uccellacci e uccellini regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1966
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uccellacci e uccellini (1966)

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locandina del film UCCELLACCI E UCCELLINI

Titolo Originale: UCCELLACCI E UCCELLINI

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiTotò, Ninetto Davoli, Femi Benussi, Rossana Di Rocco, Renato Capogna, Rosina Moroni, Lena Lin Solaro, Gabriele Baldini, Francesco Leonetti

Durata: h 1.28
NazionalitàItalia 1966
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1966

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Uccellacci e uccellini

Totò e il figlio Ninetto si stanno recando presso un cascinale nei dintorni di Roma, con l'intenzione di sfrattare dei poveracci che non pagano l'affitto da mesi e si cibano solo di nidi di rondine. Durante il percorso incontrano un corvo parlante che si rivela un saccente intellettuale marxista di vecchio stampo. L'uccello convince Totò e il figlio a vestirsi da frati ed a ripetere a tutti gli uccelli la predica di San Francesco. Totò, nei panni di Frà Ciccillo riesce a farsi capire dai falchi e dai passerotti...

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Voto Visitatori:   7,57 / 10 (58 voti)7,57Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Uccellacci e uccellini, 58 opinioni inserite

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Colibry88  @  28/10/2016 00:38:11
   7½ / 10
Su suggerimento di Marco986 mi sono messo alla ricerca di questo "Uccellacci e uccellini" di Pasolini. Ebbene, seppur inizialmente un po' perplesso, ho deciso di seguirlo con attenzione. Va immediatamente chiarito che non è un film per tutti, nel senso che il suo profondo significato potrebbe sfuggire facilmente, e molto probabilmente è sfuggito anche al sottoscritto, ma non importa. La visione necessita attenzione e "desiderio". Alla fine devo ammettere che mi è piaciuto, inoltre, pur non condividendo molte delle idee espresse nella pellicola, devo ammettere che Pasolini è riuscito, con rara maestria, a lanciare il messaggio desiderato in maniera asciutta e onesta. I vari episodi raccontati dal corvo marxista sono sufficientemente accattivanti e gli incontri surreali fatti dai due protagonisti sono illuminanti ed efficaci. Per quanto mi riguarda, la morale del film (nel caso ve ne fosse una) è che, nel gioco della vita, tutti "dobbiamo" qualcosa a qualcuno, e nessuno può dirsi risolto in assoluto.
Per concludere va doverosamente segnalata la sorprendente performance del grande Totò. Pasolini mischia in modo sottile commedia, dramma e surreale con molta semplicità. Vale la pena di vederlo ma ricordo che non è un film qualunque.

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Ultima risposta 28/10/2016 20.27.24
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fabio57  @  26/09/2016 15:52:07
   7 / 10
Pier Paolo Pasolini era regista nonché scrittore contradditorio e controverso, ha generato critiche ed encomi, ha avuto estimatori e detrattori. Tracciare un ragionevole giudizio su quest'opera è impresa difficile. Innanzitutto non appartiene a nessun genere .Totò è qui in una veste del tutto insolita e francamente non del tutto appropriata. La storia surreale,in bilico tra dramma e commedia vorrebbe avere diverse chiavi di lettura, tuttavia personalmente, mi sembra un lavoro ambizioso, molto pretenzioso, a tratti cerebrale e forse anche sopravvalutato. La grandezza del regista è più facile rintracciarla nei suoi scritti anziché nei suoi film, ma attenzione questo è solo il mio modestissimo parere, che lascia il tempo che trova. Numerosi cinefili inorridiranno leggendo queste righe, tuttavia il bello di questo forum è che tutti possono esprimere opinioni, anche senza essere Morando Morandini o Gian Luigi Rondi.

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Ultima risposta 26/09/2016 18.50.59
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Matteoxr6  @  09/06/2016 18:21:24
   5½ / 10
Ottimo idea e modo di delineare marcroscopicamente la società e l'apocatastasi ineluttabile risultante, ma avrei preferito un cortometraggio; l'episodio francescano andava diretto meglio. Nota a parte: la gente presa dalla strada non è capace di incidere nella mente di chi guarda l'emozione giusta, punto. Bisogna essere dei grandi attori dotati di altrettanta sensibilità e talento per riuscirvi, ci sarà un motivo, no? Autenticità non è sinonimo di realtà; forse a qualcuno sfugge.

