ultimo tango a parigi regia di Bernardo Bertolucci Italia, Francia 1972
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ultimo tango a parigi (1972)

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locandina del film ULTIMO TANGO A PARIGI

Titolo Originale: ULTIMO TANGO A PARIGI

RegiaBernardo Bertolucci

InterpretiMarlon Brando, Maria Schneider, Maria Michi, Giovanna Galletti, Gitt Magrini, Catherine Allégret, Luce Marquand

Durata: h 2.10
NazionalitàItalia, Francia 1972
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1972

•  Altri film di Bernardo Bertolucci

Trama del film Ultimo tango a parigi

Un americano di mezza età con una vita molto intensa e una ragazza della borghesia parigina, s'incontrano per caso in un appartamento da affittare e scoppia subito una passione sfrenata. I due decidono però di non farsi coinvolgere sentimentalmente e di rincontrarsi ancora nello stesso appartamento vuoto, senza neanche conoscere i reciproci nomi..

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (115 voti)7,85Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior Attrice Straniera (Maria Schneider)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior Attrice Straniera (Maria Schneider)
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Voti e commenti su Ultimo tango a parigi, 115 opinioni inserite

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VincVega  @  19/06/2020 12:55:06
   8½ / 10
"Noi ci incontriamo senza sapere niente di quello che siamo fuori di qui. D'accordo?"
"Perchè?"
"Perchè non abbiamo bisogno di nomi qui dentro. Capisci? Dimenticheremo tutto ciò che sappiamo, tutto... cose, persone, gli altri... tutto ciò che siamo stati... gli amici, la casa... dobbiamo dimenticare ogni cosa, ogni cosa"
"Non so… ci riusciremo?"
"Non lo so. Hai paura?"
"No."

La libertà che Jeanne trova in quella stanza d'albergo, al di fuori di quel luogo sembra lontana. Le telecamere sempre accese quando è in compagnia del proprio ragazzo, dimostrano che la ragazza si ritrova in un mondo finto, continuando a rifugiarsi in quella stanza assieme ad un uomo che non conosce. E' una situazione che però non potrà andare avanti per molto tempo.

Il successo de "Ultimo Tango a Parigi" è stato in parte dovuto alla curiosità ed al fascino che emana (oltre alle polemiche sulla censura dell'epoca), ma allo stesso tempo non è per tutti. Molti non coglieranno l'essenza di un film che nonostante sia simbolo del post '68, non è invecchiato dopo quasi cinquant'anni. Anche il fatto di bruciare le pellicole negli anni '70, dimostra che è un film grazie al quale si è potuto attraversare dei limiti, in cui forse ancor oggi saremmo incastrati.

Immenso e memorabile Brando, che rispetto ad altri suoi film, non eccede mai rispetto al dovuto. Ecco quando non è in scena lui, la pellicola non è agli stessi livelli in cui lui è presente. "Ultimo Tango a Parigi" rimane comunque un grande ed importante film.

Allen90  @  06/09/2016 21:16:07
   6½ / 10
Un film disturbante, apertamente disturbante.

Ho adorato, come quasi sempre, Marlon Brando, uomo duro per antonomasia, che in questo film lascia però anche trasparire le sue lacrime e le sue enormi fragilità.
Maria Shneider mi è piaciuta un po' meno, forse per l'antipatia viscerale nei confronti del suo personaggio, una ragazza pronta a dare tutto ma che non concede nulla nel momento in cui viene richiesto.

Un film difficile da digerire, proprio per questo sento di doverlo vedere e analizzare più approfonditamente prima di alzare ulteriormente il giudizio.

Project Pat  @  27/06/2016 15:13:09
   7 / 10
Amore/odio può tranquillamente essere il sunto di questa celebre metafora di Bertolucci su quell'essere tanto complicato che risponde al nome di uomo, con le sue debolezze, le sue fallimentari convinzioni, la sua pseudo-forza.
Senza con ciò che sto per dire fare del qualunquismo, chi si aspetta un film non "pesante" farebbe forse meglio ad astenersi dal dare un voto basso, questo è cinema d'autore e a prescindere dal fatto che lo si colga o no appieno (io stesso non l'ho reputato un capolavoro, alcuni punti sono innegabilmente sottotono, è vero) merita rispetto, ché c'è solo da imparare.
Se non cambiò completamente allora le regole del gioco per alcuni, poco ci mancò.

fabio57  @  10/02/2016 15:04:50
   7 / 10
Bertolucci è un regista molto stimato dall'establishment cinematografico, dunque tutti i suoi lavori assurgono in default al rango di capolavori, soprattutto come in questo caso , quando c'è stato anche lo scandaletto che l'accompagna, la scena del burro ha fatto storia. In sostanza non mi sembra che questo film abbia particolari meriti .Certo c'è la solitudine dell'uomo, l'alienazione, l'ossessione, ma sono temi già affrontati in altre occasioni con approfondimenti di spessore più ampio. Marlon Brando è bravo, Maria Schneider incolore.

lukef  @  26/08/2014 11:46:22
   7 / 10
Visto la prima volta diversi anni fa, ho provato a riguardarlo ora che sono un bambino grande ma devo, ahimè, rincofermare le mie prime impressioni. Evidentemente questo film non è proprio nelle mie corde.
In sintesi, mi sembra che anche Bertolucci, dopo i vari Antonioni e compagnia bella di qua e di là dell'oceano, abbia deciso di cavalcare l'onda post-sesantottina con un'opera discretamente conservatrice nella sua "rivoluzionarietà" (mi si perdoni l'ossimoro), a cui comunque non si può negare l'indubbio valore artistico. Siamo in un'epoca (pur poi storicamente squalificata) in cui v'era ancora la necessità di un certo coraggio nella trasgressione (qui comunque troppo ostentata) e bisogna riconoscergli il merito di aver ideato una delle opere più significative del periodo in quanto a cultura popolare e memoria collettiva.
Entrando nel concreto: la fotografia, così come il sonoro e tutto il resto, sono ottimi e marcano egregiamente la naturale poesia di talune degradanti atmosfere parisien, che ben si legano a quel senso di smarrimento nell'animo dei protagonisti.
Ciò nonostante, a mio personalissimo giudizio, ho trovato piuttosto pesante questo continuo ripetersi di cromatismi monotòni e situazioni fumose e non nego una discreta quantità di noia. Come molte altre opere stilisticamente ineccepibili, ho letto una certa nota di impersonalità.. specie se la si relaziona a tutto quel filone della Nouvelle Vague che certo non è stato Bertolucci ad inaugurare.
Concludendo… un film certamente "da vedere" che tuttavia può (facilmente) non piacere.

alex94  @  10/07/2014 13:38:02
   8½ / 10
Film meraviglioso diretto da Bernardo Bertolucci nel 1972.
La trama è buona ed è sviluppata molto bene,bravissimi gli attori in particolare il grandissimo Marlon Brando in una delle sue migliori interpretazioni.
Ottima naturalmente la regia.
Un grande film ricco di simbolismi e di significati profondi, merita assolutamente di essere visto.

Niko.g  @  10/06/2014 11:51:58
   6 / 10
E' il film più famoso di Bernardo Bertolucci, esaltato da una critica che ne fece in gran parte strumento di battaglia politica, al di là dei meriti tecnici che il film oggettivamente possiede.
Non mi sembra però che si vada oltre una fredda e morbosa cronaca passional-parigina verniciata di esistenzialismo. Un dramma carnale e monocorde a cui manca un vero e proprio processo di autocoscienza da parte dei protagonisti. Su questo piano trovo superiore "Luna di fiele" di Roman Polanski, dove il conflitto tra Eros e Thanatos è sottoposto alle varianti e alle simmetrie di una trama che alimenta coinvolgimento ed empatia, una parabola ben più pronunciata e interessante da seguire.
Si parla molto della bravura di Marlon Brando nel ruolo di Paul, eppure fa sorridere il fatto che Brando fu solo la quarta scelta del regista e che prima di lui rifiutarono la parte Trintignant, Delon e Belmondo. Quest'ultimo, in particolare, non volle nemmeno incontrare Bertolucci, ritenendo il film pornografico e degradante. Già.

"Ultimo tango" è un film intriso di ideologia, quella tipica di quegli anni di contestazione e che si può sintetizzare nelle parole di Herbert Marcuse sulla rivolta giovanile: "una ribellione allo stesso tempo morale, politica, sessuale". Bertolucci si lancia a tutta velocità in questa carreggiata inaugurata nel 1968, rivelatasi poi un vicolo cieco sul cui muro ha sbattuto la fronte un'intera generazione (più o meno alla maniera di un personaggio del recente film di Paolo Sorrentino).
Traspare in modo evidente l'odio e la negazione radicale che il regista nutriva per i valori tradizionali e gli istituti fondati sull'assenso religioso. Dalle bestemmie fatte pronunciare a Marlon Brando, agli insulti che lo stesso rivolge alla famiglia come istituzione, durante un atto di sodomizzazione del tutto gratuito ed evitabile. Inevitabile fu invece la censura, ferma e decisa, con sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato e perciò indelebile.

