viva zapatero! regia di Sabina Guzzanti Italia 2005
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viva zapatero! (2005)

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locandina del film VIVA ZAPATERO!

Titolo Originale: VIVA ZAPATERO!

RegiaSabina Guzzanti

InterpretiRory Bremner, Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi, Michele Santoro, Enzo Biagi, Fabrizio Morri, Valerio Terenzio, Andrea Salerno, Lucia Annunziata, Beppe Giulietti, Claudio Petruccioli, Dario Fo, Flavio Cattaneo, Luciano Canfora, Karl Zero

Durata: h 1.20
NazionalitàItalia 2005
Generedocumentario
Al cinema nel Settembre 2005

•  Altri film di Sabina Guzzanti

Trama del film Viva zapatero!

Le vicende di 'Raiot', l'ultimo spettacolo di Sabina Guzzanti sospeso dalla Rai dopo una sola puntata, sono lo spunto per parlare di satira con alcuni dei principali esponenti europei fra cui il premio Nobel Dario Fo e in generale fare il punto sulla libertà di informazione in Italia.

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Voti e commenti su Viva zapatero!, 126 opinioni inserite

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mabumba77  @  17/05/2013 10:41:59
   1 / 10
Dovrebbe intitolarsi VIVA IL COMUNISMO.Scandalosamente fazioso

Invia una mail all'autore del commento Weltanschauung  @  25/10/2012 16:28:50
   1 / 10
Quando ero più giovine mi capitava di esser e trascinato nelle diatribe italiote, sulla libertà di satira, e sulla politica democratica di facciata che ha devastato l'occidente.
Ed ecco che incappavo in personaggi buffi come i Guzzanti, come Grillo, come Moore, come Ricca, come Crozza e altri cazzari simili.

Ricordo che però una visione mi rimase più impressa delle altre per la sua desolante pochezza: Viva Zapatero.

Viva Zapatero, che già dal titolo fa capire la genialità dell'autrice, è una sorta di lamentela fastidiosa della Guzzanti sulla chiusura della sua inutile trasmissione Raiot.

Una trasmissione dove attraverso una satira disgraziata (il fratello da questo punto di vista è su un altro pianeta e meno politicizzato) la Sabinona cercava di attaccare Berlusconi come il male del mondo, un cancro italiano da debellare e con lui tutta la politica corrotta..
Insomma il solito bel modo superficiale per giocherellare ed incanalare la rabbia repressa dei tanti studentelli sinistroidi nullafacenti con il quoziente intellettivo di un dromedario.

Non che ci si potesse aspettare un minimo profondità di vedute da una persona del genere, per carità, però scomodare il cinema per una produzione simile è stata perlomeno una scelta di cattivo gusto.

Che poi diciamocela tutta, lei, Biagi e Santoro in quel periodo furono cacciati?
Ma meno male! Un po' di muffa in meno in tv, Berlusconi probabilmente fece una delle poche cose giuste nella sua vita, tolse certe facce dallo schermo che solo a vederle facevano venire la gastrite.
E basta con la storia della libertà di satira , della libertà di stampa, la libertà di stampa va bene solo se è libertà dalla stampa.
D'altronde tra una Barbara D'Urso e un Santoro qual' è la differenza? Se la prima incanala le famiglie consunte della domenica pomeriggio, il secondo incanala gli intellettuali stolti che stanno ancora lì a ripetere in maniera imbarazzante gli slogan degli anni'60 con cui furono messi a novanta gradi.

La Guzzanti incarna tutti quei soggetti capaci tutt'oggi di andare in piazza a reclamare più schiavitù lavorativa per poter esser consumatori migliori, col faccione di Che Guevara e le bandiere arcobaleno… i veri figli del "sogno americano".

P.S: L'unica produzione decente della Guzzanti è stata forse Draquila, dove perlomeno svolse una funzione di testimonianza su quel che accadeva nelle zone terremotate.

