In una guerra futura tra la razza umana e le forze dell'intelligenza artificiale, Joshua, un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie, viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creatore, l'inafferrabile architetto dell'intelligenza artificiale avanzata che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine alla guerra e all'umanità stessa.
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"Platoon" non è "Apocalypse Now" poiché Stone era interessato alla denuncia politica mentre la critica di Coppola al militarismo imperialista era un pretesto per replicare al "Paradise Now" del "Living Theatre": risalire il fiume Nung come catabasi cercando l'origine della violenza o del male, il conradiano "Cuore di tenebra". Edwards si ferma al 1° step e altrettanto fa col tema dell'IA e della sostituzione evolutiva, fin dalla scena in cui Joshua si beve la balla sulla moglie. Alla resa dei conti il film è un "Avatar" più economico che ruot'attorno a un dramma familiare da "Mulino Bianco" (o "Esselunga"?). In OST avrei inserito i recenti Beatles taroccati di "Now and Then", fra "All You need is Love" e "Give Peace a Chance". L'ipercitazionismo non ha mai colmato la gracilità narrativa, però ammetto di non sapere cosa si poss'ancora inventare nel 2023.