Anche se oggi prevale la tendenza, per nulla rassicurante, a non scandalizzarsi di nulla, alcuni passaggi della pellicola risultano deprecabili ancora adesso, a meno di non saper distinguere tra arte e depravazione. Non è quindi solo una questione di burro, ma anche di maiali, di vomito di maiali, di sodomìa e di uso pornografico delle mani (mi riferisco alle parti censurate).
Va poi tenuto presente che in questo caso non entra in gioco la sospensione dell'incredulità richiesta dal film d'azione, né l'aspetto fantastico dell'horror, né il realismo del film storico. Metterei da parte anche la fantomatica lettura dell'incomunicabilità, scomodata per giustificare il non giustificabile e per coprire la povertà filosofica del testo. No, qui la percezione è su ben altro piano e credo che questo abbia pesato molto nel giudizio di oscenità che la censura ebbe modo di rilevare.
Senza tali premesse, è difficile comprendere le conseguenze che ne scaturirono sul piano legale. Su questo aspetto, vale la pena soffermarsi e spendere qualche parola.
Esiste ed esisterà sempre una giustificazione dei registi, del tipo: "con questa scena voglio denunciare la tale situazione", "con quest'altra voglio sensibilizzare il pubblico su questo aspetto"… ma se non si fissano dei limiti, si finisce inevitabilmente per ledere altri diritti, altre libertà, arrivando ad inscenare lo stupro di un bambino in "A serbian film". O forse qualcuno pensa che tale Srdan Spasojevic non si sia giustificato tirando in ballo le violenze del Governo serbo?

IL BUON COSTUME E' UN BENE DI TUTTI.
Malgrado qualche sprovveduto sia convinto del contrario, il riferimento al "buon costume" è fatto ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione italiana, non ai sensi dell'art. 21 del Catechismo della Chiesa cattolica.
La Corte di Cassazione lo ha definito "un bene collettivo, un patrimonio comune", mentre "il pudore è assunto dalla legge nella sua accezione di valore etico proprio della collettività e non come bene individuale (quale pure è)" (Annali italiani del diritto d'autore 1992, 20/1).

CHI E' DAVVERO IGNORANTE?
Si sente spesso dire che non si può imporre il senso del pudore agli altri e che la libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso un'opera d'arte, non può essere soppressa, né limitata. Questo significa essere ignoranti, non capire nulla di diritto e di eguaglianza e non aver capito nulla di cosa sia la libertà. Perché una libertà che non preveda limitazioni e costrizioni etiche, non potrebbe essere una vera libertà, diventando sopruso o anarchia.
Nel caso del film in questione, la censura agì non permettendo che il diritto alla libera espressione dell'artista sopprimesse altri diritti che ne riducevano contemporaneamente la portata assolutistica; i diritti di coloro che, non potendo conoscere il contenuto della pellicola e negare il proprio consenso, come nel caso delle proiezioni a luci rosse, si sarebbero dichiarati lesi da atti che ne avessero offeso il senso del pudore o ne avessero turbato la psiche. Furono proprio alcuni privati cittadini di Porretta Terme (dove si svolse la prima proiezione italiana) a denunciare il film per oscenità, facendo trasferire il processo a Bologna. Stessa situazione a Roma, dove diverse persone abbandonarono la sala dei cinema.

PERCHE' CENSURARE.
Il collegamento ai princìpi della Costituzione va ricercato non tanto nelle norme sulla libertà personale o sulla protezione dei minori, ma nel più ampio concetto di "persona umana" o meglio di "dignità della persona umana" (così la Corte Costituzionale). Concetto che l'arte ha spesso trascurato.
Ovviamente cambiano i tempi e cambiano i costumi, ma per quanto nel corso della storia il costume sociale possa cambiare, "non vi è momento in cui il cittadino e tanto più il giudice, non siano in grado di valutare quali comportamenti debbano considerarsi osceni secondo il comune senso del pudore, nel tempo e nelle circostanze in cui essi si realizzano" (sent. 191/1970).
"Ultimo tango a Parigi" venne allora censurato a ragion veduta e, come giustamente osservò qualcuno, se la percezione della morale è poi mutata, ciò vuol dire che la sentenza del '74 fu giusta almeno rispetto a quella morale. Tra l'altro, se è vero che i costumi sociali cambiano nel tempo, è altrettanto vero che la dignità dell'essere umano non è soggetta a cambiamenti e se l'arte non può mai dirsi oscena, l'osceno non può mai dirsi arte (come la Cassazione ritenne).
Anche nei confronti dell'artista più ribelle, i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti invocano piena tutela. L'arte non può, ad esempio, sacrificare la dignità umana oltre ogni limite, così come non può decidere di porre fine alla vita di un animale. Eppure, il cinema è arrivato anche a questo con "Cannibal Holocaust".

Tornando a "Ultimo tango", è proprio nel considerare la mortificazione del corpo, la dignità dell'essere umano e la potenza devastante di un'ideologia che accecò un regista nel suo delirio artistico, che ci si può rendere conto di quanto la vicenda umana di Maria Schneider sia più significativa di mille commenti e sentenze della Corte di Cassazione.
Nonostante la grande celebrità che ottenne grazie al film, Maria Schneider (forse neanche ventenne all'epoca delle riprese) dichiarò più volte che la scena di sesso anale non era nella sceneggiatura e che se avesse saputo e potuto non l'avrebbe mai girata, perché la considerò una violenza e un'umiliazione. Raccontò di aver pianto lacrime vere, mentre qualcuno le diceva: "E' SOLO UN FILM".
Ebbe per questo scompensi psicologici e anni di dipendenza da stupefacenti. Portò per sempre rancore nei confronti del film e del regista.
Bertolucci: "È purtroppo quello che succede quando si è dentro un'avventura che non si comprende".

A ciascuno le proprie riflessioni.

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/10/2014 01.34.37
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gemellino86  @  10/01/2014 13:07:10
   9 / 10
Marlon Brando è qualcosa di straordinario in questo filmone che è sicuramente uno dei migliori di Bertolucci. Chissà se ha avuto qualche nomination. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  08/01/2014 17:06:35
   7½ / 10
Mi aspettavo una mattonata e mi sono dovuto ricredere.
Nel film scandalo per eccellenza di Bertolucci (scandalo risibile al giorno d'oggi), le scene al di fuori delle mura della squallida camera d'albergo sono poco interessanti ed al limite del surreale; il resto però, nonostante un ritmo tutt'altro che vivace, merita davvero in quanto trattasi di una storia d'amore e solitudine folle e lancinante, nata e vissuta in un mondo tutto suo, priva di qualsivoglia romanticheria ed intensa come non mai sia a livello sessuale che psicologico.
Lui vedovo tormentato ed arrabbiato senza più ragioni per vivere, lei pùttanella capricciosa ed ingenua che si lascia trascinare dagli eventi senza neanche rendersene conto; gli elementi perfetti per un "gioco" che non richiede passione ne tantomeno identità... ma anche con tutta la testardaggine e l'orgoglio di questo mondo, alla fine è comunque impossibile non farsi coinvolgere emotivamente. Anche se il prezzo da pagare è la propria sanità mentale.

Dialoghi pungenti, affascinante colonna sonora, ottima regia (alienante tanto quanto i protagonisti), ambientazione perfetta, ed un Marlon Brando semplicemente folgorante (senza nulla togliere alla bravissima Maria Schneider).

Raramente ricapiterà di vedere un film che rappresenti con così tanto fascino e verosomiglianza le varie fasi del male d'amore; e il finale, potentissimo, è la riprova assoluta che quando finisce il mistero, finisce anche l'infatuazione (o dipendenza dall'altro).

Prime impressioni di una prima visione, ma sotto la superficie c'è molto di più; per questo lo considero uno di quei film che per capirli a fondo vanno guardati più di una volta.
Per ora mi fermo ad un quasi "film magnifico, non perdetelo".

Ah, dimenticavo... il buon "9 settimane e 1/2" di Lyne gli è parecchio debitore.

Tuonato  @  29/09/2013 19:03:46
   8½ / 10
Messa in scena del "Teorema" di Marco Ferradini.
Film dai molteplici cliché sul rapporto uomo-donna: la difficoltà della relazione, la larga differenza di età, le alte aspettative, l'amor vacuo. Spiazzanti alcune scenette secondarie per il loro non senso.
Bertolucci se l'è vista brutta al tempo, venendo condannato per offesa al comune senso del pudore.
E' già tanto che questa pellicola sia arrivata a noi con poche copie largamente censurate.
Scandalosamente cult.

Tuco ElPuerco  @  24/09/2013 10:34:52
   8 / 10
L'unica cosa che posso rinscontrare , per me che a 34 anni ho visto per la prima volta questo film simbolo della generazione precedente la mia , è il contrasto che c'e' con la maggiorparte delle opere moderne.
Questo, come molti altri film , non solletica ne stimola il cervello nella maniera piu' assoluta. E' una storia reale per come è ed irreale per il modo in cui è racontata, una storia sull'amore.....

mauro84  @  14/04/2013 00:27:30
   8 / 10
dovevo giunger ai miei 29 anni per potermi veder con gusto e quella passione celata questo spendido capolavoro italiano. bellissima trama.. location parigine molto particolari\ quasi il tutto suggestsive.. mancano dei film di genere al giorno d'oggi!
Nonostante le varie scene di nudo è tutto con gusto e tanta passione nella totale drammaticità della vicenda. gli anni 70 giusti ricordarli così!