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Ultima risposta 08/10/2016 02.03.43
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M0rg4n  @  05/02/2012 10:57:58
   7 / 10
Stupendi i titoli di testa e la tutta la prima parte del film, purtroppo nella seconda parte scade nella solita ideologia da intellettuale di sinistra (sicuramente da contestualizzare, però...).

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Ultima risposta 27/05/2012 16.13.21
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Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/11/2010 13:50:12
   8½ / 10
Sull'interpretazione di Totò
grande interpretazione meritata la palma d'oro e il nastro d'argento

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Ultima risposta 07/05/2016 17.25.42
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  17/12/2009 10:26:27
   7 / 10
Non il mio Pasolini preferito, decisamente. Rimangono potenti l'impianto visivo e la grande originalità dell'intuizione, come strepitosa è l'interpretazione di Totò; le eccessive lungaggini, però non permettono a questo film di volare oltre.

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Ultima risposta 19/12/2009 14.51.54
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  13/02/2008 19:52:39
   8 / 10
A metà strada tra un apologo e una parabola, Pasolini mette in scena una originalissima storia con la quale analizza, con toni tragicomici e surreali, i fondamenti sui quali poggia la comunità degli uomini e i principi che la governano. Ne viene fuori un'immagine desolante che ci mostra come i rapporti tra i soggetti siano drammaticamente e ineludibilmente segnati dalle prevaricazioni e dai soprusi, il cui riflesso è la stessa suddivisiosione in classi su cui si fonda la società. Questa condizione del genere umano è inveterata e immodificabile, perchè ontologicamente connaturata nella stessa specie dell'uomo, nonchè in tutte le specie animali, come dimostra la vicenda paradigmatica dei falchi e dei passerotti. Ogni tentativo atto a sovvertire questo stato delle cose è destinato miseramente a fallire, così come è accaduto per l'ideologia comunista e per quella cristiana (intesa secondo i canoni francescani). Il percorso di Totò e Ninetto (che accoppiata straordinaria), contrassegnato da svariati incontri e traversie, è la dimostrazione provata del pensiero disilluso di Pasolini, di cui il finale di questo eccelso lungometraggio costituisce un'emblematica rappresentazione.

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Ultima risposta 15/02/2008 15.32.09
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  11/07/2007 16:11:10
   7½ / 10
Quando vedo questo film mi tornano alla mente le parole di Fabrizio De Andrè che più o meno esprimevano il seguente elementare concetto: se l’uomo non avesse un’ideologia, un sogno in cui credere, per cui vivere, sarebbe un mostruoso oggetto, non di certo un uomo.
Mi tornano in mente poiché mi paiano in contrasto, solo apparente, con il messaggio pasoliniano, che preannuncia ironicamente la sconfitta dell’ideologia. Ma lo fa con una favola surreale e poetica, dove le metafore sono tante e non tutte comprensibili ai più; Pasolini fa satira su se stesso, intellettuale di sinistra socialmente e politicamente disorientato, ha detto:” Non ho mai messo al mondo un film così disarmato, fragile e delicato come Uccellacci e uccellini.” Ma “ L'atroce amarezza dell'ideologia sottostante al film ha finito forse col prevalere”. E’ qui il punto debole del film, ampiamente colmato dalla fantastica originalità delle soluzioni cinematografiche, della magia del racconto favolistico che cozza brutalmente con la triste realtà.

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Ultima risposta 13/07/2007 19.42.02
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eizenstein  @  08/07/2007 12:07:30
   9 / 10
Questo film non ha eguali nella produzione cinematografica mondiale, e non può averne in quanto Pasolini era unico: eccellente regista e formidabile scrittore, in quest'opera comunica il suo maturo pensiero politico-filosofico per mezzo del grande Totò e delle surrealistiche immagini della periferia romana.
La ragione di quest'opera sta nel fatto che Pasolini era un intellettuale di sinistra che dopo molti studi, lotte e osservazioni della società era arrivato all'amara conclusione che le ideologie volgono al tramonto, il capitalismo sta distogliendo dalla fratellanza, dall'amicizia, dai valori più profondi. L'uccello più grosso mangia quello più piccolo, così come gli uomini mettono i più deboli con le spalle al muro i diseredati, per venire poi schiacciati dai più potenti. Forse si può dedurre che sia questa la legge della natura.

