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corto interessantissimo di uno Scorsese che si presenta con un biglietto da visita veramente notevole, sia per quanto riguarda la realizzazione (contrasto perfetto ambientazione pulita e asettica-sangue che scorre, musiche azzeccate), sia per il concetto espresso (la normalità di un gesto quotidiano che sfocia in un vero e proprio bagno di sangue, come per una voluta autodistruzione, la metafora della guerra del Vietnam di quegli anni). semplice, ma intenso.
Corto spiazzante del grande Scorsese. Così giovane ma già così in grado di lasciare il segno, di colpire lo spettatore, di sorprenderlo. Grande appassionato di musica e di cinema Scorsese dimostra, fin dagli albori, di che pasta è fatto. Ottimo.
5 minuti e 35 secondi che ritraggono un gesto quotidiano naturale che si trasforma in tragedia sanguinolenta. Un giovane Scorsese già capace di lasciare il segno graffiante di un autore consapevole. Bellissimo il contrasto tra lo scorrere del sangue e le musiche "lenitive".
Intelligente corto di Martin Scorsese,che apparentemente potrebbe rivelarsi privo di senso,ma che invece,utilizzando alcune metafore,mostra l'orrore che si cela nella quotidianità delle cose,e di cui molto spesso l'uomo non si cura. Un corto splatter direi,un'improvvisa dose di sangue che non mi sarei aspettato.
Facendosi la barba un uomo si taglia...embè?. Straordianario corto di Martin Scorsese, del quale Coppola e tutti gli altri ne hanno fatto il manifesto della New Hollywood anni '70. Un piccolo colpo di genio che mostra già il talento innato del grande regista di New York. Vedere per credere.
Corto terribile e quasi angosciante di uno Scorsese acerbo solo nell'età,ma non nelle intenzioni. Molto diverso da tutto ciò che ha fatto successivamente,sono 5 minuti in cui il regista italoamericano critica ferocemente (non senza una dose di humor grazie alla musichetta) la guerra in Vietnam e la testardaggine delll'America . Strano ma interessantissimo.
Un corto tanto semplice quanto importante per capire come Scorsese già in quegli anni avesse un talento visivo impressionante. Un corto di 5 minuti e mezzo che mi ha fatto venir voglia di far crescere la barba.
Tra i primi cortometraggi di Scorsese, si nota già la cifra stilistica che adotterà nei successivi capolavori: il sangue e una violenza visiva che sgorgano così, all'improvviso e in modo inaspettato, in un contrasto ironico con musiche leggere, e una capacità innata nello stupire e paralizzare lo spettatore. Avevo dubbi sul suo potenziale metaforico, pensavo più che altro fosse un modo per un giovanissimo regista di farsi notare, ma il corto può benissimo stare ad un livello più profondo come una geniale e dura denuncia alla guerra in Vietnam in cui gli U.S. si dissanguano da soli (la scritta finale "Viet '67" è significativa), e se l'ha detto lo stesso Scorsese io umilmente taccio.
Come in molti dei suoi film successivi, in questo primo e inaspettato corto di Scorsese il sangue scorre copioso, anche se non ci sono mafiosi o delinquenti di sorta..ma semplicemente un rasoio, un uomo e la sua barba..
Nella sua apparente semplcità questo corto è realmente folle, e dimostra in soli sei minuti le grandi capacità registiche di quello che sarebbe divenuto uno dei registi più grandi di sempre..
Fin dall'inizio Scorsese mostrava di che pasta era fatto. Un gesto così quotidiano che diventa qualcosa di folle e con la musica giusta per aumentare l'effetto spiazzante. Ottima sia la regia che il montaggio.
6 minuti che già presentano tutti i tratti salienti e gli elementi che, tra gli altri, renderanno il miglior regista cinematografico vivente (assieme a Coppola) Martin Scorsese, ossia molto sangue, molta violenza, in posti e momenti che non ti aspetti. Si riesce anche a capire parte del grandissimo talento che il regista poi esprimerà in altri tempi e con altri film.
E' vero, la fotografia non è (ancora) nula di che, ma bisogna anche capire che siamo agli inizi per il grande Scorsese. E' un lavoro che vale più che altro per i suoi contenuti, qui metaforici, riguardanti dichiaratamente la guerra del Vietnam.