Complimenti a marlon brando (mancherà tanto...) e a questa Maria Schneider ( premio di donatello strameritato..) mi è rimasta nella mente il suo fascino e bellezza.

questo è uno dei film che non deve mancar ad un vero appassionato!!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  04/04/2013 21:07:03
   8 / 10
Di una certa classe come Bertolucci insegna, questo film è famoso soprattutto per le scene di sesso, le quali però non sono il fulcro della storia. Il tema principale è l'amore inteso come forza costruttrice e distruttrice, potente sentimento in grado di cambiare le nostre vite. Ottime regia e colonna sonora, grande Marlon Brando. Del tutto riuscito e d'effetto il finale.

Invia una mail all'autore del commento diderot  @  23/03/2013 13:52:43
   6 / 10
Una media eccessiva per un film che non dimostra aspetti così straordinari da definirlo un capolavoro. La trama, se pur per certi versi assurda, si dimostra interessante ma resta un racconto pallido e poco incisivo. Straordinario Marlon Brando che penso sia il punto forte di tutto il film, capace di tenere alta l'attenzione con la sua interpretazione così appassionata. Poco credibile invece il personaggio interpretato da Maria Schneider. Per il resto alcune scene sono davvero assurde, quasi squallide e male inserite nel contesto. Un film che rasenta la sufficienza ma che sarà difficile dimenticare!

TonyStark  @  30/11/2012 20:20:57
   8 / 10
veramente bello, che piaccia o no non si può riconoscere la sua eccellenza, la storia di due solitudini che si sfiorano senza mai unirsi.

Oskarsson88  @  12/10/2012 20:41:07
   8 / 10
premettendo un forte disprezzo per la censura che ha creato non pochi problemi a questo lavoro di Bertolucci, devo dire che Ultimo tango a Parigi mi ha decisamente coinvolto, in questa storia di trasgressione ed evasione che riesce a funzionare solamente fintanto che si crea un mondo a parte, un mondo non reale, in cui ci si dimentica chi siamo...almeno questa vale per la giovane e bella protagonista, la quale un po' aggressiva e un po' selvaggia si lascia felicemente incatenare da questa relazione fuori dagli schemi. Paul invece, molto più disincantato, gioca e si diverte con la giovane, fino però a cadere lui stesso vittima dell'amore. Film complesso e psicologico, in cui non tutto è spiegabile, ma sicuramente di ottimo valore artistico.

sweetyy  @  09/10/2012 02:58:26
   7½ / 10
Tra i miglior film di Bertolucci, con 2 protagonisti assolutamente perfetti.
Struggente.

dobel  @  02/06/2012 16:42:02
   8 / 10
Dopo la visione di un film di Bertolucci si ha sempre l'impressione di aver incontrato una persona di grande intelligenza e cultura (del resto la famiglia è di quelle ben piazzate, intellettualmente parlando...), che per la smania di voler dire 100 cose ne fa capire 50, mentre se si fosse accontentato di dirne 70 sarebbe riuscito a farne capire 65.
A parte questo, Ultimo tango è un film importante, di spessore e profondità non consuete.
E' la storia di una solitudine-rifugio che raggiunge la morte e la distruzione nel momento in cui decide di uscire da se stessa. La vita vissuta pienamente è un rischio letale al quale si deve preferire la zattera di salvataggio che ci offre un isolamento forzato e autoimposto. Una morale vigliacca? Nichilista? Certamente amara e disperata!
Le scene di sesso (poche...!) che hanno fatto togliere i diritti civili al regista per cinque anni e decretato il mito di una pellicola da ricordare per ben altri motivi che non siano una o due scopate sul pavimento, sono tali per cui oggi potrebbero essere trasmesse su Disney Channel in orario di punta senza che alcun tredicenne ne abbia scandalo...

Ciaby  @  16/09/2011 21:06:12
   10 / 10
Perchè non l'avevo ancora votato? Boh.

Comunque...

Film meraviglioso, che inquadra alla perfezione la deriva devastante di un rapporto impossibile basato sulla non-conoscenza, e che quindi da il la all'alternarsi convulso e possessivo di odio e amore. Una splendida Maria Schneider e un magnetico Marlon Brando incarnano i due fulcri di questo trascinante dramma, che mai parla d'amore. O meglio, lascia che l'amore esca invano da parole subdole o fasulle, ma non si tocca mai vertici romantici.

Nel sesso, i due personaggi cercano di riconoscersi, senza sapere l'uno del passato dell'altro. E se prima lui sembra ostentare nell'eliminazione dell'identità, poi i ruoli si invertono e si crea spiazzamento: lo spettatore non sa più davanti a chi si trova di fronte.

Sono esseri umani incoerenti e terribilmente fragili che tentano di porre le loro insicurezze nella sfera sessuale, invano.
Il disperato finale cerca una soluzione alla fine, ma non è detto che le cose avvengano come vengono ipotizzate. L'imprevedibilità umana risiede nell'incapacità della comprensione (persino il ragazzo di Jeanne non la capisce, preferendo prima fare un film che baciarla sul serio).

L'amore di "Ultimo Tango A Parigi" è impalpabile, perchè, come nella vita reale, sembra non esistere. è la visione cruda e appassionata di un Bertolucci che non si dà limiti e che colpisce duro nel tratteggiare le solitudini di personaggi che non possono parlare, perchè legati troppo al passato da dimenticare.

è un glorioso capolavoro, che distrugge la famiglia e tutto ciò da cui porre le radici. Un film che suona come una rivoluzione, ma che è anti-rivoluzione perchè in "Ultimo Tango A Parigi" non c'è redenzione. Come, spesso, avviene nella vita reale.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/09/2011 22.44.08
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  04/04/2011 23:37:16
   8 / 10
Parlare di "Ultimo tango a Parigi" a ben 38 anni di distanza dalla sua uscita è un'operazione complessa, ma si può dire senza correre il rischio di smentite clamorose che il film resta un capolavoro assoluto del cinema italiano.
Sono convinto che in tutti questi anni il film abbia perso la sua leggendaria capacità di scandalizzare i cosiddetti benpensanti di turno - abituati come siamo agli standard odierni con film ben più diretti ed espliciti - , acquisendo però una maggiore carica erotica.
Si può allora inquadrare oggi, più che 38 anni fa, questo film come il film erotico più bello di tutti i tempi, un film estremamente ambizioso e retto da un'ottima interpretazione della Schneider e da una delle interpretazioni più magistrale di sempre, quella di Marlon Brando.
La colta citazione iniziale di due quadri di Bacon, casuale o non che sia, acquisisce senso compiuto nel contesto del film, una corda tesa tra Schopenhauer e Freud e ben esplicita la tematica principale del film, cui mi accingo a parlare.
Ciò che è necessario dire è che questo film parla dello struggimento dell'amore di un uomo di mezz'età, in decadimento in seguito alla morte della moglie suicida, che tenta di aggrapparsi alla vita(come farà emblematicamente nell'ultima scena, quella del chewing-gum)con l'unico mezzo a sua disposizione, l'unico che lo faccia sentire un uomo realizzato: il sesso.
E così, chiuso nella stanza di un albergo con una giovane ed affascinante Marie Schneider, riuscirà di nuovo a vivere in modo "autentico", a vivere il sesso in maniera fatale, come gli amanti senza volto di Magritte, senza nomi, senza identità, solo fisicità, niente compromessi.
La società borghese è chiaramente presa di mira dal regista per bocca dello stesso protagonista(che scopriremo chiamarsi Paul), come nella famosa scena del burro.
Paul è un fallito, è un emarginato, una persona colpita negli affetti ed estremamente sola, che riesce ad essere se stessa solo ottundendo i sensi con il sesso, riscoprendo se stesso e manifestando il suo dissenso verso un mondo indifferente, di facciata, borghese e insulso, i cui valori solo soltanto falsità.
E in quella stanza, senza nomi, i due vivono una vera vita, dove dimenticano i propri problemi e la banalità della propria esistenza, il fallimento della vita coniugale e professionale(Paul)e l'insulsa relazione con un regista da strapazzo(citazione di Truffaut), nel caso di Jeanne, la protagonista.
Ma dopo una febbrile ultima notte che vede i due ballare un tango ubrachi, accadrà l'irreparabile.
Eros e Thanatos, come dicevo, sin dal principio si fondono in maniera inestricabile, i quadri di Bacon all'inizio ce lo dicono. Ce lo dice l'urlo "silenzioso" di Brando quando passa il treno, urlo munchiano, ma anche di Schiele, urlo sordo e disperato.
Ce lo dice la passione fatalista di Paul, quando nella stanza vuole soltanto i nomi... e ce lo dice il tragico epilogo.
Alla fine la morte di Brando è quasi l'annullamento dell'alter-ego del regista(scisso tra la passionalità di Brando e la professione del regista), il suo drammatico "tornare con i piedi per terra".
Marlon Brando ci offre una delle interpretazioni più sofferte della storia del cinema. Marlon Brando sembra quasi interpretare se stesso, tanto è immedesimato nel personaggio. Per me resta la migliore delle sue interpretazioni, il che la dice lunga sulla grandezza della leggenda che si chiamava Marlon Brando. I'm speechless.
La colonna sonora di Gato Barbieri è tra le migliori che io abbia mai sentito, una di quelle che davvero sono difficili da dimenticare. Stupenda.
Quanto ai difetti, devo dire che il film è estremamente ambizioso e ho a tratti avuto l'impressione che qualche elemento sia stato un po' sovrainterpretato dai soliti critici e che in realtà il regista avesse qualche idea in meno da quanto possa trasparire dal film.
Le sequenze fuori dall'appartamento, soprattutto quelle incentrare sulla vita del regista, a mio avviso Bertolucci avrebbe potuto benissimo evitarle, rendendo il film più essenziale e forse anche meno pretenzioso.
Ad ogni modo, a parte questa personalissima impressione, il film lo reputo ugualmente ottimo.
Il film "Ai no Corrida" di Oshima a mio avviso resta comunque superiore e molto più compiuto.

