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Il Genio lynchiano partorisce una creatura strana, inquietante a dir poco, decisamente d'effetto. Un'opera d'arte surreale di appena 4 minuti, più che sufficienti per colpire nel segno.
"Per favore, ricordati che devi concordare con la forma umana". (Ma anche no, grazie a Mister Lynch).
Però... sono in seria difficoltà... un corto difficile questo "The alphabet", il primo film di Lynch che vedo (a breve dovrei vedere "Mullholand Drive"). Ognuno da la sua interpretazione, ma, ripeto, non è un film semplice e ha significati ambigui.
mi lascia di stucco questo corto lynchano. so che il senso dei suoi corti va interpretato e che ogni persona lo farà a modo suo,ma in questo"alphabet"non sono proprio riuscito a trovarne uno. mi sembrano più una serie di eventi(molto ben realizzati,c'è da dirlo)messi li e il regista cerca di farli quadrare il più possibile,non riuscendoci a mio parere. se qualcuno cortesemente può spiegarmi almeno un interpretazione che secondo lui il regista ha voluto trasmettere gliene sarei grato.
Inquietante e surreale. Ottimo corto di Lynch. Con il suo surrealismo Lynch ci narra dei danni causati dall'educazione scolastica. Oppure non ci narra nulla ma l'impatto visivo è notevole.
1968… Il Maestro David Lynch sfodera dalla sua "folle" mente un cortometraggio davvero inquietante e "macabro"; il regista "farcisce" il suo film con delle suggestive animazioni e con delle brevissime e importantissimi recitazioni (la bambina sul letto); Lynch riesce ad inquietare lo spettatore grazie alle immagini e al sonoro, da notare, celebrare le "cantilene" infantili (un coro allarmante recita le lettere dell'alfabeto). Il visionario regista esprime in modo pazzesco le sue idee grazie alle immagini, da notare le "particolari" lettere dell'alfabeto che si "introducono" cinicamente nel meccanismo concettuale infantile dei bambini. Infatti "The Alphabet" è un cortometraggio che milita nella metafora, le scene, le animazioni svolgono ovviamente funzioni allegoriche, la suggestione, la tensione sono elementi che nascono e si diffondono grazie a queste "maledette" animazioni che, grazie a particolari inquadrature, devastano in tutti i sensi lo spettatore.
"The Alphabet" nasce come denuncia subliminale ai metodi oppressivi, sistematici dell'educazione, del comportamento, della cultura, notiamo la ragazza nel finale, il sangue, il vomito, il disprezzo per il tutto… (importante è precisare che Lynch nella sua infanzia amava logicamente dedicarsi all'arte "sbarazzina", ovvero l'educazione "statica", ferrea era boicottata da David, il Maestro amava l'arte figurativa…)
In linea di massima "The Alphabet" è una grandissima Opera "Lynchana" , ovviamente il regista pone le sue concezioni su pellicola in modo agghiacciante (a volte il tutto è "enfatizzato" ma va bene così!); questo corto è una sorta di anteprima di "Eraserhead", da notare le ambientazioni tetre, il sonoro e quei maledettissimi vuoti di silenzio che atterriscono in modo beffardo lo spettatore. Lode per il Maestro della concezione…
Per dare la sufficienza a un film, devo capire il significato, ammesso che abbia... Questo corto non ha assolutamente uno sprazzo di senso, visto che è la riproduzione cinematografica di un incubo... In quei quattro minuti si sente una petulante cantilena che più di irritare non fa, una donna che sbocca sangue ed un' altra in decomposizione e miriadi di lettere disegnate che svolazzano senza senso. Insomma, se non era datato e non era di Lynch questo corto sarebbe stato scartato e ammirato solo dagli appassionati di questo strano "genere". Questo corto è stato creato solo per darti un po' di angoscia e senso di incubo, e un po' ci riece. Insomma, un 5 simbolico...
Veramente un cronometraggio devastante, irreale e penetrante, con scene di vera e propria paura ed effetti sonori semplicemente straordianari. Non sto tanto li a cercare il significato del cronometraggio, anche perchè non saprei cosa dire, dico solo che è devastante in tutti i sensi.
Non li capisco i primi cortometraggi di Lynch, sono irritanti, pretenziosi, girati male e sperimentali, fini a sé stessi. Ognuno si può scervellare come vuole, ma secondo me è inutile. Piuttosto mi scervello sui suoi lungometraggi capolavori.