mattina riparte col suo furgone alla volta della successiva tappa lavorativa,ignaro però della tremenda esperienza che di li a poco patirà...La trama volutamente essenziale,il furgone in panne,il patologico microcosmo tutto al maschile della comunità isolata sono elementi che non possono non ricondurci a pellicole imprescindibili quali UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA o NON APRITE QUELLA PORTA. Come Boorman e Hooper, il regista Du Weltz imprime alla sua opera una personale e lodevole impronta personale,dilatando i tempi e prendendosi cura nel descrivere personaggi,luoghi ed atmosfere ma , a visione conclusa, il senso prevalente è quello dell'insoddisfazione...Da un lato c'è la palese inverosimiglianza di una vicenda forzatamente trasposta dal retrogrado sud degli Stati Uniti al nientepopodimenochè evolutissimo e laico Belgio : se la storia di una piccola famigliola di cannibali aveva significato nelle desolate ed immense distese texane, non può assolutamente stare in piedi quella ,addirittura, di una intera cittadina deviata celata nello strettissimo perimetro belga!!! Dall'altro lato c'è poi la velleitaria vacuità di alcune citazioni,come ad esempio quella del banchetto serale tra vittima e carnefici : se in TEXAS CHAINSAW MASSACRE questa scena cruciale aveva una valenza di allucinatoria regressione infantile , qui diviene banale intermezzo tra una violenza e e l'altra!!! Per quanto riguarda il titolo ,il desiderio dell'autore era probabilmente quello di creare un parallelismo con la Passione biblica, tramite un protagonista, però, con alcunchè di parvenza messianica(nonostante il suo casto rifuggire le avance sfacciate di anziane ed infermiere varie!)....un tentativo coraggioso ma ,francamente, troppo ambizioso. Da segnalare la partecipazione di Philippe Nahon(meglio apprezzato in ALTA TENSIONE) e dell'icona sexploitation(e oltre..!) Brigitte Lahaie,stagionata ma sempre affascinante. Tirando le somme, CALVAIRE, pur coi suoi macroscopici difetti, riesce a risultare molto più efficace e singolare di prodotti mainstream senza senso come FRONTIERS o il brutto remake di NON APRITE QUELLA PORTA(ad opera di Marcus Nispel). Confidiamo in Fabrice Du Weltz...

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Ultima risposta 02/01/2011 02.15.08
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Bathory  @  23/03/2010 13:05:28
   9 / 10
Calvaire è indubbiamente uno dei film più malati e inquietanti che mi sia mai capitato di vedere.

Dal primo istante si respira un'aria malsana e pesante, in un paesino popolato da figure quanto mai grottesche e folle, che ci accompagna fino allo sconcertante ed enigmatico finale.

Le sequenze da annoverare sono molte..ma indubbiamente quella già citata del bar vale da sola il film..

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Ultima risposta 25/03/2010 15.39.38
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Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  17/03/2010 20:37:20
   9 / 10
Di Cafca non so un catzo, ma Calvaire è sicuramente uno dei viaggi nei meandri dello squilibrio mentale più oscuri e scomodi che mi sia mai capitato di intraprendere. Fosco, torbido, desolato.

Nessuna figura femminile che possa dirsi tale. Nessun buono e nessun cattivo.
Nessuna salvezza.
L'oblio più totale.

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Ultima risposta 26/03/2010 17.38.30
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USELESS  @  17/02/2010 13:17:08
   5 / 10
Dove ce lo avete visto kafka?
Mi sembra una boiata... Inizia bene ma poi si perde per strada.
Quoto BraineaterS.

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Ultima risposta 18/02/2010 22.15.45
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jannakis  @  17/02/2010 12:54:17
   10 / 10
La definizione "horror" non rende merito a tale capolavoro se consideriamo come tale genere sia stato sporcato ripetutamente negli anni dal monopolio di ridicoli filmacci le cui uniche risorse per emozionare lo spettatore rimangono lo stordimento sonoro e gli occhialini 3D. Calvaire è un film di una profondità disarmante: i temi della solitudine, dell'incompletezza e dell'abbandono sono onnipresenti e la figura femminile, invece completamente assente nel film, gioca un ruolo fondamentale, lì dove la sua assenza diventa malattia, ragione di infinita disperazione e smarrimento.
Il protagonista, la vittima, riesce alla fine a comprenderlo e a provare, al pari dello spettatore, compassione o addirittura "tenerezza" nei confronti degli aguzzini.

