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Tra i primi cortometraggi di Scorsese, si nota già la cifra stilistica che adotterà nei successivi capolavori: il sangue e una violenza visiva che sgorgano così, all'improvviso e in modo inaspettato, in un contrasto ironico con musiche leggere, e una capacità innata nello stupire e paralizzare lo spettatore. Avevo dubbi sul suo potenziale metaforico, pensavo più che altro fosse un modo per un giovanissimo regista di farsi notare, ma il corto può benissimo stare ad un livello più profondo come una geniale e dura denuncia alla guerra in Vietnam in cui gli U.S. si dissanguano da soli (la scritta finale "Viet '67" è significativa), e se l'ha detto lo stesso Scorsese io umilmente taccio.