Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
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Lo confesso, ero prevenuto verso questo film all'opposto dei "puristi" del cinema (giusto per prenderli come mia abitudine per i fondelli...;-)), intendendo trascorrere un pomeriggio all'insegna del relax e dell'evasione, anche con l'ausilio degli occhialini 3D, e invece vi ritrovo anche un certo mix di sguardi agli scempi storicamente documentati (in primisi i genocidi del Sud America, per passare ai pellerossa e continuando ad oltranza ai giorni nostri...) e a quelli attuali tragicamente supportati dal fallimento del forum sull'ecologia a causa proprio del mancato accordo di americani e cinesi (saranno tutte ovvietà o speculazioni, o banalizzazioni, ma non guasta mai parlarne, direi).
Gli abitanti di Pandora siamo noi e proprio non lo vogliamo comprendere: la vita è un "sistema" di collegamenti capillari, sinaptici; il legame con gli animali, il sentire il battito, il respiro, diventare un tutt'uno con la terra, le piante, si traduce in una intima connessione grazie alla quale ogni cosa forma armonia e si rigenera in un eterno fluire di nascita, crescita e morte. Ognuno è parte del tutto, e il tutto bada ad ogni singola parte, senza prediligere niente e nessuno. In ogni momento del film sembra leggere la risposta del Capo Indiano Seattle al Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce - 1852 "qualunque cosa che l'uomo fa alla terra, la fa a se stesso...".
Curioso constatare che molti fraseggi della Weaver riportano ai suoi celebri film passati interpretando il tenente Ripley (inclusa la perenne ricerca della sigaretta "Gorilla nella nebbia" e del bicchiere "Copycat"), e la sua è la parte migliore, e d'altra parte non sarebbe altrimenti.
James Horner perfettamente riconoscibile nei suoi incisi.
Ottimi gli ammiccamenti della "principessa" e i suoi passaggi espressivi da un umore all'altro. Sensazionale è l'aggettivo giusto, poiché credo che sia impossibile uscire dalla sala senza aver provato qualcosa.
PS: pienamente d'accordo con Kowalsky sullo "Star Wars" dei giorni nostri.