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Ultima risposta 09/03/2010 09.36.45
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VinLet  @  16/12/2009 13:19:28
   5 / 10
Dal titolo immaginavo crudeltà alla “Martyrs” o “A l’interieur”
Invece si evidenzia uno squilibrio psichico dovuto all’isolamento..alla desolazione..alla mancanza di donne
Il cantante Marc..sfugge alle vecchie in calore..dell’ospizio in cui si esibisce..che già mostrano segni di squilibrio
Durante un temporale il suo furgone si blocca in un luogo sperduto e isolato tra i boschi
Si rifugia in un sinistro albergo il cui proprietario Bartel è un tipo gentile..disponibile e premuroso..ma che insiste affinché non vada in paese
Ecco rispuntare Gloria
Alcune scene degne di nota per sottolineare l’instabilità mentale:
-Le telefonate convincenti al meccanico
-La vicenda del maiale
-Il goffo ballo al bar
-Il ritrovamento del cane “Bella”..con riunione della famiglia proprio a Natale
-La sorprendente motivazione dell’incursione in casa
Al di là della qualità nella rappresentazione della pura follia..purtroppo..è Marc che delude..poco convincente la sua sofferenza..i suoi pianti..il non reagire
Finale..boooh..aspettate la fine dei titoli di coda

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Ultima risposta 18/02/2010 06.26.56
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stiffa  @  23/09/2009 23:53:19
   2 / 10
Imbarazzante averlo visto.
Una cacchiata colossale... poteva veramente esser un po' più convincente ... bastava poco... ma il regista stava a giocare a poker la sera che gli han detto che nel suo film c'era qualche piccolo dettaglio da curare...

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Ultima risposta 18/02/2010 06.39.35
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carriebess  @  18/07/2009 19:14:56
   10 / 10
film di una kafkiana impotenza e un'angoscia assurda!

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Ultima risposta 03/09/2009 23.12.34
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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  09/07/2009 23:06:00
   4 / 10
Raramente mi è capitato di vedere film INGUARDABILI...eppure questo è proprio uno di quelli.
Dire Noia assoluta per 1 h e 24 è un eufemismo... inoltre è abbastanza stupido nell insieme ( trama , situazioni ...per non parlare del finale...imbarazzante ) .


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tuttavia nonostante sia un film inconcludente e irritante puo' vantare un ottima fotografia e le ambietazioni sono davvero inquietanti.

il vero calvario è stato vederlo fino alla fine .

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Ultima risposta 04/06/2010 21.15.59
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SANDROO  @  08/06/2009 20:42:55
   2 / 10
Mamma mia che schifezza!!! Veramente un film imbarazzante e non si capisce come fà ad avere una media del 6....... INGUARDABILE.......

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Ultima risposta 22/07/2009 09.21.38
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leonida94  @  03/04/2009 19:16:53
   4 / 10
Calvaire??? Bravi!!! Almeno il titolo è adeguato...
Infatti il film è dal primo minuto all'ultimo un lungo, straziante, noioso e insensato CALVARIO.
Il film è assolutamente senza nè capo nè coda, ci sono scene davvero scabrose accompagnate da note di colore quali stupramenti di bovini, palpamenti di vecchiette e altre scene nonsense come il balletto nel bar.
Non c'è uno sprazzo di trama, di chiarimento degli svolgimenti (chi sono quelli nel paesino?? chi è Gloria??), di profili psicologici degli attori, e in fine invece di salvarsi in corner con un finale coi botti si chiude lasciando tutto "aperto"... E il finale?? cosa succede?? chi erano tutti ?? Bho!!!
La prima parte è noiosissima, e anche se durante la seconda si respira un po' di angoscia non riesce a colmare il delirio cinematografico della prima ora.
Insomma.. Una brutta esperienza, e a mio avviso, se ricalcati alcuni aspetti, poteva essere un buon lavoro. BOCCIATO

