Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
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Non sono sicuro di quale sia il fascino di tutti per Avatar di James Cameron, ma posso assicurarvi che non è un bel film. Sì, è visivamente sbalorditivo, ma la trama è priva di senso e i personaggi sono unidimensionali. Il film inizia dicendoci che siamo nell'anno 2154 e che la Terra è stata devastata dagli abitanti umani di Pandora. Apprendiamo che un tempo gli umani vivevano anche su Pandora, ma 200 anni fa hanno abbandonato il pianeta a causa dell'ambiente ostile e della mancanza di risorse. Ora sul pianeta rimane solo un piccolo gruppo di "scienziati" umani, che viaggiano attraverso la terra su giganteschi camminatori di metallo chiamati "carri del cielo". Gli scienziati viaggiano avanti e indietro tra Pandora e la Terra alla ricerca di nuove tecnologie che li aiutino a sfruttare le risorse naturali di Pandora. Nel tentativo di colonizzare il pianeta, gli scienziati creano una razza umanoide chiamata Na'vi per servire come loro schiavi. Queste creature sembrano simili agli umani che le hanno create, ma hanno la pelle blu e possiedono una forza incredibile. Durante il film, apprendiamo che i Na'vi hanno resistito agli scienziati che vogliono tenerli su Pandora come schiavi. In effetti, uno degli scienziati li descrive come "guerrieri aggressivi". Alla fine, assistiamo a una battaglia tra gli scienziati umani e un gruppo di guerrieri Na'vi. Al di là di dimostrare quello che può fare il cinema con gli effetti speciali, la trama è trita e ritrita.