7 risposte al commento
Ultima risposta 04/10/2014 20.46.20
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Tyron80  @  21/06/2012 11:40:25
   1 / 10
Sicuramente non è classificabile come film. Forse si potrebbe considerare una specie di "documentario" noioso e inutile dove si ripetono sempre le stesse cose fini a se stesse, ma non è che poi la Spagna di Zapatero fosse così più democratica e prosperosa. L' ennesimo prodotto inutile di un cinema italiano che purtroppo non è più quello dei decenni passati

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  27/10/2011 11:09:13
   5 / 10
Scadente sottoprodotto autoreferenziale che vorrebbe essere una riflessione sullo stato della satira in Italia rispetto al resto d'Europa, ma si risolve in una serie di lagnanze sulla chiusura di Raiot. Lagnanze più che giustificate, per carità (la chiusura di Raiot ordinata da Silvio fu vergognosa, in linea di principio), ma troppo fragili per essere prese a pretesto per un documentario di questo tipo, soprattutto per l'eccessivo coinvolgimento della Guzzanti nella questione, che finisce per ottenere l'effetto opposto di quello desiderato.
Incomprensibilmente scemo il titolo.

10 risposte al commento
Ultima risposta 27/10/2011 18.08.27
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MidnightMikko  @  15/10/2011 09:26:32
   5 / 10
Pur stimando Sabina Guzzanti e la sua buona volontà, cinematograficamente ho constatato (purtroppo) che non ha nulla da dare (dire). Pur trattando molto accuratamente di una situazione interessante, il documentario, personalmente, mi è sembrato eccessivamente egocentrico. è fastidiosa quando narra con quella voce così sommessa, attoriale, quasi da condannata prossima al patibolo. La vicenda ruota esclusivamente intorno a lei, ovvio, ma c'è veramente un irritante velo di autocommiserazione (perchè a me e agli altri no? Che ho fatto di male? Solo queste domande, nessun elemento viene dato per dar vita ad una riflessione vera e propria). Il brutto di questi documentari poi è che lasciano il tempo che trovano: oramai che l'Italia è in una certa situazione è risaputo da anni, il fatto della censura, dell'imperialismo berlusconiano.

aladino  @  22/08/2008 00:40:45
   2 / 10
Che l'obiettività non sia la somma dote della Guzzanti lo lascio passare. Che la Guzzanti inganni il telespettatore con maliziose e non casuali inesattezze, lo lascio passare. Ma finchè fai il cabaret, tutto va bene, tutto (o molto, per lo meno) è ammissibile. I guai arrivano se, presi da megalomania, ci si mette a fare quello che non si è in grado di fare. La Guzzanti scimmiotta Moore confezionando un prodotto poco incisivo e molto furbo. Potrebbe prendere qualche lezioncina dal fratello, lui sì artista eclettico capace di far sorridere e riflettere (molto) anche con un film (vedi fascisti su marte). La Guzzanti farebbe meglio a tornare a quello che sa fare bene, ossia le imitazioni nell'Ottavo Nano. Guadagnerebbe qualche soldino di meno, ma forse acquisterebbe molto di quella credibilità che ha sperperato per strada.
Ps: non metto uno, perchè è il voto che ho messo a 'Troppo belli': anche per una come la Guzzanti, sarebbe davvero eccessivo.

jess  @  10/07/2007 16:46:32
   1 / 10
Una cretinata,
un documentario che non ti lascia senza fiato.
Durata cortissima e brutta,
Attori brutti di faccia e brutte le recitazioni.
No no non vedetelo,
se volete vomiotare cavoli vostri.
Brutto

5 risposte al commento
Ultima risposta 28/07/2009 15.30.35
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AMERICANFREE  @  24/12/2006 11:21:04
   1 / 10
la solita *******ta che ci rifilano al cinema........ Guzzanti spero che nn ti veda più in tv !!!

