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Torrida notte d'inferno a Macao, in questo gioiello del noir gangsteristico prodotto (e co-diretto) da Johnnie To. Un thriller dal ritmo frenetico, intricatissimo nella narrazione e intriso di una violenza visceralissima sin dal minuto uno, popolato da personaggi che nulla hanno di eroico, come nella miglior tradizione dei noir pessimisti degli Anni Quaranta (non mancano le miscele di polar francese, gangster kitaniano e fatalismo peckimpah-iano). Nei panni di un poliziotto corrotto, disilluso e misogino, Tony Leung offre una delle sue performance più ambigue e potenti; Ching Wan Lau è un cattivo nero pece, d'innato carisma, enigmatico e imperscrutabile burattinaio di molti colpi di scena che si susseguiranno nel corso del film (con qualche inverosimiglianza logica a cui si fa volentieri spallucce). I temi del doppio e della corruzione in uno scenario urbano febbricitante vengono estetizzati da una regia che, nella sua serrata e movimentata nevrosi, non abbandona il gusto per l'attenta composizione dei corpi negli spazi scenici: l'esempio più clamoroso è ovviamente il duello finale tra gli specchi, in un tripudio di riflessi, vitrei frammenti, fiammate, pulviscolo, ombre e fasci di luce concentrata bladerunneriana degno di un'installazione video-artistica.