the artist regia di Michel Hazanavicius Francia 2011
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the artist (2011)

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locandina del film THE ARTIST

Titolo Originale: THE ARTIST

RegiaMichel Hazanavicius

InterpretiJean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Missi Pyle, Penelope Ann Miller, Malcolm McDowell

Durata: h 1.40
NazionalitàFrancia 2011
Generesentimentale
Al cinema nel Dicembre 2011

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Trama del film The artist

Hollywood 1927. Georges Valentin č un divo del cinema muto. La vita sembra sorridergli finché l'avvento del film sonori lo condannerŕ all'oblio. Peppy Miller, giovane comparsa, sta invece per esssere lanciata nel firmamento delle star. Il film racconta i loro destini incrociati.

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Voto Visitatori:   8,10 / 10 (164 voti)8,10Grafico
Miglior filmMiglior regia (Michel Hazanavicius)Miglior attore protagonista (Jean Dujardin)Migliori costumi (Mark Bridges)Migliore colonna sonora (Ludovic Bource)
VINCITORE DI 5 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regia (Michel Hazanavicius), Miglior attore protagonista (Jean Dujardin), Migliori costumi (Mark Bridges), Migliore colonna sonora (Ludovic Bource)
Miglior filmMigliore regiaMiglior attrice protagonista (Bérénice Bejo)Migliore fotografiaMigliore scenografiaMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 6 PREMI CÉSAR:
Miglior film, Migliore regia, Miglior attrice protagonista (Bérénice Bejo), Migliore fotografia, Migliore scenografia, Miglior colonna sonora
Miglior film commedia o musicaleMiglior attore in un film commedia o musicale (Jean Dujardin)Miglior colonna sonora (Ludovic Bource)
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film commedia o musicale, Miglior attore in un film commedia o musicale (Jean Dujardin), Miglior colonna sonora (Ludovic Bource)
Miglior attore (Jean Dujardin)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Jean Dujardin)
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Voti e commenti su The artist, 164 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  08/01/2012 23:08:03
   8½ / 10
Oggi come oggi è molto diffusa la tendenza a rifiutare il futuro e a guardare al passato come a qualcosa di mitico, da scegliere come modello per il presente. E' come se ci si fosse bloccati sfiduciati nella ricerca del "nuovo" e che si ritenga che solo nel passato ci sia l'avvenire dell'umanità. Visto così, in maniera nuda e cruda, sembra un'idiozia, perché il passato non ritorna, non può ritornare e soprattutto questo atteggiamento può rappresentare un segno di debolezza e smarrimento ideale.
E' in quest'atmosfera ideale che è nato "The Artist", un'opera d'arte che riprende questo modo di sentire e in qualche maniera lo spiega, lo puntualizza, lo trascende e fa capire che effettivamente il passato può insegnare, può ancora dire qualcosa di positivo.
Il passato, quindi, come modello per il futuro, ma del passato non si prendono le forme esteriori e superficiali, ma soprattutto i valori fondanti, i risultati, i messaggi. L'operazione "nostalgia" operata da "The Artist" non è un semplice revival alla "American Graffiti", ma un vero e proprio recupero di valori. E' questa caratteristica etica che eleva il film a qualcosa di speciale e universale, un'opera imprescindibile di questo 2011-2012.
Il mondo del passato che viene eletto a punto di riferimento, che viene fatto rivivere nel suo rappresentarsi e porsi come modello etico, è quello del cinema nel suo passaggio da muto a sonoro. C'è da dire che in "The Artist" si fa un'opera di ricostruzione filologica e spirituale notevolissima. Io ho visto diversi film muti, ho letto libri a riguardo, ho visto documentari di "dietro le quinte" di quel periodo ed è proprio così. Proprio quell'atmosfera spensierata e operosa, il divismo, le gelosie, i tira e molla con i produttori, la voglia di indipendenza, la grande passione per il mezzo artistico. C'è insomma tutto quel mondo nel suo spirito più genuino.
La storia che viene raccontata invece è una specie di sintesi contenutistica di tanti grandi film, dei migliori film dell'epoca. Come base si pone il grande valore della semplicità e dell'onestà interiore di fronte al materialismo e alle falsità della società. C'è poi la grande fiducia nella solidarietà, nei sentimenti delle persone, nella loro incrollabilità e nel loro resistere ai rovesci della fortuna. C'è poi la ritrosia, il pudore interiore, il proprio orgoglio di essere vivente. C'è poi il sentimento, tanto sentimento, ma mai sentimentalismo. C'è infine la voglia di non arredersi e buttare via tutto, di credere nell'occasione di riscatto, nel risollevarsi. Insomma c'è la speranza, parola persa e uscita dai nostri vocabolari.
Altro aspetto intelligentemente recuperato è quello della grande potenza espressiva che aveva raggiunto il cinema muto nei suoi ultimi anni di vita. L'alternarsi di primi piani e piani lunghi, le riprese di insieme sono solo alcune delle modalità visive che vengono riproposte e additate a "modello", a soluzioni che sono, che possono essere, che devono essere ancora vive e vitali.
Si arriva così al nucleo ideologico del film: il rapporto dialettico fra passato e futuro, fra conservazione e innovazione. La soluzione proposta è quella di uno sviluppo che non cancelli il passato, che lo integri dentro di sé, ne conservi il meglio. Il corso della storia, lo sviluppo non si può fermare, questo è implicito nella scena finale, occorre però procedere non a strappi, a brutali rinnegazioni del passato. Anzi, il nostro futuro è nel passato, nel meglio che ci hanno lasciato e insegnato i grandi del passato. E' il messaggio umanista del film. Nel nostro procedere non bisogna schiacciare chi ci ha preceduti, guardarli dall'alto in basso, ma portarceli idealmente con noi. Ecco che il passato non è più una zavorra ma addirittura la speranza nel futuro.
Veramente bravo questo regista. Bravissimi anche gli attori, soprattutto il protagonista maschile (che ha fatto come rivivere la figura di Douglas Fairbanks) e il cane. Beh sì, lui è stato uno dei migliori !!

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Ultima risposta 21/01/2012 23.16.10
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