gli scassinatori (1971)

Un bel poliziesco tutto giocato sull'azione, l'ironia e soprattutto sullo scontro carismatico tra i suoi due protagonisti, il ladro smargiasso di Belmondo e l'infido poliziotto di Sharif, entrambi in forma smagliante. La sceneggiatura porta lo spettatore a tifare per i ladri, un pò come in "Ocean Eleven" per intenderci, e inanella almeno un paio di sequenze magistrali: il furto iniziale, dove il silenzio regna sovrano, e lo scatenato inseguimento per le vie di Atene. C'è di che divertirsi, anche se le presenze femminili sono purtroppo solo esornative.

Costruito su misura per Belmondo, specialmente per quanto riguarda le doti fisiche dell'attore francese, impegnato in molte scene in prima persona senza controfigure in sequenze non certo facili da eseguire se non si è uno stuntman. La storia è semplice ed il film si fonda su tre o quattro maxisequenze che en costituiscono l'ossatura principale. Gli inseguimenti e la sequenza iniziale del furto sono molto buone, ma il resto francamente mi è sembrato molto riempitivo. Salvatori è poco più di una comparsa, il personaggio della Cannon abbastanza inutile, Sharif un cattivo dotato di un certo carisma.

Davvero uno dei più bei film d'azione degli ultimi quarant'anni, diretto magistralmente dal grande Henri Verneuil, interpretato in modo perfetto da uno straordinario Jean-Paul Belmondo, che riesce a rendere il suo personaggio davvero unico e stravagante, e da un impeccabile Omar Sharif, molto a suo agio nell'incarnare il commissario avido e senza scrupoli, interessato solo ed esclusivamente al guadagno, contornato anche da una certa vena ironica, tipica dei suoi personaggi, molto piacevole ed interessante.
Molto accurate, sono, anche le performances di Robert Hossein, di Renato Salvatori e Dyan Cannon, così come i dialoghi e la sceneggiatura del film.
Veramente bellissime, risultano, inoltre, diverse sequenze narrative, come lo splendido colpo iniziale nella villa del miliardario greco, in cui, per quasi venti minuti, senza il minimo dialogo, l'innovativa regia di Verneuil e i silenzi atmsoferici, fanno da cornice ad un susseguirsi di agili immagini, davvero appassionanti; grandiosa, è, anche la scena in cui Belmondo e Sharif si incontrano, faccia a faccia, nel ristorante greco (un vero e proprio percursore di "Heat" di Mann), dove il commissario (Sharif) illustra ad Azad (Belmondo) le specialità della cucina greca; e semplicemente indimenticabile, è, il dinamico ed emozionante inseguimento tra un FIAT 124 Special T e una Opel Rekord A per le strade della città.
Di livello, la sensazionale colonna sonora di Ennio Morricone, davvero splendida ed incantevole, adattissima ad un film di questo genere.
Per gli appassionati, sebbene di difficile reperibilità, un cult assoluto.