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Ultima risposta 05/04/2009 13.28.56
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  16/03/2009 15:29:36
   7 / 10
Riuscito thriller/horror francese, dalla sua parte anche un po’ sperimentale, se vogliamo.
Più thriller che horror. Sicuramente non fa paura, però riesce a dare un senso di “fastidio”, non disturba, ma danno fastidio quelle scenografie fredde e inospitali, quei personaggi strani, quel senso di smarrimento in tutta la pellicola e gli onnipresenti grugniti di maiale. Siamo di fronte ad un diverso tipo di orrore, un orrore che si evolve lentamente e cova dentro di noi uno strano tipo di malessere. Un orrore che viene direttamente da persone buone. Attenzione: persone BUONE non buone in apparenza. Ed in effetti l’”assassino” non è cattivo, diciamo instabile, ma di cuore e sensibile. Per questo dico “sperimentale”, anche perché penso che non può essere apprezzato da tutti. Io consiglio di dargli un’occhiata, ovviamente ai fan dell’horror. Non temete della trama, anche se fa presagire i soliti cliché.

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Ultima risposta 25/03/2009 19.46.03
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the saint  @  09/12/2008 23:32:16
   4 / 10
la prima ora si lascia guardare...gli ultimi 20 minuti sono ridicoli!!!!! per questo gli dò 4...sennò meriterebbe di meno!
un pò è vero ricorda MIsery non deve morire, l'idea infatti non era proprio malvagia ed un pò di curiosità e un pizzico di tensione la mette! anche le ambientazione non era male!
peccato sia una cacata di film!
il protagonista l'hanno scelto frocio apposta?? ma che ***** piange a fare per metà film?? ma poi... vedere spoiler





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Ultima risposta 22/10/2012 12.55.09
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pinhead88  @  21/11/2008 14:26:46
   5 / 10
non mi ha convinto,anche se reputo gli horror francesi insieme a quelli spagnoli i migliori nel mondo.questo non è proprio un horror,è un film dove si percepisce soltanto follia,che però non si sa dove vuole andare a parare,mi ha lasciato molto dubbioso.a parte questo ho trovato molto buona la recitazione e la scenografia

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Ultima risposta 23/11/2008 15.10.20
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Invia una mail all'autore del commento roizzz  @  14/11/2008 11:25:56
   7 / 10
Film più interessante che bello ma che merita di essere visto.

Curatissimo in ogni dettaglio, dalla scenografia, allo studio dei personaggi, dei dialoghi, all'analisi della follia e persino nei particolari nonsense (scena del ballo, nani nel bosco).

E poi soprattutto è apprezzabilissimo il fatto che tutto il "calvario" del protagonista acquisti un senso nel finale (vedi spoiler)

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Ultima risposta 29/11/2008 06.02.21
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  28/07/2008 13:33:34
   5 / 10
Ottima regia, buona recicatione e belle scenografie. benissimo anche l'illuminazione.
Peccato ch eil film in sè faccia schifo.

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Ultima risposta 10/07/2011 02.54.12
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july85  @  25/06/2008 21:34:37
   3½ / 10
calvaire...ma mi sa che il calvario è il nostro!!!!!che ci siamo dovuti sorbire la bellezza di 1.20 di film!ora non per fare la critica di cinema...ma il film è privo di logica,non ha senso e poi non viene spiegato nulla..uno rimane a fissare i titoli di coda senza capire!apparte la storia scialba(vista e risentita 100 volte)ma poi il film doveva concludersi in qualche modo...e invece rimangono solo punti interrogativi!secondo me il regista ha voluto fare un film molto simile a quelli di David Lynch!!ma nn c'è riuscito! cmq per evitare di ripetermi..non lo cosinglio!

