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E' il film di Almodovar che preferisco, molto compatto stilisticamente e una capacità di definire le sfumature dell'universo femminile in maniera straordinaria. Melodrammatico senza essere stucchevole, sincero e non ipocrita. Splendido tutto il cast, ma Cecilia Roth è eccezionale.
Primo film di Almodovar che vedo e dico CAPOLAVORO. Difficile trovare un sentimentalismo così potente e antiretorico, difficile trovare una recitazione così in bilico sapiente tra teatro e cinema, difficile appunto trovare un connubio formale nonchè narrativo e contenutistico tra cinema e teatro, metafora di un'esistenza che si svolge davanti agli occhi dello spettatore e lo coinvolge come se gli attori fossero davvero avanti a te.. Difficile trovare una scnenggiatura così colta, ma allo stesso tempo umile e discosta, difficile trovare attori così di carne e cinema, difficile trovare tanta eleganza nel trattare temi scomodi e duri e sconvolgenti, difficile trobare tanto intimismo e tanta speranza, difficile trovare tanta interiorità, ma anche tanta esteriorità nel gestire una storia che fa piangere, ma anche sorridere, rende tristi e consapevoli, ma anche intrisi di speranza..
Innanzitutto la cosa che più mi ha colpito di questo film è la fotografia; i colori, il taglio delle immagini... in particolar modo i primi minuti sono opere d'arte vere e proprie in mia opinione. La vicenda chiave dell'inizio poi è resa in modo molto toccate .
non ho mai visto un film nel quale ci si affeziona in così breve tempo a un personaggio che in altrettanto breve tempo muore, un colpo al cuore.
Sinceramente la colonna sonora non l'ho apprezzata molto, musiche sì affini al film ma al contempo non mi hanno coinvolto a dovere. La storia funziona, interessante ma senza sbilanciarsi troppo... in realtà ciò che la rende memorabile è più che altro la già nominata ottima fotografia e la presenza resa molto incisiva di transessuali nel film. comunque una buona [e anche qualcosa in più] trama ma [I]soprattutto[/I] resa bene. 10 per il primo sesto del film e 8 e mezzo per il resto della pellicola.
Oh mamma, dire che mi trovo in completo disaccordo con la media da capolavoro di questo film è poco. Dopo un inizio irritante, con il figlio della protagonista che fa venire il prurito ad ogni frase che pronuncia e sembra uscito direttamente da un'edizione di Amici di Maria De Filippi, si passa ad una serie di eventi assolutamente assurdi che a me non hanno fatto altro che ridere. Vabbè, per fortuna il ragazzotto muore presto e ci si toglie di torno quel personaggio così spocchioso e irritante, ma si passa a delle protagoniste stereotipate nell'esprimere il loro amore (soliti litigi, solite parole, solite gelosie), anche se il loro "lui" ha un bel paio di meloni. Boh, la scelta dei due trans è assolutamente ridicola, dire che hanno un viso mascolino è poco e più che transessuali sembrano vere e proprie drag queen. E poi questo Almodovar (che ho apprezzato tantissimo in Volver, quello si che è un gioiellino) che diavolo vuole trasmettere?? Che vuole dimostrare??
Assurdo. Ben venga se qualcuno vuole aiutarmi a capirci qualcosa.
Ah, unica nota positiva la bella e brava Penelope, il resto del cast è da far venire le orticarie.
Quando la mammina bella che ha perso il figlio rivela al trans che era il suo, vedere la faccia di quel travestito scoppiare in un pianto falso e isterico mi ha piegato dalle risate. Recitazione penosa.