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/08/2009 22.50.00
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frangipani79  @  07/11/2006 00:25:52
   1½ / 10
Che spettacolo penoso. Una carrellata di infimi stacchetti "comici" e "opinioni" unilaterali.
Si lasciano parlare a ruota libera i soliti personaggi imbufaliti, con tutta la loro retorica PERICOLOSA per menti deboli, debolissime specialmente i ciucci che hanno votato sinistra ad aprile e adesso si mangiano le mani fino ai gomiti.
Furio Colombo viene lasciato libero di dire che il governo Berlusconi era nazista e non era neppure degno di rivorgerli la parola.
Ma siamo matti ? Queste cose sugli imbecilli hanno una presa incredibile. Infatti si è visto l'effetto. Moltissimi giovani sotto i 24 anni hanno votato sinistra, rifondazione comunista specialmente, traviati, poveretti, dall'ignoranza dell'età e da trasmissioni televisive e film falsi come questo.
Questo film/documentario è pieno zeppo di inesattezze e non fa riflettere un bel niente. Alla sinistra si rimprovera di aver perso le elezioni nel 2001. Basta. Tutto il resto è l'effigie di come la sinistra intende il pluralismo dell'informazione. Parlano solo loro, sbeffeggiano pesantemente e se fanno parlare anche la parte avversa fanno un capolavoro di montaggio delle frasi da Oscar.
Alla luce di come si sta comportando la sinistra oggi, altro che documentari come questi bisognerebbe fare per far conoscere al mondo in che razza di Italia viviamo oggi rispetto a quella di "ieri" ! (un caso su tutti, Renato Farina).
Sono molto amareggiato che un prodotto del genere siano finiti nei cinema e nei festival di mezzo mondo.

21 risposte al commento
Ultima risposta 17/05/2007 04.51.45
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Sidewinder  @  30/10/2006 22:53:20
   4 / 10
Mi aspettavo un film terribilmente di parte, ma volevo constatare di persona prima di commentarlo a priori,,, il film non delude le "aspettative", ma la cosa grave non è la partigianeria intrinseca che non poteva non essere presente, il problema risiede nella struttura del docu-apologia, un'accorata quanto non convincente battaglia personale della Guzzanti per spiegare le ragioni della chiusura del suo programma, richiedendo continuamente l'appoggio di esponenti illustri ma poco seri della sfera intelletualoide italica.
Un discorso sulla libertà di espressione che non fa centro, perchè il punto è che uno può dire quello che gli pare in tv, ma non lo può fare nella televisione pubblica finanziata da tutti i cittadini (rossi, neri o blu).
Non do di meno perchè qualcosa si salva, come piccoli spazietti dedicati all'incompetenza della sinistra di governo e di opposizione oppure le cattive figure fatte dall'Annunziata e da altri; ed anche il discorso condivisibilissimo sulle nomine rai fatte dai governi di turno, mentre la politica dovrebbe starne fuori dalla Rai.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/09/2006 23:04:04
   2 / 10
non do meno di "2" perche non penso si possano giudicare dei film con un voto peggiore...ma devo ammettere che qui qualche dubbio l'ho avuto e poi mi sono ricordato della sequenza della tv francese con i pupazzi fascisti che mi ha fatto ridere e allora sono stato compassionevole...
tutto il resto è un modo per fare un "fareniet 9/11" all'italiana ma con meno passione...perche portare al cinema le lamentele di un'artista che è piu brava,forse,a fare politica che a fare l'attrice?lei e suo fratello vanno spesso oltre...e sono loro i primi artefici di tutto questo odio creato contro berlusconi...oddio non dico che sia la persona piu buona del mondo pero qui si esagera...è rappresentato come un dittatore quando in realta cose buone ne ha fatte...quindi basta prenderlo come capo espriatorio dei vostri problemi tanto adesso col nuovo governo saremo punto e daccapo

38 risposte al commento
Ultima risposta 05/01/2008 20.26.39
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Cleric Preston  @  28/09/2006 18:32:40
   5 / 10
L'Italia è la peggiore democrazia dell'occidente.
Appurato.
Premesso che provo repulsione per i filmati troppo di parte (e questo lo è e mi da parecchio fastidio che le colpe della sinistra nell'ascesa di Berlusconi siano limitate a pochi sparsi accenni), è innegabile che anche questo tipo di informazione aiuti a risvegliare le coscienze.
Sarebbe stato più interessante probabilmente se le testimonianze contrarie alla Guzzanti avessero avuto più spazio e non fossero state ritagliate ad hoc, con uno stimile così simile a quello del criticato imprenditore (perchè mi rifiuto di chiamare politico chi da del nazista ad un ministro tedesco).
A chi è interessato ad un'approfondimento molto meno di parte, consiglio il documentario americano "Citizen Berlusconi" ed il documentario francese sempre sul leader della CDL (di cui purtroppo non ricordo il nome).

