upgrade (2018)

A chi frequenta il panorama thriller/horror degli ultimi anni suonerà piuttosto famigliare il nome di Leigh Whannell, più sceneggiatore e produttore che regista, qui alla seconda prova dietro la mdp. Con "Upgrade" il novello filmaker abbandona i classici territori del cinema di paura per affrontare argomenti che dal punto di vista futuristico si possono ritenere non proprio privi di fondamenta, in cui un orrore di genere parassitario inorganico si frappone nell' ormai inevitabile interazione tra uomo e macchina. Qui applicata ad un meccanico di automobili avverso al progresso, costretto, come banale pena del contrappasso, a utilizzare lo stesso per fare chiarezza su un episodio che gli ha letteralmente devastato l' esistenza.
Il tema è già stato affrontato milioni di volte, Whannell si limita a frullare influenze provenienti dal recente passato, per un insieme tematicamente obsoleto ma vincente sul piano del ritmo.
Al netto del protagonista poco convincente e di uno "spiegone" assai moscio la pellicola funziona tra momenti di pura comicità e qualche inserto gore, senza perdere di vista la matrice drammatica e quella action. L' ammonimento sullo sviluppo tecnologico è abbastanza prevedibile nella sua evoluzione, tuttavia il rapporto tra l'uomo ed il suo momentaneo salvatore è il fil rouge del film, il perno per nulla debole su cui Whannell poggia con fiducia riuscendo magari non a sorprendere, ma senza dubbio ad intrattenere.