Leonhearth87  @  02/04/2011 16:05:58
   6 / 10
Ultimo Tango a Parigi è un film difficile da commentare. Sì perchè non è una pellicola semplice, non è il solito drammatico, è una toccante introspezione sull'amore e sull'infelicità. Il tocco di Bertolucci è palpabile, a partire dalla musica jazz molto dolce, le riprese che sovente guardano le ombre sulla parete create dalla finestra, ambientazione cupe e stantìe. Marlon Brando è veramente bravo, e sfoggia una grande interpretazione in un ruolo non facile. Purtroppo, a mio avviso, la grande pecca di questo film è la trama stessa: due ore e 10 minuti di trama inconsistente. Per spiegare la storia basterebbero 10 minuti, i restanti minuti sono giocati con l'emozioni e i dialoghi tra il vedovo e la ragazza, che spesso sfociano in rapporti sessuali, il più delle volte inutili. Bertolucci è molto bravo a trasmettere le sensazioni "a pelle" del protagonista, ma purtroppo il film non decolla mai.
In conclusione, l'unica cosa che posso dire è che almeno una chance al film va data, Bertolucci è sempre un grande regista e il film vale almeno la visione, ma sicuramente non è adatto a tutti.

la_gradisca  @  26/03/2011 18:38:09
   10 / 10
Il migliore di Bertolucci.
Ha fatto scalpore, ma lo scalpore per me è la straordinaria bellezza del film.
Grandissimo Brando, ma ancora più grande la bella e selvaggia Maria Schneider.
La musica, la scenografia, la sceneggiatura e i costumi sono da Oscar.
Indimenticabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  19/03/2011 00:54:39
   8½ / 10
Non si capisce minimamente dove voglia andare a parare, non c'è nessuna cima, nessun traguardo. Nulla è chiaro ma tutto appare reale, per qualche strana suggestione che non so nemmeno spiegarmi. Due identità anonime che si conoscono attraverso il sesso e la memoria. Che meraviglia l'immagine di Brando che raccontando la sua giovinezza strizza gli occhi e scuote la testa, come faccio sempre io, forse tutti, quando voglio scacciare il ribrezzo legato a certi eventi. Ed è una vera illuminazione l'ultima sequenza, che vede i due protagonisti scendere l'ultimo scalino del loro sovra-mondo, diventare finalmente lucidi seppur nell'ubriachezza.

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Constantine  @  05/02/2011 15:49:19
   9 / 10
Pellicola intensa, introspettiva, viscerale. Bertolucci si affida a Brando che di conseguenza gli restituisce una performance storica, immortale, che consacra la pellicola oltre ogni censura, critica o epoca. La storia di due personaggi interdetti sulle proprie emozioni, sulla propria vita, sui grandi temi dell'umanità. Uno scandagliare continuo nell'animo umano, attraverso tutte le sue pulsioni, passioni e perversioni. Un gorgo emozionale fino al tanto atteso e purtroppo leggermente diluito finale. Marlon Brando è tanto quanto Bertolucci, se non più dello stesso, fautore del forte successo di quest'opera. Unica pecca, la diminuzione ingiustificata di atmosfera nei momenti in cui il protagonista non è in scena e la conseguente, oppure problermatica, riduzione di potenza della narrazione, niente o quasi della stessa comunicazione della traccia portante. Scene stra-cult ovunque le vogliate e titolo imperdibile per ogni cinefilo.

topsecret  @  25/01/2011 11:38:39
   6 / 10
Dopo aver visto alcuni suoi lavori, posso affermare con una certa decisione che Bertolucci non mi coinvolge. Ma la colpa è mia perchè non riesco a comprendere pienamente quello che il regista parmense vuole raccontare nei suoi film.
In questo ULTIMO TANGO A PARIGI, peraltro a mio avviso incredibilmente stangato dalla censura, la prova di Marlon Brando mi è sembrata la sola cosa che si eleva al di sopra di una storia tiepida, poco interessante e che culmina in un finale quasi farsesco, svuotato di quella carica emozionale che invece vorrebbe trasmettere.
Personalmente non lo ritengo un film eccezionale, anzi credo che se non avesse avuto quella cassa di risonanza creata dalle polemiche censoree avrebbe fatto parecchia fatica a farsi ricordare o lasciare un solco profondo nella cinematografia mondiale.
Per questo mi sento di premiare con la sufficienza solo la performance del mitico Brando.

JOKER1926  @  08/01/2011 15:49:56
   7 / 10
E' ampia e significativa l'analisi imperniata su "Ultimo tango a Parigi", Bernardo Bertolucci alla regia in un film che ha fatto storia; regista legalmente perseguitato (perse il diritto del voto) e copie di questo prodotto cinematografico mandate al rogo proprio come le streghe.
Ciò è la prefazione di un lavoro teso e ammaliante con cadute a picco nella perversione, fra sesso e sentimento, fra passione e cinismo.

"Ultimo tango a Parigi" è costruito su una sceneggiatura particolare dal sapore utopico, oltre i vari passaggi narrativi che esaltano i luoghi chiusi e la staticità dell'azione sale in cattedra un Marlon Brando di grandissimo livello, insomma senza questa icona il film, in una congetturata fattispecie, perderebbe gran parte della sua bellezza, del suo fascino.
Bertolucci nel complesso sbaglia poco o niente, la durata forse è leggermente sproporzionata per un film che non offre poi tante diramazioni narrative, in pratica subentra, durante la visione, un po' di noia figlia di qualche parte meno vibrante, e guarda caso il rallentamento si verifica quando Brando scompare dalla scena.
Nel quadro della regia inoltre varie scene di sesso, non mancano dialoghi coloriti e sul piano etico scorretti, ma questo è un eufemismo.
La storia ideata dalla regia è quella di un isolamento di due individui che fuggono dal mondo sociale per aprire scenari nuovi e torbidi di un'ambiguità notevole, non esistono nomi, manca l'identificazione prevale l'alienazione, ma alla fine il sentimento, in modo alterno annebbia i personaggi; "Ultimo tango a Parigi" si snoda e si esalta in un clima malsano e poetico nel medesimo tempo.

"Ultimo tango a Parigi" ancora oggi è lodato, ammirato, la storia ha un suo significato, ma da evidenziare forse più la forma che la sostanza, in questo film è l'immagine, i momenti, la "situazione" che prevale sulla narrazione alle volte (vedere il finale) un po' troppo fuori dagli schemi.

7219415  @  19/11/2010 11:04:24
   6½ / 10
Non mi ha entusiasmato...

ValeGo  @  19/11/2010 10:20:57
   8 / 10
Il film è molto particolare..con scene alquanto forti..i protagonisti sono coinvolti in un "tango" ..di passione,di erotismo..appena finito di vedere il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca perchè mi sembrava un pò inconcludente ma poi,pensandoci, mi è parso una diretta conseguenza di tutto ciò che la protagonista "subisce" (volente e nolente)dall'amante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  14/10/2010 01:29:10
   8 / 10
Non li ho visti tutti ma devo dire che questo film di Bertolucci è un'emozione continua. Un pathos molto particolare che porta il film a saltare da stati di passione e eccitazione ad autentiche anzie e agitazioni. Censurato e criticato fu oggetto di discussioni accese all'epoca. A tratti sfiora il poetico e Brando è eccezionale. Da vedere.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  23/09/2010 20:12:09
   6½ / 10
Film dai contenuti forti, con una storia che ti coinvolge anche per merito dei due bravi attori ma che alla fine risulta un pò inconcludente, e quindi delude.

pinhead88  @  14/06/2010 14:46:36
   7 / 10
Uno spunto originale e maledetto per quei tempi,ma Bertolucci come al solito non si distingue dal suo autocompiacimento facendo sprofondare nella noia lo spettatore con le sue inutili e pesantissime pause.per il resto è tutto curato, sceneggiature povere e squalide che si amalgamano perfettamente alla storia e fotografia giallognola adatta al contesto.l'ultima parte è quella che ho apprezzato maggiormente.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  20/04/2010 19:07:19
   7½ / 10
Uno dei film piu' rappresentativi del cinema di Bertolucci forse anche per essere una delle storie piu' "vietate" degli anni settanta!Censura e critica che ovviamente hanno portato sempre piu' visibilita' alla pellicola!
I due sconosciuti che vivono questa conturbante relazione sono un uomo vedovo da poco,interpretato da un bravissimo Brando anche candidato all'oscar,e da una donna in procinto di sposarsi...
Non vado matto per questo genere di storie ma non si puo' certo negare anche il lato "poetico" del film che fa guadagnare punti al mio giudizio!