7 risposte al commento
Ultima risposta 11/04/2007 15.53.50
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tartarugo  @  21/08/2006 02:35:07
   1 / 10
Non mi piace la Guzzanti e conseguentemente il suo film, peraltro vi compaiono persone spregevoli come Santoro Biagi e Luttazzi, da dimenticare, troppo di parte!

14 risposte al commento
Ultima risposta 21/06/2012 12.13.36
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Bolz  @  03/06/2006 02:00:45
   4 / 10
Ci sono alcune cose del film che condivido, è interessante anche la questione di Raiot di cui ero all'oscuro, ma per il resto è deludente vedere questa critica solo a Berlusconi e alla destra.
L'argomento della libertà di espressione deve essere trattato al di fuori dell'ideologia politica, e la Guzzanti scazza di brutto in questo.
Penoso tentativo di fare demagogia da quattro soldi quando si paragona il governo attuale con il fascismo.. che tristezza
Un saluto a tutti quelli che hanno messo 10 a questo film, dimostrando di non capire nulla di cinema.
Spero in un ritorno di Grillo in tv. Per quanto riguarda Luttazzi non mi manca.. a Mai dire gol faceva ridere tantissimo, ora è pessimo..
Ciao a tutti!

carisma  @  08/04/2006 16:21:03
   1 / 10
vergognoso spot elettorale per la sinistra e quel furfante di Zapatero, codardo che si è ritirato timido e impaurito dall'Iraq.
Guzzanti accusatoria ma vile retrograda, attacca senza argomentazioni; ma che razza di film è: UNA BOIATA PAZZESCA e VERGOGNOSA!!!!!!!!!

4 risposte al commento
Ultima risposta 05/01/2008 20.29.05
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Invia una mail all'autore del commento catenanm  @  15/12/2005 16:06:53
   2 / 10
Un film brutto, veramente brutto, si potrebbe dire anche simile a quello di Moore anche se "narra" di argomenti diversi. L'ho visto assieme ad un mio amico perchè mi ha costretto e mi ha detto <Anche se non la pensi come lei, almeno guardalo>...e ho pure pagato il biglietto... Qualcuno mi dice che non ho visto i vari film che commento, queste persone hanno problemi perchè io non perderei mai tempo per scrivere commenti inutili riguardo a film che non ho neanche guardato. In sostanza, non perdete tempo per guardare questi "filmetti" di denuncia, che ci sono molte cose che necessitano più importanza di queste

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Ultima risposta 16/05/2006 11.57.53
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pardossi  @  26/10/2005 00:07:14
   4 / 10
E meno male che la libertà d'informazione è oltraggiata da questa destra cattivona, se non fosse così questi film li proietterebbero al cinema e chissà cos'altro alla tv, magari si potrebbe vedere Celentano fare politica e pseudo-politici fare tv o addirittura semplici programmi di intrattenimento come le Iene o Mai dire lunedi trattare temi politici sempre con un occhio di riguardo per la meravigliosa ideologia della sinistra.
Speriamo che questa parità d'informazione duri a lungo, gli Italiani che pagano il canone d'altronde non sono tutti di sinistra!

8 risposte al commento
Ultima risposta 05/01/2008 20.30.48
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GUITRE  @  25/10/2005 18:28:31
   5 / 10
mediocre,alcune cose sono vere, altre fanno ca...........
Questo governo non brilla,pero' gli altri sanno fare meglio?(buio)

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/08/2006 13.08.57
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goophex  @  20/10/2005 22:55:51
   1 / 10
Che vergogna.... mi fa pietà chi puo dar credito ad un "film" del genere.
Dire che è strumentale è dir poco. Basta sentire le dichiarazione all'inizio del film , dove un noglobal dichiara che loro non fanno uso di violenza in quanto non attaccano le persone ma le cose....certo spaccare una camionetta o dar fuoco ad un negozio che male fa? poi se dentro al negozio c'era qualcuno la colpa mica è dei noglobal...lui ha solo attacato il negozio... VERGOGNA!!!!