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Ultima risposta 29/11/2008 05.52.31
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  14/03/2008 17:25:35
   8 / 10
Pazzesco! Non credevo ai miei occhi. A parte la storia che è semplicemente geniale, è sviluppata in maniera audace e mai retorica, la progressiva identificazione con la moglie fuggita innesca questa spirale di ossessione degna di un film del calibro di Misery non deve morire. Poi ci sono le atmosfere e i luoghi a mio parare caricati di un significato oscuro, lontano nel tempo, fiabesco oserei dire e più si va avanti più questi luoghi diventano assurdi e fantastici, sembra ti stare in un sogno. Forse non è un caso che il protagonista che si trova a girovagare in questi luoghi porti un giubbottino rosso (proprio come la fiaba di cappuccetto) e che si senta progressivamente smarrito proprio come accade a un bambino e tutto ciò è perfettamente trasmesso allo spettatore. Una favola nera!

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Ultima risposta 16/04/2008 20.55.24
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John Carpenter  @  22/11/2007 20:08:32
   6½ / 10
Per un film d'esordio è sicuramente un risultato notevole, però mi aspettavo di più.
Cominciando dalle note positive, devo dire che l'ambientazione è molto suggettiva, le interpretazioni sono eccellenti e anche se lo spunto sembrerebbe poco originale, più il film prosegue e più cambia rotta con momenti di angoscia pura che ti tengono incollati allo schermo.
Però bisogna dire che nella prima parte, anche se il senso di mistero è reso molto bene, è molto noiosetta, poteva essere girata meglio la prima parte, magari con un montaggio più sbrigativo, anzichè scene interminabili e oltretutto senza senso. E qui si vede che il regista ha un pò faticato a raggiungere l'ora e mezza. Inoltre un'altra grandissima pecca secondo me sono le musiche: non perchè siano brutte, ma proprio assenti dal tutto! Una buona musica con un'atmosfera riuscita non guastava affatto!
E poi il finale... mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Quindi in conclusione dico che è un film certamente curioso nel suo svolgimento, ma si poteva fare di più, e nello stesso genere horror-thriller ho preferito di più altri film francesi come Saint Ange (rivalutato) e Alta Tensione (nonostante il disastro finale).
Comunque consigliato a chi vuol cercare qualcosa di nuovo.

John.

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Ultima risposta 04/04/2009 12.50.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  16/11/2007 11:02:39
   8½ / 10
Gran debutto di Fabrice Du Weltz, "Calvaire" è un film assolutamente da non perdere, un concentrato di cupezza, pessimismo e follia che omaggia alcuni classici dell'horror a partire da "Non aprite quella porta".
Du Weltz ha l'intuizione giusta nel far sprofondare in una spirale di pazzia lo spettatore insieme al malcapitato Marc, cantante girovago dal carattere mite che verrà fatto prigioniero da un vecchio albergatore che rivede in lui la fantomatica e fedifraga moglie Gloria. La prima parte del film è introduttiva, lascia presagire che qualcosa non funziona come dovrebbe, permette allo spettatore di provare gli stessi dubbi di Marc, per poi stordirci con una seconda parte in cui si viene trascinati in un vortice di follia degenerata, devastante, resa ancor più angosciante dalle ambientazioni boschive che raggiungono il loro massimo (tenebroso) splendore nelle sequenze finali.
Per sua stessa ammissione il regista dichiara che il protagonista centrale della storia, almeno inizialmente, non è Marc, bensì il suo aguzzino Bartel (il bravo Jackie Berroyer), l'evidente passività del giovane è infatti voluta, al fine di far risaltare la follia del vecchio, che da gioviale ometto un po' strano si tramuterà in un pazzoide che troverà nelle umiliazioni fisiche e psicologiche inflitte al suo "ospite" lo sfogo per i suoi deliranti incubi ad occhi aperti.
La narrazione non permette di individuare spiegazioni logiche, quasi tutto è lasciato all'immaginazione dello spettatore, il senso di alienazione quindi aumenta con il passare dei minuti, la certezza di trovarsi in un incubo senza ritorno attanaglia spettatore e vittima, nell'ultima mezz'ora il regista cambia nuovamente le attenzioni della sua "ricerca", lascia perdere Bartel e si dedica a Marc creando una funzionale empatia tra il folle smarrimento del giovane e quello di chi guarda.
Non lascia indifferenti la regia, curata, sicura, a tratti derivativa (emblematica la scena della cena), Du Weltz dimostra di saperci fare, utilizza una fotografia molto sgranata e sporca, tratta con attenzione ogni particolare sino a raggiungere l'apice creativo nella sequenza che si svolge all'interno della casa stretta d'assedio dai bifolchi.
Geniale l'idea di ridurre ai minimi termini le musiche, Du Weltz sembra voler dimostrare di saper coinvolgere anche senza l'ausilio di una colonna sonora "esterna", infatti si affida a canzoni direttamente cantante da Marc oppure ad un delirante ed indimenticabile refrain al pianoforte, colonna sonora di una delle scene più incredibili ed affascinanti di tutto il film.
Ora non resta che attendere la seconda prova di questo giovane regista che ha dimostrato di saperci fare, magari non inventando nulla di nuovo, ma riuscendo a personalizzare egregiamente le sue influenze.