Libss  @  29/03/2010 12:27:38
   9½ / 10
E' un film imperfetto e con parentesi inutili, assolutamente irreale (e non irrealistico), inutilmente psicanalitico, astratto nella concretezza ma di una forza trascinante che lo rende indimenticabile. Brando è superbo, la colonna sonora di Gato Barbieri da over.

MidnightMikko  @  13/03/2010 20:14:22
   10 / 10
Una premessa è d'obbligo: Ultimo Tango a Parigi o si ama o si odia.
Chi lo odia molto probabilmente non ama il vero cinema,quello fatto di emozioni tangibili,di sospiri,anche di eccitamento,diciamolo (come si fa a non godere di fronte ad un piano sequenza perfetta o ad una fotografia da sballo?).
Ultimo Tango a Parigi è l'inarrivabile e perfetto capolavoro,insieme al monumentale Novecento,di uno dei più grandi registi della storia del cinema, Bernardo Bertolucci. Con una regia perfetta e lussuriosa come l'amore effimero dei due mediocri ed inutili protagonisti (un Marlon Brando magistrale e una Schneider sempre sensualissima,qui nella sua migliore interpretazione),Bertolucci confeziona un film che non si limita a catturare lo spettatore,ma entra in esso e lo trascina nello stesso vortice di mediocrità dei protagonisti. Sembra di sentire il tanfo di quella stanza d'appartamento.
Perfetto.

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edmond90  @  18/02/2010 12:04:22
   9½ / 10
Impagabile opera di Bertolucci.Per me il suo capolavoro,con una grandissima regia e una storia struggente e indimenticabile.Brando col suo magnetismo dona al film qualcosa di magico.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  30/01/2010 12:04:40
   8½ / 10
Film che per me è un quasi capolavoro. Non lo è forse a causa proprio di Bertolucci che raramente nelle scene in cui è assente Brando riesce a far seguire il film con passione e invece annoia con i rimandi registici a Truffaut (che non amo particolarmente,anzi). Per il resto la sua bravura dietro la macchina da presa è evidente,e all'epoca aveva solo 30 anni!

Chi veramente ha reso grande il film è Brando con un interpretazione intensa e sofferente,veramente emozionante in più punti. Nelle scene in cui è presente lui c'è sempre un emozione da prendere.

Maria Schneider è molto brava,non ai livelli della sua controparte Brando ma se la cava egregiamente (non so che fine abbia fatto dopo).

Le musiche jazz di Barbieri sono molto belle e la fotografia è uno dei punti forti del film.
Dal lato tecnico Ultimo tango è quasi ineccepibile,quindi. Bertolucci ha dei virtuosismo tecnici eccellenti in molti punti, ma come detto non ho apprezzato tanti momenti senza Brando.

Quanto alla storia è densa di profondità filosofica,raramente al cinema si è visto un film che trattasse la coppia Eros/Thanatos in maniera tanto sincera e profonda. La struggente e imprevedibile scena finale ne è un esempio. Quanto alle scene erotiche che tanto scatenarono la mandria di bigotti dell'epoca, viste quasi 40 anni dopo non hanno quasi più lo stesso effetto di sorpresa e non scandalizzano più di tanto. Certo sono funzionali ed essenziali nella trama.
Inutile dire che censurare un film per questo l'ho sempre trovato deprecabile,visto che poi le copie furono condannate ad essere distrutte all'epoca,allora mi viene sempre in mente il rogo di libri nazista. Meno male che oggi Ultimo tango possiamo vedercelo senza problemi.

Alcune scene non possono essere censurate totalmente,altrimenti il film perde tantissimo. Quella famosa del burro ad esempio,a quanto pare "inventata" da Brando. Probabilmente è la scena più famosa del film ma è anche la più sofferta,in cui gli ideali della famiglia vengono deturpati/analizzati in maniera viscerale.

L'ho apprezzato veramente tanto,stavolta però il bravo Bertolucci deve ringraziare Brando e deve essere contento di avergli lasciato carta bianca con il suo personaggio. Altrimenti non staremmo a parlare dello stesso film.

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  22/10/2009 23:24:55
   9½ / 10
Indimenticabile film scandalo che non di mostra affatto i quasi quarant'anni che si porta sulle spalle. Bertolucci filma splendidamente il male di vivere, il dolore della solitudine, l'ansia di morte. Sublime la prova di uno straziante (e straziato) Marlon Brando, grande anche la Schneider e folgorante il cameo di Girotti. Alla perfezione contibuiscono l'avvolgente fotografia di Vittorio Storaro e le intramontabili musiche di Gato Barbieri. Raramente il cinema è riuscito a raggiungere simili vette di emotività.

Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  24/08/2009 03:29:59
   6 / 10
Abbastanza inverosimile e in alcuni tratti lento e noioso.Ottima la recitazione dei protagonisti,soprattutto quella di Brando,ma per il resto non lo ritengo per nulla un capolavoro.E' una pellicola che rappresenta un "amore" caratterizzato da pura follia e da una violenza sessuale e verbale che può turbare lo spettatore odierno,figuriamoci quello dell'epoca!Diciamo che si basa sulla pubblicità-scandalo,ossia sul fatto che vuole far parlare di sè proprio per i contenuti forti.Ma per il resto non ha morale,ne significati intrinseci.

Lunamagica  @  03/04/2009 20:40:17
   10 / 10
Splendido, toccante, non si può non apprezzare ultimo tango a parigi...

Invia una mail all'autore del commento f_calderini  @  24/02/2009 10:45:58
   8 / 10
Bel film; trama molto impegnata. Bello il profilo psicologico dei personaggi. Forse col passare degli anni va perdendo il suo fascino... certe cose ormai sono all'ordine del giorno e non stupiscono più.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/02/2009 16:05:04
   9½ / 10
Capolavoro. La censura di Stato ha provato a privarci di questa pellicola ma per fortuna non ci è riuscita.
Due persone si ritrovano in un appartamento di Parigi solamente per fare sesso. Come dice il protagonista tutto ciò che sta fuori è m€rd@. In quell'appartamento non servono nomi, l'età, posizione sociale o altro. I protagonisti mettono da parte il loro IO e si dedicano ai piaceri sessuali. Questa idea poetica è di per se geniale, la realizzazione lo è altrettanto.
Ottima Maria Schneider ma superbo Marlon Brando. La regia di Bertolucci non si può nemmeno discutere. Ottima la colonna sonora così come la fotografia di Storaro.
Capolavoro da vedere assolutamente !!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  18/09/2008 18:39:06
   9½ / 10
Credo siano pochi i film ad aver avuto "l'onore" della messa al rogo: una censura degna dell'Inquisizione spagnola, ed invece siamo nell'Italia degli anni 70.
Lo scandalo sollevato dai moralisti, epperciò ipocriti, non ha scalfito la bellezza e la poesia di una delle storie tra un uomo ed una donna più forti di sempre.
Abbattere i confini, sgretolare i concetti di normalità o di lecito e illecito; lo spogliarsi nei corpi è mai come qui una ricerca di verità sulla natura del nostro essere umani, paradossalmente una ricerca di purezza originaria.
Ingenuo ed utopico, il tentativo struggente, doloroso di Paul di inventare un nuovo modo di relazione, un nuovo mondo forse, va in mille pezzi tragicamente quando cede alla debolezza di portarlo nel mondo reale.
Rimane la poesia.

Spero essere perdonata per una piccola postilla su Marlon Brando che qui è uomo dal fascino unico ed irripetibile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/08/2008 17:16:18
   10 / 10
Il tempo sembra non aver intaccato la forza di qusto film, aldilà delle polemiche e dello scandalo che suscitò all'epoca. A distanza di molti anni e quindi aldilà del mito stesso del film, in tutta sincerità, un'analisi così profonda di due personaggi in crisi con il mondo reale che li circonda, poche volte si è vista sullo schermo cinematografico. A mio parere sono state più le stilettate verso le istituzioni sociali (famiglia, matrimonio, chiesa...) a far inferocire i cosidetti benpensanti. Curato in tutti i particolari, dalla fotografia di Storaro alle musiche di Barbieri e naturalmente l'interpretazione di Brando e l'alchimia perfetta con la Schneider.

Tony Ciccione90  @  20/07/2008 13:59:53
   7½ / 10
Il film forse non vale 8, ma l'interpretazione di Brando sì. Marlon interpreta un uomo di mezza età in crisi, che si rifugia tra le braccia di una giovane per vincere il suo disagio. Questo film sconvolse il mondo per le scene di nudo e di sesso anale che erano tabù per l'epoca. Il film, però, è a tratti troppo noioso.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  18/06/2008 10:34:42
   8 / 10
Tutti, nella vita, abbiamo un proprio nido dove isolarsi dall'esterno, è un bisogno fisiologico.
"Utlimo tango a Parigi" è, anche granzie al contributo fotografico, un'intensa opera d'arte sull'amore, lui, un uomo dal passato un pò ambiguo che non ha più voglia di innamorarsi, lei, una donna repressa sentimentalmente che si innamora anche con troppa facilità. Tipico.
Ma gli opposti si attraggono, da quegli incontri fisici nascerà l'amore, un amore mal comunicato. SPOILER
Omicidio premeditato, improbabile per un'alta borghese parigina, pensarla con una pistola. Si può uccidere per troppa passione? Sì, è forse l'atto d'amore più estremo. FINE SPOILER.
Detesto comunque i compiacimenti di Bertolucci, anche se qui sono pochi e relativamente tollerabili.
Una delle migliori interpretazioni di Marlon Brando, l'ultimo primo piano vale l'intera carriera di un attore.