37 risposte al commento
Ultima risposta 23/08/2006 20.19.39
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JoJo  @  12/10/2005 20:17:53
   1 / 10
Un film propagandistico assolutamente inutile. Come quasi sempre risultano essere documentari di questo stampo fatti con precisi intenti politici (chiaramente negati come da prammatica) ed, appunto, si perdoni la ripetizione, propagandistici.
L'evocazione istintiva (e naturale) al Fahrenheit di Moore che lo spettatore si potrebbe trovare a fare, in questo caso, è assolutamente azzeccata, perché, nonostante il ciccione buontempone americano abbia fatto un lavoro apparentemente molto più unilaterale di quello guzzantiano, in realtà andando a scavare un po' più nel profondo si riesce a notare che il messaggio "anche turandovi il naso non votate la jena ridens e i suoi amici" (o meglio, “turatevi il naso e non votate la jena ridens e i suoi amici” - da notare il fatto che è un messaggio “contro”, non “pro”) è lapalissiano. S'è parlato d'ostracizzazione del film, d'un ignorar una pellicola che a Venezia ha meritato applausi su applausi, ma nessuno s'è fermato a pensare un attimo una cosa, un piccolo particolare che accomuna questo film a Fahrenheit 9/11 (ma che, ad esempio, è la differenza sostanziale con quella cosa meravigliosa che è Bowling a Columbine): lavori di questo genere non hanno mercato, o più precisamente hanno un mercato limitato a priori.
Perché spendere soldi per pubblicizzare e puntare alla distribuzione di massa d'un'opera che comunque sia sarebbe vista sempre e comunque dallo stesso numero di spettatori? La Lucky Red non è propriamente la DreamWorks, ed inoltre già di suo la cosa sarebbe antieconomica. Ostracismo? Sarà... ma sicuramente la fetta di cinefili cui questo film finisce col rivolgersi è sempre molto ristretta. Già, perché alla fine questo è un film per sinistroidi di varia confessione che altro non aspettano che avere nuovo materiale per dar contro all'onnipresente signor B., sempre alla ricerca d'una nuova scusa per indignarsi, per sfogare il proprio sentimento d'impotenza, dimentichi sempre e comunque che la banda berlusconiana rappresenta il governo italiano di destra, non il governo della destra italiana: che piaccia o meno, è lui il rappresentante per eccellenza della nazione, idea che l'intellighenzia più o meno vagamente di sinistra s'ostina a non voler accettare, guardando dall'alto in basso quelli che giudica "ingenui" in quanto elettori d'un personaggio multiforme che appare a tratti come un pagliaccio da sbeffeggiare ed a tratti come un genio del male che punta ad una subdola dittatura mascherata da regime democratico.
Un film senza mercato che si traina dietro tutte le pregiudiziali del caso, una sorta di piaggeria ammiccante nei confronti dello spettatore che altro non vuol sentirsi dire tranne che ha ragione, seguendo un ritornello che nel suo stanco ripetersi non fa presa più su nessun altro, un film che sprizza moralismo massimalista (mascherato da buon senso) da tutti i pori, con buona pace del pragmatismo cui s'è costretti dalla dura realtà, una continua sterile critica che guizza a dritta e a manca e si rifiuta di scendere a patti con il reale, perché s'è duri e puri e tali bisogna sempre rimanere, senza accettar compromessi che la contingenza pur dovrebbe imporre. Compromessi non solo (e non tanto) con la parte politica, ma anche con larghe fasce della società che a quanto pare se ne strafregano dei problemi che lei cerca di porre all'attenzione, rivangando, ricascando nel grande male storico della sinistra, con le sue frange massimaliste rinchiuse nelle loro ideologie e nei loro assolutismi (Mussolini ha ringraziato) che sono sempre state il vero ostacolo per la conquista dell'esecutivo (perfettamente rappresentato dalla tragicommedia del naufragio del governo Prodi nel 2001 - ed ancor più messo in mostra dalla mitica imitazione bertinottiana di Corrado Guzzanti).
A proposito di Mussolini, poi, è curiosamente fazioso (o forse, visto il protagonista, sincero... il che sarebbe d'una gravità patologica), nonché un falso storico allucinante il semplicistico intervento di Furio Colombo col suo "come potevano non vedere", il parallelismo con l'ascesa e (di seguito) la propaganda fascista: nel bene e nel male, due cose completamente diverse. L'ascesa? Ben altre son state le cause, e ben diverse eran le premesse di partenza: una delle motivazioni ad esempio era che l'Italia voleva ordine e sicurezza, Mussolini, senza star a rivangare i come ed i perché, la garantiva. L'indottrinamento? Sì, certo, c'è stato, ma è stato posteriore all'effettiva emersione predominante del potere fascista, e soprattutto è stato ottenuto con mezzi diversi. La mistificazione, il piegare l'evento passato al proprio desiderio interpretativo è una cosa che fa male, e forse è questo il passaggio emblematico della faziosità di fondo che oltrepassa e fa cascare il tentativo di raggiungimento d'un'onestà intellettuale e di sopravvivenza nella giungla d'equilibrismi logico-informativi cui