7 risposte al commento
Ultima risposta 19/11/2007 09.30.56
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Ellis77  @  13/11/2007 15:07:53
   7½ / 10
Me lo sono voluta vedere due volte prima di commentarlo. Credevo che il mio primo giudizio fosse stato condizionato dal particolare momento in cui l'avevo visto...e invece no...
Calvaire è angoscia allo stato puro, mi ha fatto restale di sale...

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Decisamente un film su un altro livello...

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5 risposte al commento
Ultima risposta 24/11/2007 15.23.34
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castelvetro  @  23/10/2007 19:31:27
   10 / 10
Siiii
Sono loro!!!! Sono i bifolchi!
Sono tornati! MuHahahahhaa!!!!

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Porkaccia la miseria ke film devastante!

- Scusate lo sfogo, ma era da un fracasso di tempo che cercavo un film così...
da quando vidi x la prima volta "un tranquillo week end di paura" -


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Proprio l'altro giorno tra l'altro ho scoperto un paese vicino al mio con
della gente davvero simile a questa...! Lancio un grande invito a tutti:
chiunque trovi luoghi dove esistano queste persone me lo segnali!
Voglio fare una ricerca antropologica su questi bifolchi... Non sto scherzando!

Comunque, tornando a noi:
Calvaire si divide in 2 parti (un pò come Dal tramonto all'alba) dove la
prima parte è quella "più sana" (ke permette allo spettatore di entrare nel film) e la seconda è quella più spietata!

Gli attori principali poi sono tutti bravissimi, non c'è che dire...
Il personaggio principale poi

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Film straconsigliato a tutti,
soprattutto a chi vuol vedere qualcosa di diverso!

Ah! Grazie Goat x avermelo consigliato! :D

15 risposte al commento
Ultima risposta 12/12/2008 14.12.32
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Gogol  @  13/09/2007 15:38:05
   9 / 10
Un film disturbante,fin dalle scene iniziali molto cupe e angoscianti,nel finale diventa davvero allucinante,con un'atmosfera claustrofobica,il tema trattato potrà anche dare fastidio a chi guarda il film,ma non cade mai negli eccessi e nelle oscenità,in alcuni tratti il metodo di ripresa del regista è impressionante,riesce a creare non poca angoscia in chi guarda il film,consigliato assolutamente.

P.s. il film non è da 9 ma ci va vicino,9 l'ho messo per alzare un pò la media dei voti.

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Ultima risposta 23/10/2007 19.05.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  28/08/2007 01:12:31
   7½ / 10
Ripensando l`altro giorno a Calvaire e ripercorrendolo a memoria mi e' balzato in mente che non c'e' un personaggio (e dico uno) nel film che si possa considerare normale!
Il protagonista nel suo viaggio entra a contatto con la degradazione e la pazzia dell'animo umano in un contesto surreale di un luogo dimenticato dalla civilta'.
Anche se il ritmo in alcuni punti non e` elevatissimo, e` un film da vedere che lascia un certo senso di malessere.