Wally  @  09/04/2008 22:58:42
   8½ / 10
Gran film! Marlon Brando credo che si sia divertito un mondo in questo film

DarkRareMirko  @  27/03/2008 03:48:27
   8 / 10
Film davvero magnifico, questo Ultimo tango a Parigi.
Perfetto inno all'emancipazione e all'anticonformismo.


Neanche poi così esageratamente esploitativo come molti dicono, è più simbolico e profondo di quello che apparentemente mostra.
Splendida la critica all'istituto della famiglia e l'idea dell'appartamento.


La Schneider è fine, elegante e sexy da impazzire e Brando ci regala una delle sue migliori interpretazioni.
Mi hai svuotato, dirà poi a Bertolucci, dal momento che ha portato nel film il suo personaggio di uomo che interpreta nella sua di vita.


Indimenticabile.

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Vegetable man  @  11/03/2008 09:31:39
   7½ / 10
Premettendo che non sono un grande sostenitore di Bertolucci, ho ritrovato in questo film i suoi pregi e i suoi difetti.
I pregi: bellissime musiche; la capacità di riunire due attori che comunque con questa interpretazione hanno fatto epoca; il tentativo (parzialmente riuscito) di catturare una sfera delle emozioni umane (vogliamo chiamarla angoscia, alienazione?) e tenta di trasportalo in pellicola; da ricordare la sequenza del tango, nonchè alcuni dialoghi.
I difetti: presuntuoso e pretestuoso; Gratuito in alcune sequenze 'dimostrative', che sembrano montate ad arte per assecondare lo spirito ribelle del regista; una messa in scena spesso teatrale, che ostenta una drammatizzazione della vicenda; finale grottesco che personalmente non mi ha convinto.

In definitiva, un film in bilico tra capolavoro e baracconata, che per l'appunto rispecchia a mio parere l'essenza di Bertolucci.
Resta comunque uno dei suoi film più riusciti.

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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  10/03/2008 12:18:00
   7½ / 10
Non riesco a dare più di sette a questo film e il perchè è presto detto: non sono d'accordo con la filosofia alla base di questa pellicola, come di qausi tutte le pellicole di Bertolucci.

Bertolucci non mi piace, come artista è distante anni luce dalle mie idee e dal mio ideale.

Non dubito che il film sia girato ottimamente, con un Brando in formissima (anche se, visivamente, assomiglia a Califano) e con musiche che... lasciamo stare, mi viene la pelle d'oca a pensarci.

Per tutti questi fattori il film è un capolavoro, l'ho visto fino alla fine con un po' di fatica ma mai con noia, e il finale mi ha fatto trasalire (catartico, direi).

E' quello che c'è alla base, dietro il film, che mi rende perplesso e che forse non me lo fa apprezzare pienamente!

THE_FEX84  @  20/02/2008 12:13:43
   10 / 10
Film-manifesto di un'epoca,l'opera di Bertolucci ebbe modo di trattare con una sconcertante e sconvolgente libertà il periodo in cui l'essere umano si sentiva totalmente smarrito faticando a trovare se stesso,e che qui trovava rifugio in un'alienazione fisica e mentale che portava alla estreme conseguenze l'inconscio,elevandolo ad un'essenza funerea senza vie d'uscita.Con uno stile apparentemente sobrio e con una messinscena volutamente straniante,Bertolucci analizza profondamente lo stato di due anime e di due corpi a stretto contatto con il vuoto assoluto di ciò che gli ha sempre circondati,e li inserisce in un luogo a entrambi ignoto per sperimentare la fusione dei loro corpi con degli eccessi sessuali che diventano quasi degli sfoghi esistenziali e dove il piacere della carne diventa tutt'uno con la pochezza di ciò che si sono lasciati alle spalle.Senza neanche sapere i nomi di uno e dell'altra,i due protagonisti dovranno prima o poi accantonare il loro spregiudicato modo di vivere,per ritornare a fare i conti con ciò che avevano abbandonato,ma le menti di entrambi non riusciranno più a essere comunicanti come una volta e il rifiuto del ritorno di lei alla vita alienante appena sorpassata,riserverà all'altro una tragica,inevitabile tragedia.Il modo in cui Brando,ormai in totale confusione esistenziale,tenta grottescamente di reintegrarsi nella superficiale mentalità cittadina ballando un tango che sintetizza perfettamente il suo stato d'animo,è epocale,così come lo è la sua inquietante maschera,che sembra modificarsi(o meglio"plasmarsi")man mano che il film procede.Dopo una serie di sciagurate vicissitudini(tra cui un rogo della pellicola e una serie di denunce per Bertolucci,che rischiò pure la galera),il film è riuscito a ritornare nel suo splendore formale solo diversi anni dopo,non perdendo la forza emotiva e risultando sempre un'opera all'avanguardia che va ammirata e studiata ,e che segnò profondamente il cinema degli anni a venire,traformandosi giustamente in un cult-movie d'autore.

The Monia 84  @  14/02/2008 22:12:36
   9½ / 10
Il sesso come ancora di salvezza, come unico riscatto alla precarietà della vita. Senza il compromesso dell'amore o qualsiasi impegno sentimentale. Lui vedovo da poco. Lei una viziata insicura. In una stanza vuota che Storaro illumina come un grembo materno e la rende, paradossalmente, grande come il mondo. Brando è immenso, un eroe alla deriva tragico e sboccato. Mary Shneider è stupenda, infantile, carnale e terribilmente attraente.

kosmonotte  @  13/02/2008 14:14:04
   10 / 10
poetico, introspettivo ,denso di significati profondi....magnifico!!!
il mondo fuori da una stanza....dove non sono degni di entrare neanche i nomi.....la conoscenza attraverso l'unione dei corpi, o meglio, dell'anima....che non ammette vincoli, nè gelosie..
Indimenticabile il finale....

La ricotta  @  25/01/2008 12:40:31
   7½ / 10
Film a metà. Straordinario Marlon Brando (ragion per cui aggiungo un punto alla mia votazione). La parte finale è molto intensa, ma il resto non credo sia all'altezza. Con una storia del genere, si poteva fare di meglio.

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Ultima risposta 25/01/2008 12.47.29
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/12/2007 22:15:04
   10 / 10
"Niente nomi qui", "voglio sapere il tuo nome", "non ho mai saputo il suo nome" i retaggi di uno scorno, di un rifiuto d'identità (o della rivelazione repressa) sfuggono ai codici di un film che è più importante nei gesti e nelle parole della stessa storia. Ora brutale, ora indemoniato, ora fatalmente compresso tra Bataille e lo smacco di un romanticismo perduto per sempre, "Ultimo tango" è soprattutto uno dei più grandi esempi di amore incondizionato per il mezzo cinematografico di sempre.
E' così imperfetto e irritante, a tratti (difficile accettare come omaggio a Truffaut il personaggio di Leaud, però è anche splendidamente rivelatore: un cineasta-veritè che appartiene a un'altro film, comprimario della sua stessa scena e del tributo che Bertolucci ne fa) che sarebbe condivisibile strappare un 8 e niente più, ma il pathos che reca, sconvolgente, è inafferabile esattamente come tutte le cose che cercano di non coinvolgerti e per questo affondano la carne logorando la psiche dello spettatore più di quanto pretenda.
"Era a caccia di tutti i segreti che aveva nascosto nelle interpretazioni precedenti" cfr. Bertolucci a proposito di Brando: personaggio di disperata dignità, Paul, immediatamente "nudo" (anche nel crollo fisico della sua antica bellezza divistica) e reo di logorarsi fino a pretendere di esprimere tutte le amarissime controreazioni del personaggio.
Inutile ridestarsi pensando alle scene del burro, alla metafora del lupo di una celebre favola, al rogo che ha esposto degli sciagurati al pubblico lubidrio della loro esimia ignoranza: forzature ce ne sono a decine, i rimandi a Bataille già citati, i riferimenti a Von Masoch e al nobile Sartre, una vena "maledetta" che mette in ombra il profeta di tutto, tale Godard, e lo dissacra completamente.
Ma nel terreno artistico non di Bertolucci soltanto ma della carriera artistica di Brando una disfatta morale (evviva) equivale a una risurrezione: un vuoto che precipita raccoglie in eterno il suo fiero respiro

norah  @  04/12/2007 20:25:12
   8½ / 10
" Ero in una camera, senza lume.
Mi si venne a dire ch'ella era in casa mia:
e io la vidi nel mio letto, tutta mia, senza lume.
Così un'angoscia mi prese.
Ero cencioso, io, ed ella, una mondana che si dava: bisognava che se ne andasse! Un'angoscia senza nome:
la presi e la lasciai cadere fuor dal letto, quasi nuda; e, nella mai indicibile debolezza, le caddi sopra, e con lei mi trascinai sui tappeti, senza lume!
La lampada familiare arrossava, una dopo l'altra, le camere vicine.
Allora, la donna sparì.
Io versai più lacrime di quante Dio abbia potuto mai chiedere."

