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Non bastano i 5 minuti finali sensa senso per convincere lo spettatore di aver visto qualcosa di nuovo.
Un susseguirsi di "gia' visto" che fa dimenticare presto questo piccolo e insulso horror. Quando un film di questo genere si basa solo sui "salti sulla sedia" la scommessa del regista è persa in partenza.
Come rovinare un film con un finale vergognoso ! All'inizio promette bene, somiglia a " the others " , viene voglia di guardarlo senza fermarsi un attimo, fa paura, curiosita' e inquietudine si fanno strada nello spettatore, poi di colpo cambia rotta diventando un pastrocchio di cose senza senso come se si volesse finire alla svelta; e soprattutto cala la tensione e il senso di paura vera che percepisci all'inizio. Peccato, una cosa incomprensibile, nel voler dare un finale dal doppio significato si e' sciupato un film che prometteva bene !
Si cerca di fare qualcosa di diverso rispetto ai soliti horror,promuovo il buon senso ma boccio l'epilogo,la bravura dei protagonisti purtroppo non salva niente
Molte perplessità una volta finita la visione di questa "ghost story" tratta dal racconto di Henry James. Il doppio finale lascia più di un'interpretazione ed il progetto patrocinato da Steven Spielberg finisce con risultare un vero ginepraio. La location ed i protagonisti facevano presagire a ben altro risultato ma ne viene fuori un horror che non spaventa, privo di suspence, con lo stratagemma dell'uso smoderato dei classici jumpscares ed effetti speciali non all'altezza. Bravi comunque i protagonisti tra cui spicca il giovane Finn Wolfhard nel ruolo ambiguo del fratelllo maggiore.
Per quanto difettosa e carente sotto un infinità serie di aspetti mi sento di consigliare la serie TV di Netflix rispetto a questo horror di routine diretto con mestiere ma piuttosto carente per quanto riguarda la sceneggiatura.... Lascia abbastanza perplessi ( almeno per chi conosce il testo originale) il dubbio che riguarda la sanità mentale dell'istitutrice,dubbio che il film ci presenta praticamente fin dalle prime battute. Tedioso e ricco di deja vu.
The Turning manca di qualsiasi tipo di particolarità, per tacere delle originalità. Pur avendo a disposizione un location di tutto rispetto per costruire un'adeguata atmosfera dal sapore gotico, il film non riesce a mantenere le premesse sulla carta. Il giro di vite di James è un ghost story universale e non può essere sprecata con un accumulo di situazioni e jumpscare un tanto al chilo, perchè così facendo non si permette ai personaggi di emergere. Quest'ultimi sono prigionieri di questo perverso meccanismo che non permette la minima evoluzione. Clayton con Suspence fece l'opposto ed i risultati si videro creando quel gioiello di film rimasto nella storia. Qui invece è un'occasione mancata malgrado un cast potenzialmente di discreto valore.
Una pellicola che si salva soltanto per il finale. Purtroppo la trama è ispirata al libro "Giro di Vite" di H. James, più volte saccheggiato nella storia del cinema e delle serie tv e infatti sa tutto di già visto e questo per un film horror è tutto un dire. Effetti speciali in cgi da anni novanta. Dalla Sigismondi ci si aspettava di più.
Atmosfera gotica e l'inquietante ambientazione della maestosa casa coloniale forse è la cosa più bella del film per il resto forse soffre un pò troppo di tutti i clichè del genere, dall' ampio uso di jumpscare alle insensatezze tipiche degli horror dove il protagonista fa sempre la cosa più incongruente come scendere nella cantina buia o seguire una figura pallida che fugge nella fitta foresta.il finale è la cosa più strana
l'idea del doppio finale è spiazzante : o scegli che si salvano scappando o scegli che è successo tutto in testa alla protagonista che come la mamma sta impazzendo
Che pasticcio!! Atmosfere buone ma il doppio finale e' inutile e spiazza in negativo. Difficile esprimere un parere...non mi e' piaciuto ma magari con una seconda visione lo si apprezza maggiormente perche' puo' essere che mi sia sfuggito qualcosa.