Un buon corto ed un buon esordio per un Dio registico.
stupendo questo corto di scorsese...profondamente metaforico, ma al di la delle metafore ke si possono trovare è un corto direi sia divertente sia sconvolgente...la mano di scorsese nn è evidentissima a livello tecnico però si possono riscontrare alcune delle caratteristiche del regista (l' uso delle musiche direi "innocenti" in contrapposizione ad un azione di violenza, nel nostro caso parekkia). insomma un corto da vedere e da gustare, consigliato particolarmente...
sono rimasto inorridito dopo la visione di questo truculento, ma divertente cortometraggio del mastro Scorsese. si capisce che questo regista ha un talento visivo fuori dal comune già da questo metaforico episodio in cui il regista è sprezzante e critico verso la guerra in Vietnam partita come una normale guerra all'ordine del giorno e poi finita tragicamente. la musica è eccezionale, per il eesto non si può ricavare molto da questi cinque minuti per l'assenza di dialoghi e di una pressochè minima parvenza di recitazione da parte del giovane. forse come già detto la fotografia non è granchè, ma va bene così. bravissimo!
una bella mazzata questo corto di scorsese... l'ignaro spettatore non può che rimanere basìto da un così esplosivo e repentino sfoggio di grandguignol...
Al di là del contenuto metaforico, la realizzazione è eccellente, specialmente per quanto riguarda la musica, che contribuisce a creare un effetto di straniamento disarmante. L'unico punto debole è riscontrabile nella fotografia, unico indizio di una certa inesperienza del regista (SPOILER); per il resto, lo splatter (perchè di splatter si tratta) che emerge improvviso dalla quotidianità risuona talmente agghiacciante da paralizzare lo spettatore. Ogni riferimento ad avvenimenti reali è imperscrutabile, ma ell'istante in cui viene detto che si riferisce al Vietman, non si fa fatica a crederlo. Tremendo, ma a suo modo ironico.
Il talento visivo di Scorsese si manifesta chiaramente in questo lavoro giovanile. Una piccola chicca per gli amanti del grande regista italoamericano.
Bellissimo cortometraggio di Scorsese che adotta uno stile secco, lucido e semplicissimo per raccontare l'assurdità della guerra in Vietnam; guerra partita "rilassata" per poi trasformarsi in una tragedia, così come accade al protagonista di questo corto che si fa la barba tranquillo e poi.... Dal punto di vista esclusivamente registico non ha nulla di speciale, le inquadrature sono normali, la recitazione pure, la fotografia non eccellente (anche se già in linea con i futuri film del Maestro), ad ogni modo nei corti è l'idea che conta e questa di Scorsese è un'idea davvero geniale.
Da notare inoltre che la guerra in Vietnam non viene mai menzionata, quindi il discorso può essere molto più ampio, nel 1967 negli USA accaddero molte cose... fu Scorsese a dichiarare e a fugare ogni dubbio che The Big Shave parlava solo della guerra in Vietnam. Gli spettatori di oggi, in una altro contesto sociale, lo devono tenere presente.
Film spiazzante, visivamente sperimental, se ricordo bene girato in un b/n vicino a certe opere della Factory, che segna l'esordio di Scorsese nella regia, già innovativo per tutto il cinema underground dei decenni successivi. Vinse numerosi premi ed ebbe una forte risonanza nei circuiti "indie". Azzeccata la definizione di "black comedy" dei critici americani: effettivamente, è efficace il contrasto tra la violenza quasi gore e l'uso dello zoom, tipicamente usato per immagini di un certo (anche macabro) umorismo
Eccellente corto degli esordi di Scorsese, semplice ma assolutamente efficace nel trasmettere un certo senso di spiazzamento verso l'azione. Azzeccatissime le musiche, ad incorniciare un'opera che serba i semi di un grandissimo talento.
Purtroppo conosco molto poco Scorsese. A dirla tutta credo che, insieme ad Altman, sia uno dei maggiori registi americani che peggio conosco. L'unico film che ho visto più volte è "Cape Fear"; tantissimi anni fa guardai "Taxi driver", ma ormai ho un ricordo molto sfocato e, in tempi più recenti, ho visto parte di "Gangs of New York". Non sono neppure riuscito ad andare al cinema a vedere "The departed". Cercherò di rimediare in tempi brevissimi. Estinta questa inutile introduzione devo dire che "The big shave" è davvero un ottimo corto. Si capisce sin da subito che dietro la camera non c'è uno sprovveduto e al di là di un'ottima fotografia e una colonna sonora apparentemente inopportuna, ma verosimilmente saggia sono constatabili un paio di nozioni analizzabili. In effetti, con questo breve filmato, Scorsese vuole sfatare il "sogno americano": dietro a un bel bagno, ordinato e curato si nasconde in realtà un terribile incubo. E, almeno a mio avviso, è rintracciabile anche una sorta di critica nei confronti della guerra del Vietnam: nonostante l'uomo stia sanguinando copiosamente, egli continua costantemente nel gesto che lo sta portando alla morte. Sarebbe anche effettuabile un attualizzazione di questo discorso, sottolineando le recenti politiche bushiane, ma eviterò accuratamente di entrare in insensate digressioni politiche. Il film è molto facile da reperire e di conseguenza ne consiglio la visione.