Passando al punto di vista cinematografico la degradata periferia romana è perfetta per descrivere il degrado umano e la miseria. Le infinite stradine polverose che non portano da nessuna parte, e che non si sa perchè sono seguite dai protagonisti, sono una metafora per descrivere la nostra società che cammina continuamente ma senza una meta.
Totò fornisce una prova eccellente e impersona il piccolo semplice borghese in modo convincente: lotta per la sopravvivenza senza ideali ma solo curandosi della giornata. Altrettanto bravo è Davoli, ragazzotto di borgata semplice e naturale.

Sfido a trovare un simile compromesso tra arte cinematografica e narrazione sociale e il finale ci procura molte riflessioni, come i film d'autore sanno fare.

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Ultima risposta 02/07/2017 00.33.09
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  14/11/2006 19:03:13
   5½ / 10
mi spiace non essere daccordo con la media anche perche forse dimostra che non ho capito il film...ma che ci posso fare?non mi ha suscitato nessuna emozione ne mi ha posto delle domande sul senso della vita...
mi sono un attimo ripreso sul finale che cita "tempi moderni" anche se in realta è lo stesso toto che impersona chaplin camminando anche allo stesso modo...
poi si è parlato del co-protagonista come un buon attore...non a mio avviso.
scusate

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Ultima risposta 17/11/2006 18.39.09
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 20:44:10
   7½ / 10
Tentativo alienante per non dire classista di distruggere il personaggio (non ancora Mito) di Toto' attraverso un'ottica di rivalutazione critica marxista.
Se volessimo guardare tra le sfumature, è indecoroso riconoscere nell'uomo che "inviava lettere piene di soldi ai concittadini che ne avevano bisogno" , pur nobile, questo padrone che sfratta le famiglie senza provarne un minimo di pietà.

Dovessimo giudicarlo come opera cinematografica, "uccellacci e uccellini" è un film curioso, interessante, a tratti poetico, dove le tematiche di Pasolini si fondono con l'ideologia comunista e la valutazione tardiva e dissacrante del marxismo (v. il corvo parlante).
Per quanto io trovi i dialoghi di Toto' francescano con gli uccelli alquanto irritanti, il tempo gli ha dato ragione: come nei volatili, l'uomo è preda e predatore a seconda del ruolo che investe nella società
Non è il capolavoro di Pasolini non è "accattone", "il vangelo secondo Matteo", "Teorema" o "Decameron" , e - ripeto - questa sorta di antipatica e snobista critica verso un sistema che - vivaddio - ha avuto anche i Principi De Curtis non me lo fanno amare incondizionatamente, tuttavia si rivede volentieri e rivela tracce di inconsueta abilità teologica (le manifestazioni di piazza, per es.)

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Ultima risposta 10/04/2007 00.58.13
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ds1hm  @  03/02/2006 14:17:31
   10 / 10
Uccellacci e uccellini è un film che amo profondamente, nonostante si possa dire che si tratta di un film incompleto, fragile, di un non-film. C'è la mano sapiente di Pasolini a reggere una sceneggiatura sospesa tra realtà e irrealtà, c'è la sua mente, lucida e possente, a trasmetterci i dilemmi dell'Italia anni 60, e c'è Toto, anziano e stupendo, maschera e volto del regista. La presenza del corvo è la voce di una coscienza intellettuale storico-politica di rara profondità.
E' la voce di una fine, di un'autocritica bellissima, di una consapevolezza estrema dell'impossibilità di un'ideologia. Ricorderò per sempre le parole del corvo che dice di non piangere per la fine delle sue idee ma per la fine di se stesso, perchè per le idee ci saranno altri uomini a portarle avanti. Poi però nel film irrompe il funerale di Togliatti: il film si ferma, la mente si spalanca in una profondità storica immensa. Poesia.

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Ultima risposta 11/11/2006 00.48.57
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  12/12/2004 23:57:41
   9 / 10
Un film delicato e toccante.
Da vedere non fosse altro per ammirare la recitazione di Totò, oramai quasi cieco, diretto da un grande regista.

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Ultima risposta 12/08/2008 14.25.43
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