Joe Buck approda a New York, dal Texas, convinto di poter fare quattrini a palate grazie alla sua esuberante virilità da mettere a disposizione di donne sole. La realtà del "mestiere" si rivelerà molto diversa e molto più amara. Nella giungla metropolitana, Joe trova un vero amico nel tisico Rico.
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Sono rimasto avvinto sin dall'inizio - con l'arrivo a NYC dal Texas di questo midnight cowboy - dalla descrizione (un po' coeniana?) del contrasto fra la profonda provincia americana e la NYC piena di sirene e false speranze. Ma soprattutto mi è piaciuto lo stile di Schlesinger, febbrile. Gli usi dello zoom; del montaggio in particolare, con flashback continui e visualizzazioni dell'immaginario, ricordi e fantasie, momenti onirici... Si vede la provenienza del regista dal Free Cinema britannico, e credo proprio che Schlesinger ha influenzato molto Roeg (v. "A Venezia un dicembre rosso shocking"). Lo sguardo intimamente europeo su quest'America di fine anni 60 è particolarmente fecondo ed è ciò che rende memorabile il film, al di là della descrizione d'un'epoca, di determinati ambienti, e delle tematiche affrontate.