La pellicola è ambientata in un futuro in cui l'acqua è diventata una merce preziosa. La storia è incentrata su un quattordicenne che tenta di sopravvivere in questo mondo violento.
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Dramma ambientato in un futuro post apocalittico, tra terre aride e polverose dove la carenza di acqua è la prima causa di conflitti. Un film senza infamia e senza lode: pochi spunti davvero interessanti, ma un cast all'altezza, buone ambientazioni e una certa linearità fino a un epilogo, però, poco incisivo.
Un buon cast per un film debole sorretto da una sceneggiatura da telenovela ,fiacca e priva di nervo . Peccato perchè le intenzioni all'inizio erano buone con uno scenario tipo "mad max" un filo più western e meno apocalittico .. Dop tre quarti d'ora si ci comincia ad annoiare e da lì alla fine è un patimento di luoghi comuni e scene molto intuibili
un film che non mi è piaciuto dopo le premesse iniziali il film diventa peggiore ogni frangente che passa di mad-max -non cè la punta di un capello- si basa su elementi riempitivi -come il robot mulo- che dimostra di essere un personaggio di svolta più simile a un western moderno realizzato con meno di quello che si potrebbe immaginare ma comunque per me bruttino come film soprattuto nella seconda perte e già dimenticato
Drammone western-apocalittico mad-maxiano, solo che qui la risorsa più importante è l'acqua anzichè la "benza", cast d'eccezione tra mostri sacri e giovani rampanti, ambientazioni spettacolari e storia interessante, anche se la sceneggiatura non è proprio scorrevolissima, merita la visione.
Catalogabile più nel genere western che nel catastrofico, "Young Ones" si svolge in un futuro prossimo, in cui l'acqua è diventata un bene raro e quindi ambitissimo. Protagonisti sono Ernest e Jerome, rispettivamente padre e figlio, proprietari di un fattoria da tempo improduttiva nonostante il terreno ancora fertile. L'unico modo per svoltare è cercare di convincere i poco raccomandabili operai dell'acquedotto ad approntare una piccola deviazione rispetto al progetto previsto. Intanto si sopravvive vendendo generi d'ogni sorta in un panorama desertico che abbrustolisce i volti e impolvera gli abiti. Lo scavezzacollo motorizzato Flem entra nelle vite dei due come un serpente, strisciando subdolo si insinua sotto la gonna di Mary -la figlia di Ernest- e al tempo stesso cercare di manovrare il suo antagonista. Da qui in poi sarà un precipitare degli eventi; una sfida in cui il possedere a tutti i costi diventa predominante, un pezzo di arida terra diventa umile emblema di riscatto mentre mentire, e addirittura uccidere, sono mezzi quasi consuetudinari per raggiungere il sogno di un paese devastato dalla fame di successo. Uomini ambigui abitano la pellicola, e lo stesso Jerome (Kodi Smit-McPhee, già abituato a padri e apocalissi nello stupendo "The Road") finirà con l'uniformarsi con quel mondo, mostrando di essere tutt'altro che vulnerabile o innocente. Tra robot-mulo capaci di diventare formidabili alleati, bambini venduti e trappole mortali in cui è un attimo perdere tutto ciò che si possiede, Jake Paltrow (fratello minore della più nota Gwyneth) rievoca i pionieri americani e rimesta nelle torbide origini di un paese sorto sullo scorrere del sangue. Lascia un po' a desiderare l'approfondimento del contesto storico e sociale, alcune sequenze sono frettolose come del resto alcuni personaggi presentati in versione mordi e fuggi, mentre il montaggio a tratti manca di fluidità. La pellicola però vanta un felice schema narrativo, un buonissimo impatto visivo e un cast decisamente in forma a partire da Michael Shannon.