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Ultima risposta 23/01/2008 15.40.08
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Cardablasco  @  28/10/2007 10:41:37
   7½ / 10
Un gran bel finale,ma non capisco questi voti altissimi perche' il film nella parte centrale è troppo lento,cmq bellissimo il mondo creato da poul nella stanza,dove lui non voleva sapere niente del mondo al di fuori di li

sonhador  @  25/10/2007 20:48:04
   10 / 10
meraviglioso capolavoro...sensuale e brutale allo stesso tempo...
marlon Brando da pelle d'oca..eterno. Da vedere e rivedere.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/09/2007 13:04:00
   9 / 10
L'IMPOSSIBILITA' DI VIVERE LIBERAMENTE E NATURALMENTE, SENZA GLI SCHEMI E LE SOVRASTRUTTURE CHE LE CONVENZIONI SOCIALI CI IMPONGONO. UN MARLON BRANDO SUBLIME.

harry stoner  @  16/09/2007 21:42:52
   10 / 10
Mi sembra che il grande Gillo Pontecorvo una volta defini' Brando come l'attore che riusciva con un occhio a piangere e con l'altro a ridere.Per semplificare la definizione basta osservare il suo volto nel momento in cui,colpito a morte,esce fuori nel balcone e guarda dritto nella macchina da presa prima di morire.Un interpretazione magistrale,un'immedesimazione totale con il personaggio di Paul che aveva molti punti in comune col la sua vera vita.Molto brava e selvaggia anche la Schneider,peccato che dopo si sia persa un po' per strada per fatti personali.Se pensiamo a tutto quello che ha dovuto subire Bertolucci per questo capolavoro (perse il diritto di voto per cinque anni,condanna al carcere,rogo del negativo,ecc)e allo schifo gratuito che si vede oggi in tv ad ogni ora, be forse dovremmo vergognarci di essere italiani.

AKIRA KUROSAWA  @  27/08/2007 01:56:37
   9 / 10
un opera d arte di indiscusso valore, un film che riesce perfettamente a mettere insieme l amore carnale con l amore sentimentale, in poche parole il sesso e il romanticismo.
perfetta l interpretazioe del divino marlon brando, ma anche la scheider è davvero brava.bellissima la colonna sonora..
un film che a suo tempo creo scandalo oggi invece è un comune film con un pizzico di erotismo..
per me nn il migliore di bertolucci, il piccolo buddha è il film che piu mi ha affascinato di bernardo, questo tuttavia è intoccabile

metafisico  @  07/08/2007 22:50:58
   6 / 10
secondo me è un film decisamente sopravvalutato , con una trama tenue che a suo tempo aveva l'intento solamente di scandalizzare ...riuscendoci benissimo.
Brando stesso in una delle sue ultime interviste rivelava di non aver capito il senso del film a distanza di anni...
Il miglior Bertolucci non è certo questo

larcio  @  02/08/2007 19:33:00
   9 / 10
film magnifiko....soprattutto per le interpretazioni dei due protagonisti e per la grande maestria di bertolucci dietro la macchina da presa....maria schneider è dawero stupenda e bellissima e anke marlon è in gran forma, anke se la sua migliore interpretazione è quella di vito corleone ne "il padrino"....ad ogni modo è un film da vedere

private_joker  @  02/07/2007 17:12:18
   9 / 10
Un film bellissimo, triste e intenso, con una coppia di interpreti superba.

Divino Stanley  @  02/07/2007 16:40:35
   6½ / 10
Film stranissimo, non per la trama ma per le tematiche trattate. E' un film ambizioso che si vorrebbe dire molte cose ed ad affrontare varie tematiche, ma alla fine riesce ad esaminarle solo alcune. Per quel che ho visto, Bertolucci vorrebbe fare una panoramica su tutta la psiche umana, incentrando la sua ricerca sul sesso: purtroppo però, man mano che il film passa, accantona tutte le altre tematiche per adoperarsi al meglio su quella sessale. La morte, la solitudine, la sofferenza, l' amore e l' amicizia sono tematiche affrontate solo parzialmente mentre il sesso viene visto in ogni suo aspetto, dal punto di vista prettamente erotico, con il rapporto fra Paul e Jean, e da quello amoroso, con il rapporto fra il giovane regista e Jean.
Insomma, se me lo concedete, per le aspettative che avevo, mi ha deluso.
E, se la devo dire tutta, anche la sceneggiatura non che poi mi abbia entusiasmato. Stlisticamente, le uniche cose valide sono le musiche e l' interpretazione di Brando, veramente eccezionale.

Dies Irae  @  18/06/2007 13:01:58
   7 / 10
una delle cose più belle scritte finore su questo sito è stata ..."in realtà viaggia molto nella dimensione simbolica dell'opera" ed è stato scritto dall'utente precedente nel commentare questo famoso film. al solito leggo le cose e piace convincermi che quello che leggo è anche quello che penso, perciò poche volte mi piace leggere e ascoltare gli altri, ma stavolta devo ricredermi? e quindi lo intendo in questo modo: per me è un film che viaggia nella mente di un uomo con una rapidità incalcolabile, con conseguenze cognitive individuali del tutto distinte da persona a persona. è un film che si ciba dei desideri reconditi di tutti noi, del lato nascosto che ci portiamo dentro. è un film bellissimo per le persone che riescono a sentire addosso il peso della disperazione causato dalla solitudine e dalla disillusione. è un film strano, a metà strada tra il perverso e l'impossibile per tutte quelle persone ipocritamente adagiate nella loro ipocrita vita di coppia. è un film che ci rende liberi di riflettere partendo dai nostri limiti sentimentali, sessuali, sociali. è un film molto utile ma indipendentemente dal suo valore o perfezione artistica. il film in se non mi piace, troppo insopportabili i momenti in cui i protagonisti non sono nella casa, mentre sono molto belli i dialoghi tra i due.
ripeto, non mi piace ma è parte di me.

Ch.Chaplin  @  18/04/2007 00:21:45
   8½ / 10
mi ha lasciato un po' amaro in bocca in alcuni frangenti..diciamo ke non era proprio quello ke mi aspettavo, ma in realtà viaggia molto nella dimensione simbolica dell'opera, + di quanto si possa immaginare..lui è marlon e lei è chiaramente pregevole..la regia è secondo me troppo accademica a volte, ma è un'opinione, ma scava nei meandri dell'uomo e il montaggio è ben riuscito (anke con gli stacchi temporali)

davil  @  07/03/2007 10:16:25
   7 / 10
magistrale interpretazione di marlon brando in un film che ha fatto all'epoca scalpore ma che personalmente non mi ha toccato più di tanto

raging bull  @  24/02/2007 10:00:54
   10 / 10
non ho parole.

fare la pipì  @  21/02/2007 14:57:12
   10 / 10
codest'film è immensamente bello

Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  08/02/2007 17:49:53
   10 / 10
Certo la memoria è corta... si dice che il film non è stato bruciato.. in piazza.. ma!!!!e si vede le conseguenze di questa memoria corta.. oggi!! Il filma per me è stato scioccante all'epoca, e purché abbia la cassetta non l'ho rivisto in casa ma solo 2 volte al cinema!! la seconda volta mi è piaciuto ancora di più perché scevro delle curiosità pruriginose che si era guadagnato!!
Una trama eccezionale dove trionfa il cinema, scelte coraggiose e simboliche che non deturpano lo svolgersi del film..
Avevo conosciuto il regista in Patner, La strategia del ragno e il Conformista,;il primo mi aveva lasciato interdetto, ma lo giustificavo come una esercitazione in cui trasparivano già i germi del grande regista, il secondo mi piacque all'epoca, un po' invecchiato rivedendolo, il terzo è eccezionale un grande film con un regista che ha saputo smontare un romanzo e rimontarlo non tradendo lo spirito del romanzo, Ultimo tango è stata l'affermazione definitiva e naturale
Una bella ondata Jazz funzionalissima e anche bella musica indipendente dal film
Che dire di Brando!!??Ho letto una volta che si è sentito derubato da questo personaggio..!! può essere, ma nella sua vita ha prevalso il lato legato alla società, cioè ha rinunciato al sogno espresso nel film , in cui gli dedica la vita!! nella vita reale nn è stato cosi'..Si può dire che è un grande??!! E' un'ovvietà ma è cosi'!! non dimentichiamoci che nello stesso anno è uscito anche Il Padrino,!!! che arco di interpretazioni!!
Una Schneider brava forse dovuto al fatto che sono state sfruttate le sue doti naturali, peccato che le sue debolezze caratteriali l'hanno portata ha distruggere una strada buona , ma è che, per una quasi esordiente, è stato fatale un personaggio cosi' marcato

j.ascia  @  14/01/2007 12:28:23
   10 / 10
Pietra miliare della storia del cinema. Indimenticabili interpreti.