Film molto positivo (forse troppo?), che fa seguire ai drammi personali dei vari soggetti un'avvenire ricco di speranza, secondo una sorta di disegno divino o del destino che condurrà gli stessi a ritrovare la strada della serenità. Almodovar ha il grande pregio di trattare temi forti con grande leggerezza e ironia. "Tutto su mia madre", pur essendo un film dall'impianto eminentemente melodrammatico, è altresì caratterizzato da elementi grotteschi e ilari, che costituiscono il giusto contrasto alla tragicità dei fatti narrati. Lo stesso dramma della perdita di un figlio, che se analizzato isolatamente può essere considerato soltanto come fonte di indicibile sofferenza, nel contesto architettato dal regista assurge a evento "salvifico": la morte del giovane Esteban costituisce il momento tragico da cui origina un corso degli eventi dal quale trarrà beneficio una serie di soggetti legati allo stesso Esteban da un sottile e impercettibile filo. In questo succedersi di vicende, su cui si ha l'impressione che incomba un' imperscrutabile Volontà superiore (o più semplicemente l'imprevedibile elemento della Fortuna), vita e morte sono visti e raccontati come naturali accadimenti che fanno parte del ciclo dell'esistenza e che come tali vanno accettati; e proprio in questo ineluttabile avvicendarsi di inizio e di fine che sta il messaggio positivo di Almodovar, il quale ci propone la morte non come il termine ultimo bensì come il principio di qualcosa di nuovo. Gli stessi personaggi, tutti femminili (chi per natura chi per volontà propria) ad eccezione di Esteban, sembrano accettare con spontaneità questo stato delle cose e seguire il corso della vita riponendo fiducia nel futuro. Alla connotazione esistenzialista che caratterizza tutto il film fanno da contorno tematiche di stampo sociale, come la transessualità e la dipendenza dalle droghe, che vengono trattate "lateralmente" con grande tolleranza e senza emettere giudizi. E' sicuramente un ottimo film, che tuttavia non mi è arrivato fino in fondo e non mi ha fatto gridare al capolavoro, forse per un certo sottosuolo "buonista" che lascia serpeggiare una (molto) larvata retorica. Inoltre, se è vero che sotto il profilo della struttura Almodovar si avvicina molto al cinema classico (peraltro qui omaggiato con le citazioni, tra le altre, di "Eva contro Eva" e "Un Tram che si chiama desiderio"), gli mancano tuttavia l'asciuttezza e la sobrietà proprie di un altro "classico vivente": Clint Eastwood.
Un film che ti entra dentro in una maniera incredibile, un film che ti coinvolge, un film che ti commuove, un film che ti fa piangere. Il più grande capolavoro del maestro Almodovar, che come di consueto affronta tematiche complesse, lo fa ancora una volta con maestria, lo fa con passione. E non credo di poter scrivere oltre di questa pellicola, capace letteralmente di toglierti il fiato. Un 10 con il cuore.
Trama buttata lì a casaccio, pessima regia (scene che si susseguono come fossero state rimischiate ed incollate secondo un criterio inesistente), recitazione scadente, il tutto senza capire dove il film voglia andare a parare. Sembrava di vedere un riassunto di qualche telenovela sudamericana...
Era il primo film che vedevo di Almodovar, ma se i risultati sono sempre su questo livello, mi sa che non ci penso neanche a vederne un altro suo. Capisco che lo scopo dei suoi film sia quello di raccontare delle storie di donne e le loro esperienze, ma limitarsi solo a questo senza dare un filo logico al tutto non può dare dei risultati decenti.
Bellissimo, straordinario, modernissimo, merita qualche lacrima, ma è senza la minima ombra di retorica o ruffianeria. Grandissimo Almodovar; eccezionali tutte le attrici. E' inutile spendere troppe parole per elogiarlo. Guardatelo.
L'ho trovato migliore di Volver ed ho capito che Almodovar è un regista su cui approfondire perchè è straordinario. Come Volver, anche questo un film interamente al femminile, caratterizzato dalla straordinaria descrizione dei personaggi, originali e singolari. Trovo Almodovar uno dei pochi registi veri, perchè non si ferma davanti a niente, non si vergogna di mettere su pellicola la realtà, ma quella vera, non quella che i media e i canoni di vita impostici ci vogliono far vedere, una vita fatta anche e soprattutto dalle persone, dai loro sentimenti e dai loro lati più nascosti. Ci insegna che al contrario di quanto il Mondo ci vuol far credere esistono anche le prostitute, le lesbiche, i trans e che sono persone normali. Insegna anche che un padre è un padre, a non perdere la speranza, a credere fermamente in sè stessi.
