v per vendetta regia di James McTeigue USA, Germania 2005
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v per vendetta (2005)

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Titolo Originale: V FOR VENDETTA

RegiaJames McTeigue

InterpretiNatalie Portman, Hugo Weaving, Sinéad Cusack, Nicolas de Pruyssenaere, K.B. Forbes, Stephen Fry

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA, Germania 2005
Genereazione
Al cinema nel Marzo 2006

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Trama del film V per vendetta

Ambientato nel futuristico paesaggio di una Gran Bretagna dominata da un regime totalitario, racconta la storia di una giovane donna, Evey, la cui vita viene salvata da un uomo mascherato conosciuto come "V" che scatenerà una vendicativa rivoluzione per sollevare i suoi concittadini contro la tirannia e l’oppressione. Quando Evey intuisce la verità sul passato di V, scoprirà una nuova forza interiore che la porterà ad allearsi nel piano dell’uomo: ristabilire con ogni mezzo libertà e giustizia in una società crudele e corrotta.

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Voti e commenti su V per vendetta, 588 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  31/03/2006 22:34:56
   6 / 10
Un film che non meriterebbe la sufficienza se non fosse che accanto al ‘supereroe’ V ci sono per fortuna delle figure alternative che portano un messaggio molto più vero del suo.
V è una figura ‘carismatica’ o almeno il film vuole farcelo apparire così. Gode di grandi doti guerriere e del dono dell’ubiquità, ogni circostanza si svolge in suo favore (miracolo dei film d’azione!), in più ha in mano la ‘certezza’, è sicuro di rappresentare il bene e il giusto. Le sue massime sono ad effetto e ne ha sempre una ‘giusta’ per ogni occasione. Verrebbe proprio voglia di condividerle non fosse che tutto quello che viene detto va verificato con quello che viene fatto e come viene fatto. Ci si rende conto che utilizza gli stessi mezzi dei nemici che vuole colpire: la violenza, il caos, la menzogna; in più non conosce la pietà e il perdono. Lui si giustifica perché opera per la giustizia e il bene di tutti e perché deve vendicarsi. A dire la verità chiunque si può arrogare il diritto di rappresentare il bene e avere subito torti e quindi autorizzato a usare violenza (vedi Bin Laden). Chi stabilisce chi rappresenta il bene e chi il male? Il regista e gli sceneggiatori non hanno dubbi e trattano V come un santo che resiste a tutte le tentazioni comprese quelle del sentimento e le scene finali lo presentano come un’icona religiosa.
La storia offre però delle alternative che forse nel fumetto (che non ho letto) servono a bilanciare la figura di V. Il vero eroe del film è l’attore comico (Gordon mi sembra che si chiami). Grazie alla pacifica e mite risata opera in maniera altrettanto efficace e soprattutto paga in maniera più radicale senza avere coltelli o corazze a sua disposizione. Ha il grande coraggio che viene dall’istinto e dall’umanità, senza avere la prosopopea e la megalomania di V.
L’altra alternativa è la figura del commissario. Lui sta dalla parte del ‘male’, eppure grazie al senso critico, alla ragione, alla ricerca dei fatti concreti (indipendentemente da ogni ideologia) riesce a capire tutto il gioco. Lui rappresenta nei fatti l’amore per la verità, per la giustizia; l’unica speranza in un futuro migliore. Perché non sono le idee che non devono morire, ma la capacità di essere critici verso tutte le idee (almeno io la penso così).
Perché è piaciuto così tanto questo film? Secondo me un comune spettatore si identifica nel protagonista e automaticamente si sente ‘eroe’ almeno per due ore. Si esce dal cinema in uno stato di esaltazione senza però avere capito meglio come vanno realmente le cose.

13 risposte al commento
Ultima risposta 16/04/2006 18.09.03
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