Sandpipers  @  04/01/2007 19:47:17
   8½ / 10
Molto bello. Dialoghi lunghi e a tratti molto "forti". Eccellente l'interpretazione di Marlon Brando e di Maria Schneider.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  04/01/2007 13:44:18
   10 / 10
il più bel film che abbia mai visto. immenso.
forse non è neanche un film poichè è troppo stratosferico da raccontare, infatti Bertolucci inserisce un film nel film per poter gestire tutto, ma solo un genio come lui poteva riuscirci: Marlon Brando disse che neanche il regista sapeva cosa stesse girando, poichè è la storia (è riduttivo chiamarlo film) più composita che si potesse raccontare.
Bertolucci e Storaro sviluppano tutto perfettamente tramite un rapporto stretto, un'intesa fra fotografia e regia a dir poco eccezionale il tutto arricchito da musiche bellissime e indimenticabili e ambienti perfetti e molto suggestivi.
di fortissimo impatto visivo per le scene erotiche (straordinariamente vissute dalla coppia più riuscita che mi sia mai capitata di vedere: Brando/Schneider) che racchiudono il tema principale del film e sono importantissime (se le avessi viste censurate probabilmente non mi sarebbe piaciuto così tanto) per la sua riuscita: Il Sesso.
Paul e Jean sono due personaggi simili: vivono in un completo distacco dal mondo, ma non si può affermare che conoscano la realtà poichè sono emarginati, Dostoevskij li avrebbe chiamati sognatori (Le Notti Bianche) e ne sono stati respinti per il carattere, l'indole, il desiderio, la passione in un mondo in cui tutto è perversione, tradimento, corruzione e banalità.
Paul e Jean, l'uno accecato dalla morte, l'altra dall'amore che si cercano e si trovano, dapprima avendo un'intesa incredibile, travolgente come quel treno che appare all'inizio e ogni tanto durante lo svolgersi e vitale come la forza della tigre e del gorilla che i due si danno come nome.
Paul sofferente come non mai, si rigugia nel Sesso per trovare una via d'uscita, per dimenticare la propria identità di uomo fallito sia come marito che come lavoratore e pian piano si affeziona non alla ragazza che non esita a chiamarlo egoista, ma al Sesso a cui si aggrappa perchè unica attività che lo rende ancora maschio, che sa fare ancora bene.
tuttavia la realtà piomba addosso a lui come un tram in corsa, strappandogli ogni appiglio ed è allora che dimentica le regole per rimanere attaccato all'unica cosa che lo tiene in vita: il Sesso; assume un attaccamento morboso che alla fine porta alla tragedia e all'uccisione di una malsana carnalità e a un capovolgimento di valori da cui solo il matrimonio (snobbato per tutto il flm) potrà aiutare la donna a scappare.
emotivamente sconvolgente.
astrali nidi d'illusione
grazie Marlon sei stato divino e spettacolare
grazie Bernardo.

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Ultima risposta 14/02/2010 14.02.29
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Paradise  @  24/12/2006 17:24:13
   10 / 10
Io non definirei questo film "il più potente film erotico di tutti i tempi", ma piuttosto il più liberatorio. In anni in cui i due sessi erano così distanti e scoppiava la rivoluzione sessuale, il sesso, quello vero,era ciò che la gente voleva finalmente vedere. Basta sesso come tabù, Bertolucci ha sempliemente espresso il pensiero comune..e cioè la gente che voleva fare l'amore liberamente, senza più quella cornice puritana che avvolgeva ancora gran parte della società (..basta vedere quante ne ha passate questo povero film, dalla condanna al rogo alla vera distruzione del negativo del film..per non parlare di Bertolucci, a cui è stato addiritura tolto il diritto di voto, processi a non finire, anche Marlon rischiava il carcere...). Ma adesso, alle soglie del 2007, ecco la vera sentenza: Ultimo tango a Parigi condannato per aver osato esprimere la "cosa" più bella e naturale del mondo,ovvero ciò che il realtà ormai nessuno era più in grado di nascondere.
SUBLIME L'INTERPRETAZIONE DEL GRANDE MARLON-una delle migliori in assoluto- che qua ritroviamo in una forma smagliante (dopo le spaghettate sul set del Padrino..) e bello come sempre,pronto a far esplodere tutta la sua sensualità per la gioia delle donne (..e non solo..).
Da vedere.

Norman Bates  @  21/12/2006 18:47:42
   10 / 10
mi è piaciuto tantissimo, un film che secondo me non è propriamente erotico, è più un film drammatico con qualche punto erotico.Marlon è bravissimo nel suo ruolo ed è affiancato da una Maria Schneider incredibilmente brava (non per niente ha vinto il Donatello, come migliore attire straniera). stupenda è la scena che tutti sanno, e che ormai è diventata anche un termine molto usato in questo sito.
un grande applauso infine lo merita il regista Bertolucci.
CAPOLAVORO.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  12/11/2006 16:21:59
   10 / 10
Stupefacente.
Da molti critici definito il più potente film erotico di tutti i tempi, questa pellicola riesce a coniugare sesso e romanticismo in un modo incredibile.
Un romanticismo quello del film crepuscolare e alterno, ribelle e, ineluttabilmente, tragico.
Marlon Brando interpreta divinamente un personaggio a lui estremamente congeniale e Maria Schneider è bravissima nell'incarnare una giovane donna selvaggia e ingenua.

La scena del burro è casuale. Una mattina Marlon Brando e Bertolucci erano a colazione insieme quando Marlon prese un po' di burro con l'indice della mano: i due si guardarono e colsero tutto al volo.

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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  19/09/2006 00:54:42
   10 / 10
Capolavoro assoluto di Bertolucci, avviluppato nel proprio nichilismo.
Paul, vedovo fallito di mezza età, ricrea nell'Appartamento una nuova identità che lo vede dominatore, forte, sicuro di sè; l'annullamento della propria individualità gli permette di rinascere e rifugire dal grigiore e dalle insicurezze che la vita gli continua a riservare. Jean, d'altro canto, è una ragazzina che alterna e sostituisce una finzione ad un'altra, affascinata ora dall'una, ora dall'altra; quando la finzione regina nata nell'Appartamento trova il proprio naturale epilogo, lei ne rifiuta la fusione con la realtà, arrivando ad annientarne ogni traccia, fino in fondo, razionalmente e gelidamente.
L'animo umano scandagliato come raramente si era osato prima, e come difficlmente si riuscirà in seguito.
Menzione particolare merita - ovviamente - l'interpretazione sublime di Marlon Brando, in grado di rivestire il proprio personaggio ora di un carisma ed un fascino innaturali, ora del pallido grigiore del fallimento.

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Ultima risposta 13/06/2008 13.17.46
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ds1hm  @  05/09/2006 11:29:46
   7½ / 10
"ti amo, voglio sapere il tuo nome..." La fine del film è racchiusa nell'ultimo dialogo, completamente asimmetrico rispetto all'inizio del film, quando proprio l'uomo chiedeva alla ragazza di mantenere tra loro il fascino della sessualità intima ma oscura ed estranea (no ai nomi perchè non avevano bisogno di loro in quella casa). La coppia perfetta è morta quando si sono incontrati all'esterno, liberi di permettere al mondo di intromettersi tra loro, lontani da quelle stanze soffuse, da quel rosso sbiadito, forse sintesi dell'essere femminile acerbo e il rosso torbido dell'uomo. La trama è un teorema perfetto della solitudine che unisce alla disillusione nell'amare la mancanza assoluta di ricordi, di bei ricordi. Unica situazione in cui non si può amare, difficile trovare un anestetico nella furia del possesso. La ragazza non può credere che al nulla celato nell'amore che l'uomo le confessa nella sua follia (impronunciabile sentimento quando hai 20 o 30 anni figuriamoci poi in una storia del genere) e la fine ci mostra la sua essenza, lei ferma che non saltella più come all'inizio del film ma che idealmente continua a passeggiare sull'uomo che l"amava".
Un film girato male che si distingue solo per i dialoghi tra i due (emerge in tutto e per tutto l'ovvia inesperienza artistica di Bertolucci); lo spettatore è portato a riflettere sul tema osservato indipendentemente dallo svolgersi del film, oggetto spesso di un consumismo sbagliato. Resta un film tragico, triste, di un uomo che avverte gli altri uomini, film che trova il suo apice di maschilismo proprio nella morte dell'uomo senza altro futuro se non la fine.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  04/09/2006 16:42:24
   10 / 10
Film da vedere e rivedere. Intenso racconto di una passione che sfocia in una quasi ossessione. Incontro-scontro tra due sessi chiusi nell'abbraccio dell'incomunicabilità. Grandi gli interpreti e grande Bertolucci all'ora poco più che trentenne.

Brando90  @  23/02/2006 20:16:32
   10 / 10
A parte il mio nick che indica che sono di parte...Bellissimo, è l'interpretazione che forse si avvicina di più a com'era Marlon (stupenda interpretazione, ed era ritornato,bello come sempre, in perfetta forma fisica dopo le spaghettate sul set del Padrino...).Uno dei film più belli della storia del cinema, un film liberatorio capitato in un'epoca dove i due sessi erano distanti. Grazie a Bertolucci, che nonostante tutto (censure,condanne e quant'altro) non ebbe paura di mostrare attraverso una telecamera e un attore magnifico "la cosa" più naturale di questo mondo.

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Ultima risposta 10/10/2006 17.26.53
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