la Guzzanti era costretta dalla natura stessa del suo lavoro. L'associazione dittatoriale Mussolini-Berlusconi, oltre che essere una soluzione di comodo che comunque pregiudica a priori l'accettazione da parte d'un pubblico che parte con un atteggiamento critico e diffidente nei confronti della matrice ideologica cui appartiene l'autrice di quest'opera, è ridicola; forse sfugge a molti che l'inseguimento di questo principio fondante della teoria della dittatura morbida (mediatica) così come viene presentata implicherebbe un'ammissione che stravolgerebbe la lettura della storia d'Italia. Sì, perché presupporre una via di controllo di massa così forte tramite lottizzazione (fenomeno innegabile ed accertato, e tragicamente attuale, questo è indubbio) farebbe passare l'idea che in realtà la dittatura in Italia ci sia sempre stata: il magnate dell'informazione Berlusconi che controlla il novanta e passa per cento dell'informazione impallidisce al confronto della Rai monopolista inizialmente 100% democristiana e comunque con un fortissimo controllo politico governativo tranne che nell'isola comunista di Rai3 (esattamente come ora). Non s'era sotto dittatura durante la Prima Repubblica, non lo si è nemmeno ora in questa Seconda, e provar a sostenere il contrario fa male innanzitutto alla stessa democrazia che si vorrebbe difendere, un concetto di democrazia che tra l'altro era inizialmente specificamente d'una parte dell'opinione pubblica e che invece evidentemente è andata proliferando ovunque, ovvero una democrazia ove "io ho sempre ragione e tu torto" in cui alla stupidità delle masse che sbagliano si deve rispondere con una sorta d'oligarchia illuminata. Questo è uno dei concetti fondanti che avanzano lungo questo lavoro con quest'impronta, uno dei messaggi impliciti di fondo che sotto traccia, sotto questa grande accusa antiberlusconiana ed antiistituzionale in genere (perché d'altra parte, anche contro larghe fasce della sponda opposta la Guzzanti equanimamente si scaglia) c'è quest'idea strisciante. La Guzzanti spiega quanto sono liberali (normali) all'estero, ma sembra non offrire strumenti per ripristinare tal situazione in Italia, se non questa sottotraccia che è un'idea che si diffonde silenziosamente e pian piano in certi ambienti propri della fetta sociale cui si rivolge.
C'è chi parla di tentativo di sveglia: cercar di ridestar chi è già vigile suona un po' come qualcosa di buffo. Sabina Guzzanti parte da questo recinto settarista ed in questo recinto settarista rimane, come se non le sia veramente mai passato per l'anticamera del cervello che un documentario-propaganda (lei negherà pure, ma a quello alla fine si sottende) di tal genere non possa far altro che scivolar via nell'anonimato, senza nemmeno rischiare d'ottenere l'effetto boomerang che alcuni analisti politici paventavano in seguito all'uscita del film di Moore, dimentica del fatto che, alla sfilza d'affermazioni, domande retoriche e quesiti sconcertanti nella loro semplicità, la risposta che sentirà sempre riecchieggiare sarà: "...e allora?"
Un film inutile, un'orgogliosa (e narcisistica) rivendicazione d'un'interprete e grande esponente della "casta satirica" che sembra incapace d'avvicinarsi veramente a coloro che avrebbero più bisogno d'ascoltarla, come se parlassero linguaggi diversi. I soliti problemi dei soliti allarmisti che con le solite espressioni urlano le solite cose alla solita maniera: l'incapacità d'uscire dalla ghettizzazione in cui è finita col trovarsi è evidente. Un film culturalmente elitario (dove per cultura non s'intende erudizione) che finisce con l'essere bocciato su tutta la linea. Forse è il suo stile, forse è proprio lei, ma s'è distanti anni luce sia da film d'inchiesta alla JFK di Stone che soprattutto dalla sferzante potenza di Bowling a Columbine, dove politica e sentimento si coniugano in una commistione che danno un'anima ad un'opera potenzialmente anonima. Forse anonimo, ancor più che sterile, è l'aggettivo che connota meglio questo film.
La visione è sconsigliata a coloro che non la pensano come la Guzzanti, perché sarebbe solo tempo buttato ed al massimo perderebbero ulteriormente stima nei confronti d'una delle massime espressioni della comicità italiana viventi, ed anche a coloro che la pensano come lei: strillar allo scandalo e scivolar nell'autocompiaciuto sdegno non fa mai bene a nessuno, soprattutto a coloro vedendo questo film credono d'aver fatto tutto quel che potevano nella società italiana, o che comunque nient'altro faranno. Non è guardando documentari che confermano e semmai estremizzano le proprie propensioni che si migliora l'Italia, e questo film, che finisce col rivolgersi a costoro, dovrebbe non a loro far riferimento, ma proprio a tutto il resto della società.
Terribile dualismo, proprio terribile questo dilemma che la Guzzanti non riesce a dirimere, perché, comunque sia, al di la' d'ogni altra possibile interpretazione, manca la risposta all'eterna, persistente domanda che altro non è che il focus dell'intera vicenda:

"...e allora?"

91 risposte al commento
Ultima risposta 06/01/2008 12.07.43
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alesfaer  @  08/10/2005 15:16:07
   1 / 10
qst film dice 1 sacco di verità. è skietto, giusto, porta avanti 1 ideologia a tratti valida. voto cmq 1 , xkè qst nn è nemmeno propaganda politica. è peggio. è cavalcare l'onda di propaganda x fini di lucro. guzzanti, vergognati. qst film è stato fatto nel periodo piu' opportuno, cn i comunisti ke fioccano, opportunisti, da tutte le parti. film fatto x incassare soldi cn budget misero. guzzanti kiuditi nel cesso. se vuoi cambiare l'italia candidati in politica.

27 risposte al commento
Ultima risposta 26/10/2005 11.10.56
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debaser  @  05/10/2005 18:08:59
   1 / 10
Indegno sotto tutti i punti di vista. La Guzzanti é patetica come sempre. Non buttate i soldi per questa sceneggiata valida solo come propaganda elettorale.

73 risposte al commento
Ultima risposta 23/10/2005 15.55.29
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Invia una mail all'autore del commento cigno87  @  23/09/2005 20:21:56
   1 / 10
il solito film di sinistra banale e stupido, con interpreti imbecilli a partire da quella z.o.c.c.o.l.a. della guzzanti passando a quel c.o.g.l.i.o.n.e. ke si chiama dario fo( cm c.a.z.z.o. si fa a dargli il nobel!!!! è una cosa ke mi sono sempre chiesto), capace di dire ke il papa giovanni paolo II, il giorno dopo la sua morte, invece di riflettere su ciò ke di buono aveva fatto nella sua vita lo definisce l'ultimo vero comunista in Italia, che ha sempre lottato contro i potenti!!!!!! ma per favore, questo scempio di documentario l'avrei subito censurato per la sua schifezza, altro ke libertà d'informazione!!!

