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E' inusuale assistere a momenti di forte impatto drammatico nei film con protagonisti Totò e Peppino, ma in questa pellicola diretta e co-interpretata da Aldo Fabrizi questi momenti caratterizzano in maniera determinante l'evolversi della storia, anche se non mancano momenti più leggeri che i tre attori regalano al pubblico. Film gradevole che scivola via in maniera fluida, priva di artifizi e che pur condita con qualche dose di retorica riesce a non banalizza il tutto regalando coinvolgimento, emozioni e sorrisi.
Totò nei malinconici panni d'un uomo che sbaglia,o forse no,giorno per andar a donne..avrebbe funzionato ben pur senza peppino..straordinario il realismo di cui fabrizi attore impregna la sua opera..
Fabrizi,dopo il grande successo ottenuto con"Guardie e ladri",ritorna a lavorare con Totò,facendogli interpretare un ruolo meno comico e più malinconico,proprio come nel film di Steno e Monicelli,che rivelò le qualità complete dell'attore al di là della sua maschera comica che lo rese una celebrità.Le qualità registiche di Fabrizi sono tutt'altro che disprezzabili(vedi come vengono rappresentati gli enormi caseggiati,che danno un senso di soffocamento e spaesamento)e rivelano tematiche forti,descitte in maniera delicata e inusuale,bilanciate da delle parti umoristiche(concentrate nella prima parte ,dove i duetti di Totò e Peppino non stridono affatto con il resto della storia)che sono una sorta di piacevole introduzione rispetto al resto del film,successivamente piegato verso degli inaspettati effetti melodrammatici.Come attore,si ritaglia un ruolo di paziente dottore,che aiuta a guarire il bambino della povera protagonista(costretta a vendere il suo corpo,senza riuscirci,per cercare di tirare a campare)da una pericolosa malattia mortale:un piccolo,ma incisivo,ruolo serio.Un film da vedere,reso memorabile dall'ottima interpretazione drammatica di un Totò fortemente credibile ed espressivo,affiancato da una intensa e bravissima Lea Padovani.
Dolceamaro, a volte comico, altrove commovente, il film vira spesso al patetico, non riuscendo mai a stabilire una sua coerenza. Non è tra i migliori Totò e Fabrizi ha fatto di meglio, ma andrebbe comunque segnalato: se non altro per il coraggio di affrontare "apertamente" certe tematiche raccontando una storia di miseria e privazioni del dopoguerra. Il voto vale soprattutto per l'ottima prova di Lea Padovani, una grande attrice troppo spesso dimenticata