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Fra le nubi dei tombini, cresce il respiro di un sassofono alto, con il suo pianto ondoso... non un ottone ma un'estensione viva, una creatura dolente da consolare. "Taxi Driver" è come la sua musica: suadente fino a cavarti lacrime dal cuore, dentro di te fino a raggiungere una malinconia che non sapevi di provare, ma che era lì, come il ricordo di un attimo sottovalutato. Una melodia struggente, mai stucchevole, che con grossi singhiozzi di suono, canta il fruscio delle strade bagnate, lo stridore intermittente del tergicristallo, gli sbuffi fumosi dalle grate, le vie imperlate di lampioni riflessi, il riverbero rosso su due occhi che vagano dietro un parabrezza.