Un racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni '20, una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che ripercorre l'ascesa e la caduta di molteplici personaggi in un'epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante Hollywood.
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La prima parte del film è incredibile, praticamente si va a scuola di cinema in compagnia di Damien Chazelle che ci porta letteralmente in un limbo dell'inferno tra orge, vomito e sangue, con piano-sequenza, carellate e tanta follia che "Il grande Gatsby" di Luhrmann gli fa un baffo, viene praticamente cancellato dalla storia del cinema.
Ma il film non è solo questo, dura 3 ore, forse troppo, e spesso mettere troppa carne al fuoco serve a poco, vedi ultimi eccessi di durata da Spielberg a Nolan.
Robbie e Pitt impersonano quella parte dell'eccentricita' di Hollywood, una resa famosa per "caso" e una star che invece arriva al suo declino con l'avvento del sonoro.
Ma dopo la partenza a razzo la storia di Margot perde un po' di smalto, diventanto prevedibile. I finali delle due storie sono molto simili ma allo stesso tempo realizzate molto diversamente dove spicca ovviamente quella del personaggio di Pitt.
Un film sicuramente da vedere, tragicamente divertente come la scena di lotta di massa o come il tecnico del suono che muore di caldo.
Una visione tra le piu' nere dello star system Hollywoodiano, eccessivo e grottesco. Bellissimo.