Un istruttore bisbetico di una scuola privata del New England è costretto a rimanere nel campus durante le vacanze di Natale per fare da babysitter a una manciata di studenti che non hanno un posto dove andare. Alla fine, stringe un improbabile legame con uno di loro - un problematico cervellone danneggiato - e con il capo cuoco della scuola, che ha appena perso un figlio in Vietnam.
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VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR: Miglior attrice non protagonista (Da'Vine Joy Randolph)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior attore in un film commedia o musicale (Paul Giamatti), Miglior attrice non protagonista (Da'Vine Joy Randolph)
Payne si conferma fra i più interessanti registi di Hollywood con "The Holdovers". Uno dei pochi a portare avanti un cinema ormai relegato ai margini, che non cerca lo spettacolo, ma storie semplici con personaggi che rimangono impressi. "The Holdovers" è il classico "slow burn", che parte lentamente, quasi a non voler immergere immediatamente lo spettatore, ma portarlo pian piano nella storia. Infatti la narrazione è progressivamente sempre più coinvolgente, con un'ambientazione natalizia non banale e una colonna sonora azzeccata, fino ad una parte finale amara di alto impatto emotivo (il "sacrificio" è piuttosto inaspettato). A livello attoriale siamo a livelli altissimi, Giamatti superlativo e ottima anche Da'Vine Joy Randolph, ma la vera rivelazione è Dominic Sessa, che offre una performance grandiosa al primo ruolo in assoluto (raramente ho visto interpretazioni così belle alla prima prova).