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Ultima risposta 24/10/2007 12.42.06
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Silly  @  11/08/2007 15:08:26
   5 / 10
Non mi ha convinto. La trama non era male, il tema della solitudine, dell'indifferenza, dell'amore perduto x sempre, della confusione mentale, il tutto poteva essere davvero interessante. Ma devo essere onesta, mi sono abbastanza annoiata e anche un po' scocciata del ridicolo atteggiamemto di perenne fifa di Marc. Spesso mi sono domandata: ma sto ragazzo si sveglia o no???? Forse la rappresentazione dell'artista cantante doveva avere anche un carattere debole, remissivo....... Come avrebbero voluto gli uomini del paese che fosse la famigerata Gloria (beata lei che ha tagliato la corda). In ogni caso si poteva fare di più sicuramente. Alcune scene meritano, tipo quella della cena di Natale e quella del bar quando ballano. A parte queste due scene il resto è abbastanza patetico.

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Ultima risposta 22/01/2011 13.19.44
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private_joker  @  02/07/2007 10:23:30
   8½ / 10
Veramente disturbante, non c'è che dire. Quando vedi tutto ciò che succede al povero Marc e pensi: e se capitasse a me?, un brivido lungo la schiena ti viene per forza. Buona anche la scelta di non inserire colonna sonora, scelta che amplifica ancora di più l'angoscia della storia. Questo film è essenzialmente un dramma della solitudine, che qui viene portata all'estremo. I comportamenti di Bartel, Boris e tutti gli altri sono quelli di persone che vivono sole da sempre e che non possono comportarsi altrimenti, e quindi non si riesce neppure a odiarli fino in fondo.


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La scena della cena di Natale è veramente angosciante, anche più di quella di "Non aprite quella porta", a cui molti l'hanno paragonata.

L'unica pecca che mi fa abbassare un po' il voto è questa (leggete solo se avete già visto il film, mi raccomando!):


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Consiglio caldamente di vederlo, ma se vi aspettate un thriller adrenalinico, è meglio che lasciate perdere.

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Ultima risposta 29/10/2007 16.45.47
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Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  18/06/2007 16:52:12
   6½ / 10
Mah... davvero ricorda molti film, anche se l'ambientazione è proprio inquietante. Sinceramente mi aspettavo di + ad un certo punto.

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Ultima risposta 23/10/2007 18.54.24
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marfsime  @  01/06/2007 13:47:33
   6½ / 10
Bello ma ci sono delle puntualizzazioni da fare. Innanzitutto la lentezza del film..sarà che prediligo quelli più "movimentati" e questo non lo è affatto..in secondo luogo il "non finale".


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Per il resto da apprezzare la rappresentazione della follia di uno dei protagonisti (Bartel) e più in generale di tutti gli abitanti del villaggio divenuti pazzi forse a causa dell'eccessivo isolamento di quel piccolo paese sperduto nelle campagne e anche probabilmente dalla mancanza di presenze femminili nel paese.


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Insomma non mi sento di premiarlo oltre la soglia del 6,5 proprio per le ragioni qui sopracitate.

Voto:6,5

3 risposte al commento
Ultima risposta 21/05/2008 18.08.48
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Invia una mail all'autore del commento R3ev3s  @  28/04/2007 22:45:02
   1 / 10
E' sicuramente il film + brutto che abbia mai visto!!!ve lo sconsiglio alla grande!!!

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Ultima risposta 03/05/2007 18.08.55
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liga1976  @  26/04/2007 16:47:28
   3 / 10
Ho visto un dare 10 da un utente..........non ci posso credere..........è un film ridicolo, scopiazzato da altri film (anni 70), con una regia ed una sceneggiatura completamente assente, alcune scene rasentono il ridicolo (vedi il balletto nel bar).........non meriterebbe nemmeno un commento! Gli dò 3 giusto per le foto dell'infermiera!

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Ultima risposta 26/04/2007 16.56.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  07/04/2007 15:46:42
   8 / 10
Ottima opera prima di questo giovane esordiente proveniente dal Belgio.