73 risposte al commento
Ultima risposta 16/09/2006 11.47.42
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Jack Torrone  @  20/09/2005 23:24:24
   4 / 10
di solito quando si assiste ad una altalena di voti da uno a dieci c'è qualcosa che non quadra. In questo caso mi sembra evidente che un giudizio sereno non sia possibile, vuoi perchè ormai la Guzzanti ha assunto (purtroppo) il fastidioso ruolo di profeta, a danno del suo talento e verve. Il suo umorismo si è incattivito e spesso è scivolato in uscite di dubbio gusto.
un film che non consiglio, proprio perchè non lo considerò un film, ma uno stucchevole esercizio di stile che con il cinema ha ben poco a che vedere

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benzo24  @  20/09/2005 18:41:09
   1 / 10
il cinema è un'altra cosa, la guzzanti è soltanto una macchietta televisiva. non sipuò parlare neanche di satira, questa è soltanto propaganda politica di quella banale e basta che tra l'altro fa molto male sopratutto a sinistra.

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Ultima risposta 20/05/2006 04.06.58
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ste 10  @  20/09/2005 16:49:06
   1 / 10
Una c*****a faziosa e presuntuosa, la dittatura la vedono solo loro e poi il titolo è tutto un programma da evitare più della peste

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Ultima risposta 06/01/2008 12.29.11
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Invia una mail all'autore del commento federex  @  19/09/2005 19:23:44
   1 / 10
per sinistroidi frustrati, per gli altri non c'è nulla di interessante. retorica da sbadiglio.

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Almirante  @  19/09/2005 08:54:17
   1 / 10
qualcuno ha scritto che dopo aver visto il film è uscito dal cinema urlando viva zapatero....secondo mè è persona da rinchiudere al CIM (centro igiene mentale)..anche se è na scena che mi sarebbe piaciuto vedere per farmi 4 risate di gusto.
il film è pietoso....tanto più che ormai non sono in tanti a gridare viva zapatero in Spagna.Soprattutto dopo che si è saputo che il paladino dei gay si è affittato per un mese a minorca una delle ville piu grandi dell'isola con 100 agenti di scorta.
Cmq poche volte ho visto un film piu fazioso e insulso

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Etherchild  @  18/09/2005 15:50:24
   1 / 10
Se c'è gente non in grado di sognare è proprio quella che segue operazioni politiche commerciali come questa della Guzzanti. Sono loro che non possono sognare schiavi di una falsa cultura che è contro la libertà.
L'arte è un qualcosa che dovrebbe cogliere l'universale... UNIRE... Non dividere. Altra cosa. Sono stufo dei sinistroidi italiani che si credono unici detentori di cultura, quando sono solo schiavi di una subcultura, falsamente artistica e fatta da loro per loro simili...
Quello che voglio dire è solo che l'odio non risolve niente. E solo nel trailer della Guzzanti sembra di assistere al delirio di un'assatanata colta dall'odio e non ad una razionale analisi del nostro paese... Se si eliminasse quest'odio e si avesse l'umiltà di ripartire ogni istante da zero e non da stupide categorie (a cui aggiungo la categoria dei pusillanimi a cui tu non hai esitato a mettermi dentro senza sapere nulla di me...). Non si può propagandare la "mentalità del dialogo" essendo per primi chiusi in testa nel proprio odio verso un fantasma concretizzato da documentari stupidi come questo...
Se voi credete di essere sotto la dittatura vi dico: "VOI siete sotto una dittatura! La dittatura del vostro pensiero anti-artistico, anti-umano!"

Francesco


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Ultima risposta 26/09/2005 14.08.29
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Ludovico65  @  16/09/2005 13:57:25
   1 / 10
Un film veramente triste, infarcito di pregiudizi da non vedere, sabina guzzanti vuol essere polemica quanto vuole.. ma e'' meglio che si trovi un lavoro serio.
ciao belli

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