Regia favolosa e trama avvincente, fa riflettere molto, consigliatissimo
Un film che ti sconvolge. Un viaggio a ritroso, fatto al posto del figlio morto. "Un giorno mi racconterai tutto su mio padre" - "Non è facile" - "Ci credo. Se no l'avresti già fatto. Volevo chiedertelo come regalo per il mio compleanno". Argomento duro, tormentato e tormentoso. Dove risvolti incredibili ed insospettabili vengono di volta in volta svelati lasciandoti annichilita. Strana la vita, che ti conduce lontano in un mondo spesso troppo piccolo. Come sempre Almodòvar non ha mezzi termini. C'è di tutto: transessuali, puritani, lesbiche, sgualdrine, drogati, violenze, normalità, amicizia, amore materno, la comprensione... tranne l'ingenuità o l'ipocrisia. Bellissimo il monologo a teatro, verso la fine del film che, quasi, ti lascia pensare che, in fondo, la vita è tutta una commedia.
un capolavoro del cinema almodoviano...il diverso che esplode in tutta la sua energia..l'energia presente in tutte le città..quell'energia che le persone borghesi tentano di nn vedere ma che esiste..si sente,traspare....grandi epressioni che abbattono i pilastri dell'ipocrisia di questa società..il personaggio perfetto di questo film è agrado..la trans che ama rende piacevole la vita a tutti..il suo monologo a teatro è magico a me fa piangere ogni volta..splendida anche la colonna sonora.. solo le persone troppo inamidate odiano questo film..e questo me lo fa amare ancora di piu'...chi ancora nn l'ha visto rimedi subito!!
E' sicuramente il miglior film di Almodovar e regala emozioni incredibili. Commuove, fa pensare: ha il pregio di rimanerti dentro per giorni dopo averlo visto (o ri-visto, come ho recentemente fatto). I personaggi sono delineati in maniera magistrale, tutto concorre a renderlo un'opera indimenticabile.
Film famosissimo e grande capolavoro di Almodovar che incanta, trascina, emoziona e lascia una scia di sensazioni di perplessità e dubbio che pochi film riescono a trasmettere. Unica cosa che non mi piace di almodovar: c'è del macabro nascosto in tutti i suoi film. Vale a dire qualcosa di occulto che non riesce a chiudersi.
Dal genio Almodòvar arriva il film femminista"tutto su mia madre".Uno dei film più valutati e stupendi del regista iberico.La trama:Manuela vive sola con suo figlio Esteban di 17 anni.Il giorno del suo compleanno voleva come regalo più grande un'autografo dalla sua attrice preferita Huma,ma mentre vorrebbe realizzare il suo desiderio viene investito da un'auto e muore.Per Manuela inizia un momento di grande difficoltà e per dimenticare la terribile esperienza,si trasferisce a Barcellona per rivedere suo marito che in realtà e un travestito.Nella sequenza del film a Barcellona Manuela incontra donne molto diverse tra loro:Agrado,un travestito che cerca di rendere godibile la vita degli uomini,Rosa,volontaria che resta incinta e scopre di avere l'AIDS e infine L'attrice Huma,infelice e innamorata pazza di Nina,una sua compagna di teatro.Questo film rispecchia inesorabilmente la sofferenza,la solitudine,la vera vita delle donne trasmettendo il loro lato felice e infelice.Le musiche del film sono appropriate e magnifiche,la sceneggiatura è ottima,il cast artistico è molto preparato(brave Cecilia Roth,Marisa Peredes)Insomma Almodovar trasmette tante emozioni in tono ancora più acceso rispetto a "Parla con lei",trasmette ancora la vera realtà della vita.
splendida storia avvolta da un'atmosfera quasi magica, recitazione non eccezionale ma molto convincente. avrei voluto dare un 10 pieno se il film non fosse intriso dal femminismo comune a molte pellicole almodovariane: l'universo maschile è quasi annullato. bella colonna sonora e brevi splendide cartoline di barcellona