Insolito, angosciante, pieno di follia, "Calvaire" parla di questo cantante capitato in un desolato casolare dove c'è un vecchietto che ha perso il suo amore.
Da li tutto precipita nella pazzia di questo anziano che vede nel giovane cantante la sua donna, e quindi lo tiene prigioniero.

Alcune cose potevano essere sviluppate decisamente meglio. Le foto dell'infermiera nella busta, l'altro anziano in paese.
Molte cose sono di repertorio classico: l'ambientazione scarna della casa, l'isolamento nella provincia qui francese (di solito americana) del luogo dove si svolgono i fatti, i personaggi strambi.
I rimandi a film classici americani specie degli anni '70 sono talmente evidenti che talvolta si rischia di innervosirsi. Parlo ovviamente del film , come sempre centrale, in questi casi, "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper, diverse volte tirato in ballo , certe volte anche ingenuamente, come nelle scene centrali delle cene, quando la telecamera gira in tondo, e si vede l'occhio in primo piano. Poi tra l'altro il regista rinuncia alle musiche vere e proprie come in Hooper, e l'unica sequenza in cui si sente un motivo musicale vero e proprio è quella del ballo nel bar.
Non mancano poi anche altri rimandi ad altri classici come "Psycho" , "quel motel vicino alla palude" e sopratutto "Un tranquillo week end di paura" (e anche "Southern Comfort" di Walter Hill).

Ma Fabrice Du Welz rimane comunque un europeo, a differenza del suo collega francese Alexander Aja, troppo presto partito per Hollywood. Questo "calvaire" piacerà sicuramente anche ai fan del cinema europeo, compreso Michael Haneke.

Nonostante i difetti, vedo comque un ottimo talento nel giovane regista.

Occhio alla Fantastica la scena di violenza il cui la MDP prende il volo e fa vedere tutto dall'alto, molto + shokkante.

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Ultima risposta 18/04/2007 22.25.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  20/02/2007 17:25:41
   10 / 10
mi sbilancio: secondo me questo è il miglior horror del nuovo millennio, nonchè uno dei più notevoli che abbia visto.
e, ancora, si tratta di una produzione belga-francese, due nazioni che nel recentissimo passato sembravo aver scoperto l'amore per il genere e sfornato registi e pellicole di indubbio valore (vedere il superbo 'man bites dog: it happened in your neighborhood').
calvaire è un film sulla FOLLIA, e su un angolo di mondo dimenticato da dio... ed è un qualcosa che lascia uno strascico di sporcizia alla fine della visione, è una realtà che scuote e shocka profondamente per la sua siderale antitesi col nostro mondo civile e 'sano'.
è un film che denota anche un amore viscerale per il genere in questione, e che collude omaggi al grande passato d'Autore (psyco) e pure a quello anarchico e scorretto degli anni '70 (anche a 'ta pedhia tou dhiavolou'). il tutto girato da du welz con classe cristallina e un gioco di chiaroscuri eccellente. è un film che trasuda malessere, perversione, ma che esagera rimanendo ben attento a non entare mai nel pacchiano e uscire dai binari del 'folle ma credibile'. grandissimo berroyer, il bartel del film.

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Ultima risposta 09/07/2009 23.36.20
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Living Dead  @  01/02/2007 13:31:15
   7 / 10
...e da quando entrerà nella locanda inizierà il lungo calvario del povero Marc.
Ecco un altro buon prodotto proveniente dalla Francia che ultimamente stà producendo sempre cose molto interessanti.
Valida la regia che, nonostante il budget visivamente ridotto ci regala ottime atmosfere e buoni momenti di "cattiveria".
L' "horror" in calvaire non è visivo, ma totalmente psicologico, rappresentato da quello che dovrà sopportare il povero Marc, niente mostri o fantasmi quindi.
Forse un pò noioso all'inizio ma rimane un buon film grazie anche agli ottimi attori che offrono delle dignitose performance.

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Ultima risposta 01/02/2007 14.59.06
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