Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Al di là del contenuto metaforico, la realizzazione è eccellente, specialmente per quanto riguarda la musica, che contribuisce a creare un effetto di straniamento disarmante. L'unico punto debole è riscontrabile nella fotografia, unico indizio di una certa inesperienza del regista (SPOILER); per il resto, lo splatter (perchè di splatter si tratta) che emerge improvviso dalla quotidianità risuona talmente agghiacciante da paralizzare lo spettatore. Ogni riferimento ad avvenimenti reali è imperscrutabile, ma ell'istante in cui viene detto che si riferisce al Vietman, non si fa fatica a crederlo. Tremendo, ma a suo modo ironico.
Film spiazzante, visivamente sperimental, se ricordo bene girato in un b/n vicino a certe opere della Factory, che segna l'esordio di Scorsese nella regia, già innovativo per tutto il cinema underground dei decenni successivi. Vinse numerosi premi ed ebbe una forte risonanza nei circuiti "indie". Azzeccata la definizione di "black comedy" dei critici americani: effettivamente, è efficace il contrasto tra la violenza quasi gore e l'uso dello zoom, tipicamente usato per immagini di un certo (anche macabro) umorismo
Eccellente corto degli esordi di Scorsese, semplice ma assolutamente efficace nel trasmettere un certo senso di spiazzamento verso l'azione. Azzeccatissime le musiche, ad incorniciare un'opera che serba i semi di un grandissimo talento.
Purtroppo conosco molto poco Scorsese. A dirla tutta credo che, insieme ad Altman, sia uno dei maggiori registi americani che peggio conosco. L'unico film che ho visto più volte è "Cape Fear"; tantissimi anni fa guardai "Taxi driver", ma ormai ho un ricordo molto sfocato e, in tempi più recenti, ho visto parte di "Gangs of New York". Non sono neppure riuscito ad andare al cinema a vedere "The departed". Cercherò di rimediare in tempi brevissimi. Estinta questa inutile introduzione devo dire che "The big shave" è davvero un ottimo corto. Si capisce sin da subito che dietro la camera non c'è uno sprovveduto e al di là di un'ottima fotografia e una colonna sonora apparentemente inopportuna, ma verosimilmente saggia sono constatabili un paio di nozioni analizzabili. In effetti, con questo breve filmato, Scorsese vuole sfatare il "sogno americano": dietro a un bel bagno, ordinato e curato si nasconde in realtà un terribile incubo. E, almeno a mio avviso, è rintracciabile anche una sorta di critica nei confronti della guerra del Vietnam: nonostante l'uomo stia sanguinando copiosamente, egli continua costantemente nel gesto che lo sta portando alla morte. Sarebbe anche effettuabile un attualizzazione di questo discorso, sottolineando le recenti politiche bushiane, ma eviterò accuratamente di entrare in insensate digressioni politiche. Il film è molto facile da reperire e di conseguenza ne consiglio la visione.